( COMPILAZIONE DI ASSISI )
DELICATEZZA VERSO UN MALATO
Una volta, dimorando Francesco in quello stesso luogo, un frate, uomo di profonda spiritualità e già da parecchi anni vivente nell’Ordine, si trovava molto deperito e infermo. Francesco, al vederlo, ne ebbe compassione. Ma i frati, a quei tempi, malati o sani che fossero, erano sempre lieti e pazienti: la povertà era la loro ricchezza. Nella malattia non ricorrevano a medicine; anzi, volentieri sceglievano quanto contrariava il corpo.
Francesco si disse: «Se questo fratello mangiasse di buon mattino dell’uva matura, credo che ne trarrebbe giovamento». Un giorno si alzò all’albeggiare e chiamò di nascosto quel fratello, lo condusse nella vigna vicina a quella chiesa e, scelta una vite ricca di bei grappoli invitanti, vi sedette sotto assieme al fratello e cominciò a mangiare l’uva, affinché il malato non si vergognasse di piluccare da solo. Mentre faceva lo spuntino, quel frate lodava il Signore Dio.
E finché visse, egli ricordava spesso ai fratelli, con devozione e piangendo di tenerezza, il gesto affettuoso del padre santo verso di lui.
Traduzione di VERGILIO GAMBOSO
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