domenica 30 giugno 2024

Il meraviglioso mistero della sofferenza fugace e della gioia eterna

 


Sopportando sofferenze passeggere, otterremo la gioia eterna

San Paolo Apostolo, in Romani 8:18-28a, diceva: "Credo che le sofferenze della vita presente siano sproporzionate rispetto alla gloria futura che ci sarà manifestata. […] Sappiamo, infatti, che tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio [...]".

Nella sua lettera ai Romani, san Paolo ci offre una prospettiva profondamente consolante: le sofferenze di questa vita non possono essere paragonate alla gloria futura. Quando affrontiamo delle difficoltà, è facile perdere di vista lo scopo superiore. Tuttavia, la fiducia di San Paolo ci ricorda che la nostra sofferenza è effimera e ha un valore eterno.

La nostra esistenza si sta trasformando

Immaginate un seme piantato in un terreno scuro. A prima vista, sembra la fine. Ma in realtà, è solo l'inizio di una trasformazione. Il seme ha bisogno dell'oscurità per germogliare, crescendo verso la luce. Così è per noi: le nostre sofferenze sono il terreno fertile dove la grazia di Dio opera per trasformarci.

San Paolo ci assicura che "tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio". Questa promessa ci chiama a confidare nell'amore provvidente di Dio, che trasforma anche le tribolazioni in cammini di santità e di gioia. Come un artista che usa colori diversi per comporre un capolavoro, Dio usa ogni nostra esperienza per il nostro bene, plasmandoci a immagine di Cristo.

Pertanto, mentre affrontiamo le sfide della vita, siamo invitati a guardare oltre il dolore immediato e a intravedere la gloria eterna che ci attende. Possa la nostra speranza essere fondata sulla certezza che ogni lacrima è preziosa agli occhi di Dio e che, alla fine, la gioia eterna supererà qualsiasi sofferenza momentanea.

Viviamo così con il cuore rivolto al cielo, certi che il nostro cammino, per quanto arduo, ci condurrà alla gloria che Dio ha preparato per noi.

di Altair Fonseca 

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