SONO PERDONATO
Il famoso "settanta volte sette" che Gesù ha detto a Pietro non è stata una prova della sua intelligenza matematica; è stato piuttosto una rivelazione, la rivelazione di un segreto nascosto da sempre a tutti: il cuore di Dio. Chi poteva conoscere il cuore di Dio? Chi avrebbe potuto immaginare che Dio non ha presso di sé un registro su cui annotare quante volte usa la sua misericordia?
Se Gesù dice a Pietro di perdonare sempre, ciò significa che Egli, Gesù, ha già imparato dal Padre a perdonare sempre; significa ancora che il Padre è disposto a perdonare ogni volta che un figlio glielo chiede. Dio non smette mai di essere misericordioso! Ogni atto di perdono non è che un briciolo anticipato di quell'immenso abbraccio di perdono con cui Egli accoglierà la nostra vita quando gliela consegneremo alla fine.
L'abbraccio di Dio del resto non comprende solo il perdono dei peccati, ma anche la remissione dei debiti. Debiti con Lui ne accumuliamo ogni giorno. E non sappiamo neppure quanti, non ci rendiamo conto della somma di cose che riceviamo da Dio! Siamo debitori. Sono debitori anche i nostri fratelli nei nostri confronti, ma in misura sensibilmente inferiore, come diecimila talenti sta a cento denari: diecimila milioni a mille lire! Se il tuo Padre ti condona i diecimila talenti, tu ti farai pagare a tutti i costi le mille lire da un tuo fratello? Lasciati perdonare settantavoltesette, e disponiti ogni giorno a perdonare settantavoltesette!
C'è stato un periodo in cui trovavo difficoltà a farmi perdonare spesso da Dio: "Come posso pretendere che il Signore mi perdoni tante volte?" "I peccati sono sempre gli stessi"! "Dopo che sono confessato non sono più buono di prima"!
Ora invece ringrazio Dio per la sua misericordia, che sorpassa il settantavoltesette! Se Gesù ha richiesto così a Pietro, ciò significa che Egli per primo è disposto a farlo. Non ci chiede di fare cose che Egli non abbia già fatto!
"I miei peccati sono sempre gli stessi": non è vero! Quelli di oggi sono sì dello stesso tipo di quelli di ieri, ma sono altri, forse più gravi, proprio perché nel frattempo ho gustato il perdono di Dio e della Chiesa, sono stato arricchito di grazia, ed ancora sono ricaduto.
Sono più buono dopo che mi sono confessato?
Oh, solo Dio è buono! Certo, dopo esser stato perdonato ho un motivo in più per amare il Signore, il Suo amore mi ha maturato, ma poi mi scopro debole, quale lo ero prima. Ciò che m'importa però che Dio è buono, così non mi scoraggio. Se ricado nella stessa colpa mi umilio ancora davanti a Lui e ai fratelli e mi lascio nuovamente perdonare perché la mia vita deve dar gloria a Dio ancora! Pretendere da me stesso di non peccare più sarebbe grave superbia: mi porterebbe a non voler più dipendere dalla misericordia di Dio, a non voler ammettere di aver bisogno ancora di Lui!
Se non trovo subito l'occasione di ricevere il perdono sacramentale, prometto nel mio cuore di farlo al più presto e chiedo perdono interiormente con la preghiera del pubblicano: "Signore, abbi pietà di me, peccatore"! Così consegno a Gesù il mio peccato per non permettergli di continuare la sua opera distruttrice della gioia, della fede, della sicurezza interiore.
Questa è un'arte da imparare. Se il peccato viene lasciato a se stesso rovina il cuore, si attira l'attenzione della mente, diviene un blocco interiore, fa da sostegno allo scoraggiamento. Bisogna imparare, un po' alla volta, a non dargli tempo nè attenzione, tornando subito col cuore a Gesù. Lo scoraggiamento è un grosso disastro: si crede addirittura di far bene a scoraggiarsi, ed invece questo è un inganno. Lo scoraggiamento è superbia ferita che vuole una rivalsa sull'anima tenendola schiacciata e oppressa. Lo scoraggiamento non viene mai da Dio! Esso è un segno che la mia attenzione è rivolta a me stesso, non impegnata a cercare la gloria di Dio nella mia vita. Lo scoraggiamento è un'astuzia del Maligno che vuole allontanare il peccatore dal perdono di Dio. Guai badarvi!
Ti ripeto la frase di una santa, non ricordo più quale, che mi ha aiutato tanto: "Se guardo a me sono nella tristezza; ma se guardo a Te, Signore, sono nella gioia "!
L'attenzione ai miei peccati è micidiale: essi sono il segno della potenza del "padre delle tenebre" sulla mia vita. Se do importanza ai miei peccati e lascio che essi, con lo scoraggiamento, continuino ad aver influsso su di me, do gloria a colui che li ha provocati: e non vorrei mai dar gloria a Satana!
Per questo stesso motivo alle mie confessioni cerco di esser sincero e completo. Voglio mettere alla luce tutto, ogni peccato, perché il Maligno non possa vantare qualche diritto su una parte del mio cuore. Il padre delle tenebre non deve trovare angoli oscuri nel mio spirito, cosicché possa nascondervisi. Tutto alla luce, tutto alla Luce!
La trasparenza della mia anima è la sua difesa più grande e la sua fortuna più bella!
Don Vigilio Covi
Nessun commento:
Posta un commento