venerdì 26 giugno 2020

LA CREAZIONE



COME OSO GIUDICARE COLUI CHE È? 

Tra Dio e me c’è distanza infinita d’essere, d’avere, di possedere, di sapere, di fare, di comprendere... Come, allora, nella mia distanza difronte a Lui, oso giudicare, secondo il mio modo, il suo infinito attuare? Pazzo e stolto sono quando, al non comprenderlo, col mio limitato sapere, lo giudico temerariamente. (8-6-70)

La mente dell’uomo, per il peccato, si è distorta tanto da giudicare Dio secondo il suo criterio umano. Povero uomo! Com’è umiliante la situazione della sua cecità, che è capace di giudicare Dio secondo la povertà del suo limitato essere!  (8-6-70)

Dio è la bontà e la perfezione infinite; ma l’uomo lo giudica con la sua mente oscurata e distorta dal peccato e, al non vedere le cose come Dio, nella sua stoltezza e nella sua cecità, dice: Dio opera male. Povero uomo, come ti ha reso assurdo il peccato! (8-6-70)

Per la perfezione della sua natura, Dio è ed opera in perfezione infinita, così che, se facesse qualcosa di imperfetto, cesserebbe di essere Dio. Con quale leggerezza la mente distorta dell’uomo dice davanti alle opere o ai piani divini che, per il suo limitato essere, non capisce: sarebbe stato meglio in un’altra maniera! E perfino arriva a dire: Dio ha fatto male le cose. (8-6-70)

La luce della fede, illustrata dai doni dello Spirito Santo, ci fa scoprire Dio da tutte le parti, dando a tutto il suo vero senso; però il peccato contro questa virtù ci offusca così profondamente, che erriamo nel perché delle cose. (17-2-73)

Quello che pensi di Dio, questo vivi e sei. Pensi che è grande? Sei grande. Pensi che è buono? Sei buono. Pensi..., pensi... Guarda ciò che pensi per vedere ciò che vivi e sei. (8-6-70)

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA



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