giovedì 14 agosto 2025

ESSERE OLOCALOSTO, TUTTO DI DIO

 


LA POVERTÀ


La povertà religiosa implica un distacco TOTALE dalle creature e dai beni materiali. E condurre «una vita umile e austera, sia a livello personale che comunitario» (VC 82). Significa non attaccarsi alle cose di questo mondo per essere ancorati solo a Dio. Il che significa non crearsi bisogni superflui e saper condividere ciò che abbiamo, anche ciò che è necessario. Come diceva Sant'Agostino: “È meglio aver bisogno di poco che avere molto” (Regola 3,5). E Cristo ci dice: “Chi non rinuncia a tutti i suoi beni non può essere mio discepolo” (Lc 14,33) “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3). Proprio le beatitudini sono un inno alla speranza, un invito al distacco totale, alla consegna senza riserve. Nelle beatitudini, Dio vuole dirci che non importa quanto si debba soffrire in questo mondo per amore di Dio, perché, alla fine, c'è la speranza di una grande ricompensa in cielo.

Dobbiamo vivere con fiducia in Dio, lavorando senza aggrapparci al denaro o alle cose di questo mondo. Dio è nostro Padre e veglia su di noi. In questo contesto, possiamo leggere la storia della povera vedova che viene lodata da Gesù. Lei ha solo pochi centesimi e li getta nel tesoro del tempio. Getta TUTTO ciò che aveva per vivere.

Un esempio di distacco e di fiducia in Dio. Leggiamo questo brano in Lc 21,1-4. Questa vedova si getta nelle braccia amorevoli della provvidenza di Dio. Non sa se il giorno dopo avrà da mangiare o meno. Tuttavia, si lancia nel vuoto e confida senza riserve in Dio, affidandogli TUTTO. Non sappiamo cosa sia successo dopo a questa povera vedova, ma sappiamo che Dio l'ha benedetta e che quel gesto ha meritato le lodi di Gesù, che ha voluto che fosse scritto nei Vangeli come esempio per le generazioni future.

Gesù stesso ci insegna questa lezione di piena fiducia in Dio:

«Non siate ansiosi, cercando cosa mangerete e cosa berrete... Il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose... Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano; eppure io vi dico che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, era vestito come uno di loro. Se Dio veste così l'erba, quanto più voi, uomini di poca fede! Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta" (Lc 12, 27-31). «Non preoccupatevi del domani, perché il domani avrà già le sue preoccupazioni; a ciascun giorno basta la sua pena» (Mt 6,34).

Questo non significa che non dobbiamo lavorare, ma al contrario, perché Dio vuole che ci guadagniamo il pane con il sudore della fronte (Gn 3,19) e «chi non vuole lavorare, non mangi» (2 Ts 3,11).

I religiosi devono imitare la povera vedova nel distacco per dare TUTTO. E Dio li benedirà, perché «chiunque avrà lasciato fratelli o sorelle o padre o madre o figli o campi per amore del mio nome, riceverà cento volte tanto in questa vita ed erediterà la vita eterna» (Mt 19,29).

Bisogna dare tutto al TUTTO, dare tutto per il TUTTO. Vivere del TUTTO per tutti. Svuotare il nostro cuore di tutto per riempirci del TUTTO. E così essere immensamente ricchi nel dare tutto, perché abbiamo il TUTTO e per sempre. Come direbbe Santa Teresa: “Chi ha Dio, non manca di nulla, solo Dio basta”.

 Ángel Peña O.A.R. 

Nessun commento:

Posta un commento