Della Comunanza di Vita Terzo Vincolo della, nostra, Unione col Cuore di Gesù
I vincoli del sangue che formano del Figliuolo di Dio e dei figliuoli degli uomini una stessa famiglia , e i legami tuttavia più stretti dell' amicizia, che del Cuore di lui e del nostro formano un cuor solo, non appagano ancora le brame del suo amore per noi. Oh no, questo amore ha disegni ancor più alti, e prima di chiamarsi soddisfatto, conviene che egli compia miracoli più grandi assai. Grande era già il prodigio del suo discendere in mezzo a noi, colmando l'abisso posto tra la sua perfezione infinita e la nostra infinita miseria; ma questo primo prodigio non era se non preludio di altro ancor più stupendo. Gesù si rese a noi somigliante appunto per render noi somiglianti a lui ; prese la nostra umana natura per render noi partecipi della sua natura divina, Ut efficia mini divinae consortes naturae (PETR., I, 4); si fece carne della nostra carne per fare di noi un medesimo spirito con lui, Qui adhae ret Deo unus spiritus est (I CoR., VI, 17); si incarnò perchè noi fossimo deificati. O Gesù, apriteci un po' gli occhi, sì che intendiamo la verità dei meravigliosi doni del vostro amore, Ut sciamus quae a Deo donata sunt nobis (I CoR., II, 13); e l' inestimabile valore delle ricchezze lasciateci da voi in eredità, Illuminatos oculos cordis, ut sciatis quae divitiae gloriae haereditatis eius (EPH., I, 18) ! Voi stesso ci dite, o Gesù , Io sono la vite , voi i tralci; chi si tiene in me, ed in chi io mi tengo, questi porta gran frutto. Or quale sarà il frutto da voi promesso, se noi ci teniamo a voi uniti come il tralcio alla vite ? Le opere che voi fate, ed opere ancora più grandi. Quale promessa è questa vostra, 0 Dio mio ! Come ? noi, esseri così miserabili potrem fare opere divine ? E perchè meravigliarcene, quando voi ci comunicate veramente la vostra vita, come la vite comunica al tralcio il suo umore e la sua fecondità ? Il vostro Evangelo e l' insegnamento della vostra Chiesa non ce ne lasciano dubitare. Sì certo, nel giorno del mio battesimo ho io ricevuto la comunicazione vera e reale del vostro Spirito, di quello Spirito che è principio della vita soprannaturale, e fino a che io non lo ebbi cacciato dall' anima mia con grave colpa, esso vi rimase unito com'è unito all'anima vostra santissima, non già nella medesima pienezza, ma nella maniera medesima; nè ha cessato di spandersi dal vostro Cuore al mio, come il succhio non resta di scorrere dal ceppo ai sarmenti; e come i sarmenti, sebbene distinti dal ceppo, vivono però della vita istessa, così, o Gesù, per quanto noi siamo differenti da voi, tuttochè voi siate il vero Figlio di Dio, e noi miserabili creature, pure nel comunicarci che voi fate per una grazia pienamente gratuita il divino Spirito, da voi posseduto per diritto di nascimento, ci comunicate insieme la vita, conferita da esso all'anima vostra, e in conseguenza l'anima nostra e la vostra vivono di una sola e medesima vita.
ENRICO RAMIÈRE S. J.
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