mercoledì 9 gennaio 2019

MIA MADRE...



Mia madre mise a me, che ero il quarto figlio, i vestiti del mio primo fratello che ha tredici anni di
più, e la povera donna, quei vestiti, li aveva fatti passare a tre altri, prima di me; ma ci ha
lasciato un po' di denaro, che, in parte, andò per i primi orfanelli della Divina Provvidenza, e ci
ha cresciuti bene, all'onore del mondo, come si dice: tutti gli stracci li sapeva combinare e ci
cavava dei vestitini, e la famiglia trionfava nella povertà onesta e discreta.
  
Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle tre di notte e via a lavorare, e
pareva sempre un fuso che andasse, e sempre faceva e s'industriava: faceva da donna e, con i
suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul
Monferrato: batteva il falcetto per fare l'erba, e lo affilava essa, senza portarlo all'arrotino;
faceva la tela con canapa filata da essa; e i miei fratelli si divisero tante lenzuola, tanta bella
biancheria, povera mia madre!
  
Teneva da conto fin i coltelli rotti, e questi sono stati la mia eredità. Non correva a comperare,
se proprio non poteva fame a meno; e, quando è morta le abbiamo ancora messo il suo vestito
da sposa, dopo cinquantun anni che si era sposata: se l'era fatto tingere di nero, e faceva
ancora la sua bella figura, ed era ancora il suo vestito più bello!
  
Vedete come facevano, cari miei figli, i nostri santi e amati vecchi? E mi raccontava sempre che
Gesù era sceso da cavallo per raccogliere un pezzettino di pane… E` un racconto che ho poi
trovato in un vangelo apocrifo: ma chissà che non sia vero? Certo è espressivo tanto! Cari miei
figli, imitiamo i nostri vecchi e i nostri Santi!

S. Luigi Orione

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