martedì 29 agosto 2023

Padre mio e mio Salvatore!

 


Messaggio di Dio Padre a Madre Eugenia E. Ravasio - Primo quaderno , 1932: 


A volte vi guardo con compassione per l’infelice stato nel quale vi trovate; a volte vi guardo con amore per disporvi a cedere ai fascini della grazia. Talvolta passo dei giorni, e anche degli anni, vicino a certe anime per poter assicurare loro la felicità eterna. Esse ignorano che Io sono là che le aspetto, che le chiamo ad ogni istante del giorno. 

Tuttavia non mi stanco affatto e provo lo stesso la mia gioia nel restare accanto a voi, sempre con la speranza che un giorno ritornerete al Padre vostro e mi farete almeno qualche atto d’amore prima di morire”

“Ecco, per esempio, un uomo che sta per morire. La sua anima è stata sempre per me come il ‘figliol prodigo’. Io la colmavo di beni, lei se ne andava sperperando tutti questi beni, questi doni gratuiti del Padre suo amabilissimo, e per di più mi offendeva gravemente. L’attendevo, la seguivo dappertutto; le davo nuovi favori come la salute e i beni che facevo fruttare dai suoi lavori così bene, che aveva del superfluo. Talvolta la mia provvidenza gliene procurava ancora di nuovi. Era dunque nell’abbondanza, ma non guardava che al triste barlume dei suoi vizi e tutta la sua vita è stata un tessuto di errori per il peccato mortale abituale. Ma il mio amore non si è mai stancato.  

La seguivo ugualmente, l’amavo e soprattutto, malgrado i rifiuti che mi opponeva, ero contento di vivere pazientemente vicino a lei, nella speranza che forse un giorno avrebbe ascoltato il mio amore e sarebbe tornata a me, suo Padre e Salvatore. Infine si avvicina il suo ultimo giorno: le mando una malattia perché possa raccogliersi e ritornare a me, suo Padre. Ma il tempo passa, ed ecco il mio povero figlio di 74 anni alla sua ultima ora. Sono ancora là, come sempre; gli parlo con più bontà che mai. Insisto, chiamo i miei eletti, che preghino per lui affinché domandi il perdono che Io gli offro.

A questo punto, prima di rendere l’ultimo sospiro, apre gli occhi, riconosce i suoi errori e quanto si sia allontanato dal vero cammino che conduce fino a me. Rientra in sé stesso, poi con voce flebile, che nessuno di quanti gli sono intorno può sentire, mi dice: ‘Dio mio, ora vedo come il tuo amore per me è stato grande e io ti ho offeso continuamente con una vita così cattiva. Non ho mai pensato a te, Padre mio e mio Salvatore. Ora vedi tutto e per tutto questo male, che vedi in me e che io riconosco nella mia confusione, ti chiedo perdono e ti amo, Padre mio e Salvatore mio!’.

Egli muore nello stesso istante ed eccolo davanti a me. Io lo giudico con il mio amore di Padre, come mi ha chiamato, ed è salvo. Resterà qualche tempo nel luogo di espiazione, poi sarà felice per l’eternità. Ed Io, dopo essermi compiaciuto durante la sua vita nella speranza di salvarlo con il suo pentimento, godo ancor più con la mia corte celeste d’aver realizzato il mio desiderio e di essere suo Padre per tutta l’eternità. Quanto alle anime che vivono nella giustizia e nella grazia santificante, provo la mia felicità nello stabilirmi in loro. Mi dono a loro. Affido loro l’uso della mia potenza e mediante il mio amore trovano un’anticipazione del Paradiso in me, loro Padre e loro Salvatore!”.


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