IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY
Per la conversione d'Ars
I profanatori del giorno santo. - L'osteria ed il ballo. - I provvedimenti del giovane pastore. - Gli anatemi contro le osterie. - La loro scomparsa. - Le osterie di Ars, - La condanna della bestemmia. - Contro il lavoro della domenica. - Nessuna dispensa!
L'anno di grazia 1818, fino al tempo in cui la bella stagione favorisce i lavori dei campi più importanti e più rudi, la piccola chiesa di Ars dovette sembrare sufficientemente frequentata, ed il giovane pastore poté anche farsi qualche illusione sul vero stato religioso della sua parrocchia. È ben vero che la ricorrenza della Pasqua gli aveva portato poca consolazione, in quanto aveva servito a fargli conoscere che la maggior parte degli uomini non faceva neppure la Comunione annuale: era forse da 10, 15, 20 anni che alcuni non adempivano più questo loro dovere essenziale 1. Ma, venuto il mese di giugno, coi suoi giorni belli e lunghi, il santo Curato dovette accorgersi, con pena ben maggiore ancora, che la navata della piccola chiesa diventava sempre più deserta: non vi era quasi più nessun uomo e nessun giovane, ed anche le donne diminuivano. Dove erano tutti coloro che mancavano al servizio divino? Fin dall'alba erano usciti di casa con la falce od altri strumenti del mestiere: e quale disgusto in questi placidi mattini, nei quali tutto tace, udire il rumore dei carri trascinai, verso la campagna, e nella fucina l'incudine che risuonava sotto i colpi del martello ... Quali ironiche risposte agli inviti delle campane di Ars! 2.
I profanatori della domenica lavoravano lunghe ore, come loro piaceva; poi, rientrati nelle loro case, mettevano l'abito delle feste. Indi, gli uni si ritiravano in un'osteria, - il piccolo paese di Ars Con duecento abitanti era orgoglioso di possederne quattro 3, - ove, dopo di avere parlato di affari, di vendite e di mercato, bevevano fino all'ubriachezza; altri) giovani e fanciulle che non avevano in testa che giuochi e divertimenti 4, uomini e donne, perfino vecchi sdentati e cogli occhiali 5, si riunivano sotto gli alberi di noce che erano sulla piazza, - vicino al cimitero, di cui il muro basso non velava né croci né tombe - ed al suono di un «organetto» incominciavano una danza che durava fino alla sera fra canti e parole licenziose, accompagnate da scoppi di risa, ed orrende bestemmie 6. E tutto questo il Curato d'Ars poteva constatarlo e udirlo, il suo giardino non essendo chiuso che da una siepe viva 7. Versò lagrime amare e la sua costernazione fu al colmo quando seppe che tale disordine avrebbe continuato fino all'ottobre, aggravandosi, in occasione della festa di S. Sisto, patrono di Ars, che si sarebbe celebrata con banchetti, balli e musica in piazza. Peggio ancora! Ars diventava il ritrovo dei ballerini e ballerine del vicinato 8.
Ma donde veniva a questo paese tale sete di divertimento?
Ars sta ad eguale distanza fra i confini della Saòne e le paludi della Dombes, ed è favorito di un clima quanto mai molle. Il Curato Vianney, già prima di andarvi, tremava al pensiero di ivi dannarsi. Gli abitanti d'Ars hanno nella parola, che assomiglia ad un canto, una flessione che tradisce una volontà assopita: avidi di benessere ed ardenti al piacere, se non sono sostenuti da buon sentimento di fede, si lasciano facilmente sopraffare dalla vita dei sensi 9.
Ben sappiamo quale fede fosse quella che vi era in Ars, verso il 1818. Perfino al castello, su questo punto non si andava. tanto per il sottile, ed i divertimenti, di cui là si faceva pompa, erano di pessimo esempio per gli abitanti del vicinato, specialmente per il popolo. Anche la contessa d'Ars, non trovava sconveniente si danzasse nella sua casa, quando vi erano invitati, oltre i membri della sua famiglia, anche quelli dei Cibeins e dei Gillet della Valbreuse ...
Povero Curato Vianney! Sotto i suoi occhi si offrivano alle anime mille occasioni di peccato; ed egli doveva salvare queste anime e rivendicare l'onore di Dio. Con una sola maledizione colpì bestemmia e lavoro della domenica, danze ed osterie, ritrovi sulle pubbliche vie e veglie nelle case, canzoni e conversazioni oscene: e prese di fronte tutti questi mali, nel medesimo tempo. Per vari anni, secondo il consiglio di San Paolo: «insiste, corregge, esorta dal pulpito, nel confessionale, nelle visite, negli incontri, a tempo opportuno ed anche non opportuno» 10, senza lasciarsi arrestare da nessuna difficoltà.
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Canonico FRANCESCO TROCHU
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