mercoledì 28 luglio 2021

PIANIFICAZIONE FAMILIARE NATURALE, L'ATTO SESSUALE CONIUGALE E LA PROCREAZIONE

 


La Chiesa e i padri insegnano infallibilmente e unanimemente che i coniugi che intendono sposarsi e avere rapporti sessuali devono desiderare di generare ed educare figli

In terzo luogo, dobbiamo anche conoscere la verità che i Padri, i Papi e i Santi della Chiesa Cattolica insegnano tutti che le persone che scelgono di sposarsi (e che desiderano avere rapporti sessuali) devono anche desiderare di generare ed educare i figli nella religione cattolica per la gloria e l'onore di Dio, poiché è della Legge Divina e dell'insegnamento della Chiesa e di Papa Pio XI che "i genitori cristiani devono anche comprendere che essi sono destinati non solo a propagare e conservare il genere umano sulla terra, anzi non solo a educare qualsiasi tipo di adoratori del vero Dio, ma figli che devono diventare membri della Chiesa di Cristo, per allevare concittadini dei Santi, e membri della casa di Dio, affinché gli adoratori di Dio e del nostro Salvatore possano aumentare ogni giorno. " (Papa Pio XI, Casti Connubii, n. 13) 

Questo è anche espresso succintamente nel Codice di Diritto Canonico del 1917: "Lo scopo primario del matrimonio è la procreazione e l'educazione dei figli". (Canone 1013) I seguenti Padri e Santi della Chiesa insegnano lo stesso di Papa Pio XI e del Codice di Diritto Canonico del 1917. 

Sant'Agostino, Sermoni sul Nuovo Testamento, Sermone 1,22: "Il contratto [di matrimonio] viene letto... alla presenza di tutti i testimoni attestanti... che si sposano "per la procreazione dei figli"; e questo è chiamato contratto di matrimonio. Se non fosse per questo che le mogli venivano date e prese in moglie, quale padre potrebbe senza arrossire cedere la propria figlia alla lussuria di qualsiasi uomo?  Ma ora, affinché i genitori non arrossiscano e possano dare le loro figlie in matrimonio onorevole, senza vergogna, viene letto il contratto. E cosa vi si legge? La clausola: "per il bene della procreazione dei figli". E quando questa viene ascoltata, la fronte del genitore si schiarisce e si calma. Consideriamo di nuovo i sentimenti del marito che prende sua moglie. Il marito stesso arrossirebbe di riceverla con qualsiasi altra prospettiva, se il padre arrossirebbe con qualsiasi altra prospettiva di darla".

San Giustino Martire, Prima Apologia, Capitolo 29 (160 d.C. circa): "Noi cristiani o ci sposiamo solo per produrre figli, o, se ci rifiutiamo di sposarci, siamo completamente continenti".

San Giovanni Crisostomo, 347-407 d.C., Omelie sui Colossesi: "Tu sposi una moglie per la castità e la procreazione". (Omelia XII; PG 62.386; NPNF p. 318)

Sant'Ignazio di Antiochia, Epistola ai Filadelfi, Capitolo IV, A.D. 107: "Perché prego che, essendo trovato degno di Dio, io possa essere trovato ai loro piedi nel regno, come ai piedi di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; come di Giuseppe, di Isaia e del resto dei profeti; come di Pietro, di Paolo e del resto degli apostoli, che erano uomini sposati. 

Poiché essi hanno contratto questi matrimoni non per amore dell'appetito, ma per riguardo alla propagazione del genere umano".

San Clemente di Alessandria, Il Pedagogo (c. 198 d.C.): "La procreazione dei figli è il compito e l'ordine di coloro che sono uniti in matrimonio; e il loro obiettivo è che i loro figli siano buoni.... È lecito che tu prenda piaceri sensuali solo da tua moglie per generare una prole legittima, perché solo questi piaceri sono leciti secondo la Parola.... Per questo motivo, Mosè stesso proibì al suo popolo di andare a letto anche con le proprie mogli nel caso in cui fossero soggette a flussi mestruali.... Perché il solo piacere, se sperimentato nei rapporti coniugali, è illecito, ingiusto ed estraneo alla ragione. Ancora, Mosè ordinò agli uomini di non andare a letto con donne incinte fino a quando non avessero partorito.... Infatti, esso [il piacere sessuale] sparge una nube sui sensi e indebolisce la propria forza.... Tuttavia, il matrimonio è effettivamente permesso e accettato: perché il Signore vuole che la razza umana sia rimpinguata; ma non dice: "Siate lussuriosi", né è sua volontà che vi dedichiate al piacere come se foste nati per i rapporti sessuali.... Tuttavia, avere rapporti sessuali per scopi diversi da quello di generare figli è fare una ferita alla natura.... Il matrimonio costituisce un tentativo di generare figli, non un'indisciplinata eiaculazione di sperma, che è illegale ed estranea alla ragione...."

San Roberto Bellarmino, The Art of Dying Well, Capitolo XV, On Matrimony, A.D. 1619: "Ci sono tre benedizioni derivanti dal matrimonio, se se ne fa buon uso, cioè  I figli, la fedeltà e la grazia del sacramento. La generazione dei figli, insieme alla loro corretta educazione, deve essere tenuta in considerazione, se vogliamo fare un buon uso del matrimonio; ma al contrario, commette un peccato gravissimo chi cerca in esso solo il piacere carnale".

San Giovanni Damasceno (c. 676-749 d.C.), Sul matrimonio: "Il matrimonio è stato concepito affinché la razza degli uomini possa essere preservata attraverso la procreazione dei figli. "(Un'esposizione della fede ortodossa, libro IV, capitolo XXIV)

San Cesario di Arles (c. 470-543 d.C.), Sermone 44:3: "Un uomo prende moglie per la procreazione dei figli, non per la lussuria. Anche il rito del matrimonio menziona questo: 'Per la procreazione dei figli', dice. Notate che non dice per amore della lussuria, ma 'per la procreazione dei figli'. Vorrei sapere, carissimi, che tipo di raccolto un uomo potrebbe raccogliere se seminasse il suo campo in un anno tutte le volte che è sopraffatto dalla dissipazione e abusa di sua moglie senza alcun desiderio di figli. Se coloro che non sono disposti a controllarsi arassero e seminassero ripetutamente la loro terra già seminata, vediamo in quale tipo di frutto si rallegrerebbero. Come ben sapete, nessuna terra può produrre frutti adeguati se viene seminata spesso in un anno. Perché, dunque, un uomo fa con il suo corpo ciò che non vuole sia fatto con il suo campo?".

Sant'Agostino, Sul bene del matrimonio, sezione 6, A.D. 401: "Perciò le persone sposate si devono l'un l'altra non solo la fede del loro rapporto sessuale stesso per la generazione di figli, che è la prima comunione del genere umano in questo stato mortale; ma anche, in un certo senso, un servizio reciproco di sostenere l'una la debolezza dell'altra, [cioè, pagare il debito coniugale quando è richiesto] per evitare rapporti illeciti."

