venerdì 29 marzo 2024

VI HO CREATI CON TANTO AMORE, VOI MI AVETE RINNEGATO, MI AVETE TRADITO.

 


Carbonia 23bis.03.2024 (Locuzione al Colle)

Vi ho creati con tanto amore, voi Mi avete rinnegato, Mi avete tradito.

Il Signore dice:
Le porte degli inferi non prevarranno! Ecco il Signore che torna, manifesterà la sua giustizia.

Preparatevi, o uomini, preparatevi, oh voi tutti lontani da Dio, accorrete a Me, accorrete a Me, inginocchiatevi al vostro Dio. Abbandonate le cose del mondo, la vita su questa Terra sta per essere cambiata, tutto sarà trasformato, il Dio dell’eterno Amore viene a rinnovare ogni cosa!
Oh uomini, oh figli miei, quanto dolore in Me, quanto dolore! Quanto è grande questa passione infinita, interminabile tutto! Voi continuate a trafiggermi, su questa croce Io sono appeso ancora per i vostri peccati!

Sono il vostro Dio. Vi ho creati con tanto amore, voi Mi avete rinnegato, Mi avete tradito, vi siete donati al nemico.
Figli miei, il mio dolore è infinito. Ora scenderò da questa croce, scenderò da questa croce, ripulirò questa Terra da tutto il marcio di Satana e caccerò all’Inferno con lui tutti i traditori, tutti i malfattori; prenderò con Me il mio Popolo, aprirò la porta santa e lo farò passare lì, lo metterò nel mio giardino, lo metterò a godere di una vita nuova, della vera vita, la VERA VITA, la vita eterna in Me.

Quello che Adamo ha rinnegato assieme ad Eva, ecco che Io lo riformerò in Terra nuova e santa. Il mio popolo fedele, con l’obbedienza a Me sarà accolto nella mia Terra nuova e sarà messo a godere in eterno nel mio Tutto, del mio Bene infinito.

Sono qui con voi. La Santissima Trinità è discesa su questo colle, vi abbraccia, vi benedice.
Non discostatevi da questi messaggi, date risposta al Signore, seguite il Santo Vangelo, figli miei, il Santo Vangelo. Pregate, inginocchiatevi, chiedetemi perdono. La Terra ormai verrà trasformata. Questa Umanità si perderà se non sarà tornata a Me.

Sono ormai sulla Terra, figli miei, ho deciso di rinnovare questo mondo, ho deciso figli miei, ho deciso di dire il mio Basta! Basta! Basta! Vedo la vostra sofferenza. La mia Madre Santissima soffre, la mia Madre Santissima piange, la Madre mia Santissima implora il Padre perché a tutto venga posto fine, a tutto questo dolore che c’è sulla Terra. Lei vuole salvare i suoi figli come Io voglio salvare i miei figli.

Radunatevi in preghiera, figli miei! Questo colle attende di essere goduto perché Dio presto si manifesterà in questo colle. Ecco, voi non credete ancora le mie parole ma presto vi ricrederete perché tutto ciò Io ho detto si rivelerà ai vostri occhi. Tutte le cose che Io vi ho annunciato si manifesteranno perché la Parola di Dio è Una. Una! Non voltatemi le spalle, non siate stolti, figli miei, Io noto ancora su di voi la stoltezza, il tradimento, l’avarizia, il rinnegamento a Me che sono il vostro Dio. Io vi ho accolti per portarvi con Me a godere di una vita nel gaudio eterno dell’amore!

Io sono qui e vi benedico, figli miei. Ancora vi chiamo, in particolare voi che state ancora lontani e non volete tornare a Me. Sono costretto a far sì che questo mondo venga cambiato attraverso le catastrofi che ora si susseguiranno una dietro l’altra. La vostra scelta è stata quella del mondo. Ecco, Io devo salvare i miei figli, devo mettere fine a questo disastro che c’è nei vostri cuori. Tornate a Me in fretta, l’ora è finita.

Nel Nome del Padre, nel Nome del Figlio e dello Spirito Santo, Io benedico questo colle, ogni persona che vi metterà piede. Venite, figli miei, venite e sarete accolti dal Padre vostro, sarete abbracciati dalla vostra Madre SS.ma, sarete rinnovati nel cuore. Non mantenete gli impegni su questa Terra, non serve a nulla. Mollate tutto, figli miei, tenete nel vostro cuore solo la preghiera, il rosario nelle mani e una vita pura seguendo il Santo Vangelo. Non vi dico di abbandonare il lavoro ma vi dico di mettere Dio al primo posto, poi tutte le cose vi saranno date di conseguenza. Amen.

La guerra Europea e le Profezie



Visione della Ven. Elisabetta Canori Mora morta il 5 Febbraio 1825. 

Elisabetta Canori Mora, in una estasi, vide S. Pietro, rivestito degli abiti pontificali, scendere sulla terra e segnare una gran croce, e vedeva a ciascuno dei quattro lati sorgere un rigoglioso mistico albero con verdeggianti rami e preziosissimi frutti. Ciò fatto, S.Pietro raccoglieva tutti i buoni, che si erano mantenuti fedeli alla legge di G. Cristo, e li adunava all’ombra degli alberi compresi i religiosi e le religiose: sceverava tra essi e tra i sacerdoti secolari quelli fedeli da quelli che andavan dietro alle false massime della filosofia presente. I primi li vedeva sotto il simbolo di pecorelle rifugiate sotto i rami degli alberi : gli altri, lasciati in balìa di se stessi, erano esposti ai grandi castighi che Dio scaricava sul mondo perverso. D’un subito un turbine di caliginoso vento si scatenava per l’aria che terrorizzava. A tale fracasso si vedevano animali ed uomini uscir spaventati in mezzo ad una confusione indescrivibile, e come frenetici uccidersi gli uni cogli altri, mentre Dio, per punire l’orgoglio e l’empia baldanza di coloro, che volevano abbattere la Chiesa di Cristo, permetteva alla podestà delle tenebre di uscire dalle bolge infernali, le quali mettevano a soqquadro palazzi, ville ; rovinando villaggi, città e province, e facendo crudo scempio degli uomini ribelli e uccidendoli barbaramente. Passata questa tempesta vedeva S. Pietro scendere di nuovo dal cielo, e scacciare gli spiriti maligni e dare, ai pochi fedeli rimasti, consolazione e pace. 

giovedì 28 marzo 2024

 


Svegliatevi, in questo tempo di misericordia! La mia giustizia è all'orizzonte. L'ora è tarda.

