martedì 23 giugno 2020

È cessato il palpito di Dio nei cuori e nelle coscienze e per questo le coscienze si sono falsate, per questo i cuori credono di poter fare a meno di Dio e imputridiscono nel fango della dissoluzione.



COLLOQUI EUCARISTICI


A - "Ci sono persone che vorrebbero da noi un totale impegno nel sociale, che facessimo una organizzazione protesa alla soluzione dei problemi sociali."


R - "Ce ne sono già tante e alcune, per voler essere troppo innovatrici, incorrono in certi gravi errori che dilaniano alle volte e rovinano anche le azioni migliori. Si è irriso all'amore ed è subentrata la violenza nei cuori, nelle famiglie e nella società.
Ma quale azione sociale più realistica di quella che a voi è stata chiesta? Non è l'amore all'Eucaristia la prima medicina per tante divisioni, egoismi, rancori, ingiustizie? Non è la famiglia la cellula primaria della società? Non è curando ogni singola cellula che si rende sano tutto il corpo sociale? E non è l'Eucaristia il sacramento dell'unione amorosa per eccellenza?
Io dal Sacramento Eucaristico vi dico che nella famiglia è entrato il cancro della perversione morale, e tutta la società ne soffre e geme. Salverete la società portandomi nelle famiglie e salvandole con tutti i loro autentici valori. Anche per questo occorre la vostra immolazione. Nella famiglia non si vive più la vita cristiana, la mia vita, perché sono stati abbandonati i sacramenti. Solo pochi ricorrono alla Confessione indispensabile per il perdono dei peccati. Pochi si cibano del mio corpo e del mio sangue per avere in sè la vita ed essere capaci di vivere nell'amore. Molti mi ricevono con il fetore dei peccati nell'anima. Ed Io soffro perché non posso dare la vita, poiché vogliono la morte. "Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane e beve il calice del Signore, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore". (Cor. 11 -23, 32)
La famiglia naturale ha chiuso le porte al suo Dio e per questo essa si sgretola.
È cessato il palpito di Dio nei cuori e nelle coscienze e per questo le coscienze si sono falsate, per questo i cuori credono di poter fare a meno di Dio e imputridiscono nel fango della dissoluzione.
Nelle famiglie è entrato impetuoso il vento di ogni egoismo, dell'orgoglio, della presunzione, della ribellione. Si crede, per un fatale modernismo, di poter fare a meno dell'Eucaristia e delle virtù cristiane, e tutto viene ridotto a rigurgito dei sensi. Si è egoisticamente dimenticato l'amore vero e la famiglia si è sgretolata.
Si è introdotta l'idea più obbrobriosa che "amore" sia uguale a "sesso"; così si è svilita la forza, la vitalità, la gioia dell'amore e si è oscurata quella felicità che è solo dono dello spirito: così nella famiglia non c'è più comprensione, gioia, unione, ma è subentrato il veleno della divisione e della morte.
Ma dove attingerete l'amore se non da Me che ne sono l'autore? Si è calpestato l'imperioso diritto di amare per essere amati e l'odio ha preso il sopravvento, e il vizio ha germinato i suoi più luridi virgulti. Il linguaggio fra coniugi non è più il linguaggio dell'amore, è il linguaggio del vizio.
I familiari non si riconoscono più fra loro, è cessato il dialogo che unisce e stringe indissolubilmente gli uni e gli altri in un dono d'amore. Ora è solo con la forza dell'amore del Crocifisso, dell'Immolato nell'Eucaristia che si può vincere il dissolvimento familiare. Occorre che i coniugi vengano a Me, che mi chiedano la santità della vita coniugale, che mi portino la loro umiltà e la purezza dei loro figli perché le famiglie si salvino.
Io dal tabernacolo faccio miracoli per chi me li chiede. Occorre convincersi che il mondo, oggi più che mai, ha bisogno di amore per non dilaniarsi nell'odio e nella guerra.
Ma l'amore può darlo solo chi lo riceve da Me. Occorre ritornare alle sorgenti della vita vera perché le anime non inaridiscano. Ma la sorgente sono ancora e sempre lo nell'Eucaristia e nella mia Chiesa.
E ancora vi ripeto: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete i miei amici, se farete ciò che vi comando" (Gv. 15 -12,15)
E tu che mi ascolti, vieni a Me, prigioniero d'amore, a ravvivare il fuoco del tuo amore. Donami la tua immolazione come segno concreto di questo amore.
Il tuo amore per Me e per i tuoi fratelli è la giovinezza della tua anima, è la riparazione più bella dei peccati del mondo, è un soffio di vita su tutto il mondo.
È il richiamo diretto al tuo Salvatore. È il grido dell'innamorato al quale non posso non rispondere. Chiedi allo Spirito di infiammare ogni cuore, di portarli alla immolazione.
Chiedi a Me di venire a te, di andare da coloro che ami, da coloro che non mi conoscono, che non mi amano, che mi odiano... Ti ubbidirò.
"Bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete, chiedete e vi sarà dato". (Lc. 11 - 9)
Io sono di parola. Non ho mai deluso nessuno.
È dall'ultima sera della mia vita che sono in mezzo a voi, perché desideravo ardentemente che tutti, senza eccezione, ricevessero il Sacramento del mio amore. L'avevo inventato per voi, e questo pensiero colmava quell'ora tragica di infinita dolcezza. Ero già in voi con il desiderio... Desideravo e desidero insegnarvi ad amare e a donare l'amore. Il mio esempio vi ammaestri. La Comunione con Me vi aiuti.
