Perché, come Tu nell’Ostia Santa Ti fai Cibo per me, così io voglio farmi cibo per Te e voglio che tutto il mio interiore: i miei pensieri, gli affetti, i desideri, le inclinazioni, i palpiti, i sospiri, l’amore, tutto, tutto tenda a Te; tutto il mio interiore voglio convertire in alimento per Te. Così Tu, mio amato Bene, vedendo il vero frutto del tuo Cibo che a me doni, che è il divinizzare l’anima mia e convertirla tutta in Te, Tu stesso Ti puoi cibare dell’anima mia, cibandoti quindi dei miei desideri, del mio amore e di tutto il resto. Ed allora io posso dirti: “Come Tu, Amore mio, sei giunto a farti mio Cibo e a darmi tutto, anch’io mi son fatto tuo cibo; non mi resta altro da darti, mio buon Gesù, poiché tutto ciò che sono è tuo”. (Cfr. Vol. 6 - 17.11.1904)
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