 


Figlio mio, scrivi queste parole come io ti istruisco. Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me". Matteo 15:8. Popolo mio, quanti di voi rendono onore alle labbra, ma non al cuore? Devo ripetermi, perché gli occhi sono ciechi e le orecchie sorde alle mie parole. Capite veramente le grazie e i doni che vi sono stati dati nel Santo Sacrificio della Messa? Leggete i Salmi 115:12-14,17. Che cosa renderò al Signore per tutte le cose che mi ha reso? Prenderò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Pagherò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo. Ti offrirò il sacrificio di lode e invocherò il nome del Signore. Popolo mio, siete così lenti a comprendere il significato di queste parole? Sapete davvero come invocare il nome del Signore? Pensate di poter invocare il mio nome con le vostre forze? Popolo mio, sapete che il Santo Sacrificio della Messa è la preghiera più potente che esista? Il Figlio di Dio porta le vostre richieste al Padre. In verità vi dico che molti non ricevono perché non chiedono. Voi non siete degni di nessuno dei miei meriti e delle mie grazie. La mia Parola dice: "Che cosa renderò al Signore per tutte le cose che mi ha reso? "In realtà non potrete mai offrire a mio Padre qualcosa di vostro per ricompensare la sua misericordia e la sua grazia nei vostri confronti. Ma potete offrire e ricevere il calice della salvezza da e per mio Padre. Questa è l'unica offerta veramente degna del Padre mio. Perché io, il Figlio di Dio, mi offro al Padre per il mio popolo. In verità, popolo mio, se credeste a questo nel vostro cuore, la vostra vita cambierebbe. Quanti vanno a messa per obbligo? Quanti sono distratti durante la messa da pensieri e desideri mondani? Quanti non vedono l'ora che la messa finisca per poter andare avanti con la propria vita? Quanti mi ricevono nella Santa Comunione e trascorrono poco o niente tempo in preghiera con me? Quanti del mio popolo frequentano veramente la messa per stare con mio Padre, lo Spirito Santo e me stesso? Quanti sono più interessati a ciò che indossano gli altri o a chi partecipa alla Santa Messa? Popolo mio, se potete davvero rispondere a queste domande con un sì, non mi conoscete davvero intimamente. Perché nella Santa Messa, Dio Onnipotente si umilia, per condividere intimamente se stesso con voi. Vi lamentate dell'aridità spirituale e della mancanza di risposte alle vostre preghiere. Ma non sapete nemmeno come pregarmi. Quando partecipate alla Santa Messa, concentratevi solo su di me e io riverserò le mie grazie e i miei meriti sulla vostra anima, perché mi dono interamente a voi, il mio Corpo, il mio Sangue, la mia Anima e la mia Divinità. Cosa vi chiedo in cambio? In verità, non c'è nulla di naturale o spirituale che tu possa darmi. Vi chiedo solo il vostro amore. Vi amo e desidero amare ed essere amato. Amo i miei figli e voglio condividere me stesso con tutti i miei figli. Popolo mio, voi chiedete e non ricevete, perché chiedete nella vanità e con desideri egoistici. Vi chiedo di venire a me e io vi ristorerò. La mia Santa Eucaristia nutre spiritualmente il mio popolo. Il corpo umano ha bisogno di cibo per sopravvivere. Così la vostra anima ha bisogno delle mie grazie per non morire. In questo mondo di male, avete bisogno di un rinnovamento quotidiano delle grazie per non cadere nella trappola di Satana. Ricevete la mia sacra umanità, il mio prezioso Sangue, la mia anima e la Santa Trinità. Cosa si può desiderare di più di quello che posso darvi? Nella mia era di pace, il mio popolo sarà devoto alla mia presenza eucaristica. Abbracciate ora la mia presenza eucaristica, o non potrete entrare nella mia era di pace. Perché tutto ciò che non è di me sarà spazzato via dal mio spirito di purificazione. Il mio popolo è spiritualmente debole perché crede all'inganno di Satana. Volete le mie benedizioni, ma non volete conoscermi. In realtà, la benedizione è Me stesso e la mia presenza nella vostra vita. Se non capite questo, non mi capite. È molto semplice. Se volete essere il mio popolo, dovete conoscermi ora. Domani sarà troppo tardi; a molti dirò: "Non ti ho mai conosciuto". Non permettete di essere tra coloro a cui rivolgo queste parole. In quel momento sarà troppo tardi. Ecco, questo è il tempo accettabile. Ora è il giorno della salvezza. Vi prego di meditare su queste parole. Che le mie parole non diventino solo vuota conoscenza. Ma lasciate che le mie parole penetrino nel vostro cuore e nella vostra anima. Le mie parole sono vive e potenti. La vostra vita può veramente cambiare credendo e avendo fede nelle mie parole. Chiedetemi e ricevete i miei meriti e le mie grazie nella Santa Messa. Ricevetemi degnamente con devozione e io vi benedirò veramente. Perché non si può essere più generosi di Dio. Gli eventi stanno accadendo rapidamente. Svegliatevi, in questo tempo di misericordia! La mia giustizia è all'orizzonte. L'ora è tarda. Lascia che la mia forza diventi la tua forza. Ricevete ogni giorno le mie grazie ed entrate nella mia pace e nel mio riposo". Queste sono le parole del Signore. 

22 agosto 2007


Una sorprendente effusione di pentimento

 


Maria 

Improvvisamente, prima che tutti questi eventi accadano, ci sarà un dono del cielo, dato senza che l’uomo lo abbia guadagnato e anche senza averlo chiesto di suo, decretato dal Padre celeste. Il flusso del cielo strariperà nel flusso del genere umano. La potenza divina, la pulizia divina e la luce divina improvvisamente invaderanno la mente e il cuore dell’uomo. Sì, dico “invadere”, perché l’uomo non fa sforzi per salvare sé stesso, nessuno sforzo di gridare a Dio. Tuttavia, il Padre celeste vede quello che è avanti. Egli vede gli eventi suscitati dal Maligno. Egli vede le forze distruttive che i suoi scagnozzi hanno acquistato. 


Cielo con la Terra 

Così, egli decreterà che le benedizioni del cielo siano versate, che il flusso celeste cominci a mescolarsi con il flusso del genere umano. Non starà nemmeno ad aspettare che l’uomo lo chieda o ad invitarlo. Lo farà. Il cielo si mescolerà con la terra. Le persone riceveranno doni celesti senza chiedere. Ciò che è importante è che l’uomo accetti questi doni e li veda per quello che sono – l’aiuto finale del Padre, l’ultima possibilità di sopravvivere a ciò che sta per accadere. 