Realizzerete l'immolazione donando a tutti costantemente un amore umile, paziente, ma indomabile, così come ha fatto sempre la Madre dell'Eucaristia: amore che non vuole assolutamente essere permissivismo, cedimento, errato lasciar correre per quieto vivere.
In troppe famiglie si crede sia questo l'amore necessario. No. Se l'amore deve essere immenso per tutti, perché sia veramente costruttivo, però, non deve essere assolutamente permissivo.
Occorre un amore forte, costante, vigile, sostenitore e costruttore, amore mai sazio di donazione, amore fulcro di immolazione. È con questo amore che si riesce ad irradiare la bontà vera, efficace, instancabile, costruttrice. Sia la bontà il lievito della vostra vita e del vostro apostolato eucaristico e familiare. Non raccogliete le provocazioni, le offese, il disamore. Vincete il male col bene, non con il litigio, con la contrapposizione. Sarebbe violenza.
"Vi ho dato un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv. 13 - 34, 35)
La bontà vera favorisce il buon grano e lo coltiva: le ispirazioni dello Spirito, i buoni esempi, i buoni consigli, ma anche le possibilità di bene che ci sono negli altri, trascurando di vedere ciò che vi è di male, vi possono aiutare.
La bontà è il risultato dell'immolazione e la favorisce e la rende efficace perché diventa il suo più potente aiuto. Il male però non va coperto con la bontà, ma tagliato alle radici, altrimenti l'amore rischia di perdere la sua forza costruttiva e feconda e tutto il suo incomparabile valore.
La vostra carità, come la mia carità nel Sacramento Eucaristico, come la carità di Maria, deve diventare fuoco sempre più vivo che sa distruggere ogni scoria, ogni cattiveria umana per far risplendere sempre più luminoso e trionfante l'amore del Cristo.
Ecco cos'è l'immolazione. Per questo vi ripeto: Amatevi, amatevi gli uni gli altri, ma concretamente, con la dolcezza, con la comprensione, con tanta umiltà. Anche per la mia Chiesa occorre la preghiera e l'immolazione di tutti.
Pregate, soffrite, offrite, perché è solo nell'unità, comprensione, sudditanza cosciente e generosa, che si potrà ancora e sempre costruire nella mia Chiesa, per la salvezza di tutti i figli.
Date a Me eucaristico la vostra immolazione perché possiate camminare decisamente verso la santità, realizzando semplicità, purezza, entusiasmo, generosità. Abbiate fede in Me. Dite con Pietro: "Tu sei il Cristo il Figlio di Dio vivente" (Mt.16 -16)
"Rimanete in me e io in voi. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio che non porta frutto e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato". (Gv. 15 - 4, 7)
Per questo vi è necessario il mio cibo eucaristico: il mio corpo e il mio sangue che vi ho dato perché abbiate la vita eterna.
Non è impossibile, non richiede grandi opere la santità, non richiede miracoli.
Imparate cos'è la santità.
La santità è fatta di piccole cose ingigantite dall'amore e impreziosite dall'offerta. Come fate le vostre piccole cose? Come le offrite?
Nel compimento di ogni piccolo o grande dovere della vostra giornata, pensate a Me, cercate di assomigliarmi, fate ogni cosa per amore mio e chiedetevi: "Come agirebbe Lui?" Non sono lo il vostro modello?
Quando parlate chiedetevi: "Come parlerebbe Lui? Parlerebbe o starebbe zitto?"
Qualcuno ha bisogno di aiuto materiale, morale, spirituale; chiedetevi: "Come aiuterebbe Lui?"
Se mi amate, fate tutto questo per amore mio cercando di imitarmi, e offrite a Me ogni vostro pensiero, desiderio, azione. Tutte le vostre cose perderanno la vostra dimensione umana per acquistare la mia dimensione divina. Infatti tutto sarà mio avendo voi offerto tutto a Me.
Per questo ogni piccola cosa vostra sarà ingigantita dalla mia dimensione divina, e diverrà preziosa al mio Cuore essendo testimonianza del vostro amore per Me. Così, con le piccole cose di ogni giorno salirete la lunga scala della santità appoggiandovi al mio braccio... Solo Io sono il vostro sostegno.
Così la santità non è impossibile, altrimenti, Io che vi amo tanto, non ve la chiederei. Invece ve la chiedo perché so quanto è liberante per voi, quanto è ricca di gioia, di pace, di equilibrio, di stabilità interiore; ve la chiedo perché solo Io so quanto sia potente leva per il cambiamento del mondo nella tranquillità della pace.
Dovete portare la santità nelle famiglie, invitando i genitori a donarsi comprensione e dolcezza, a compiere tutti i loro doveri coniugali per amore mio, ad offrire a Me gioie, delusioni, difficoltà, sacrifici. L'amore per Me eucaristico sarà il cemento del loro amore vicendevole, sarà il respiro della loro vita, sarà il premio nell'ultimo giorno.
Insegnate ai genitori perché imparino i figli che "Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare" (Lc.17-10)
Così non avanzeranno pretese contro la logica dell'amore.
Credete che Io sono vivo nel Santissimo Sacramento con la mia presenza reale e sostanziale.
Sono vivo con la mia presenza anche nelle famiglie che tengono in onore lo stato di grazia: assenza del peccato; sono vivo nei figli, quale effetto della cristiana educazione ricevuta dai genitori. È vero che queste famiglie sono piccole chiese domestiche! Costruitene tante di queste chiese. È compito di voi che mi amate e credete nella mia reale e sostanziale presenza nella Santa Eucaristia."

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