Per una migliore comprensione dell’argomento allarghiamo
la conoscenza con l’esperienza di P. Pio. Chi avesse ancora dei
dubbi sulla esistenza e presenza del demonio, l’esperienza di P.
Pio lo aiuta a vederci più chiaro. E se ancora non gli basta, par-
tecipi a qualche esorcismo significativo per vedere con i propri
occhi e conoscere di persona. Tommaso ha voluto vedere per-
sonalmente le ferite del Cristo per credere alla sua risurrezione.
P. Pio nella sua vita soffre una presenza diabolica di vessa-
zione: il demonio lo tortura fisicamente con percosse e malattie
misteriose e moralmente con tentazioni per fermare la sua atti-
vità pastorale, per impedirgli di convertire i peccatori e di in-
camminare le anime sulla via della salvezza. Egli non è mai
stato posseduto, ma vessato pesantemente con dolorose percos-
se, secondo i fatti che abbiamo.
Un Vescovo, ospite nel Convento a S. Giovanni Rotondo,
sentendo durante la cena i discorsi del Superiore e dei frati,
sulle vessazioni straordinarie del demonio su P. Pio, commen-
ta: “Non siamo più nel Medio Evo: crediamo ancora a queste
cose”? Prima della fine della la cena si odono forti rumori pro-
venienti dalla cella di P. Pio. Alcuni religiosi corrono a vedere
cosa gli sia successo a P. Pio, essendo da poco salito nella sua
stanza. Lo trovano tutto bagnato di sudore con i segni delle
percosse ricevute dal demonio.
Il Vescovo suggerisce al segretario di riprendere la valigia
per tornare a pernottare a casa. P. Pio ha creduto al demonio
sia per le esperienze vissute, di cui abbiamo ricordato un fatto,
sia per i posseduti dal demonio che incontrava. Fra le due pre-
senze a volte c’era un nesso, una relazione.
Una mattina, come al solito, molta gente attendono che
venga aperta la chiesa per partecipare alla Messa di P. Pio. Du-
rante l’attesa una ragazza si mette a sghignazzare e strillare:
“Quel vecchio l’ho bastonato io ben bene questa notte e questa
mattina non dirà la S. Messa”. Mentre la gente stupita sta a
guardare la ragazza, un frate apre la porta della chiesa come al
solito e avverte: “P. Pio quest’oggi non celebra la S. Messa
perché è indisposto”.
Per tre giorni non celebra perché ha il viso tumefatto in più
parti. Al quarto giorno riesce a salire l’altare. La gente vede
quella ragazza davanti all’altare, gettata a terra che grida, con
la bava alla bocca. P. Pio la guarda, fa qualche preghiera e la
benedice. La ragazza, liberata dal demonio, si alza e partecipa
con gli altri alla S. Messa. È lo stesso demonio con due pre-
senze, manifestazioni diverse: possessione della ragazza e ves-
sazione su P. Pio.
Avendo fatto un po’ di cammino in questo mondo miste-
rioso, certamente oggi, senza ombra di dubbio, credo molto di
più ai satanici che, senza alcun scrupolo di coscienza, con le
fatture e i malefici chiamano il demonio a fare del male a de-
terminate persone per scopi perversi e disonesti.
Il demonio è sempre pronto ad entrare in gioco quando si
tratta di fare del male per mettere le anime contro Dio. Quan-
do i satanici, i fattucchieri gli vendono l’anima, il demonio si
assume l’impegno immorale e diabolico di portare a compi-
mento quanto i fattucchieri satanici hanno chiesto.
Il demonio è contento che il mondo non creda alla sua esi-
stenza, la neghi, perché così può agire meglio, ingannare più
persone, portare più anime dalla sua parte.
La sua unica soddisfazione che dà “senso”, se così si può
dire, alla sua esistenza, è rubare le anime a Dio, portarle con
inganno all’inferno, soprattutto se si tratta di sacerdoti. Gli
sono molto più utili per maledire. Sono tutte espressioni, usci-
te dalla bocca del demonio, tramite la voce del posseduto, du-
rante l’esorcismo.
FRATELLO ESORCISTA
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