Come sono difficili da descrivere questi doni ad un mondo che capisce così poco della vita celeste e dei suoi poteri. Tuttavia, cercherò di spiegare in parole semplici. 


Una pesca miracolosa 

In primo luogo, ci sarà uno spirito di penitenza, un pentimento su larga scala proveniente dalla luce celeste che sgorgherà all’interno di ogni persona. Le persone vedranno quello che hanno fatto. Come hanno camminato lontano dalla fede della loro infanzia, come hanno camminato nel buio e scelto la terra sopra il cielo. In questa luce, si pentiranno, dicendo: “Devo ritornare alla fede della mia infanzia. Devo prendere quello che ho messo da parte”. Sarà come la pesca miracolosa. La barca della Chiesa sarà straripante e ai pastori sarà necessario chiamare altre barche per tenere la folla. 

Tutti saranno stupiti. Nessun grande predicatore è nato a suscitare la fede nel popolo. Nessun evento grande è successo per farli inginocchiare. Si tratta di una dolce, luce nascosta posta nei cuori di coloro che conservano ancora gli elementi di base della fede. Questo è da dove inizierò. Quando la Chiesa noterà uno spirito di pentimento tra i loro membri che si sono allontanati ed un ritorno alla pratica attiva, sapranno che maggiori grazie stanno per essere rilasciate. 

Commento: Molti conservano alcuni aspetti della fede. Questi sono quelli che sono in qualche modo preparati a ricevere lo spirito di pentimento. 

09/09/2011 

IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI

 


Caratteri dello spirito diabolico circa i moti o atti della volontà, affatto opposti ai caratteri dello spirito di Dio. 


***

§. VII. 

 138. Sesto carattere si è l'insofferenza ne' travagli. Questo punto non ha bisogno di molta espressione: perché ognuno sa che il demonio non è capace d'ingenerare ne' nostri animi sentimenti di pazienza, anzi è tutto intento a risvegliare affetti d'ira e di risentimento. Se accade che alcuno sia toccato sull'onore con qualche affronto, o perseguitato con mormorazioni e calunnie, entra egli nella sua fantasia, risveglia la memoria de' torti ricevuti, ne aggrava i motivi, gli avviva con una luce d'inferno; sicché una paglia sembri una trave, ed un granello di arena comparisca un monte. Poi s'insinua nel senso interiore, e con la commozione degli umori e del sangue, accende la bile e l'infiamma, e solleva nell'animo una nera caligine che va ad offuscare la ragione. Turbata poi la ragione, gli fa parere giusto ogni risentimento, lecito ogni trasporto: ed urtandolo internamente, e concitandolo con i moti dell'ira già accesa, lo trasporta ciecamente alla vendetta; e talvolta lo fa correre impetuosamente alle ferite ed al sangue. Ecco i caratteri dello spirito demoniaco in tempo di certi travagli che vanno a pungere il cuore.

139. Vediamolo in Saulle. Prostrato il gigante Golia, se ne torna David glorioso e trionfante, portando in mano il capo reciso del suo nemico, quasi trofeo di sì illustre vittoria. Dovunque passa, le donne applaudono con lieti canti alla nobile azione del generoso combattente ripetendo a cori pieni: «Saul ha ucciso i suoi mille, Davide i suoi diecimila» (1Sam. 18,7). Sente questo canto Saulle, e se ne offende. Prende il demonio questa occasione di investirlo col suo spirito torbido; entra in lui: “Il giorno dopo, un cattivo spirito sovrumano s'impossessò di Saul, il quale si mise a delirare in casa. Davide suonava la cetra come i giorni precedenti e Saul teneva in mano la lancia” (1Sam. 18,10): gli altera la fantasia, gli fa parere che tutto il popolo cospiri alle glorie di David, e che già voglia esaltarlo al trono d'Israele: “Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dato mille. Non gli manca altro che il regno» (1Sam. 18,8). Gli desta poi nel cuore un odio mortale verso la sua persona, ed una somma invidia alle sue glorie. Agitato da questo spirito diabolico l'infelice re, non teme di vibrare una lancia verso l'innocente giovane, mentre questi si trattiene placidamente cantando nella sua reggia: e tenta di trucidare colle proprie mani il più valoroso guerriero del suo regno, l'eroe più benemerito della sua corona. Intanto Gionata suo figliuolo, inorridito a tanta barbarie che scorge nel padre, procura di sgominar la sua mente da tante ombre diaboliche, ed il suo cuore da tanti torbidi affetti, con porgli avanti gli occhi le prodezze di David, la salute da lui recata ad Israele, la sua innocenza, il suo valore; e con le sue dolci persuasive lo fa tornare a sé stesso: sicché scacciato da sé il demonio, comparisce affatto cangiato da quel di prima, e giura di non mai più tramare insidie alla vita del buon David: “Saul ascoltò la voce di Giònata e giurò: «Per la vita del Signore, non morirà!» (1Sam. 19,6). Ma che! poco dopo invaso nuovamente dallo spirito del demonio, ripiglia le sue ombre, le sue smanie, le sue furie, e vibra un'altra volta l'asta inverso lui per dargli morte: “Ma un sovrumano spirito cattivo si impadronì di Saul. Egli stava in casa e teneva in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra. Saul tentò di colpire Davide con la lancia contro il muro. Ma Davide si scansò da Saul, che infisse la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte fu salvo (1Sam. 19, 9-10). E qui senza passare più avanti, si osservi nello spirito di Saulle (che veramente. era diabolico) verso un nemico innocente, quali sono i caratteri dello spirito del demonio verso un nemico colpevole. 

 140. Se poi i travagli da cui la persona è assalita, siano di dolori, o d'infermità corporali; o siano per la perdita della roba, per la morte de' parenti più stretti e degli amici più cari, o per altri mali che nascono da cagioni necessarie; molto più allora il demonio, nemico della sofferenza, la stimolerà alle impazienze, ai lamenti, alle querele, alle smanie, alle disperazioni: e da questi affetti inquieti si conoscerà, che dal suo spirito malvagio ella è agitata. Anche di questo abbiamo un esempio illustre nelle sacre carte. Tanto Giobbe, quanto la sua consorte furono tocchi dal flagello di Dio; perché fu ad ambedue comune la morte dolorosa dei figliuoli, comune il diroccamento delle case, la perdita degli armenti, la uccisione de' servi: in somma comuni furono i disastri e le estreme miserie in cui in un subito precipitarono. Contuttociò il santo Giobbe, che possedeva lo spirito retto del Signore, all'improvviso annunzio di tante e sì infauste novelle, si armò di una invitta pazienza, chinò la testa e si conformò alla volontà di Dio con quelle belle parole: «Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!». (Gb.1,21). All'opposto la moglie, che diede adito allo spirito diabolico, non solo non soffrì con pazienza tali infortuni, ma incominciò con rabbia infernale ad insultare alla stessa eroica pazienza del suo marito, ripetendogli in faccia quelle empie parole: «Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!» (Gb.2,9). Vegga il direttore in questo paragone i diversi movimenti che fanno nel cuor dell'uomo lo spirito di Dio, e del demonio in tempo dei travagli e delle calamità. 