Sant'Ireneo, Contro le eresie (180 d.C. circa): "Dio ha fatto il maschio e la femmina per la propagazione della razza umana". (Libro I, capitolo XXVIII, sezione 1)

San Giovanni Crisostomo, 347-407 d.C., Sulla Verginità, #19: "Così il matrimonio fu concesso per il bene della procreazione..."

San Clemente di Alessandria, Sul matrimonio (c. 199 d.C.): "Il matrimonio è la prima unione dell'uomo e della donna per la procreazione di figli legittimi". (Gli Stromata o Miscellanee, Libro II, Capitolo XXIII)

Sant'Agostino, Sul bene del matrimonio, sezione 32, A.D. 401: "Perciò che il matrimonio abbia luogo per generare figli, l'Apostolo è testimone così: "Io voglio", dice, "che le donne più giovani si sposino". E, come se gli si dicesse: "A che scopo?" Subito aggiunge: "Per avere figli, per essere madri di famiglia". ... Tutti questi sono beni, per i quali il matrimonio è un bene: prole, fede, sacramento. Ma ora, in questo momento, non cercare la prole secondo la carne, e con questo mezzo mantenere una certa libertà perpetua da ogni opera del genere, ed essere sottomessi in modo spirituale a un solo marito Cristo, è sicuramente migliore e più santo..."

San Clemente di Alessandria, Sul matrimonio (c. 199 d.C.): "Poiché non tutti devono sposarsi, né sempre. Ma c'è un tempo in cui è adatto, e una persona per cui è adatto, e un'età fino alla quale è adatto. Né ognuno deve prendere moglie, né ogni donna deve prendere, né sempre, né in ogni modo, né sconsideratamente. Ma solo colui che si trova in determinate circostanze, e tale e nel momento in cui è richiesto, e per il bene dei figli, e uno che è in ogni aspetto simile, e che non ama per forza o costrizione il marito che la ama." (Gli Stromata o Miscellanee, Libro II, Capitolo XXIII)

San Metodio (morto verso il 311 d.C.), su Genesi 1:28: "Crescete e moltiplicatevi è il comando, e noi non possiamo rifiutare il comando [se siamo sposati e intendiamo compiere l'atto sessuale coniugale]". (Symp., 31; SC 95, p. 70; Musurillo (1958), p. 49)

San Giovanni Crisostomo, 347-407 d.C., Omelie su Timoteo: "Le donne non saranno dunque salvate? Sì, per mezzo dei figli .   Perché non è di Eva che dice: "Se continuano nella fede e nella carità e nella santità con sobrietà." [1 Tim. 2:15] Quale fede? Quale carità? Quale santità con sobrietà? È come se avesse detto: "Voi donne, non abbattetevi, perché il vostro sesso è stato biasimato. Dio vi ha concesso un'altra opportunità di salvezza, attraverso l'educazione dei figli, in modo che siate salvate non solo da voi stesse, ma anche dagli altri". [cfr. 1 Tim. 2:15]" (Omelie sulla Prima Lettera di San Paolo a Timoteo, Omelia IX, 1 Timoteo 2:11-15)

Sant'Agostino, Sul bene del matrimonio, sezione 19, 32, A.D. 401: "Il matrimonio stesso infatti in tutte le nazioni è per la stessa causa di generare figli, e di qualunque carattere questi possano essere in seguito, tuttavia il matrimonio è stato istituito a questo scopo, perché nascano nel dovuto e onesto ordine... Pertanto il bene del matrimonio in tutte le nazioni e in tutti gli uomini sta nell'occasione di generare [figli], e nella fede della castità: ma, per quanto riguarda il popolo di Dio, anche nella santità del sacramento, a causa del quale è illecito per una che lascia il marito, anche quando è stata messa alla porta, sposarsi con un altro, finché vive il marito, nemmeno per il bene di avere figli; e, mentre questa è l'unica causa, per cui il matrimonio ha luogo . .. "

La ragione principale per cui la Chiesa e i suoi Papi e Santi insegnano tutti che un uomo e una donna che intendono sposarsi e avere rapporti sessuali devono anche desiderare di generare figli ed educarli nella religione cattolica per la gloria e l'onore di Dio, è che un "matrimonio" senza questo desiderio sarebbe simile alla convivenza di persone non sposate che vivono l'una con l'altra solo per il motivo di appagare i loro desideri sensuali. In verità, "il suddetto atto [sessuale coniugale] non differisce dall'atto di fornicazione... Ma l'atto di fornicazione è sempre malvagio. Perciò anche l'atto matrimoniale sarà sempre malvagio, a meno che non sia scusato..." (San Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, Supplemento, Q. 49, Art. 5) Quindi, ciò che separa la fornicazione da un vero matrimonio è il desiderio attivo di generare ed educare figli per amore e onore di Nostro Signore Gesù Cristo. Questo è anche il motivo per cui S. Agostino scrive che "il contratto [di matrimonio] viene letto... alla presenza di tutti i testimoni attestanti... che si sposano 'per la procreazione dei figli'" (Sul Nuovo Testamento 1,22).

Rifiutate i beni terreni! Soltanto così riconoscerete quelli celesti!

 

14 ottobre 2014

Figlia Mia. Mia cara figlia. Comunica oggi, per favore, ai figli della terra quanto segue:

Figli Miei. Miei amatissimi figli. Per favore cambiate vita, Mia amati schiera di figli, perché la Salvezza della vostra anima è appesa a un filo, cioè chi non si converte sarà sottratto al Padre e Gesù non potrà fare più nulla per voi, perché quando il diavolo vi “strappa” al Padre, questo accade UNICAMENTE per un motivo: non vi siete dichiarati per Gesù!

Non continuate dunque a vivere la vostra esistenza nel lusso e legati alle cose terrene, ma regalate a Gesù il vostro SÌ e abbandonatevi alla Sua protezione. Abbiate cioè  fiducia in LUI (!), nel vostro Salvatore perché soltanto attraverso di LUI troverete la Salvezza, tutto il resto, però vi consegnerà in pasto al diavolo!

Cambiate vita dunque, Miei amatissimi figli, regalate a Gesù il vostro SÌ! Lasciate perdere i beni terreni e i divertimenti, RINUNCIATE! In questo modo troverete la via per Gesù e la vostra eternità non sarà nella perdizione, ma al fianco del vostro Salvatore, che vi porterà a casa dal Padre. Così sia.

Rinunciate ai beni terreni! Soltanto così riconoscerete quelli celesti. Amen.

La vostra amorevole Mamma Celeste.

Madre di tutti i figli di Dio è Madre della Salvezza.

Amen.

LA SOFFERENZA ALL’OMBRA DELLA CROCE

 

NEL VILLAGGIO DI FRAUDAIS LA GENTE SI ORGANIZZA 


Le estasi non sono per Marie-Julie ma per gli amici della CROCE. 

Avvengono in giorni ed ore ben precisi. Le parole devono essere registrate.  

