venerdì 26 giugno 2020

La persona umana dunque, elevata e arricchita del dono soprannaturale della Grazia, potrà vedere Dio e contemplarlo in eterno "così come egli è".



VOGLIA DI PARADISO


Ciò che è stato definito

La persona umana dunque, elevata e arricchita del dono soprannaturale della Grazia, potrà vedere Dio e contemplarlo in eterno "così come egli è".
Ma in quale modo e con quali limiti?
La Chiesa si è espressa con vari interventi, rivolti a confutare errori e false interpretazioni.
Il Papa Benedetto XII precisa: «i beati... contemplano l'essenza divina con una visione intuitiva, senza che alcuna creatura si interponga come mezzo e oggetto direttamente contemplato.
L'essenza divina si mostra loro
- senza veli,
- senza oscurità,
- senza ostacoli.
E così le anime dei trapassati, per tale contemplazione e godimento, sono veramente beate, e hanno una vita eterna e un eterno riposo».
Il Concilio di Firenze aggiunge: «i beati vedono lo stesso Dio, uno e trino, quale Egli è».
Il Concilio Vaticano II: «i beati godono della gloria celeste, contemplando chiaramente Dio, uno e trino, quale Egli è».
E Papa Paolo VI: «noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite attorno a Gesù e a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del cielo, dove esse, nella beatitudine eterna, vedono Dio come Egli è».
La Chiesa dunque «gelosamente custodisce e apertamente proclama» la chiamata degli uomini e delle donne a partecipare alla vita di Dio e a entrare nel suo gaudio eterno.
In questa fede troviamo:
• il segno più eloquente dell'amore infinito di Dio, e
• il fondamento insostituibile della dignità umana e del ruolo prestigioso della creatura umana nel Progetto divino della creazione.

Don Novello Pederzini

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