***

G. BATTISTA SCARAMELLI SERVUS IESUS 

LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


VENTESIMA ORA 

Da mezzogiorno all’1 Prima ora di agonia sulla croce 


[Prima parola: “Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno”]  

Crocifisso mio Bene, Ti vedo sulla croce come sul tuo trono  di trionfo, in atto di conquistare tutto e tutti i cuori e di attirarli tanto a Te, che tutti sentano il tuo sovrumano potere. La natura, inorridita di tanto misfatto, si prostra innanzi a Te ed in silenzio aspetta un tuo detto, per renderti onore e far riconoscere il tuo dominio; il sole piangente ritira la sua luce, non potendo sostenere la vista di Te, troppo dolorosa; l’inferno sente terrore e, silenzioso, aspetta. Sicché tutto è silenzio. 

La tua trafitta Mamma, i tuoi fidi sono tutti muti e pietrificati alla vista, ahi! troppo dolorosa della tua squarciata e slogata Umanità e, silenziosi, aspettano una tua parola. La tua stessa Umanità che giace in un mare di dolori tra gli spasimi atroci dell’agonia, è silenziosa, tanto che si teme che da un respiro all’altro Tu muoia. Che più? Gli stessi perfidi giudei, gli stessi spietati carnefici che sino a poco fa Ti oltraggiavano, Ti schernivano, Ti chiamavano impostore, malfattore, gli stessi ladroni che Ti bestemmiavano, tutti tacciono, ammutoliscono; il rimorso li invade e, se qualche insulto si sforzano di lanciarti, questo muore sulle loro labbra. 

Ma penetrando nel tuo interno, vedo che l’amore rigurgita, Ti soffoca e non puoi contenerlo e, costretto dal tuo amore, che Ti tormenta più delle stesse pene, con voce forte e commovente  Tu parli. Da quel Dio che sei, levi i morenti tuoi occhi al cielo ed esclami:  

“Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno!”.  

E di nuovo Ti chiudi nel silenzio, immerso in pene inaudite. 

Crocifisso Gesù, possibile tanto amore? Ah! Dopo tante pene ed insulti, la prima parola è il perdono e ci scusi, innanzi al Padre, di tanti peccati. Ah! Questa parola la fai scendere in ogni cuore dopo la colpa, e sei Tu il primo ad offrire il perdono.  

Ma quanti la respingono, e non l’accettano! Il tuo amore allora va in follie, perché Tu, smaniando, vuoi dare a tutti il perdono ed il bacio di pace. A questa tua parola l’inferno trema e Ti riconosce Dio, la natura e tutti restano attoniti e riconoscono la tua Divinità, il tuo inestinguibile amore e, silenziosi, aspettano per vedere dove esso giunge. 

E non è solo la tua voce, ma anche il tuo Sangue, le tue piaghe, che gridano ad ogni cuore dopo il peccato: “Vieni nelle mie braccia, ché ti perdono e il suggello del perdono è il prezzo del mio Sangue”. O mio amabile Gesù, ripeti ancora questa parola a quanti peccatori stanno nel mondo. Per tutti implora misericordia, per tutti applica i meriti infiniti del tuo preziosissimo Sangue, per tutti, o buon Gesù, continua a placare la Divina Giustizia e dà grazia a chi, trovandosi in atto di dover perdonare, non ne sente la forza. 

Mio Gesù, Crocifisso adorato, in queste tre ore di amarissima agonia Tu vuoi dare compimento a tutto. E mentre, silenzioso, Te ne stai su questa croce, vedo che nel tuo interno vuoi soddisfare in tutto il Padre. Lo ringrazi per tutti, soddisfi Tu per tutti, per tutti chiedi perdono e a tutti impetri grazia che mai più Ti offendano; e per impetrare ciò dal Padre, riepiloghi tutta la tua vita, dal primo istante del tuo  concepimento fino all’ultimo respiro.  

Mio Gesù, amore interminabile, lascia che anch’io riepiloghi tutta la tua vita con Te, con l’inconsolabile Mamma, con San Giovanni e con le pie donne. Mio dolce Gesù, Ti ringrazio delle tante spine che hanno trafitto la tua adorabile Testa, delle gocce di Sangue da questa versate, dei colpi che su di essa hai ricevuti e dei capelli che Ti hanno strappato. Ti ringrazio di quanto bene hai fatto e hai impetrato a tutti, dei lumi e delle buone ispirazioni che ci hai date e di quante volte hai perdonato tutti i nostri peccati di pensieri, di superbia, di orgoglio e di propria stima.  

Ti chiedo perdono a nome di tutti, o mio Gesù, di quante volte Ti abbiamo coronato di spine, di quante gocce di Sangue Ti abbiamo fatto versare dal sacratissimo tuo Capo, di quante volte non abbiamo corrisposto alle tue ispirazioni. Per tutti questi dolori da Te sofferti Ti prego, o buon Gesù, d’impetrarci la grazia di non commettere mai più peccati di pensieri. Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nella tua santissima Testa, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato se avessero fatto buon uso della loro intelligenza. 

Adoro, o Gesù mio, i tuoi santissimi occhi e Ti ringrazio di quante lacrime e Sangue han versato, per le punture crudeli delle spine, per gli insulti, le derisioni e i vilipendi sostenuti in tutta la tua Passione. Ti chiedo perdono per tutti quelli che si servono della vista per offenderti e oltraggiarti, pregandoti, per i dolori sofferti nei tuoi sacratissimi occhi, a compartirci la grazia che nessuno più Ti offenda con gli sguardi cattivi. Intendo ancora offrirti tutto quello che Tu stesso soffristi nei tuoi santissimi occhi, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se i loro sguardi fossero fissi solo al Cielo, alla Divinità e a Te, o mio Gesù. 

 Adoro le tue santissime orecchie. Ti ringrazio di quanto soffristi mentre i manigoldi sul Calvario Te le assordavano con grida e scherni. Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quanti discorsi cattivi si ascoltano, e Ti prego che si aprano le orecchie di tutti gli uomini alle verità eterne, alle voci della grazia e che nessuno più Ti offenda col senso dell’udito. Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo santissimo udito, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se di quest’organo avessero fatto santo uso. 

