ADORAZIONE A GESU' EUCARISTIA
Gesù è nostro Dio e dobbiamo adorarlo. È il Re dei re e il Signore dei signori. Tuttavia, non vuole che lo trattiamo da re, ma da amico intimo, con semplicità
e naturalezza. Gli angeli che lo adorano in ogni Ostia consacrata, potrebbero dirci con Isaia: «Non temete, qui è il nostro Dio» (Is. 35, 4). Egli sarà felice della nostra visita e, come diceva il curato D’Ars, prenderà la nostra testa tra le sue mani e ci colmerà di affetto e tenerezza.
Ricordiamoci che ogni adorazione è anche riparazione: bisogna offrire il nostro amore a Gesù in riparazione delle tante offese che riceve, in particolare in questo sacramento
dell’Amore. Come avrebbe detto nostra Madre a Lucia di Fatima: «Almeno tu cerca di consolarmi».
Ora, non concentriamo la nostra attenzione sull’adorazione tanto da dimenticare il rapporto con la Messa e la Comunione. Assistere alla celebrazione della Messa è la cosa
più grande che si possa fare, offrendoci con Gesù e poi unendoci a lui nell’Eucaristia. E, come effetto di questo, continuare la nostra messa personale e comunione nell’adorazione del Santissimo.
Nel rituale della sacra Comunione e del culto eucaristico la Chiesa ci dice: «Quando i fedeli venerano Cristo nel Sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal sacrificio e la si
ordina contemporaneamente alla comunione sacramentale e spirituale» (N° 80). Dobbiamo prolungare nell’adorazione l’unione raggiunta nella Comunione e rinnovare l’alleanza
che abbiamo stabilito con Cristo nella celebrazione eucaristica (cf. N° 81). In questo stesso paragrafo, parlando della esposizione del Santissimo si afferma che ci porta all’adorazione e che ci «invita all’unione dei cuori con lui che giungerà al suo culmine nella comunione sacramentale. Perciò bisogna cercare di evidenziare nell’esposizione del Santissimo, anche nei segni esteriori,
la sua profonda relazione con la Messa».
Quanta gioia diamo a Gesù quando lo adoriamo e gli facciamo compagnia come a un caro amico! San Basilio (+ 397) ci racconta che alcuni monaci d’Egitto, non avendo un sacerdote
tra loro, portavano con sé il Santissimo. Questa consuetudine era molto diffusa anche tra i laici a quei tempi a motivo delle persecuzioni. Nel sec. XIII come conseguenza dell’istituzione della festa del Corpus
Domini, iniziarono le processioni eucaristiche che inizialmente portavano l’Ostia Santa coperta da un velo, per rispetto e pudore. Già a metà del XIV secolo si facevano processioni per le vie e per i campi
in rendimento di grazie e anche come rogazioni in caso di pericolo. In questo stesso secolo, si praticava già la esposizione solenne del Santissimo, anche se all’inizio la si faceva solo durante l’ottava
del Corpus Domini e l’esposizione avveniva con adorazione completamente silenziosa, senza preghiera né canto.
Verso il 1500 ormai in moltissime chiese si faceva l’esposizione Eucaristica nelle domeniche dopo i Vespri, usanza tramandata fino al giorno d’oggi. Inoltre nel XIV secolo
si cominciarono a costruire altari e cappelle speciali per il Santissimo Sacramento. A partire dal XVI secolo inizia la pratica delle Quarantore, che ebbe come suo principale promotore sant’ Antonio Maria Zaccaria. In
questo stesso secolo hanno inizio anche le adorazioni notturne e nascono molte confraternite od organizzazioni eucaristiche. A partire dal XVII secolo sorgono diverse congregazioni religiose maschili e femminili per l’adorazione
perpetua del Santissimo Sacramento.
Nel XIX secolo nascono i Congressi eucaristici diocesani, nazionali e internazionali. Il primo Congresso eucaristico internazionale fu celebrato a Lilla (Francia) nel 1881. Nel 1997
si celebrò il XLVI Congresso eucaristico internazionale a Wroclaw (Polonia). E con il movimento liturgico nato dal Concilio Vaticano II si dà nuovo impulso a queste pratiche di pietà. Tuttavia, si invitano
i fedeli a non chiudersi in una pietà meramente individualistica, a scapito della dimensione ecclesiale e sociale della fede. Bisogna amare Gesù Eucaristia per vivere meglio la nostra vita e amare di più
il prossimo!
In alcune parrocchie si celebrano le Quarantore a turno, in due giorni di seguito senza interruzione o in tre giorni durante le ore diurne. In alcune chiese ci sono gruppi di adorazione
notturna tutte le notti una volta alla settimana o al mese. Sempre più frequenti sono le Esposizioni del Santissimo, anche brevi, per motivi speciali. Si possono fare per benedire gli ammalati (durante le Messe di guarigione),
per benedire gli sposi, i bambini, gli anziani e famiglie intere o persone con speciali necessità. Questo, ovviamente, raccomandando loro la Messa e la Comunione frequente.
Nella misura in cui le norme della Chiesa lo permettono, potrebbe essere utile in alcuni luoghi, in particolare nella Messa domenicale, accompagnare Gesù Eucaristia (nella pisside
o teca) fino alla porta del tempio, per benedire da lì tutta la popolazione, i campi, i lavori... Papa Pio XII diceva nell’enciclica Mediator Dei che «È lodevole l’abitudine introdotta nel popolo cristiano di concludere molti esercizi di pietà con la benedizione
eucaristica».
E tutti noi dobbiamo adorare il nostro Dio in pubblico e in privato, riconoscendo Gesù Signore e padrone delle nostre vite. Riserviamo parte del nostro tempo, esclusivamente,
per stare soli con lui. Chiediamo a san Giuliano Eymard «il campione di Cristo presente nel tabernacolo», secondo Pio XII, che fu«un grande adoratore del Santissimo Sacramento» secondo Giovanni XXIII, che ci aiuti in questa missione.
Angel Peña
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