Il venerabile Fulton Sheen, nel suo libro The Peace of the Soul, disse: "Proprio come l'agricoltore non può vivere bene senza addomesticare gli animali e sottometterli a sé, così l'uomo non può vivere con se stesso a meno che non addestri le bestie selvagge dentro di lui, e poi, a sua volta, si arrenda tutta la sua persona a Dio".
Nel cuore dell'essere umano alberga una serie di forze, emozioni e impulsi istintivi che, se non domati, possono condurlo al caos interiore. Fulton Sheen ci offre una metafora profonda e arricchente quando paragona il bisogno dell'agricoltore di addomesticare gli animali per vivere bene con il bisogno umano di domare le proprie passioni e, infine, arrendersi a Dio.
Immaginate il contadino nel suo viaggio quotidiano. Sorge con l'alba, circondata dalla vastità dei suoi campi e dai suoni della natura. I loro animali, inizialmente selvatici, vengono portati all'obbedienza con pazienza e diligenza. Ogni gesto, ogni parola, ogni atto di cura contribuisce a trasformare il caos in armonia, il disordine in sinfonia di produttività e pace.
Allo stesso modo, dentro ognuno di noi c'è un campo vasto e fertile, pieno di potenzialità e di sfide. Gli "animali selvaggi" che abitano il nostro io interiore rappresentano le nostre passioni sfrenate, le nostre paure irrazionali, i nostri desideri disordinati. Sono parti di noi che, senza un'adeguata attenzione e guida, possono portarci a decisioni avventate e a una vita disordinata.
Domare queste forze interiori richiede una pratica costante di conoscenza di sé e di disciplina. È un lavoro quotidiano, simile a quello dell'agricoltore che si prende cura della propria terra con cura e dedizione. Dobbiamo guardare dentro di noi onestamente, riconoscere i nostri impulsi e imparare a guidarli con la ragione e la fede. Questo processo non è facile ed è spesso irto di ostacoli. Tuttavia, è proprio in questa lotta che troviamo la strada verso la vera libertà e la vera pace.
Ed è qui che il consiglio di Fulton Sheen raggiunge il suo apice: una volta che abbiamo imparato a domare questi "animali" interiori, non dovremmo fermarci qui. Dobbiamo fare un passo avanti e consegnare tutta la nostra persona a Dio. Questo atto di resa non è un segno di debolezza, ma piuttosto di profonda fiducia e amore. È riconoscere che, per quanto ci sforziamo, c'è una forza superiore che ci guida e ci sostiene.
Arrendersi a Dio è come permettere al supremo agricoltore di prendersi cura del nostro campo interiore. Egli, che conosce ogni angolo della nostra anima, sa esattamente di cosa abbiamo bisogno per fiorire e portare frutto. Sotto la Sua guida, la nostra vita diventa non solo ordinata, ma anche abbondante di grazia e virtù.
Questo abbandono totale è un atto di fede che trasforma la nostra esistenza e ci permette di vivere con leggerezza, sapendo che non portiamo da soli il peso dei nostri fardelli. È un invito a vivere in armonia con la volontà divina, confidando che così come l'agricoltore sa cosa è meglio per i suoi campi, Dio sa cosa è meglio per noi.
Pertanto, riflettendo sulle parole di Fulton Sheen, siamo chiamati a un duplice viaggio: quello di domare i nostri istinti e quello di consegnare la nostra vita nelle mani amorevoli di Dio. È un percorso di trasformazione che ci porta dal disordine alla pace, dal caos all'armonia, dall'ansia alla piena fiducia.
Lasciateci, ispirati da questa riflessione, coltivare con saggezza e amore il nostro campo interiore, permettendo alla pace dell'anima, tanto desiderata da tutti noi, di fiorire abbondantemente sotto la luce divina.
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