 Adoro e bacio, o Gesù mio, il tuo santissimo Volto e Ti ringrazio di quanto soffristi, per gli sputi, schiaffi e scherni ricevuti e per quante volte Ti lasciasti calpestare dai tuoi nemici. Ti domando perdono a nome di tutti, per quante volte si è avuto l’ardire d’offenderti, pregandoti per questi schiaffi e per questi sputi di far sì che da tutti venga riconosciuta, lodata, glorificata la tua Divinità. Anzi, o mio Gesù, intendo io stessa andare per tutto il mondo, dall’oriente all’occidente, da mezzogiorno a settentrione, unire tutte le voci delle creature e cambiarle in altrettanti atti di lode, d’amore e di adorazione. Intendo ancora, o mio Gesù, portare a Te tutti i cuori delle creature, affinché in tutti Tu possa gettare luce, verità, amore, compatimento alla tua Divina Persona. E mentre perdonerai tutti, io Ti prego di non permettere che nessuno più Ti offenda, se fosse possibile anche a costo del mio sangue. Intendo infine offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo santissimo Volto, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se nessuno avesse ardito offenderti.

Adoro la tua santissima bocca e Ti ringrazio dei tuoi primi vagiti, di quanto latte succhiasti, di quante parole dicesti, dei baci infocati che desti alla tua santissima Madre, del cibo che prendesti, dell’amarezza del fiele e della sete ardente che soffristi sulla croce, delle preghiere che innalzasti al Padre, e Ti chiedo perdono per quante mormorazioni e discorsi cattivi e mondani si fanno e per quante bestemmie pronunziano le creature. Intendo offrire i tuoi santi discorsi in riparazione dei loro discorsi non buoni, la mortificazione del tuo gusto per riparare le loro golosità e tutte le offese che Ti hanno arrecato col cattivo uso della lingua. Intendo offrirti tutto ciò che soffristi nella tua santissima bocca, per darti io tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se nessuna avesse ardito offenderti col senso del gusto e con l’abuso della lingua.  

O Gesù, di tutto Ti ringrazio e, a nome di tutti, T’innalzo l’inno di un ringraziamento eterno, infinito. Intendo, o mio Gesù, offrirti tutto ciò che hai sofferto nella tua santissima Persona, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato tutte le creature, se avessero uniformata la loro vita alla tua. 

Ti ringrazio, o Gesù, per quanto hai sofferto nelle tue santissime spalle, per quanti colpi hai ricevuti, per quante piaghe Ti sei lasciato aprire sul tuo sacratissimo Corpo e per quante gocce di Sangue hai versato. Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quante volte per amore delle comodità Ti hanno offeso con piaceri illeciti e non buoni. Ti offro la tua dolorosa flagellazione per riparare tutti i peccati commessi con tutti i sensi, l’amore ai propri gusti, ai piaceri sensibili, al proprio io, a tutte le soddisfazioni naturali, e intendo pure offrirti tutto ciò che hai sofferto nelle tue spalle, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se in tutto avessero cercato di piacere a Te solo e di rifugiarsi all’ombra della tua divina protezione. 

Gesù mio, bacio il tuo piede sinistro. Ti ringrazio di quanti passi facesti nella tua vita mortale e di quante volte stancasti le tue povere membra per andare in cerca di anime da condurre al tuo Cuore. Ti offro perciò, o mio Gesù, tutte le mie azioni, passi e movimenti, con l’intenzione di darti riparazione per tutto e per tutti. 

Ti chiedo perdono per quelli che non operano con retta intenzione. Unisco le mie azioni alle tue per divinizzarle, e le offro unite a tutte le opere che facesti con la tua santissima Umanità, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato le creature, se avessero operato santamente e con fini retti.  

Ti bacio, o Gesù mio, il piede destro e Ti ringrazio di quanto hai sofferto e soffri per me, specialmente in quest’ora che sei pendente dalla croce. Ti ringrazio per lo straziante lavorio che fanno i chiodi nelle tue piaghe, le quali si squarciano sempre più al peso del tuo sacratissimo Corpo. Ti chiedo perdono di tutte le ribellioni e disobbedienze che commettono le creature, offrendoti i dolori dei tuoi santissimi piedi in riparazione di queste offese, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se in tutto fossero state soggette a Te.  

O mio Gesù, bacio la tua santissima mano sinistra. Ti ringrazio di quanto hai sofferto per me, di quante volte hai placata la Divina Giustizia, soddisfacendo per tutti. Bacio la tua mano destra e Ti ringrazio di quanto bene hai operato e operi per tutti; in modo speciale Ti ringrazio delle opere della Creazione, della Redenzione e della Santificazione. Ti chiedo perdono a nome di tutti di quante volte siamo stati ingrati ai tuoi benefici, delle tante nostre opere fatte senza retta intenzione. In riparazione di tutte queste offese, intendo offrirti tutta la perfezione e santità delle tue opere, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se avessero corrisposto a tutti questi benefizi. 

O Gesù mio, bacio il tuo sacratissimo Cuore e Ti ringrazio di quanto hai sofferto, desiderato e zelato per amor di tutti e per ognuno in particolare. Ti chiedo perdono di tanti desideri cattivi, affetti e tendenze non buone. Perdono, o Gesù, per tanti che pospongono il tuo Amore all’amore delle creature, e per darti tutta la gloria che queste Ti hanno negato, Ti offro tutto ciò che ha fatto e continua a fare il tuo adorabilissimo Cuore. 


Riflessioni e Pratiche  

Gesù innalzato in croce, resta sospeso senza toccare la terra. E noi, cerchiamo di vivere distaccati dal mondo, dalle creature e da quanto sa di terra? Tutto deve concorrere a formare la croce sulla quale dobbiamo distenderci e rimanere sospesi come Gesù, lontani da tutto ciò che è terra, affinché le creature non si attacchino a noi.  

Il penante Gesù non ha altro letto che la croce, altro refrigerio che le piaghe e gli insulti. Ed il nostro amore giunge a tanto per Gesù, da trovare riposo nel patire? Tutto ciò che facciamo, preghiere, sofferenze ed altro, rinchiudiamolo in quelle piaghe, intingiamolo nel Sangue di Gesù, e non troveremo conforto che nelle sue pene. Sicché le piaghe di Gesù saranno le nostre, il suo Sangue lavorerà continuamente in noi per lavarci ed abbellirci, e così attingeremo qualunque grazia per noi e per la salvezza delle anime. 