P. David aveva organizzato il “Giornale di Fraudais”. Era zelante!  

Diceva: “Bisogna organizzare una presenza assidua.” 

Adolphe Charbonnier, durante l’estasi, abitava in una casa vicino alla chiesa di Blain… accetta provvisoriamente la carica. 

Suo fratello Auguste lo aiuterà. Anche la sorella Eliza scriverà rapidamente le note raccolte dai fratelli e Madame Grégoire all’occasione scriverà quando i fratelli Charbonnier non saranno presenti. 

Aiuterà anche suo fratello Cyrus abitante a Nantes. Marie-Julie è privata del confessore… Non ha più questo diritto elementare e quello di ricevere la S. Comunione. Non viene però scomunicata o condannata. 

Ci penserà il Signore, comunque… con le Comunioni miracolose: alle 6 del mattino della domenica, sua mamma è l’unica testimone. 

Adolphe Charbonnier si stabilì poi a Nantes; gli sta a cuore il suo lavoro professionale presso Marie-Julie… ed è molto impegnativo…. 

Mi chiese un giorno di spedire un plico a P. David, a Pin, con il contenuto delle sue estasi… Spera che la busta non venga aperta… Perciò il curato di Pin viene personalmente a ritirarla a Nantes, dove è conservata in un luogo sicuro. 

Secondo le previsioni dell’estatica, P. Lequeux non è rimasto a Clisson. Ed eccolo come curato di Moutiers a Ritz, non lontano da Pornic, sulla Costa… Osa ancora tornare a Fraudais, il 27 maggio 1880 e diventa il testimone di una nuova manifestazione sanguinosa. 

Durante l’estasi di quel giorno Marie -Julie dice: 

“Il Crocifisso del letto sanguina”. Il sacerdote, voltandosi, vede il sangue colare dal costato del Cristo… Marie beve il sangue poi chiede a Don Lequeux: “Datemi anche il vostro Crocifisso” e anche questo comincia a sanguinare… ed ella ne beve il SANGUE. 

Poi prega il sacerdote di purificare con un panno le labbra delle due immagini. 

All’inizio di giugno del 1880, la privilegiata annuncia nuove sofferenze. Al Dott. Imbert, a settembre, ed il 14 durante la Via Crucis, Marie-Julie dichiara: “Lunedì, per espiare le colpe e le offese che ho già ricevuto e tutte quelle che riceverò in questo mese.” - E’ Cristo che parla -“Io ti cambierò. Tutte le tue membra saranno colpite. Il tuo corpo sarà accartocciato… soffrirai per una bruciante febbre e la tua lingua si gonfierà… ” 

Lunedì 27 settembre, alle due del pomeriggio, presente il Dott. Imbert, il curato di Gâvre, gli sposi Sionnet, i fratelli Charbonnier e la mamma Jahenny….” Marie-Julie, scrive il Dott. Imbert, è come una palla, tutti i muscoli sono contratti, si direbbe colpita da tetano generale… Gli occhi sono chiusi, la faccia violacea… le tre ore seguenti si osserva un dolore ed un gonfiore enorme della lingua… i denti sono chiusi, tuttavia la lingua esce tra le mascelle… ne segue un gonfiore delle labbra e scopre le gengive… è una visione spaventosa! 

Si gonfia il costato destro smisuratamente con una dilatazione enorme fino all’ascella, la parte sinistra diminuisce (si ritira completamente). Ha 130 pulsazioni. Il dolore è violento in tutto il corpo. 

Dopo due ore tutto è concluso, punto per punto: il corpo di Marie-Julie è stato ridotto pezzo per pezzo secondo il programma dettato dal Signore con la febbre sempre altissima.” 

Marie-Julie dice al Dott. Imbert che presto sarà colpita da una nuova malattia. Dopo molto tempo il Signore le chiede il sacrificio completo delle orecchie, degli occhi, della parola e di ogni MOVIMENTO! 

Ella accetta! 

Domenica 19 dicembre 1880 sa che il sacrificio inizierà dal martedì seguente. 

In quel giorno Marie-Julie perde la parola, non sente più la voce dei suoi cari. La sua lingua diventa immobile, dura come una pietra e spinta indietro con la punta piegata che ostruisce completamente la gola. 

… La bocca è chiusa – le labbra immobili. Non la si vede più pregare. 

Dal 14 febbraio 1881 rimane inchiodata sulla sua poltrona da una forza invisibile e diventa più pesante del marmo. 

La sua famiglia è desolata e con pietà per il suo corpo di ghiaccio, vorrebbe metterla sul letto ma è impossibile sollevarla. 

Una sera, mentre si sforzano di aiutarla, Marie-Julie solleva il dito. Si suppone che voglia dire: un’ora è trascorsa… un’ora della notte, infatti; provano ancora… ella è diventata leggera come una piuma. 

La mettono dolcemente sul suo letto e vi rimarrà fino alle 10… Generalmente non si poteva coricarla per la notte del giovedì e del venerdì. 

….Non sente più nessuno, ma che stupore! Si sente che un sacerdote le parla in latino, Marie - Julie CAPISCE e non soltanto, ma capisce una lingua che non ha mai studiato! 

Non parla più. Tuttavia trova la voce per il tempo dell’estasi e, verso la fine, conserverà la parola per alcuni istanti… 

Dopo l’estasi… rimane immobile! Solo il venerdì dalle 9 del mattino… ritrova allora la sua mobilità per cambiare la biancheria e per seguire tutte le stazioni della Via Crucis nel pomeriggio. 

Tutto questo durerà per due anni, fino all’inizio del 1883, poi la strana malattia la invaderà poco a poco, pezzo per pezzo…. 

Prima guarisce dalla paralisi, poi Marie- Julie parlerà: tornerà l’udito, capirà normalmente. 

Recupererà anche la vista ed il 23 settembre dice alla signora Gregoire: “Il velo che mi copriva gli occhi scompare lentamente, vi sono momenti in cui posso vedere un po’ di luce." Era il 1884. 

Marie-Julie sa che recupererà la vista totalmente nel 1885. Tutto tornerà normale. 

Ha osservato un digiuno totale per cinque anni, un mese e due giorni. Dal 28 dicembre 1875 al 20 febbraio 1881. Durante il digiuno non espelleva né liquidi né solidi… E di questo fatto ne sono testimoni principalmente il Dott. Imbert e la signora Grégoire. Noi sapevamo tutto e lo abbiamo narrato nel libro, di cui non abbiamo tenuto il titolo. Si sa, grazie alla stessa Grégoire, che nel 1884 Marie-Julie ha rinunciato a bere il latte. 

Di seguito però si nutrirà regolarmente. 

Avevamo timore a rivelare questo digiuno meticoloso… che sorprenderà più di un lettore: sappiamo che simili fatti sono esistiti ed esistono ancora nelle persone mistiche! 

