La Battaglia Finale del Diavolo
Le esclamazioni pubbliche di gioia nei confronti del Vaticano II, da parte di luminari neo-modernisti, Comunisti e Massoni non ci devono sorprendere. È ovvio a chiunque abbia occhi per vedere che il Concilio Vaticano II ha fatto proprie quelle idee che erano state condannate dal Beato Papa Pio IX nel Sillabo degli Errori, ma che erano invece in linea con il pensiero modernista. (Come vedremo più avanti, il Cardinale Ratzinger stesso descrisse certi aspetti degli insegnamenti del Concilio come un “Contro-Sillabo”.)
Anche in questo caso, dopo la stesura della prima edizione di questo libro, alcuni eventi hanno confermato la nostra analisi. Nel 2009, Monsignor Brunero Gherardini ha pubblicato un libro di grande rilevanza sul Vaticano II, intitolato Concilio Ecumenico Vaticano II: Un discorso da fare.157 Gherardini è Canonico della Basilica di San Pietro, segretario dell’Accademia Pontificia di Teologia, professore emerito presso l’Università Pontificia del Laterano e direttore dell’autorevole rivista teologica Romana Divinitas. Il suo libro contiene una prefazione del Vescovo Mario Olivieri (Ordinario delle diocesi di Albenga e Imperia) ed un’introduzione dell’Arcivescovo Malcolm Ranjith, ex segretario della Congregazione per il Culto Divino ed attualmente Arcivescovo di Colombo, Sri Lanka. Gherardini, dall’interno del Vaticano, fa quest’incredibile ammissione:
Perché non poche pagine dei documenti conciliari arieggiano scritti e idee del modernismo – si veda soprattutto la Gaudium et Spes – e perché alcuni Padri conciliari – e non dei meno significativi
– non nascondevano aperte simpatie per antichi e nuovi modernisti.
... La volevano una Chiesa, insomma, laboratorio di ricerca e non dispensatrice di verità calate dall’alto.158
Questo libro, che stiamo per tradurre in lingua inglese, è stato portato all’attenzione di Sua Santità Benedetto XVI. Esso rappresenta un grande passo in avanti nel veder messi finalmente in discussione i pronunciamenti “pastorali” del Concilio, in modo onesto ed aperto. Ancora una volta, gli eventi hanno dimostrato che i “Fatimiti” non sono “pazzi”; al contrario, essi hanno avuto semplicemente il coraggio di dire, proprio in modo aperto ed onesto, quello che pensano molte altre persone che invece hanno scelto di non parlarne pubblicamente.
La situazione descritta da Gherardini non è avvenuta per caso, ma è stata cercata. I progressisti del Vaticano II scelsero di evitare affermazioni troppo dirette, che avrebbero potuto essere facilmente smascherate come errori Modernisti. Tentarono anche di inserire molte definizioni ambigue, nei testi conciliari, con l’intenzione di sfruttarle poi a proprio vantaggio, una volta concluso il Concilio.159
Utilizzando queste deliberate ambiguità, i documenti del Concilio permisero la promozione dell’ecumenismo (già condannato da Papa Pio XI), la libertà religiosa per le false sette (già condannata dai papi del 19° secolo, e specialmente dal Beato Pio IX), una nuova liturgia a metà strada tra Protestantesimo ed ecumenismo (definita dall’Arcivescovo Bugnini160 “una notevole conquista per la Chiesa Cattolica”), una collegialità che colpisce al cuore il primato papale, ed un “nuovo atteggiamento nei confronti del mondo” – specialmente in uno dei documenti più estremi che siano stati pubblicati dal concilio, la Gaudium et Spes. Anche Papa Benedetto XVI, allora ancora Cardinale Ratzinger, ammise che la Gaudium ed Spes è permeata dello spirito di Teilhard de Chardin.161
Il risultato di tutto questo è stato niente meno che il sorgere di un orientamento del tutto nuovo per la Chiesa, “un’apertura verso il mondo” come la definì Paolo VI. Ma anche quest’ultimo, tuttavia, fu presto costretto ad ammettere che quell’apertura verso il mondo si era rivelata un errore dalle conseguenze incalcolabili.
Padre Paul Kramer
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