Col deposito del Sangue di Gesù nel nostro cuore, se commetteremo qualche mancanza, pregheremo Gesù che non ci tenga imbrattati alla sua presenza ma col suo Sangue ci lavi e ci tenga insieme con Lui. Se ci sentiremo deboli, pregheremo Gesù che dia un sorso del suo Sangue all’anima nostra, affinché ci dia la forza. Il dolce Gesù prega per i suoi carnefici, anzi li scusa. E noi, facciamo nostra la preghiera di Gesù, per scusare continuamente i peccatori innanzi al Padre e per impetrare loro misericordia, anche per quelli che ci offendessero? 

Mentre preghiamo, operiamo, camminiamo, non dimentichiamo pure le povere anime che stanno per dare l’ultimo anelito. Portiamo loro in aiuto e conforto le preghiere e i baci di Gesù, perché il suo preziosissimo Sangue le purifichi e faccia loro prendere il volo verso il Cielo. 

*  

Mio Gesù, dalle tue piaghe, dal tuo Sangue, voglio attingere la forza di poter ripetere in me la tua stessa vita, e così potrò impetrare a tutti il bene che facesti Tu stesso. 


Il riposo di Gesù sulla Croce 

( Dal Volume 6 - 20 Maggio 1905 ) 

 [Scrive Luisa:] 

 Questa mattina stavo pensando quando il benedetto Gesù restò tutto slogato sulla croce, e dicevo tra me: “Ah, Signore, quanto fosti compenetrato da questa sì atroce sofferenza, e come l‟anima vostra dovette restarne afflitta!”. In questo mentre, quasi ombra, Gesù è venuto e mi ha detto: 

 “Figlia mia, Io non Mi occupavo delle mie sofferenze, ma Mi occupavo dello scopo delle mie pene; e siccome nelle mie pene vedevo compiuta la Volontà del Padre, soffrivo e nel mio stesso soffrire trovavo il più dolce riposo, perché il fare la Volontà Divina ha questo bene, che mentre si soffre, vi si trova il più bel riposo. Se si gode, e questo godere non è voluto da Dio, nello stesso godere vi si trova il più atroce tormento. Anzi quanto più Mi avvicinavo al termine delle mie pene, sognavo di compire in tutto la Volontà del Padre, così Mi sentivo più alleggerito, ed il mio riposo si faceva più bello.  

Oh, quanto è diverso il modo che tengono le anime! Se soffrono od operano non hanno né la mira del frutto che possono ricavare, né l’adempimento della Volontà Divina; si concentrano tutte nella cosa che fanno e, non vedendo i beni che possono guadagnare né il dolce riposo che porta la Volontà di Dio, vivono infastidite e tormentate, e fuggono quanto più possono il patire e l’operare, credendo di trovare riposo, e vi restano più tormentate di prima”. 


Più si è ricchi, più si è distaccati: siate ricchi di Me! e sarete come gli Angeli del Cielo, vestiti della luce di Dio

 


SUPREMO APPELLO


… Conquistate tutti: cuori di bimbi e cuori di adulti, cuori di donne, cuori di vecchi, non trascurate nessuno, non lasciate da parte nessuno. Io vi chiamo all'azione, tutti alla lotta... datevi interi come mi sono dato Io!

… Ho sempre amato la povertà - povertà in tutto e in tutti - appunto perché sono la Ricchezza, l'Inesauribile. Lavoro meglio nei soggetti poveri, vi risplendo!

Quel che viene da voi, dal vostro fondo, è sì poca cosa... e vi ci attaccate, come i poveri si attaccano ai loro brandelli. Più si è ricchi, più si è distaccati: siate ricchi di Me! e sarete come gli Angeli del Cielo, vestiti della luce di Dio, nuotanti nell'abbondanza - senza nulla possedere in proprio - disponendo di tutto senza nulla in serbo - spogli di sé, risplendenti di Dio.

... Cancellatevi e il Padre mio scriverà in voi il suo Nome ed Io abiterò in voi. Siate liberi anche nell'uso dei miei doni, Io li pongo nelle vostre mani, fruttificateli senza chinarvi a mirarli. Mirate Me, guardatemi negli occhi! Negli occhi scintilla il fuoco dell'amore, più che negli stessi doni. Spogliatevi di tutto, spogliatevi sempre, fin delle vostre virtù. Che son mai le vostre virtù? voi dovete rivestirvi di Me! cedervi interamente a Me come mia proprietà, irradiarmi come riflettori.


SONO GIÀ LE ORE 12.00, … SUONA LA TROMBA DELL’ANGELO, È IL SEGNALE DEL RADUNO PER I FIGLI DI DIO!

 


Carbonia 27.03.2024 – ore 09.22

Sono già le ore 12.00, … suona la tromba dell’Angelo,
è il segnale del raduno per i figli di Dio!

Passata è la tempesta, venite Figli miei a far festa!!!

Eccomi a voi! Quale Redentore, vengo a prendere i miei Eletti! Venite, venite benedetti del Signore.

Amati miei, i vostri occhi brilleranno di luce nuova! Piegherò i vostri cuori a Me, li metterò nel Mio e sarete in Me perfetti. Sarete testimoni di una storia antica e vivrete per Me, in Colui che vi ha creati.

Sono già le ore 12.00, … suona la tromba dell’Angelo,
è il segnale del raduno per i figli di Dio!

Amati del vostro Signore, il temporale è passato, le nuvole in cielo appaiono nuove, si rivestono di una luce nuova, il Signore le attraverserà per discendere sulla Terra.

La nuova Gerusalemme discenderà dal Cielo e abbraccerà in Sé ogni uomo degno del suo Abbraccio: e … Cieli nuovi e Terra nuova!!!

Gesù di Nazareth torna a manifestarsi nella Sua Gloria!

Il suo Calice mostrerà a tutti gli uomini: … coppa della Sua Vittoria!  Il Suo Sangue versato per voi, per la vostra salvezza.

La vita entrerà nuova nelle meraviglie di Dio, la Creazione mostrerà la sua vera bellezza in Dio e gli uomini saranno bellissimi nella pace del loro Creatore.

Amati Figli, oh voi che Mi avete sostenuto in fedeltà e amore in questa missione salvifica, a voi destino la vita eterna in Me.

Gioite Figli miei, il vostro tempo è giunto, i doni di Dio vi sovrasteranno, avrete occhi nuovi per vedere, parlerete la sua Lingua, gioirete in Lui, contemplerete la Sua Bellezza!