Nella storia non si discutono ques ti fatti reali… C’è tuttavia una difficoltà: contrariamente alla nostra attenzione, il periodo d’inedia non coincide con quello della paralisi della lingua… E’ possibile che la paralisi cessi durante le estasi e la Via Crucis. Ne approfittavamo per far bere a Marie qualche cucchiaio di latte…. 

Marie-Julie Jahenny

“La forza della vita nella sofferenza”

 


La vita è fatta per la serenità e la gioia. Purtroppo può accadere, e di fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza.
Ciò può avvenire per tante cause. Si può soffrire per una malattia che colpisce il corpo ol’anima; per il distacco dalle persone che si amano; per la difficoltà a vivere in pace e con gioia in relazione con gli altri e con se stessi. (…) La sofferenza appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte imperscrutabile: solo «per Cristo e in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte» (GS 22).(…) La viadella sofferenza si fa meno impervia se diventiamo consapevoli che è Cristo, il solo giusto, a portare la sofferenza con noi.(…) Il suo trionfo il terzo giorno, nella risurrezione, ci dimostra che nessuna sofferenza,per quanto grave, può prevalere sulla forza dell’amore e della vita.

Educare alla salute e alla vita significa educare al rispetto della dignità della persona umana

 


“Educare alla salute e alla vita significa educare al rispetto della dignità della persona umana che vale perse stessa e non è caratterizzata solo dalle sue capacità, ma anche dalla sua vulnerabilità, dal suo limite edalla sua apertura alla reciprocità e al dono di sé. La vera salute non è l’assenza di problemi fisici o psichici,ma è l’equilibrio armonico della persona che cerca, con tutte le risorse e i limiti che ha, di donarsi e condividere con gli altri le gioie e le fatiche della vita.”

(Don Andrea Manto)

Beata la famiglia

 



il cui Dio è il Signore, e che cammina alla sua presenza.
Beata la famiglia fondata sull'amore
che da esso fa scaturire parole, gesti, decisioni.
Beata la famiglia aperta alla vita,
che accoglie i figli come un dono, valorizza gli anziani,aiuta i poveri e isofferenti.

Beata la famiglia che prega insieme
per lodare il Signore, per affidargli la propria vita.
Beata la famiglia
che trova il tempo per dialogare e fare festa insieme.
Beata la famiglia
dove regna la pace, e che la porta nel mondo.
Beata la famiglia
in cui vivere è gioia, allontanarsi è nostalgia, tornare è festa.


(Don Andrea Manto)

PREGHIERA PER I FIGLI

 


I nostri figli non li abbiamo messi al mondo
Una volta per sempre dando loro la vita.
E' ogni giorno che noi li facciamo vivere, donando loro un cuore.
E' ogni giorno che li amiamo insegnando loro ad amare,
Mostrando loro il cammino della fede.
E' ogni giorno che noi li facciamo avanzare verso di Te.
Signore, grazie per tutti i giorni in cui ci siamo riusciti.
Non è sempre facile essere genitori.
Aiutaci a mostrare loro il cammino della vera vita,
Il Tuo cammino, Signore.
E se un giorno tutti i nostri sforzi appariranno vani
E le nostre preghiere senza eco,
Allora, Signore, finché sorgerà un mattino
E noi avremo un soffio di vita,
Donaci di amarli e di sperare ancora.

Quando prego, benedicimi, affinché preghi Tu in me.

 


Quando prego, benedicimi, affinché preghi Tu in me. Quando amo, benedicimi, affinché ami Tu in me. Quando piango, gemo, riparo, m'immolo per la tua gloria, benedicimi, affinché io lo faccia col tuo amore e col tuo stesso Cuore. Nella lotta col mondo, col demonio e con la carne, benedicimi, affinché io sia crocifisso nella penitenza e nella mortificazione, e vinca con Te dalla Croce. Nelle difficoltà del mio ministero, benedicimi, perché io confidi in Te, ed attinga dalla tua invincibile vittoria la forza per superare ogni ostacolo. Nei trionfi della tua gloria, fa' che io non mi glori di me, ma che erompa da tutta la mia vita un inno di amore a Te solo.


Don Dolindo Ruotolo

La chiesa tremera’ dalle sue fondamenta.

 


Trevignano Romano 27 luglio 2021
Cari amati figli miei, grazie per essere qui nella preghiera e per aver piegato le ginocchia. Figli miei, tutto è nel suo totale compimento.
I padri dovranno benedire i figli, i mariti le mogli e i santi sacerdoti a tutti voi. Vi chiedo di fare le rinunce battesimali. Rinunciate a satana e credete nel Signore salvatore,  rinunciate alle sue astuzie e credete in Dio Salvatore, rinunciate all’odio, all’invidia e  alla gelosia e credete in Dio Salvatore,  rinunciate ai suoi tranelli, alla confusione, ai mali della mente e credete in Dio salvatore.  La chiesa tremera’ dalle sue fondamenta.  Ora vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo , amen

Maria, donna accogliente - Accolse nel cuore.

 


Maria, donna accogliente

Accolse nel cuore.


Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio; ma non si sentì per questo ridotta al silenzio.Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla gerrninazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore, ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima; ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio.

(Don Tonino Bello)

INVITO ALLA SANTITA’

 


L’uomo è irragionevole, egocentrico:
non importa, amalo!
Se fai il bene ti attribuiranno secondi fini egoistici:
non importa, fa’ il bene!
Se realizzi i tuoi obiettivi troverai falsi amici e veri nemici:

non importa, realizzali!
Il bene che fai verrà domani dimenticato:
non importa, fa’ il bene!
L’onestà e la sincerità ti rendono in qualche modo vulnerabile:
non importa, sii sempre e comunque franco e onesto!
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo:
non importa, costruisci!
Se aiuti la gente, se ne risentirà:
non importa, aiutala!
Dai al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci:
non importa, continua!


Madre Teresa di Calcutta

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

 


Lo sposalizio della Croce

- Mettiti, figliuola, a' piè della Croce, con profonda fede e grande semplicità. Senti la voce del Sangue, adora la sua potenza e il suo valore.

Esso scende e ti riempie le mani, ti corona il capo, ti ricopre tutta come di un manto regale.

Ma il vero sposalizio è prodotto dal Sangue che scende fino al tuo cuore; quello è il Sangue del patto di amore, esso rinnova la vita, la feconda, la trasforma, la unisce alla mia divina. -

L'anima è come fuori di sé per la dolcezza delle misericordie divine, e ripete, nello slancio del fervore:

«Quid retribuam Domino?».

- Dammi le tue pene, esse costituiscono il sangue del tuo cuore.

Accoglimi in te paziente, crocifisso. -

- Ti vorrei ricoprire di rose, o Signore, ma dove raccoglierle se intorno a me non vi sono che spine?

