OTTAVO INCONTRO: IL SENSO DEL PECCATO
Mi ero appena appisolato, dopo pranzo, quando la camera fu inondata da un fetore da togliere il respiro. Mi guardai attorno: la porta e le finestre erano chiuse. Era un'aria mefitica che si muoveva come agitata da un ventilatore. Cosa può essere. Ma presto compresi di aver visite e invocai l'assistenza di Maria.
- "Questo odore è forse il tuo biglietto di presentazione?
- “Si!”
- “Non sapevo che un puro spirito si portasse dietro tanto fetore.”
- "Ho appena soffiato sul lezzo di voi, miserabili carogne."
- "Penso, invece, che sia il tanfo della tua essenza di peccato. Ma ora dimmi, in nome della tua grande Nemica, cosa vuoi?"
- "Interrogami."
Mi raccolsi per qualche istante in me stesso: "Parlami delle astuzie a cui ricorri per sedurre le anime".
- "Hai bisogno che te le sveli io? Non sei maestro in Israele?"
- "Eppure preferisco che me ne parli tu, maestro di seduzione." Sembrava che non si decidesse a rispondere, ma sentivo che era lì.
- "Su, ti impongo di rispondermi!"
- "Non ci vogliono molte astuzie per prendere al laccio voi miserabili. Siete di una stupidità e di una fragilità che fa vergogna a colui che vi ha impastato. Di solito, messi dinanzi a ciò che egli vi proibisce, basta una piccola spinta."
- "Questo può accadere con anime sprovvedute, che non hanno abbastanza timor di Dio, che non ricorrono ai mezzi per vincere le tue sollecitazioni, soprattutto se non pregano e non si tengono in contatto col Signore..."
- "Queste me le pappo lo stesso. Basta conoscerne i gusti, le tendenze, le innumerevoli inclinazioni che tutti vi portate addosso e con le quali afferrarvi: la lussuria, l'ira, l'ambizione, l'invidia, la sete di denaro e di beni terreni, la maldicenza... Sapessi quali servizi ci rende una lingua malefica e seminatrice di discordie!... Invece le anime che mostrano maggiore resistenza non le avvicino mai con un attacco frontale. Le prendo con manovre di aggiramento, oppure scavando il terreno sotto i loro piedi, sollecitandone le passioni fino a stancarle e portandole all'esasperazione.
Persuadendole, a poco a poco, che certi comandamenti sono impossibili, che il vostro padrone è un tiranno che pretende troppo, che quella certa cosa non può essere peccato..."
- "E' l'astuzia che oggi stai sfruttando di più: demolire il senso del peccato..."
- "Ma anche qui i miei migliori collaboratori sono alcuni preti... Sapessi quanto mi è costato stancarli di starsene in quei loro casotti ad ascoltare filastrocche!... Così, finalmente, convincendoli a dire che la confessione non è necessaria, sono riuscito a spopolare i confessionali e a mandare un mucchio di gente, che è mia, a far scorpacciate di comunioni. Sapessi quante spudorate e quanti sporcaccioni, che sguazzano nella lussuria, fanno abitualmente la comunione, dietro mio consiglio, credendosi a posto!
- "Sono convinto che generalizzi e che contro i tanti che cadono in questa tua trappola, ce ne sono tanti altri che ti sfuggono, specialmente se sono anime che pregano e si sforzano di vivere in grazia di Dio. Non è forse vero che l'arma della preghiera ti fa paura e nei tuoi assalti ti fa indietreggiare scornato?"
- "Devo ammetterlo: ma quelli che ricorrono alla preghiera non li prendo mai di petto. Cerco a poco a poco di disturbare la loro preghiera, di distrarli con mille sciocchezze, di portarli lentamente alla stanchezza e poi alla nausea. Intanto intensifico contro di loro le mie tentazioni. Contemporaneamente cerco di convincerli che lui non li ascolta, che è inutile pregarlo, che non ha ancora perdonato certi peccati passati perché si è abusato troppo della sua misericordia..."
- "II vecchio tranello: prima fai cadere le anime nel peccato convincendole che peccato non è, o che comunque Dio perdona sempre; poi, dopo averle fatte cadere, restituisci loro la vergogna di ciò che hanno fatto, fai rivivere il senso del peccato e lo ingrandisci fino a far credere che per loro non c'è perdono. Prima la presunzione, poi la disperazione: due ottime vie per rovinare le anime."
Con una sghignazzata carica di sarcasmo mi fece capire che avevo azzeccato.
- "Resta comunque che la misericordia di Dio è infinitamente più grande delle tue astuzie e delle tue momentanee conquiste. Le anime gli sono costate il Sangue di suo Figlio. Egli conosce infinite vie per strapparle al tuo dominio."
- "Ti stai ingannando se pensi che quello là sia così buono!"