Abbracciate il santo Vangelo, o uomini! Gesù parla attraverso i suoi Profeti e Apostoli degli ultimi tempi, ascoltateli.

Amati Figli, mettete in voi il segno del Dio Vivente, (la croce), segnatevi in Colui che vi ha creati. Siano i vostri occhi pronti a vedere e conoscere le sue meraviglie.

È l’ora del rapimento degli Eletti, siate pronti Figli miei, mantenetevi fedeli a Me, la battaglia sarà terribile ma in Dio è vittoria certa.

Le ombre della notte si ispessiranno e nell’uomo lontano dal suo Creatore entrerà la paura, il terrore attanaglierà i cuori di molti.

Abbracciatevi a Me, Figli Miei, non temete, Io Sono!!!

Mettetevi obbedienti alla Madre mia SS.ma, Ella vi prenderà per mano e vi accompagnerà a Me, vi proteggerà in battaglia, vi manifesterà la vittoria in Cristo Gesù suo Figlio. Amen.

Le profezie del giardino del Getsemani! Cosa vide Gesù riguardo al futuro dell'umanità

 


L'ora cruciale in cui Gesù vide il destino dell'umanità e sudò sangue.

Dopo l'Ultima Cena del Giovedì Santo, Gesù si mise a pregare nell'Orto degli Ulivi.

E lì ebbe una visione del futuro che gli causò così tanto dolore che sudò persino sangue.

Vide cosa sarebbe accaduto al sacrificio redentore che avrebbe fatto in poche ore sulla croce.

E le conseguenze di ciò in futuro.

Fu in quell'Orto degli Ulivi che si soffrì più di Gesù, più di quelle che sarebbero state prodotte dal dolore fisico poche ore dopo sulla Croce.

Qui parleremo di quelle che furono le scene che Gesù vide dal futuro e che gli causarono tanto dolore.

Durante la sua Passione vediamo il Signore condurre la battaglia finale contro il peccato.

Ma per qualche ragione, questa battaglia si è svolta in due atti.

Prima nella preghiera nell'orto del Getsemani e poi nella sua crocifissione sul Golgota.

Fu nel Getsemani che il Signore prese la decisione di andare sulla Croce, mentre fu sul Calvario che la materializzò.

Nel Giardino del Getsemani, Gesù sapeva perfettamente che doveva pagare la pena per tutti i peccati dell'umanità.

E finì per pagarla sulla Croce del Golgota.

Gesù ha affrontato una prova molto dura nel Getsemani, perché ha potuto vedere attraverso la storia che, nonostante il suo sangue e le sue lacrime, molti non ne avrebbero tratto beneficio.

Per molti, Egli sarebbe morto invano.

La parte più amara di questa sofferenza fu senza dubbio il fatto che il Suo stesso popolo sarebbe stato il primo a rifiutare Lui e la Sua missione salvifica.

Queste persone che Egli amava così tanto e che desiderava ardentemente salvare Lo avrebbero rifiutato.

Poteva udire il grido contro di Lui che si sarebbe levato poche ore dopo, nella folla radunata davanti al tribunale del procuratore romano: Crocifiggilo! Crocifiggilo!

E poteva anche sentire la terribile maledizione che avrebbero invocato su se stessi, che "il Suo sangue sia su di noi e sui nostri figli", invece delle benedizioni che Egli avrebbe dato loro.

Mentre pregava tra gli Ulivi, era difficile per Lui accettare la Sua condanna, ma diventava ancora più difficile pensare che la Sua condanna fosse anche la condanna di coloro che amava così tanto.

E anche tra coloro che Gli erano più vicini, i Suoi dodici Apostoli, ce n'era uno che lo avrebbe tradito, uno per il quale sarebbe morto invano.

Ma anche gli altri Apostoli sarebbero stati per Lui fonte di dolore.

Aveva cercato, senza successo, di prepararli alla terribile tempesta che stava per abbattersi sulle loro teste.

E invece di pregare, dormivano.

Presto lo avrebbero abbandonato e Pietro avrebbe persino negato di conoscerlo.

Ma mentre era pienamente consapevole che sarebbero tornati a Lui, previde anche le terribili prove che li attendevano come Suoi discepoli.

Gesù prevedeva anche la sorte che attendeva la sua Chiesa, le persecuzioni a cui sarebbe stata sottoposta nel corso dei secoli.

La sua storia sarà, in un certo senso, un'estensione di quella Via Crucis che di lì a poco avrebbe percorso.

Gesù vide fino alla fine dei tempi anche quelle grandi moltitudini che avrebbero rifiutato Lui e la Sua grazia salvifica, coloro per i quali non aveva senso morire per loro.

Un sentimento di inutilità deve essere stata una delle cause principali delle sofferenze interiori di Nostro Signore nel Giardino del Getsemani.

L'arcivescovo Fulton Sheen dirà che "ciò che Nostro Signore vide in questa agonia fu il terribile fardello del peccato del mondo, e il fatto che il mondo era sul punto di disprezzare Suo Padre e di rigettare Lui, che è il Suo Figlio Divino". 

E Benedetto XVI direbbe qualcosa di trascendentale per i cattolici del nostro tempo, che la loro sonnolenza di fronte a questo fatto è ciò che apre le porte al maligno.

Ha detto che, nel corso dei secoli, è la sonnolenza dei discepoli che apre possibilità per il potere del maligno.

Tale sonnolenza intorpidisce l'anima, così che rimane imperturbabile di fronte al potere del maligno che opera nel mondo, e a tutte le ingiustizie e le sofferenze che affliggono la terra.

E che questo è impercettibile a chi sonnecchia, perché, nel suo stato di intorpidimento, l'anima preferisce non vedere tutto questo.

Si convince facilmente che le cose non possono andare così male da continuare nell'autocompiacimento della sua comoda esistenza.

Tuttavia, è questo intorpidimento delle anime, questa mancanza di vigilanza riguardo alla vicinanza di Dio, così come alle forze delle tenebre che vengono, che dà potere al maligno nel mondo.

Quindi i dolori fisici che Gesù avrebbe sofferto non erano così intensi come i dolori dell'anima che doveva provare quando vedeva il futuro, in quella notte solitaria in cui sudava sangue.

Siamo tutti scioccati dal sangue versato nella flagellazione, dalla tortura, dalla scioccante incoronazione di spine e dal suo volto bagnato di sangue.

Ma si potrebbe dire che sono i dolori dell'anima a produrre il 90% della Sua sofferenza e della Sua Passione.

La prima sofferenza che ebbe fu la visione di tutti i peccati del mondo.

