PIO XII HA PARLATO!
INTERVENTI E DISCORSI
Nel radio-messaggio natalizio del 23 dic. 1950, ebbe a dire: «Eppure - summa iniuria! - da parti ben note, Ci si muove l’accusa di volere la guerra e di collaborare a tal fine con potenze imperialiste... Che altro possiamo, Noi, rispondere, a così acerbo oltraggio, se non: scrutate gli agitati anni del Nostro Pontificato; indagate ogni parola sgorgata dalle Nostre labbra, ogni periodo uscito dalla Nostra penna; voi non vi troverete che incitamenti alla pace. Rammentate, specialmente, il fatale mese di agosto del 1939, quando, mentre più assillanti si facevano i timori di un sanguinoso conflitto mondiale... elevammo la Nostra voce, scongiurando, nel nome di Dio, Governanti e popoli, a risolvere i loro dissensi con comuni e leali intese. Nulla è perduto con la pace - esclamammo - tutto può essere perduto con la guerra!.. Provatevi a considerare tutto ciò con animo sereno e onesto, e dovrete riconoscere che, se vi è ancora, in questo mondo, straziato da contrastanti interessi, un porto sicuro, ove la colomba della pace possa posare, tranquillamente, il suo piede, esso è qui, in questo territorio consacrato dal Sangue dell’Apostolo e dei Martiri, ove il Vicario di Cristo non conosce dovere più santo né più santa missione che di essere instancabile propugnatore di Pace.
Così abbiamo fatto in passato. Così faremo in futuro, finché al Divin Redentore della Chiesa piacerà di lasciare sulle Nostre deboli spalle la dignità e il peso di supremo Pastore» 15.
E, in un discorso che tenne il 1° giugno 1943, a una “imponente rappresentanza dei lavoratori d’Italia”, disse: «Noi non ignoriamo... che una propaganda di spirito anti-religioso va spargendo in mezzo al popolo, e soprattutto nel ceto operaio, che il Papa ha voluto la guerra, che il Papa mantiene la guerra, e fornisce il denaro per continuarla; che il Papa non fa nulla per la pace. Mai, forse, fu lanciata una calunnia più mostruosa e assurda di questa! Chi non sa, chi non vede, chi non può accertarsi che nessuno più di Noi si è insistentemente opposto, in tutti i modi acconsentiteci, allo scatenarsi, e, poi, al proseguire e al dilagare della guerra, che nessuno più di Noi ha continuamente invocato e ammonito: pace, pace, pace! che nessuno più di Noi ha cercato di mitigarne gli orrori? Le somme di denaro che la carità dei fedeli mette a Nostra disposizione, non sono destinate né vanno ad alimentare la guerra, ma ad asciugare le lacrime delle vedove e degli orfani; a consolare le famiglie in angosciosa ansietà, per i loro cari lontani o dispersi; a sovvenire i sofferenti, i poveri e i bisognosi. Testimoni di tutto ciò sono il Nostro cuore e il Nostro labbro che non si contraddicono fra loro, perché Noi non neghiamo coi fatti quello che diciamo, e abbiamo la coscienza della falsità di quanto i nemici di Dio vanno, insidiosamente, spacciando, per turbare gli operai e il popolo, e, dalle pene della vita che essi soffrono, trarre argomento contro la fede e contro la religione, la quale, pure, è l’unico conforto e l’unica speranza che sostiene nel dolore e nella sventura l’uomo sulla terra... Dall’aperta realtà dei fatti e dell’Opera Nostra, ne andranno confusi quanti, con l’ingannevole loro parola, si studiano di rigettare sul Papato la responsabilità di tutto il sangue delle battaglie»16.
Nel radio-messaggio natalizio del 24 dic. 1943, affermò:
«La Nostra posizione, tra i due campi opposti, è scevra di ogni preconcetto, di ogni preferenza verso l’uno o l’altro popolo, verso l’uno o l’altro blocco di Nazioni, come è aliena da qualsiasi considerazione di ordine temporale. Essere con Cristo o contro Cristo: è tutta la questione. Voi ben comprenderete, perciò, quanto Ci riesca doloroso il vedere una propaganda ostile snaturare i Nostri pensieri e le Nostre parole» 17.