martedì 6 ottobre 2020

Un “orientamento” del tutto nuovo per la Chiesa

 


La Battaglia  Finale del Diavolo

Le esclamazioni pubbliche di gioia nei confronti del Vaticano II, da  parte di luminari neo-modernisti, Comunisti e Massoni non ci devono  sorprendere. È ovvio a chiunque abbia occhi per vedere che il Concilio  Vaticano II ha fatto proprie quelle idee che erano state condannate dal  Beato Papa Pio IX nel Sillabo degli Errori, ma che erano invece in linea  con il pensiero modernista. (Come vedremo più avanti, il Cardinale  Ratzinger stesso descrisse certi aspetti degli insegnamenti del Concilio  come un “Contro-Sillabo”.)

Anche in questo caso, dopo la stesura della prima edizione di  questo libro, alcuni eventi hanno confermato la nostra analisi. Nel  2009, Monsignor Brunero Gherardini ha pubblicato un libro di grande  rilevanza sul Vaticano II, intitolato Concilio Ecumenico Vaticano II: Un  discorso da fare.157 Gherardini è Canonico della Basilica di San Pietro,  segretario dell’Accademia Pontificia di Teologia, professore emerito  presso l’Università Pontificia del Laterano e direttore dell’autorevole rivista teologica Romana Divinitas. Il suo libro contiene una prefazione  del Vescovo Mario Olivieri (Ordinario delle diocesi di Albenga e Imperia)  ed un’introduzione dell’Arcivescovo Malcolm Ranjith, ex segretario  della Congregazione per il Culto Divino ed attualmente Arcivescovo  di Colombo, Sri Lanka. Gherardini, dall’interno del Vaticano, fa  quest’incredibile ammissione: 

Perché non poche pagine dei documenti conciliari arieggiano  scritti e idee del modernismo – si veda soprattutto la Gaudium et  Spes – e perché alcuni Padri conciliari – e non dei meno significativi 

– non nascondevano aperte simpatie per antichi e nuovi modernisti. 

... La volevano una Chiesa, insomma, laboratorio di ricerca e non  dispensatrice di verità calate dall’alto.158

Questo libro, che stiamo per tradurre in lingua inglese, è stato  portato all’attenzione di Sua Santità Benedetto XVI. Esso rappresenta  un grande passo in avanti nel veder messi finalmente in discussione  i pronunciamenti “pastorali” del Concilio, in modo onesto ed aperto.  Ancora una volta, gli eventi hanno dimostrato che i “Fatimiti” non sono  “pazzi”; al contrario, essi hanno avuto semplicemente il coraggio di  dire, proprio in modo aperto ed onesto, quello che pensano molte altre  persone che invece hanno scelto di non parlarne pubblicamente.

La situazione descritta da Gherardini non è avvenuta per caso,  ma è stata cercata. I progressisti del Vaticano II scelsero di evitare  affermazioni troppo dirette, che avrebbero potuto essere facilmente  smascherate come errori Modernisti. Tentarono anche di inserire molte  definizioni ambigue, nei testi conciliari, con l’intenzione di sfruttarle  poi a proprio vantaggio, una volta concluso il Concilio.159 

Utilizzando queste deliberate ambiguità, i documenti del Concilio  permisero la promozione dell’ecumenismo (già condannato da Papa Pio  XI), la libertà religiosa per le false sette (già condannata dai papi del  19° secolo, e specialmente dal Beato Pio IX), una nuova liturgia a metà  strada tra Protestantesimo ed ecumenismo (definita dall’Arcivescovo  Bugnini160 “una notevole conquista per la Chiesa Cattolica”), una  collegialità che colpisce al cuore il primato papale, ed un “nuovo  atteggiamento nei confronti del mondo” – specialmente in uno dei  documenti più estremi che siano stati pubblicati dal concilio, la Gaudium  et Spes. Anche Papa Benedetto XVI, allora ancora Cardinale Ratzinger,  ammise che la Gaudium ed Spes è permeata dello spirito di Teilhard de  Chardin.161

Il risultato di tutto questo è stato niente meno che il sorgere di  un orientamento del tutto nuovo per la Chiesa, “un’apertura verso il  mondo” come la definì Paolo VI. Ma anche quest’ultimo, tuttavia, fu  presto costretto ad ammettere che quell’apertura verso il mondo si era  rivelata un errore dalle conseguenze incalcolabili.

Padre Paul Kramer

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