- Le rose più belle sono quelle che fioriscono appunto tra le spine: l'amore più fragrante è quello che sale dal pianto. Ogni volta che ti metterai sotto la croce, rinnovando questi sensi, si rinnoverà il mistico sposalizio del mio Sangue col tuo amore. -

Voglio farmi santa per il Sangue di Gesù, voglio farmi grande santa con il Sangue di Gesù, voglio farmi presto santa nel Sangue di Gesù. q. 22 : 14 settembre

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


È L'ORA DELLA MISERICORDIA

 


28 novembre 1994

 Maria

Gradisco enormemente il tuo sacrificio e il tuo abbandono. Ti benedico, in modo speciale in  questo giorno. Voglio che tu legga attentamente il messaggio che Mio Figlio vi inviò il 19 novembre. Essere madre, figlia Mia, implica cercare lo spazio per conversare con i figli, per pregare con  loro, per condividere i loro problemi e le loro preoccupazioni, le loro paure e i loro insuccessi.  Abbiate cura delle vostre famiglie, che stanno per essere terribilmente attaccate dalle forze del  male.

State in guardia. Siate fermi nella fede, poiché ogni giorno, tanti e tanti figli cadono, in preda  alla grande apostasia e divisione, a causa delle eresie e delle bestemmie che si commettono. Ogni  giorno, il dragone porta via innumerevoli stelle che sono i Miei amati figli Sacerdoti, coloro che  pure vivendo in una vita di cielo, cadono precipitosamente nell'abisso.

Pregate per tutti i Sacerdoti, per i religiosi consacrati. Offrite al Padre l'Ora della Misericordia,  perché il Mio Cuore abbia presto il suo trionfo. Questa è la misericordia, sono troppi quelli che  potrebbero perdersi eternamente.

Desidero che offriate, con la più grande quantità di persone, un giorno di digiuno per la  vostra Nazione.Tutti i seguaci del maligno spingeranno le forze del male verso i cuori gelidi degli  uomini! Quanto soffre il Mio cuore per voi!

Celebrate una Messa, come offerta di riparazione per i peccati della vostra gente, perché Dio  abbia pietà della vostra Patria. Concentratevi nelle vostre preghiere, nei vostri digiuni e sacrifici,  offrendoli al Signore per il vostro paese, perché Dio mitighi il castigo.

E voi, figliola, non predicate quello che non fa parte della vostra vita.

Quante volte vi ho detto di dare esempio con la vostra vita? Abbiate pazienza e amore con i  vostri figli, trovate il tempo per stare con loro. Partecipate alle loro pene, con amore, con pazienza,  con vera dedizione.

Il Mio amore per voi è molto grande, voi siete i Miei figli amati, voglio evitarvi dolori più  grandi. Ci sono persone molto cattive, che cercano solo di screditare la vostra opera. Non fanno del  bene con la loro attitudine, stanno creando le condizioni perché vi attacchino ancora di più.  Ritornate alla vita di famiglia, ritornate ai vostri figli.

Vi dò, in questo giorno, una benedizione speciale.Vi attendono molti dolori, rifugiatevi nella 

sapienza del Signore.

Catalina Rivas

GESÙ BAMBINO NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA

 


«Continuando il mio solito stato, mi son trovata fuori di me stessa col Bambino Gesù in braccio. Io gli ho detto: “Dimmi, carino mio, che cosa fa il Padre?”  

E Lui: “Fa una sola cosa con Me, sicché ciò che fa il Padre [lo] faccio Io”.  

Ond’io ho soggiunto: “E coi Santi, che cosa fai?”  

E Lui: “Darmi continuamente, sicché Io sono vita loro, gaudio, felicità, bene  immenso, senza termini e confini. Di Me sono pieni, in Me tutto trovano; Io sono tutto per loro, e loro sono tutti per Me”… » (Vol. 9°, 10.03.1909) 

Pablo Martín Sanguiao 

 


LA CHIESA È GESTITA DA SATANA, …FARÒ GIUSTIZIA!

 


Carbonia 26.07.2021 – ore 16.14

Vedo il mio popolo in disgrazia, vedo la sua difficoltà a tornare a Me suo Dio Creatore. Vedo la sua imminente fine.

L’opera del Demonio avanza, i miei figli si sono donati in pasto alla Bestia, …non potrò salvarli, perché non vogliono riconoscermi quale loro Dio, sono avvolti dalla febbre di Lucifero, colui che presto li porterà al suo Inferno con sé.

La battaglia è feroce,  il mio urlo d’amore non vuole essere ascoltato, sono un Dio trapassato, ormai dimenticato, …l’uomo si prostra alla Bestia, è divenuto ormai suo.

Tuonerò con potenza la mia giustizia!
Farò tremare tutto l’Inferno! …Basta!

Il mio intervento sarà grande, il Miracolo del mondo torna a visitare il mondo e lo trova in condizioni peggiori di come lo aveva lasciato.

La Chiesa è gestita da Satana, i suoi accoliti banchettano sulle teste dei miei figli, …la loro morte è alle porte!!! Farò giustizia!!! Toglierò loro l’amministrazione e li scaraventerò assieme a colui che hanno scelto al mio posto nel tremendo Inferno:  …Capiranno, …eh se capiranno! Piangeranno, …eh se piangeranno! Ma sarà troppo tardi, …come  hanno snobbato il grido del loro Creatore, così Egli farà con loro.

Alla Nuova Aurora tutto deve essere puro, il cammino dell’uomo comincerà nuovo e sarà come Dio aveva prestabilito dal tempo dei tempi.

Andate avanti nella mia Opera o uomini fedeli a Me, al vostro Dio Amore, ponete il vostro tutto per la salvezza delle anime che si stanno perdendo.

Pregate per la Russia, prenderà una drastica decisione.

Pregate per l’Italia, il suo Calvario è alle porte.

Unitevi in preghiera, supplicate la mia misericordia,  …implorate il mio anticipato ritorno.

Dio salva!

 


martedì 27 luglio 2021

Non ignorate la MIA Parola che è sacra, perchè vi costerà l’eternità!

 


Figlia Mia. Mia cara figlia. Eccoti qui. Comunica oggi, per favore, ai figli della terra le cose seguenti:

La vostra luce passerà, se non vi dichiarate per Gesù, il MIO Figlio Unigenito, perché soltanto LUI è la chiave del MIO Regno Celeste. Senza di LUI, senza la SUA luce divina, non troverete la via verso di ME, il vostro Padre Celeste; senza di LUI sarete perduti, perché la vostra luce si spegnerà e il diavolo assumerà il potere su di voi!

Avviatevi dunque verso il MIO Santo Figlio e lasciate che la vostra luce brilli! Collegate la vostra luce-voi stessi-con la luce divina così siamo in costante relazione!

Non permettete che la vostra luce si spenga per poche cose fugaci! Recatevi decisi da MIO Figlio e diventate degni di ottenere il Nuovo Regno.

La via per arrivarci è dissestata e non sempre facile, ma ciò che vi aspetta è più meraviglioso di tutto quello che avete conosciuto fino ad ora!

Percorrete quindi l’unica via che vi conduce a casa: Arrivate a Mio Figlio! EGLI vi guiderà e vi “illuminerà”, infatti la Sua luce in voi brillerà non appena LO avete trovato!

