Non gli restava più nulla. Aveva dato tutto, tutto. Il tesoro della sua dottrina, la meraviglia dei suoi prodigi, il fuoco del suo amore, il nutrimento e la gioia dell'Eucaristia, la dolcezza di sua Madre, il perdono generoso a quelli che l'avevano confitto in croce. E poi, nel colmo del sacrificio, il compimento di tutto. Ma era veramente tutto compiuto?
No, gli restava qualcosa. Quel Divin Cuore che aveva tanto palpitato d'amore per noi, doveva essere un segno ed un rifugio d'amore: segno d'amore per i rapporti suoi verso di noi, rifugio d'amore per i rapporti nostri verso di lui.
Ecco: una lancia, nelle mani del soldato Longino, lo trafisse. Si aprì una ferita. Fu il segno, per cui i nostri poveri cuori, con confidenza, vanno a nascondersi in quel Cuore Divino. Sia esso sempre il nostro rifugio e la nostra salvezza!
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