IL VELO EUCARISTICO
Perché nascondi il tuo volto?
Giobbe, XIII. 21.
Perché mai Nostro Signore nel Santissimo Sacramento si vela sotto le sacre specie?
Noi abbiamo una certa difficoltà ad abituarci a questo stato nascosto di Nostro Signore; perciò dobbiamo ritornare spesso su questa verità per aiutarci a credere fermamente e praticamente che Nostro Signore Gesù Cristo, per quanto velato, si trova veramente, realmente e sostanzialmente nella santissima Eucaristia.
Dunque perché questa presenza silenziosa, questo velo impenetrabile? O Signore, spesso vorremmo dire, mostraci la tua faccia!
Nostro Signore ci fa sentire la sua potenza, ci attira e ad un tempo ci tiene nel rispetto, ma non lo vediamo. Sarebbe così dolce e utile udire qualche parola pronunciata dalla bocca di Nostro Signore! Quale consolazione se ci si mostrasse, quale pegno della sua amicizia! poiché certo, si direbbe, egli si mostra a quelli che ama.
I. - Ebbene, Nostro Signore nascosto è più amabile che se si manifestasse: silenzioso è più eloquente che se parlasse; quel che crediamo una punizione è un effetto del suo amore e della sua bontà. Poveri noi, se Egli si mostrasse, che il contrasto delle sue virtù e della sua gloria ci umilierebbe. E come mai, diremmo, un padre sì buono ha figli così cattivi? Non oseremmo appressarci, né farci vedere. Invece, non conoscendo che la sua bontà, noi veniamo senza timore.
E tutti vengono. Supponiamo che Nostro Signore si mostri solo ai buoni, giacché, risuscitato, non può farsi vedere ai peccatori: chi oserà credersi buono? Chi verrà in chiesa, col timore che Gesù Cristo non gli si mostri, non trovandolo abbastanza buono? Ed allora, ecco le gelosie. Soltanto gli orgogliosi avrebbero tanta fidanza in se stessi da osare di presentarsi al Signore, mentre ora hanno tutti eguali diritti e possono credere di essere amati.
II. - Ma forse la vista della gloria ci convertirebbe. No, la gloria non converte. Gli Ebrei appiè del Sinai tutto in fuoco si volsero all'idolatria; gli Apostoli sul Tabor sragionavano. La gloria stordisce e porta all'orgoglio, non converte. Il popolo ebraico non osava avvicinarsi a Mosè raggiante nel volto.
O Signore, restate dunque velato, così io potrò appressarmi a voi confidando che mi amiate, poiché non mi respingete.
Ma non ci convertirebbe la tanto potente sua parola? Rispondono col fatto i Giudei che udirono il Signore per tre anni e sì piccolo numero si convertirono. Non il suono della voce di Nostro Signore ci converte, ma la sua parola di grazia; Gesù dal Santissimo Sacramento parla al nostro cuore, e deve bastarci: è una vera parola.
III. - Ma se almeno mi fosse dato sentire il palpito del Cuore di Gesù, l'ardore delle sue fiamme, il mio cuore sarebbe mutato e acceso di amore, lo amerei molto più.
Noi confondiamo l'amore col sentimento e quando domandiamo a Nostro Signore di amarlo, vogliamo che ci faccia sentire che lo amiamo. Poveri noi, se ce lo accordasse! No, l'amore non consiste nel sentimento, ma nel sacrificio, nel dono della nostra volontà, nella sommissione della nostra a quella di Dio.
Dalla contemplazione dell'Eucaristia e dalla Comunione, che è l'unione perfetta con Gesù, noi riceviamo la forza, che sola resta, mentre la devozione sensibile è passeggera. E di quale altra cosa abbiamo bisogno contro noi stessi e il mondo, se non della forza, da cui viene la pace? E non vi sentite in pace alla presenza di Nostro Signore? Questa è la prova che lo amate; che altro desiderate?
Quando due amici sono vicini, passano il tempo a guardarsi e ripetersi che si amano; perdono il tempo e non aumentano l'amicizia. Separateli alquanto; l'uno pensa all'altro, nel ricordo si rifanno l'immagine dell'amico, si desiderano. Di Nostro Signore avviene lo stesso. Che cosa hanno fatto gli Apostoli nei tre anni che vissero con Lui?
Gesù si è nascosto affinché andiamo tra noi considerando la sua bontà e le sue virtù, affinché il nostro amore sia sodo e sciolto dai sensi, pago della forza e della pace di Dio.
IV. - Concludiamo. Il divin Salvatore è là, sotto i veli del Sacramento, ma ci sottrae la vista del suo Corpo affinché fissiamo la nostra attenzione sul suo amore, sulla sua adorabile persona; se si mostrasse o lasciasse trasparire anche un sol raggio della sua gloria, un sol tratto del suo volto adorabile, noi saremmo assorbiti da tale visione, ci dimenticheremmo di Lui. Perciò Egli ha detto che il suo corpo non è il nostro termine; è solo una scala per farci salire alla sua anima e da essa alla divinità condotti dal suo stesso amore.
La nostra fede riceverà dalla forza dell'amore una assoluta certezza. Tacendo i sensi, la nostra anima entra in comunicazione con Gesù Cristo, e poiché Egli è il riposo, la gioia, la felicità, quanto più entriamo nella intimità di Gesù tanto più godiamo di questi suoi doni.
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