- "Questa è, tra le tue insinuazioni, la più diabolica e la più bugiarda. Tu sai che Dio ci ama infinitamente, che una goccia sola del Sangue di Gesù basta a lavare tutti i peccati del mondo. Per te non ci fu e non ci sarà mai perdono; ma per noi ci sarà sempre, basta che noi non lo rifiutiamo coscientemente e ostinatamente fino all'ultimo istante. Egli, prima di lasciare un'anima nelle tue mani per tutta l'eternità, ricorre a tutte le risorse del suo amore che sono infinite. Tutto questo tu lo sai e l'onnipotenza di questo amore gratuito e redentivo che Egli ha per noi è l'inferno del tuo inferno!"
- "Stai facendo l'avvocato di una causa persa. Tu dici che egli sa tutto. Ma guarda dove arriva la sua perfidia, la sua cinica crudeltà: sa che tanti di voi saranno miei, eppure li crea lo stesso. Perché li crea? Per me!"
- "Ecco un altro cavillo con cui cerchi di accalappiare anime. Ma basta credere fermamente all'Amore per mandare all'aria queste tue insinuazioni. Dio ci ha creati destinandoci tutti a occupare un posto in paradiso; per questo ci ha redenti e ci offre tutti i mezzi per far nostra la redenzione. Ma Egli, che ha un rispetto sommo della nostra libertà, non obbliga nessuno ad accettare la sua salvezza..."
- "Ora sei tu che stai barando..."
- "Lasciami parlare. Il dono della libertà conferisce all'uomo un valore e una dignità così grandi che, se qualcuno ne abusa, Dio preferisce correre il rischio di lasciarlo liberamente e volontariamente perdere, piuttosto che privarlo dei suo dono. E l'uomo che rifiuta a Dio il suo amore, non Dio che rifiuta all'uomo il proprio. Questo, anche per il dannato, rimane. Se Dio non può amarlo come amico, lo ama ancora come creatura. E questa certezza, come per voi demòni, anche per l'uomo che si danna è l'inferno dell'infemo. L'inferno sarà sempre, per lui, il paradiso respinto, un paradiso rovesciato."
- "Tu non vuoi rispondere alla mia obiezione!..."
- "Sei tu che fai finta di non capire! La libertà, la misericordia, la sofferenza, specialmente la morte del Figlio suo, la comunione dei santi, la sua gloria eterna... sono beni così grandi che giustificano abbastanza la perdita libera e volontaria di alcuni malvagi che si saranno ostinati a restare al tuo seguito."
- "Tu vaneggi e non mi lasci parlare. Hai detto che quello ha preferito correre il rischio di lasciar perdere..."
- "Si, l'ho detto. Ma Egli ha fatto tutto quello che era possibile per attenuare, per scongiurare quel rischio. Egli poteva, è vero, ricorrere alla sua onnipotenza eliminando addirittura la persona soggetta a tale rischio. Ma Dio non si comporta come i vostri tiranni, che quando non possono piegare una volontà la uccidono. Egli non è il Dio dei morti, ma dei viventi. Egli non ha voluto privare gli ostinati della loro libertà di scelta; ha usato anche verso di loro un infinito rispetto. Ma, ripeto, per impedire la tragica possibilità della loro rovina, ha fatto tutto quello che era divinamente possibile."
- "Ti comporti, nei tuoi vaneggiamenti, come un vecchio filosofo..."
- "Accetto! Dal momento che Dio ci ha amato fino al punto di darci il Sangue e la vita del Figlio suo, non c'è più obiezione possibile contro l'immensità e l'universalità del suo amore. E' vero che nello stesso momento in cui ci faceva un così grande dono, vedeva quelli che avrebbero rifiutato la sua salvezza e li ha creati ugualmente. Più Egli moltiplicava gli aiuti, più aumentava la libertà del male e, di conseguenza, la gravità stessa del male in coloro che coscientemente rifiutavano quegli aiuti. Ma cresceva anche maggiormente la profondità della salvezza per coloro che l'accettavano e che si accorgevano da quale male eterno li preservava la redenzione. Voi dannati, mentre manifestate il carattere sacro e drammatico della nostra esistenza, ci aiutate a comprendere meglio il dono divino della salvezza. Se tu, tentatore, non avessi spalancato le cateratte del male e del peccato nel paradiso terrestre, noi uomini non saremmo mai riusciti a comprendere fino a che punto Dio ci ama. E' per questo che la Chiesa ci fa paradossalmente cantare: 'O felice colpa di Adamo!...'."
- "E così mi sarò guadagnato la maggior parte delle creature da lui così amorevolmente redente!..."
- "La maggior parte? Dio solo sa quanti si ostineranno a restare tuoi. In ogni caso la tua vittoria sarà la tua sconfitta, perché quante più anime porterai all'inferno, tanto più grande e tormentoso sarà l'inferno e tanto più orrendo il tuo dolore! Là vi regalerete dolore a vicenda. E per sempre! E' questa la tua vittoria?"
Da allora il mio interlocutore per parecchio tempo non si fece più vivo.
P. Domenico Mondrone S. J.
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