mercoledì 30 agosto 2023

I FIORETTI DI SAN GASPARE

 


L'atroce distacco

Gaspare e il babbo tornano lentamente a casa. Gaspare vorrebbe tardare il più possibile l'annuncio della terribile notizia alla mamma, che è li in angosciosa attesa. Ma appena giunto, davanti al babbo ammutolito e alla mamma che chiede, già presaga del peggio, s'accascia su una sedia e dà in pianto dirotto. Questo suo umano ed accorato pianto ce lo fa tanto amare! Da questo momento egli potrà accostarsi ad ogni sofferenza e tergere le infinite lagrime di tutti, perché affinato egli stesso dal dolore.

Quel pianto dice tutto alla madre, che si accosta al figliolo, lo solleva, gli fa coraggio, vincendo e dominando la propria anima in tumulto. Quindi va a preparare il baule, riponendovi quanto crede possa essergli necessario.

Tutti i fili della vita benefica e zelante di Gaspare sono stati recisi di colpo! Dopo aver raccomandato ai suoi collaboratori tutte le opere di carità ed aver preso commiato dai più intimi, si prepara per recarsi a piazza S. Marco, dove la carrozza con i gendarmi l'attende. Partono con lui tre amici tanto cari:

Mons. Albertini, il Marchetti e il Gambini, anch' essi coraggiosi e fieri nel rifiutare il giuramento.

Pur conoscendo in anticipo il giorno e l'ora della partenza, l'aveva tenuti nascosti alla cara mamma. Lasciarla gli tornava insostenibile! Né si sentiva d'andarsene nascostamente, senza un bacio, senza quella benedizione, ch'era abituato a chiedere sempre ai genitori, prima d'uscir di casa.

Quando si accostò a lei per baciarle la mano e chiedere di benedirlo, la madre comprese ch' era giunto il tanto temuto momento del distacco definitivo e ruppe in singhiozzi. Da poco s'era spento Luigi, il primogenito, che le aveva lasciato la vedova ed una bimba; ora perde il figlio migliore, quello che aveva saputo avverare in sé tutti i suoi sogni materni! Per non farla soffrire di più, Gaspare, col volto rigato di lagrime, rompe ogni indugio, si precipita per le scale e corre verso piazza S. Marco. Antonio gli va svelto dietro. Ma vi è appena arrivato che Annunziata, accompagnata da Paola, la nuora, e Luigia, la nipote, lo raggiunge. Prende tra le sue mani la destra del figlio e gliela stringe forte forte, come può stringerla una madre che ha il presentimento di non vederlo mai più sulla terra. Paola ci ha tramandate anche le ultime parole di Annunziata: «Figlio, lascia che per l'ultima volta io ti baci la mano sacerdotale, poiché già presento che non ti vedrò mai più su questa terra». Dall'acerbità del dolore aveva misurato la brevità della sua vita. Saliti i prigionieri, il postiglione sferza i cavalli; chi è a terra cerca per un tratto di seguire la carrozza, ma crescendo la velocità desiste. Annunziata, impietrita dal dolore, ma con calma sovrumana dice: «Preferisco morire senza dì lui, che vederlo a Roma spergiuro». Madre degna di tanto figlio! Da quel giorno un sottile languore la prende, logorandola a poco a poco, e i movimenti di lei, un tempo tanto attiva, vanno facendosi più lenti. Vi sono dei giorni nei quali si sente terribilmente stanca e si aggira sperduta come in un vuoto di stanze, di strade, di vita, di pensieri. I prigionieri si sono raccolti in preghiera. Gaspare, con gli occhi ancor bruciati dalle lacrime, si sforza d'atteggiare il volto a sorriso. È il più giovane, ma cerca dì rincuorare i compagni, mentre la carrozza, ora svelta, ora con lentezza, percorre la via che li porterà al calvario dell'esilio e delle carceri. È lì che il Signore forgerà nel dolore il futuro Apostolo del suo Sangue Divino!


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