È nell'Orto degli Ulivi che Gesù vede e prende su di sé tutti i peccati del mondo, dall'inizio alla fine.

Egli si assume la colpa e la responsabilità, e diventa liberamente il depositario di tutti loro, al fine di adempiere il Piano di Salvezza.

Ho pianto non perché avesse paura, ma perché sentivo la paura dell'uomo e le morti che derivano da tutti i peccati del mondo.

Vide anche che, mentre Lui avrebbe sofferto, noi saremmo rimasti addormentati nei nostri piaceri, nelle nostre faccende mondane, placidi e rilassati.

E anche oggi, mentre Egli soffre, secondo per secondo, per ciascuno degli esseri di questo mondo.

Ecco perché, allora come oggi, Gesù esige che le anime lo accompagnino nella preghiera e nella riparazione del peccato del mondo.

Gesù soffrì le pene di coloro che erano eternamente condannati all'inferno.

Il suo dolore più grande è stato quello di non essere in grado di farli uscire da quello stato di condanna.

Era vedere alcuni dei Suoi figli eternamente persi nel fuoco eterno, perché volevano volontariamente perdere se stessi.

soffrì le pene delle anime purganti.

Se non si fosse assunto la responsabilità di redimere le anime del Purgatorio, nessuna di esse sarebbe uscita da questa condanna.

Fu solo in virtù delle pene patite da Gesù che furono redenti.

Ma, in più, implorava e sudava sangue per le pene che tutte le anime del Purgatorio avrebbero sofferto in futuro.

Soffrì tutte le pene della Chiesa militante, vedendo dall'inizio alla fine, tutte le persecuzioni della Chiesa, i martiri, le eresie, i torti ricevuti, gli scismi, i settarismi, le pene di tutti i martiri.

E gli abusi che sarebbero stati commessi all'interno e all'esterno, contro la Sua Chiesa.

E provò dolore nel vedere l'oblio della Sua passione per la maggior parte dei Suoi figli.

Dolore riconoscere a ciascuno dei Suoi figli che non Lo conosceranno e che nessuno parlerà loro di Lui, del Suo amore, della Sua sofferenza, della Sua resa e della Sua Gloria.

Soffriva per i bambini che non cercavano di incontrarlo.

E per quei figli che, sapendo chi è il loro Padre, non mostrassero alcun interesse a cercarlo, sarebbero apatici alla sua dottrina, indifferenti al suo amore e indolenti al suo sacrificio.

Ha versato lacrime e sangue per i bambini che avrebbero avuto avversione per Lui.

E dai Suoi figli che lo avrebbero bestemmiato, e si sarebbero consegnati alle potenze del maligno, al quale avrebbero reso onore e adorazione fino alla fine del mondo.

Bene, questo è tutto, volevamo parlare dei dolori che Gesù ha sofferto durante la Sua preghiera nel Giardino del Getsemani, perché ha testimoniato il futuro e ha visto coloro che si sarebbero persi nonostante la Sua immolazione sulla Croce, e le sofferenze della Sua Chiesa.

Forum della Vergine Maria

MESSAGGI DI GESU' SUL DOLORE

 


“Ogni dolore è Amore, è massimo Amore, è una potenza dell’Amore. Per tramite suo viene vinto l’inferno. Non può esistere potenza più grande, contro l’inferno e quale Amore al Padre.

Sono uscito dal dolore. Io sono ciò che veramente sono - DIO e UOMO - per gli uomini. Gli uomini non sospettano che potenza è. Non sapete quanto il dolore innalzi e quanto significhi. Dio è continuamente legato con l’umanità, per l’Amore di Suo Figlio. 

Nel dolore sta la vittoria, la vittoria su tutto l’inferno. Altrimenti non può essere vinto l’inferno e guadagnato l’Amore del Padre. Dio stesso diventa Uomo, per poter soffrire per la Sua umanità. Per Suo tramite Gli viene adattata ed al massimo innalzata. 

Ho attaccato tutte le sofferenze alla Croce e le ho innalzate fino a Me. Senza sofferenza l’uomo sarebbe caduto all’inferno, che si sarebbe appropriato di tutta l’umanità. Per mezzo della sofferenza venne tolta la potenza all’inferno, perché la sofferenza vince l’inferno intero, attraverso la Mia Sofferenza e la sofferente Umanità di Me stesso. 

Così sono legato agli uomini nell’Amore.

Chi soffre ama - non se stesso o, no, questo è Amore che venne dalla Croce per Amore delle anime.

Voglio elevare la vostra anima, per questo salii sulla Croce e Mi lasciai crocifiggere ...

DIO stesso è all’opera, per servire la Sua umanità (l’Umanità di Gesù). Conosce la potenza dell’Amore e la vittoria contro l’inferno.

Sofferenza è creazione attraverso lo spirito. L’Amore ha inizio attraverso il dolore e non ha mai fine, per mezzo dello Spirito.

L’Amore deve soffrire, esso innalza l’uomo sofferente. Non si getta anche l’oro nel fuoco per rendere visibile il suo valore? Lo Spirito Santo deve trasformare ogni anima. Non c’è amore vero senza sofferenza.

Sofferenza e Amore hanno lo stesso valore. Voi dovete sempre unirvi alle Mie sofferenze.

Amore è potenza dello Spirito. Dio stesso divenne Uomo, per soffrire per l’Umanità, così ho reso preziose le vostre sofferenze e per questo (Mi sono) dissanguato. 

Così ho immerso tutte le sofferenze nel Mio Sangue e le ho offerte in sacrificio al Padre. Questo fu il Mio grande dolore d’espiazione, per liberare il mondo dallo sfacelo e strappare le anime alla morte. Il diavolo ne tiene prigioniere molte. 

Molte finirebbero all’inferno. Esse non spezzano il Pane e non si pentono dei propri peccati. C’è un Lazzaro, una Maddalena, la presenza di Mia Madre, da Me soprattutto amata. Mi porta continuamente nel Suo grembo, Ella è la Beatissima Vergine e da Lei cresce la nuova Verginità, che uscì dallo Spirito di Dio. Io sono il DIO vivente, che si oppone alla morte. 

Dovete pentirvi dei vostri peccati, è solo questo che potete fare contro il peccato. Pentimento è la base per l’Amore. Io conosco ogni ferita dell’anima ed ho una tale potenza da creare nuova vita. I peccati sono cancellati, così come dopo la Mia Risurrezione le ferite si sono trasformate in Grazia.

Oh, se gli uomini Mi capissero e potessero credere al Mio Amore!”