Abbandonatevi completamente a LUI, donateGLI ogni giorno, la vostra esistenza, e divenite degni di percorrere la via per la gloria! EGLI è la vostra guida, la chiave per l’eternità e con LUI non andrete mai perduti!

Dite quindi adesso il vostro SI a Gesù e cominciate a condividere la vostra vita con LUI! Chi è completamente con LUI sarà più vicino a ME!

Avviatevi e rifiutate tutti le cose terrene che vi vincolano.

Vi spetto con ardente amore e vi dono la Mia paterna benedizione.

Con amore e affetto, il vostro Padre Celeste.

Creatore di tutti i figli di Dio e Creatore di tutto ciò che è.

Amen.


“IO SONO Onnipotente e con la MIA onnipotenza vi esorto:

Non ignorate la MIA Parola, che è sacra, perchè vi costerà l’eternità!

Ascoltate la MIA Parola in questi e in altri messaggi in modo che siate pronti per il giorno che ora presto giungerà. Amen. Così sia.

Il vostro Padre Celeste che vi ama moltissimo.”

13 ottobre 2014

«La croce assimila a Cristo. E si fa preghiera»

 

«È sempre avvenuto così nella vita della Chiesa: la crisi del Clero porta con sé e preannunzia lo sbandamento dei fedeli; la rinascita spirituale e pastorale dei sacerdoti porta inevitabilmente con sé il rifiorire della fede e della vita cristiana nel popolo» (padre B. Sorge).

Non dobbiamo farci prendere da uno spirito di smarrimento (cf. Is 19, 14), da un vino da vertigini (cf. Sal 59, 5), da uno spirito di torpore (cf. Is 29, 10). Abbiamo da seguire il Maestro che ci precede. Se non accettiamo la `nostra' croce, non siamo più suoi. «Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo» (Le 14, 27).

«Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua» (Gv 12, 25-26).

«È necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio» (At 14, 22).

Non potremo essere conformi al Figlio di Dio fatto Uomo, se ci abbandoniamo alla "dolce vita". Sono la verga e la correzione che danno sapienza (cf. Pro 29, 15).

Senza la disciplina della croce, il popolo diventa sfrenato (cf. Pro 29, 18).

Non è per i seguaci di Cristo la prospettiva di una vita materialista; non sono per noi le rose senza spine; non vogliamo essere sedotti dalla vanità. Quanti, lusingati dai piaceri che il benessere sforna in continuità, la pensano, forse tacitamente, ma fattivamente, come gli empi di cui parla la Scrittura: «Dicono fra loro sragionando: La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi... Su, godiamoci i beni presenti, facciamo uso delle creature con ardore giovanile! Inebriamoci di vino squisito e di profumi, non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera, coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano; nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza» (Sap 2, 1.6-9).

Corriamo il rischio di dimenticare la provvisorietà del nostro soggiorno sulla terra.

Tutto pare congiurare per questa dimenticanza. Eppure si continua a morire.

Con questo, non intendiamo metterci contro il progresso e - fino ad un certo punto - contro il benessere del nostro tempo.

Siamo profondamente convinti, con il Concilio Vaticano II, che... ...l' attività umana, individuale e collettiva, ossia quell'ingente sforzo con il quale gli uomini nel corso dei secoli cercano di migliorare le loro condizioni di vita, considerato in se stesso, corrisponde alle intenzioni di Dio» (Gaudium et spes, n. 34). Ma il primo posto spetta, ancòra secondo il Concilio, alla fede nel Signore Gesù: «Chiunque segue Cristo, l'uomo perfetto, diventa lui pure più uomo... Nessuna legge umana v'è che possa porre così bene al sicuro la personale dignità e la libertà dell'uomo, quanto il Vangelo di Cristo affidato alla Chiesa» (Gaudium et spes, n. 41).

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6, 68-69).

Andare alla croce per vivere con Lui, Sacerdote e Vittima.

Leggiamo negli scritti di quel santo missionario salettiano che fu p. Silvano M. Giraud:

«Il sacrificio di Gesù è stato compiuto nel tempo ma è per l'eternità. È un fatto storico con circostanze transeunti; ma nella sostanza è permanente e dura nei secoli eterni... "Ho sete!" sospira Gesù. Ho sete di sofferenze, di umiliazioni... Quando un discepolo di Gesù ha compreso queste parole, la croce, la nuda croce, la croce dolorosa diventa per lui la sua gloria, la sua forza, la sua gioia, la sua vita.

Può dire: "Per me vivere è Cristo" (Fil 1, 21), ma Cristo crocifisso... La croce ci rende conformi a Gesù nel modo più perfetto. Il più alto grado della perfezione consiste nella somiglianza con Gesù Crocifisso. Per imprimere in noi questa somiglianza, Dio segue talvolta vie che ci sembrano strane e perfino indegne di Lui».

E ancora: «Il Crocifisso è il grande mistero di Dio, il più sorprendente, quello che illumina gli altri. Al suo fulgore le cose divine e umane ci appaiono nella loro vera luce e spiegano gli inespressi ardori dei Santi e le loro estasi alla sua presenza».

Il dolore, grande mistero! Lo legittima e lo rende amabile il divino Crocifisso.

"Ora mi basta quello" - sussurrano molti quando sono colpiti da un male inesorabile, indicando un minuscolo crocifisso che pende dalla parete. Scoperta da non rimandare certamente ad un palmo dall'eternità...

Fatta a tempo giusto, risparmia tante delusioni, troppi passi falsi, e tanta amara solitudine.

Al figlio Manuel, mamma Conchita raccomandava con la forza di chi precede con l'esempio:

O «Non posso concepire un religioso che non sia un santo. Non bisogna darsi a Dio a metà. Sii generoso verso di Lui. La vita è troppo corta per non sacrificarsi a Lui per amore.

Forse, e senza tardare, le tentazioni, le lotte verranno a tormentarti. Sii fermo, ama sempre la croce sotto qualunque forma si presenti. È sempre amabile per colui che, sotto l'apparente durezza, sa scoprire la santissima volontà di Dio...

O Manuel, figlio del mio cuore! Ciò che c'è di più grande dopo Dio, l'unica cosa divina che possa fare la creatura è amarlo e glorificarlo sacrificandosi...

Come è misconosciuto questo amore sulla terra. Felici quelli che hanno ricevuto la luce della croce. Per il mondo amare è godere. Nel suo egoismo crede che l'amore consista prima di tutto nel ricevere, nell'essere consolato, coccolato, soddisfatto, mentre l'amore si nutre del dono di sé e dell'immolazione... Sii sempre generoso con Dio e sarai sempre felice sulla terra come nella patria, lassù».

Viene in mente l'apostolo Paolo che chiude la Lettera ai Galati, dichiarando che il suo unico vanto è nella Croce di Cristo, impressa in tutta la sua persona: «D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo» (Gal 6, 17).

L'orazione dei Santi è questa.

Essi pregano, spronati dalla sofferenza, attratti dalla croce, inebriati del sacrificio del Signore che introduce alla visione.

