martedì 8 gennaio 2019

La Santa Messa



Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane.»
Gesù rispose: «Io Sono il Pane della vita;
ci vieni a me non avrà più fame
e chi crede in me non avrà più sete (...)»
(Gv 6, 35)
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico:
se non mangiate la carne del Figlio
dell’uomo e non bevete il suo sangue,
non avrete in voi la vita. Chi mangia
la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna
e io lo risusciterò all’ultimo giorno.»
(Gv 6, 53-54)
«la mia carne è vero cibo
e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue 
dimora in me e io in lui. Come il
Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il
Padre, così anche colui
che mangia di me vivrà per me (...)»
(Gv 6, 55-57)
(...) «Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (...)
(Gv 6, 58)


 Affinché i miei fratelli e sorelle laici di tutto il mondo vivano il più grande dei miracoli con il cuore: la celebrazione della Santa Eucaristia.

Era la vigilia del giorno dell’Annunciazione, e i componenti del nostro 
gruppo erano andati a confessarsi. Alcune signore del gruppo di preghiera 
non riuscirono a farlo e rimandarono la confessione al giorno seguente, prima 
della Santa messa.

Quando il giorno seguente giunsi in Chiesa un po’ in ritardo, il signor 
Arcivescovo e i sacerdoti stavano già entrando nel presbiterio. In quel 
momento, la Vergine disse con la sua voce dolce e soave che raddolcisce 
l’anima:

«oggi per te è un giorno di apprendistato e voglio che tu faccia molta 
attenzione perché, di ciò che sei testimone oggi, tutto ciò che vivrai in 
questo giorno, dovrai farne partecipe l’umanità». Rimasi sorpresa senza 
comprendere, ma cercando di essere molto attenta.

La prima cosa della quale mi resi conto era un coro di bellissime voci che 
cantavano, come se venisse da lontano; in alcuni momenti la musica si 
avvicinava, come se si trattasse di un suono portato dal vento.

Il signor Arcivescovo cominciò la Santa messa, e giunto all’Atto Penitenziale, 
la Santissima Vergine disse:

«dal profondo del tuo cuore, chiedi perdono al Signore per tutte le tue 
colpe, per averlo offeso, così potrai partecipare degnamente alla privilegio di assistere alla Santa Messa».

È certo che per una frazione di secondo pensai: «Sono certamente in Grazia 
di Dio, mi sono appena confessata ieri sera».

Ella rispose: «Credi forse che tu, da ieri sera, non abbia offeso il Signore? lascia che ti ricordi alcune cose. quando stavi uscendo per venire qui, la ragazza che ti aiuta ti si avvicinò per chiederti alcune cose, e poiché eri in ritardo, sbrigativamente le rispondesti in modo non molto cortese. è stata una mancanza di carità da parte tua, e dici di non aver offeso dio...?»

«Nella strada che hai fatto per venire fin qui, un autobus ha intralciato 
la tua strada e ti ha quasi urtato e tu hai detto un’abbondante quantità 
di cose contro quel pover’uomo, invece di venire in Chiesa facendo le tue orazioni, preparandoti per la Santa Messa. hai mancato di carità e hai perso la pazienza e la pace. E dici di non aver offeso il Signore...?»

«E arrivi all’ultimo momento, quando già la fila dei celebranti sta 
uscendo per celebrare la Messa... e stai per parteciparvi senza una previa preparazione...»

- Va bene, madre mia, non mi dire di più, non ricordarmi altre cose, altrimenti 
morirò immediatamente di vergogna e di dolore - risposi.

«Perché arrivare all’ultimo momento? dovreste essere qui prima, per 
poter fare una preghiera e chiedere al Signore di mandare il Suo Santo 
Spirito, perché vi conceda uno spirito di pace che scacci via lo spirito 
del mondo, le preoccupazioni, i problemi e le distrazioni, e poter essere 
così capaci di vivere questo momento tanto sacro. Invece, arrivate 
quasi all’inizio della celebrazione e vi partecipate come se andaste ad 
assistere ad un evento qualsiasi, senza nessuna preparazione spirituale. 
Perché? è il Miracolo più grande, e voi avete la possibilità di vivere il 
momento del più grande regalo da parte dell’Altissimo, ma non lo sapete a apprezzare.»

È bastato così. Mi sentivo così male che fu più che sufficiente perché chiedessi 
perdono a Dio, non solamente per le colpe di quel giorno, ma per tutte le volte 
che, come moltissime altre persone, ho aspettato che terminasse l’omelia del 
sacerdote per entrare in Chiesa. Per tutte quelle volte che non ho saputo o che 
ho rifiutato di capire che cosa significava essere lì, e per quelle altre volte che, 
essendo forse la mia anima piena di peccati più gravi, avevo osato partecipare 
alla Santa messa.

Testimonianza di Catalina Rivas


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