domenica 15 dicembre 2019

EPISTOLARIO



LA DIREZIONE SPIRITUALE 


1.   Necessità della direzione 
Da autentico maestro della vita spirituale, padre Pio aveva idee molto chiare sull'importanza della direzione spirituale per l'ascesa delle anime verso la perfezione. Nel novembre 1946 il cappuccino padre Giovanni da Baggio si trovava in visita a San Giovanni Rotondo ed ebbe occasione di trattenersi a lungo con il Padre su vari argomenti. In uno di questi colloqui dice: "Gli ho anche domandato se si può fare senza il direttore spirituale. Mi ha risposto che può anche bastare il confessore, e quando questi non sia capace a comprendere certe situazioni dello spirito, ci si rimette alla bontà di Dio. Però, dice, fare da sé è come studiare da sé; col maestro si fa prima e meglio" 1.  
Ma evidentemente per poter "far prima e meglio" nella scienza dello spirito, il maestro scelto deve possedere le doti richieste. E padre Pio lamentava, anzitutto, la mancanza di guide esperte ed illuminate:  "Quello che mi dà un po' a pensare è ch'ella [una persona raccomandatagli da padre Agostino] avrebbe bisogno di un direttore ben illuminato nelle vie di Dio. 
Ma dove trovarlo in questi bruttissimi tempi? Anche il pietosissimo Gesù ha avuto a lamentarsi di questo. Oh i tristissimi tempi, padre mio, in cui ci siamo imbattuti!" (16 2 1915).  
Inoltre deplorava che i direttori spirituali non sempre erano all'altezza della loro delicata missione e spesso erano di ostacolo alle anime che aspiravano alla cima della perfezione cristiana:  "Con coscienza angosciosa tengo a dirvi con tutta secretezza che quest'anima [sulla quale gli era stato chiesto un parere] avrebbe un gran bisogno di una migliore e più assidua direzione spirituale e che stante la coscienza di chi la guida e di chi ne ha l'immediata cura, è più il male che a lei ne arrechi che il bene. In che tristi tempi ci siamo imbattuti, mio carissimo padre! Piaccia al re delle anime che voglia presto sovvenire ai bisogni di che occorrono queste creature privilegiate!"  (19 7 1915).  
Dalla riconosciuta necessità della direzione nasceva in padre Pio una illimitata fiducia e sincera apertura di coscienza con i suoi padri spirituali e confessori: "Hai mai confidato fin dal principio ai confessori ciò che Gesù operava in te e fuori di te?", gli domandava padre Agostino il 13 ottobre 1915. 
E padre Pio rispondeva:  "State tranquillo, o padre, anche su questo punto, ché l'anima di cui parliamo non mai maliziosamente ha taciuto coi suoi direttori più che con i suoi confessori, ciò di cui veniva operando in lei. Dissi: con i suoi direttori più che con i suoi confessori, perché disgraziatamente, stante la sua vita girovaga non si è potuto mai incontrare, nel mondo specialmente, con confessori illuminati nelle vie soprannaturali. In riguardo vi esprimerò meglio questo mio pensiero al primo abboccamento che avrò con voi" (17 10 1915).  
Queste brevi osservazioni bastano per farci intravedere la chiara visione che padre Pio aveva del problema della direzione delle anime.  
Lasciando ora da parte tutta la vasta problematica che investe questo capitolo della teologia della perfezione cristiana, e che certamente sarà oggetto nell'avvenire di ponderato studio da parte degli specialisti, noi ci soffermeremo ad illustrare alcuni aspetti tra i più salienti e significativi che emergono dall'epistolario, per facilitarne l'interpretazione e valutare il comportamento del Padre nella duplice prospettiva di diretto e di direttore. 
Infatti egli ricavò incalcolabili vantaggi da una direzione intelligente ed oculata e, a sua volta, diresse saggiamente nelle vie dello spirito i suoi direttori.  

PADRE PIO DA PIETRELCINA 

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