Quando non sanno di che patire, gemono come di una perdita insopportabile.

"O patire o morire" (santa Teresa d'Avila) "Patire, non morire" (santa Maddalena de' Pazzi). Sono preghiere di un sapore soprannaturale inesprimibile.

Santa Gemma Galgani, pur soffrendo terribilmente nel corpo e nell'anima, spiega così il segreto della sua gioia: «Il mio cuore possiede Gesù, e possedendo Gesù sento che posso sorridere anche in mezzo a tante lacrime; sì, sento di essere felice anche in mezzo a tanti sconforti... Due cose sento in me d'infinita dolcezza: nell'amore sei tu, Gesù, che diletti l'anima mia, e nel dolore sono io che diletto l'anima tua».

Soltanto camminando secondo lo Spirito, troveremo il nostro paradiso in terra, stringendoci alla Croce sulla quale agonizza e muore Colui che per noi ha dato la vita.

PADRE STEFANO IGINO SILVESTRELLI


BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES

 


CATERINA LABOURÈ (1806 - 1876) E BERNADETTE SOUBIROUS (1844 - 1879)

Prima di terminare queste pagine mi sia lecito fare un parallelo, anche se piuttosto esterno e superficiale, tra le due figure più interessanti della storia mariana del secolo scorso, per meglio conoscerle, ammirarle e soprattutto imitarle: Caterina Labouré e Bernadette Soubirous.

I motivi per cui l'Immacolata ha scelto l'una perché ci trasmettesse la Medaglia Miracolosa e la giaculatoria, e l'altra perché facesse sgorgare la polla d'acqua miracolosa di Lourdes, li possiamo forse intravedere, ma solo la Madonna li conosce appieno.

Intellettualmente né l'una né l'altra erano aquile. Bernadette non riusciva a ritenere a memoria le risposte del catechismo e dovette sudare per imparare a leggere e scrivere.

Di Caterina troviamo scritto nel giudizio dato dai superiori al termine del suo noviziato: «Sa leggere e scrivere per conto suo». Più tardi, è vero, dovette esercitarsi nella scrittura, per poter fissare sulla carta i particolari delle apparizioni ricevute. Tuttavia non fece molto progresso, perché i suoi autografi denotano sempre una mano incerta e pesante, come se impugnasse ancora la zappa, anziché la penna.

La loro salute. Di complessione robusta come le tenaci contadine della Borgogna (estremo Nord della Francia), Caterina era nata il 2 maggio 1806, al culmine della gloria di Napoleone I, ed aveva preso il nono posto in una famiglia che doveva contare 11 figli. Persa la mamma a nove anni di età, Caterina fu la mamma dei fratellini e per seguire la sua vocazione dovette lottare contro il volere del babbo per due anni.

Bernadette invece, cagionevole di salute fin dall'infanzia, travagliata dall'asma, era nata a Lourdes (estremo Sud della Francia) ai piedi dei Pirenei, il 7 gennaio 1844. Trentacinque anni di vita e poi la tisi ossea e l'asma pongono fine alla sua esistenza, in cui il dolore fisico soprattutto ha la prevalenza, il 16 aprile 1879.

Caterina era morta tre anni prima nel 1876, l'ultimo giorno dell'anno, ma a quasi 71 anni di età.

La sua vita non appare tanto travagliata dal dolore fisico, quanto dal martirio interiore, dall'eroismo di un nascondimento che non ha eguale.

I favori celesti. - Condotta a Parigi dal Signore, Caterina aveva ricevuto le apparizioni celesti dell'Immacolata nei primi mesi del suo noviziato, nella cappella della casa madre delle Figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli, quando ormai per lei il mondo era una cosa lontana (1830). Aveva 24 anni.

Bernadette invece, quando venne fermata quasi d'improvviso dalla Madonna alla grotta di Massabielle, nel rigido febbraio 1858, era una delle bimbe più semplici e buone del suo paese.

Aveva 14 anni. Non sapeva mentire, non pensava affatto di farsi suora. Per lei (come per la veggente di Fatima) la vocazione fu, direi, una conseguenza dei favori celesti straordinari ricevuti, mentre per Caterina la vocazione religiosa precedette le apparizioni di Maria.

A Caterina Labouré la Vergine apparve tre volte, le lasciò posare le mani sulle sue ginocchia, la trattenne in colloquio nel cuore della notte e le affidò la missione di far coniare una medaglia su modello preciso: quella che poi il popolo denominò «Medaglia Miracolosa».

A Massabielle invece la Bella Signora appare per 18 volte, dall'11 febbraio 1858 al 16 luglio dello stesso anno, quasi sempre poco dopo l'alba, nella nicchia della roccia. Popolarità di Bernadette e nascondimento di Caterina.

- Suor Caterina rimase per tutta la vita in incognito. Bernadette fu venerata dalla folla, che non si stancava di vederla.

Caterina assistette ai miracoli che ogni giorno operava la Medaglia, la distribuì copiosamente, ma nessuno mai seppe, eccetto il suo confessore ed i suoi superiori, che fosse stata la fortunata veggente della Medaglia Miracolosa. Solo dopo la sua morte, si seppe che quell'umile suora era stata la prediletta della Madonna. Silenzio senza dubbio eroico, ma eroico perché umile.

La notizia invece delle apparizioni di Lourdes fece subito il giro del mondo, riportata dai più grandi quotidiani, anche dai più ostili a fatti di carattere soprannaturale. La Francia intera col suo Napoleone III si commosse. Nei piani della Provvidenza, Lourdes doveva avere ed ha tutt'oggi, uno scopo apologetico della fede ben maggiore.

Poi si mossero i primi pellegrinaggi. Accanto alla grotta era sgorgata l'acqua dei miracoli.

Bernadette continuò a vivere con semplicità, in mezzo a tutto quel trambusto ed in mezzo alle aspre battaglie e lunghi interrogatori dell'autorità civile e religiosa, quasi ignara della parte che la sua persona aveva in quegli avvenimenti. Essa viveva assorta nel pensiero della Vergine, compresa da un immenso desiderio di pregare e soffrire per i peccatori.

A 22 anni compiuti finalmente, Bernadette entra in noviziato tra le Suore della Carità di Nerves. Diviene Suor Maria Bernarda e raggiunge la perfezione attraverso la semplicità e la sofferenza (nella sua vita riceverà ben quattro volte l'Estrema unzione).

Suor Caterina, secondo l'indirizzo della spiritualità vincenziana, attende alla perfezione attraverso la semplicità e la carità verso il prossimo sofferente, nell'ospizio dei poveri vecchi di Enghien (Parigi).

La loro gloria. - Cinquantasette anni dopo la sua morte, le mani di S. Caterina, che avevano toccato la SS. Vergine, vengono trovate intatte. Trent'anni dopo la morte di Bernadette, anche il suo corpo viene trovato intatto e candido.

La canonizzazione di S. Bernadette Soubirous avviene 1'8 dicembre 1933; quella di S. Caterina Labouré il 27 luglio 1947.

