domenica 14 settembre 2025

Il Rosario si compone di preghiera vocale e mentale: vocale nelle preghiere che recita, mentale nei misteri che medita: mentre preghiamo, parliamo con Dio; mentre meditiamo, parla Dio con noi.

 



ROSARIO

 nella eloquenza di 

VIEIRA


SERMONE PRIMO 

CON IL SS. ESPOSTO


Mentre Gesù parlava alle folle, una certa donna dalla folla alzò la voce e gli disse: Beato il ventre che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato. Ma egli rispose: Anzi, beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono.


Pregando Cristo Redentor nostro a una grande moltitudine di buoni e cattivi ascoltatori, dopo aver convinto con forza di evidenti ragioni la ribellione dei cattivi, alzò la voce una buona donna, dicendo: "Beatus venter, qui te portavit, ut ubera quae suxisti": Beato il ventre che ha portato dentro di sé tale Figlio, e beati i seni a cui è stato allattato. Il Signore non negò ciò che disse la devota donna, perché erano degni lodi della benedetta tra tutte le donne; ma poiché nel rompere quelle voci mostrava bene il giudizio intero che aveva fatto di ciò che aveva udito, rispose il Divino Maestro: "Quinimo, beati qui audiunt verbum Dei, et custodiunt illud": Anzi ti dico, che beati sono, come hai fatto tu, coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono. Questo è puntualmente, e lettera per lettera, tutto ciò che ci riferisce l'Evangelista S. Luca nel testo che ho proposto, ampio per tema, ma breve per Vangelo, e più in giorno di così grande solennità. Ciò che noto in esso, e mi sorprende molto, è che in tale tempo e in tale concorso, questa donna parlasse con Cristo, e Cristo le rispondesse. Non è una mia ponderazione, ma dello stesso Evangelista: "Factum est autem, cum haec diceret, extollens vocem quaedam mulier de turba, dixit illi". Quel termine, "factum est autem", è una prefazione, in cui l'Evangelista mostra che passa a dire un caso raro, notevole, nuovo, che in nessun modo si poteva aspettare, né presumere. E così fu. Che nel mezzo della predicazione, parli una donna, non è novità: ma che alzi la voce: "Extollens vocem"; e che parli, non con altri, ma con lo stesso Predicatore: "Dixit illi?" Caso fu molto notevole. Però che il Predicatore essendo Cristo, nel mezzo e alla fine della predicazione, "Cum haec diceret", non solo dia ascolto alla donna, ma le risponda, e con gli stessi termini: "Beatus venter, Beati qui audiunt?" Maggiore caso, e più notevole ancora. Ma così doveva essere, e così importava che fosse. Perché, o per che? Perché i predicatori che nei misteri e solennità della Vergine Signora hanno tanto lavoro nell'accomodare gli Evangeli, avessimo un Vangelo molto proprio, molto proporzionato, molto naturale, e molto facile, con cui predicare del suo Rosario. E questa è la ragione per cui la Chiesa Cattolica, illuminata dallo Spirito Santo, istituisce un nuovo Ufficio, e nuova Messa del Rosario, ordinò di cantare in essa, non altro, se non l'Evangelo che avete udito, e io ho riferito tutto. Così che questo Vangelo è più proprio e accomodato; e questo, nella sua stessa brevità, il più capace di poter predicare in esso la devozione santissima del Rosario, e di dichiarare in esso l'essenza e le eccellenze di così sovrana preghiera.

S. Giovanni Crisostomo e S. Gregorio Nisseno, due grandi lumi della Chiesa e loro interpreti, hanno definito la preghiera perfetta in questo modo: S. Crisostomo parlando della preghiera comune nel primo libro, "De orando Deum", dice che la preghiera perfetta è un colloquio dell'uomo con Dio: "Colloquium animae cum Deo". E S. Gregorio Nisseno commentando particolarmente la preghiera del Padre Nostro, che è la prima e principale del Rosario, dice che la preghiera perpetua è una pratica di conversazione con Dio: "Est conversatio, sermocinatioque cum Deo". E quale fondamento hanno avuto questi grandi Dottori, a cui seguono Santo Tommaso e tutti i teologi, per definire la preghiera con il nome di colloquio, di conversazione e di pratica con Dio? Il fondamento che entrambi hanno avuto è che il colloquio, la pratica e la conversazione non sono solo parlare, ma parlare e ascoltare: è dire da una parte e rispondere dall'altra: e in questa comunicazione reciproca consiste l'essenza e l'eccellenza della preghiera perfetta. Nella preghiera meno perfetta l'uomo parla con Dio, nella preghiera perfetta e perfettissima l'uomo parla con Dio e Dio con l'uomo. E questo è ciò che esercita reciprocamente il Rosario, come preghiera perfettissima, nelle due parti di cui è composto. Il Rosario si compone di preghiera vocale e mentale: vocale nelle preghiere che recita, mentale nei misteri che medita: mentre preghiamo, parliamo con Dio; mentre meditiamo, parla Dio con noi. Le nostre preghiere sono voci, la nostra meditazione è silenzio: ma in questo silenzio ascoltiamo meglio di quanto siamo ascoltati nelle voci: perché nelle voci Dio ascolta noi, nel silenzio noi ascoltiamo Dio. Tale è il colloquio della preghiera perfetta, tale la pratica del Rosario, e tale, con tutta proprietà, il dialogo del nostro Vangelo. La donna parlò con Cristo e Cristo rispose alla donna: la donna disse da parte sua: "Dixit illi"; e Cristo disse anche da parte sua: "At ille dixit": lei disse bene, perché disse: "Beatus venter"; il Signore disse meglio, perché disse: "Quinimó, beati". E perché nella parte vocale Dio ascolta, e nella parte mentale ascolta l'uomo; lei alzò la voce, affinché il Signore ascoltasse le sue parole: "Extollens vocem": e il Signore lodò gli orecchi con cui lei aveva ascoltato le parole di Dio: "Qui audiunt verbum Dei". Supposto dunque che nel caso del presente Vangelo abbiamo storicizzato il Rosario, e riassunta, con tanta proprietà, l'idea della sua ammirabile composizione, così come Dio prima formò il corpo di Adamo, e poi gli infuse l'anima; lo stesso farò io. La parte mentale, che è l'anima del Rosario, rimarrà per un altro discorso; in questo tratterò solo della vocale, che è il corpo; voglia Dio che mi spetti in essa. L'argomento non deve essere mio, ma di chi ha alzato la voce: "Extollens vocem". La stessa che ha alzato la voce, ha sollevato l'argomento. Così ciò che intendo mostrare, e che vedremo oggi, sarà: che la preghiera vocale del Rosario, in quanto vocale, è la più alta e elevata di tutte: "Extollens vocem". Affinché la Signora ci assista con la sua grazia, offriamole ora una volta ciò che tante volte ripetiamo nel Rosario: Ave Maria.


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