Carattere personale della «Mistica Città di Dio»
Riassumendo: dinanzi alla moltitudine delle testimonianze documentali di prim'ordine, che attribuiscono senza discrepanza alcuna la Mistica Città di Dio a suor Maria, l'ingente quantità di notizie che abbiamo raccolto passo per passo sulla composizione dell'opera, l'identità di linguaggio, di stile e di pensiero tra l'opera in questione e altri scritti autentici di Suor Maria, non è ragionevole dubitare dell'autentica paternità della Mistica Città di Dio. Per il resto, attribuire ad un'anima totalmente immersa in Dio nel cammino della perfezione, come fu suor Maria, la soverchieria di copiare e presentare come sua un opera scritta da altri è, oltre che falso, irriverente.
L'opera è, pertanto, sua.
Quanto all'influsso che su di essa esercitarono i direttori e teologi che trattarono con suor Maria, rimane accertato quel poco che si può determinare. Risulta che si trattò di un influsso superficiale e accidentale, che in nulla inficia la vera paternità formale dell'opera.
Questa stessa conclusione, che dunque l'influsso fu superficiale e accidentale, si impone se teniamo conto del carattere molto personale dell'opera. In effetti, la struttura stessa e l'unità di concezione dello svolgimento del tema è un caso singolare, unico e originale, difficilmente compatibile con influssi notevoli di diverse persone. L'opera, in tutte le sue righe, possiede una perfetta omogeneità di linguaggio,
stile, idee, ragionamenti, affetti, ecc., senza che si riscontri nessuna frattura dell'unità e uniformità.
Le stesse dottrine propriamente teologiche, tanto quelle comuni quanto quelle della scuola - queste ultime dovute senza dubbio ai teologi e direttori francescani - appaiono esposte nell'opera con un carattere completamente personale, come qualcosa, per dir così, di digerito, vivido e personalizzato da chi scrive l'opera. Anche nei casi in cui utilizza termini e idee proprie dei teologi, la sua utilizzazione ed esposizione non presenta mai il tecnicismo proprio di un teologo, ma la medesima impronta personale delle altre pagine.
Inoltre, tutta l'opera è impregnata di alcuni caratteri propri ed esclusivi, che denotano in chi l'ha composta una personalità femminile, tipica di una religiosa che vive in clausura ed è dedita alla vita mistica. Se non si conoscesse il nome dell'Autrice, bisognerebbe affermare che dall'analisi del carattere personale dell'opera si deduce indiscutibilmente la personalità femminile, religiosa e mistica di chi l'ha prodotta.
Quanti hanno dubitato che suor Maria, una donna senza studi teologici, possa essere la vera autrice formale della Mistica Città di Dio, sono stati indotti a dubitare sicuramente, tra le altre cose, della molta erudizione che si manifesta nell'opera. Non crediamo, tuttavia, che questo sia un ostacolo.
Suor Maria di Agreda, per ciò che traspare della sua personalità nella sua attività umana, religiosa e letteraria, fu senza dubbio una persona intellettualmente superdotata, con una capacità eccezionale di comprendere, ricordare e assimilare tutto quanto udiva o leggeva; le sue lettere al re ne dimostrano la penetrante intelligenza, l'assennatezza e la saggezza. Si aggiunga a tutto questo una speciale assistenza divina che lei assicura di avere, e che noi non possiamo negare, senza giungere necessariamente ad affermare in lei una scienza infusa in tutto, e non c'è nessun motivo per negarle l'erudizione che dimostra nell'opera. La sua straordinaria intelligenza, la sua eccezionale capacità mnemonica, le sue numerose ore di riflessione e meditazione nel ritiro claustrale, unite alla speciale assistenza divina, èciò che spiega come possa maneggiare questa enorme quantità di dottrine e dati conferendo al tutto questa impronta personale caratteristica con cui lo ha elaborato.
L'uso che suor Maria fa delle dottrine della scuola francescana scotista denota indubbiamente un influsso effettivo dei teologi che la circondavano. Questa è un'altra delle ragioni di coloro che hanno dubitato dell'autenticità formale dell'opera.
Però questo, tenendo conto del carattere personale che suor Maria dà a tutta l'esposizione, come abbiamo cercato di delineare, non si oppone evidentemente alla paternità formale dell'opera. Suor Maria, come tutti, è figlia del suo tempo e del suo ambiente, come lo furono anche gli autori sacri ispirati da Dio. Lei, suor Maria, conosce le divisioni di scuola e le loro dottrine opposte o divergenti, e cerca precisamente di superarle, raggiungendo la verità autentica, sincera, limpida e senza divisioni, quale lei crede di aver intesa nelle illuminazioni che Dio o i suoi santi le comunicano. Possiede sufficiente personalità e indipendenza per giudicare secondo quello che le è stato dato di comprendere, e si sforza di farlo così con coscienza. Di fatto, è sicuro, ha una marcata simpatia per le dottrine della scuola francescana, dovuta - ripetiamo - a un influsso effettivo che esistette. Però questo non autorizza a pensare che fu usata come strumento per dare l'apparenza di rivelazioni a dottrine di scuola; suor Maria era molto intelligente e perspicace, aveva troppa personalità e onestà per divenire facile strumento di questi intrighi. Semplicemente ebbe un influsso francescano, come avrebbe potuto averne un altro differente in circostanze diverse, nella mentalità e nel modo proprio di pensare, il quale non ne infirma in assoluto l'autenticità e l'originalità.
Altra cosa e che, una volta pubblicata l'opera, alcuni anni dopo la morte dell'Autrice, la Mistica Città di Dio si trasformerà di fatto in bandiera di controversie tra scuole, come di fatto avvenne; ma quel che successe dopo non dimostra affatto che l'opera fu predisposta precisamente per questo.
L'opera fu quello che suor Maria voleva che fosse: una raccolta di dati e dottrine, raccolti dalle fonti a sua disposizione, meditati in lunghi tempi di preghiera e contemplazione, sanzionati dalle rivelazioni divine che riceveva nella sua vita mistica di unione con Dio e con gli esseri celestiali, e strutturati in modo meraviglioso in una storia divina di Maria santissima, per edificazione dei fedeli.
A suor Maria di Gesù di Agreda spetta, dunque, la gloria - perché di vera ed eccellente gloria si tratta - di esser stata la vera autrice della immortale opera Mistica Città di Dio.
Suor Maria di Gesù Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda dell’Ordine dell’Immacolata Concezione
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