Le apparizioni del 1830 hanno preparato la definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, avvenuta nel 1854. Lourdes ne fu come la conferma, Fatima il compimento, con la devozione al Cuore immacolato di Maria.

Non tutti potranno recarsi a Lourdes, a Fatima, ma ovunque giunge e può giungere l'acqua miracolosa e la Medaglietta dell'Immacolata.

La risonanza e le conseguenze sociali ed apologetiche delle apparizioni di Parigi, di Lourdes e di Fatima, in due secoli razionalisti e sprezzanti di tutto ciò che può aver sentore di soprannaturale, furono e sono grandi. La Madonna non abbandona i suoi figli!

Riflessioni: Assunzione, Regalità e Maternità di Maria

Definizione dell'ultimo dogma mariano. - Il 1° novembre 1950, Anno Santo, il ciclo mariano iniziatosi e svoltosi con la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria e con le apparizioni di Parigi, Lourdes e Fatima, aveva, direi, il suo compimento. La definizione del dogma dell'Assunzione di Maria in corpo ed anima al cielo, era una conseguenza logica della sua Concezione Immacolata. Esente fin dal primo istante della sua esistenza dalla macchia d'origine, in vista della sua maternità divina, Maria SS. non doveva soggiacere e non soggiacque alla corruzione del sepolcro.

Il suo corpo purissimo, senza attendere la risurrezione finale, fu portato in cielo dagli angeli trionfalmente, appena Essa si fu addormentata nel Signore e lassù fu coronata Regina degli angeli, dei santi e degli uomini.

Maria Regina. - L'eco della definizione del dogma dell'Assunzione di Maria non era ancora spento, che il Papa Pio XII, il 1 ° novembre 1953, alla vigilia dell'Anno Mariano, proclamava solennemente ed ufficialmente la Regalità della Madonna.

Allora fu compresa da tutti la belleza della visione di S. Giovanni Evangelista nella sua Apocalisse: - Una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi ed in capo una corona di dodici stelle.

Tuttavia, benché librata così in alto - nell'azzurro, lontana apparentemente da noi, Maria, che per ben tredici volte noi invochiamo col titolo di Regina nelle litanie lauretane, resta pur sempre la nostra buona Madre di Misericordia. Se il suo trionfo ci fa gioire come figli, il suo potere sul cuore di Gesù, suo Figlio e nostro fratello, aumenta la nostra fiducia perché peccatori.

Madre della Chiesa e Madre nostra. - Fu durante il Concilio Vaticano II, che il Papa Paolo VI, il 21 novembre 1964, proclamò solennemente Maria Madre della Chiesa, perché Madre di Gesù, Capo del Corpo Mistico, e quindi Madre di tutte le altre membra che siamo noi.

Nello stesso tempo Maria è anche figlia della Chiesa, perché prima dei redenti, redenta in modo singolare da Cristo, suo figlio. Così Maria fa parte della Chiesa come noi e ne è la Madre. Essa occupa il posto più vicino a Dio ed il più vicino a noi.

Preghiera di S. Bernardo alla SS. Vergine (Memorare). - Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai sentito dire che alcuno abbia fatto ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da questa.fiducia, ancb'io ricorro a te, o Madre, Vergine delle vergini, a te vengo e, pentito, mi prostro davanti a te. Non respingere, o Madre del Verbo, la mia supplica, ma ascolta benigna ed esaudiscimi. Amen.

p. Luigi Chierotti C.M.


Così fu con Noè e fu deriso.

 


Il Mio Divin Figlio, non vi farà mancare il Pane del Cielo che salverà le vostre anime e vi libererà dalle mani di satana.
Oh, ipocriti, studiosi, teorici moderni, non capite che Dio Mi ha mandato per le vie del mondo per richiamare l'umanità per l'imminente castigo e non credete.

Maria Madre di Dio

VAI! CORRI ! NON TEMERE! FAI PRESTO! PREPARA LA GENTE! PREPARATEVI PREGATE E VEGLIATE. SPOGLIATEVI DI QUESTO MONDO.

 


Abbracciate la Croce, fortificatevi nel dolore per essere pronti ad incontrare Gesù che viene.
E' con Lui una schiera di angeli e di santi.
Sono in cammino verso di voi per aiutarvi in quelle ore disperate.
Pregate e vegliate.
Sia preghiera di cuore affinché possa calmare l'ira dell’ Eterno Dio Padre .

Maria Madre di Dio

santa Veronica Giuliani

 


CREATO 

(lode e benedizione) 

 

Con uno spirito tipicamente francescano, Veronica  associa alla sua lode l’intero creato e le creature. Come  Francesco, il suo sguardo sa cogliere in ogni cosa un dono  del grande Donatore. Tutto è per noi, per la nostra gioia e  felicità… Veronica, ci insegna a dire “grazie”. 


49- Mi sedevo per terra, e dicevo: O erbe, o piante, servitemi da voce,  tutte voi e quante mai siete, in questo luogo ed in tutto l’universo. Io  voglio, con tante voci, chiedere più patire al mio Signore. Così  dicendo, mi alzavo e correvo per tutto l’orto. Ora invitavo le stelle,  ora l’aria stessa, ora le piante, ora la terra e tutte le creature  incorporee; e poi, con l’intima considerazione di me stessa, vedevo  la mia ingratitudine. Tutte le cose insensate corrispondevano a Dio,  più di me, ingrata! Mentre consideravo l’infinito amore che Dio ha portato e porta all’anima mia, mi son sentita una certa commozione  intima che mi ha dato ansia a più penare. (D II, 312) 

50- Andando in una stanza, vidi la finestra aperta. Affacciandomi, vidi  il cielo tutto coperto di stelle. Incominciai ad invitarle, perché  venissero come tante voci e lingue, e mi aiutassero a chiamare ed  invitare il Signore. 

 Subito, sentii crescere un desiderio maggiore di chiamare il Signore.  …Cominciai ad invocarlo con più titoli e così cominciai a dirgli: 

Mio Signore, Tu che sei il Re del cielo e della terra, come puoi  sopportare che nel tuo reame ci sia una creatura così afflitta, come  sono io per non poterti ritrovare? Non posso più. Vieni, vieni, mio  sommo Bene, e come Re pacifico dà pace a questo mio cuore. (D V,  763) 

51- E che cosa è un solo dono venuto da Dio? È tanto e di sì grande  pregio, che tutte le creature che sono state e che sono adesso, in  questa vita, con tutti i Beati e con tutto il Paradiso insieme, non  basterebbero per ringraziarlo. Dico di un solo dono; pensate poi di  tanti e tanti che si trovano in me. Tutti, ora, mi fanno conoscere me  stessa; e dalla consapevolezza del mio niente ne traggo grande  sentimento. Quanto è grande ed immenso Dio! E, parimenti  apprendo e conosco la grandezza del dono venuto da un Datore  d’ogni bene, come è Lui. (D II, 1271) 

Silvia Reali