lunedì 2 giugno 2025

L'Immacolata Vergine Maria nata per proteggervi, cristiani, invocatela!

 


VISIONE 

avuta il 29 ottobre 1861 in Torino dallo stesso Sacerdote, di cui nei Futuri Destini, nº LXIII, pag. 294, ( 5° edizione). 


Parve a questo venerabile ecclesiastico d'essere portato su della specola di piazza Castello di Torino, in modo a lui ignoto, e costassù egli trovò parecchi uomini dotti a lui sconosciuti, i quali ammiravano al di là del Monte su cui sorge il convento dei Cappuccini, tra levante e mezzodì un'apparizione prodigiosa avvenuta nel firmamento ch'era del più leggiadro azzurro che dipingere si possa, e gli astri di cui era tempestato scintillavano d'una candidissima luce. 

La città sottostante a loro piè giaceva in perfetto silenzioso riposo, e tutto all'intorno spirava calma e tranquillità. In questa volta celestiale tra il luccicare delle stelle stavano scritte in argento più luminoso delle stelle medesime le seguenti distintissime parole: L'Immacolata Vergine Maria nata per proteggervi, cristiani, invocatela ! L'inscrizione era di caratteri stragrandi, e lambiva la vetta del monte protendendosi verso mezzodì.

Alcuni di quegli uomini lodavano la divina bontà di tale segno portentoso; confessavano di non osare attribuirlo nè a miracolo, nè ad effetto naturale ; altri si sbraccia - vano a mostrare esser questo un puro effetto fisico; vi erano poi di quelli che negavano non solo ogni provvidenza, ma l'esistenza stessa di Dio. Quand' ecco ad un tratto la sovradetta inscrizione si dilatò per l'ampia volta del cielo, prese la forma d'un manto dell'istessa limpidezza, manto sterminato e tessuto mirabilmente a guisa di vaghissima occhiuta maglia, che spiccandosi dal cielo, sembrava coprire il mondo, e sentissi una voce a chiaramente pronunciare: – Sono mirabili le opere della bontà di Dio. – Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Ge nitriac.

I più degli spettatori lodarono Dio, ma taluni beffardi se ne risero. Il cielo si oscurò, muggì il tuono orrendamente; i beffardi si dileguarono, ed i credenti confermandosi nella fede ripetevano piangendo l'anzicitata giaculatoria. Durante lo spaventevole oragano che investiva l'italico suolo, su dei buoni scendevano dal cielo raggi lucenti, che s'incarnavano in essi, e li rincoravano dal terror loro, ma invisibili ai cattivi, i quali manomettevano quanto vi esiste di più sacro, spacciandosi per li soli savi e liberi dispositori d'ogni cosa, ed inseguivano a morte chi loro contraddiceva, facendo molte vittime.

Dopo un non lungo periodo di tempo, nel mentre cianciavano vantandosi della vittoria, la Vergine Santissima Gonsolatrice appariva sulla vetta del monte medesimo: ella tra molti Santi e Sante, avea al suo piede due Pontefici, Sisto IV, e Gregorio XVI, cinti d'aureola risplendente, i quali essendo stati caldi sostenitori dell'Immacolato Concepimento di lei, la supplicavano e le additavano più sotto un altro Pontefice, che al sembiante, al portamento della persona era Pio IX, il quale, prosteso con molte altre pie persone, fervidissimo pregava pel trionfo della fede; però questi non era luminoso come i precedenti (perchè, disse una voce, egli è ancora viatore). Quando ad un tratto la V. M. SS. chinatasi verso di Sisto IV, e Gregorio XVI, sotto voce loro favellò in modo misterioso, per cui essi si alzarono lietissimi, e scendendo a Pio IX, gli dissero ad alta voce: Sei vincente ! Questi elevate le mani al cielo, e balenandogli dagli occhi una letizia inesprimibile, voleva ringraziarne Maria SS., ma da una nube luccicante veniva sollevato sino al trono della Madre di Dio frammezzo a Sisto IV, e Gregorio XVI, venendo pur esso allora cinto d'un pari splendore, frattanto che esso in prima di salire lassù deponeva il suo triregno sopra d'un porporato (forse Pio X), che, sebbene grave di anni, era tuttavia di robusta e gagliarda complessione, dicendogli: Prosegui l'opera attraverso di dure ma brevi pene ! (1)

Un clamore orrendo si udì d' oltremonti. Volgiti costà, gridò l'istessa voce, e tosto vide che percossa dall'angelo della morte l'aquila bifronte scendeva nella tomba, e quella corona che imprima aveva posata sulla testa del suo giovine aquilotto, venivagli da ribelli a forza divelta, e spezzata per sempre. I fantasticatori della penisola nostra applaudende agl'insolenti Galli, proclamavano qui pure un'èra novella, per cui l'unico sovrano che ancora sedeva in trono, incorse la sorte degli altri già esautorati e prese colla sua famiglia la via dell'esilio. Costoro ruminando in mente gravissime e brutte cose, a vicenda si stringevano la mano dicendosi vittoriosi, e che pei preti e frati di Roma la era finita ! Intanto il sangue degli unti di Dio, delle monache e dei buoni fedeli scorreva in copia (2).

In quella che operavansi prodigii di fede, di carità, a salvamento del Vicario di Cristo, a confusione degli apostati ed iniqui, ecco (durante sempre la stessa visione gli parve che) un bel mattino, all'ora stessa, prese a soffiare tra le vante e mezzodì un vento per costoro micidiale, e da settentrione sbuffava una grandine desolatrice, scagliata da Dio vindice; impauriti si guardavano mutoli in viso, allibivano, tremavano, alcuni cadevano tramortiti sul terreno, altri, rampicandosi su dei monti, rifugiavansi nel l'Elvezia cercandovi scampo, e molti eziandio fuggivano al mare, e veleggiavano miseri verso l'Inghilterra, e la lontana America. L'istesso vento e procella erano poi sa lutevolissimi ai buoni, i quali si alzavano come le erbe avvizzite del prato dopo il sofferto oragano al sorgere del sole benefico; e maestoso ed adorato risiedeva il Vice-Dio sull'apostolica cattedra Romana. Il novello Manasse ricuperava l'avito soglio, regnando più glorioso e possente di prima, e colle nordiche falangi dava amica mano ad al cuni altri principi reduci anch'essi nella loro reggia, e per dieci lune all'intorno e metà di esse ancora erano sbandite le utopie ingannevoli e crudeli; certi piccoli principati scomparirono. Un giovane monarca seduto sul trono di S. Luigi ne imitava lo zelo e concorreva col senno, col valore e colla pietà a tranquillare il mondo intero, sopra tutto a rendere lo splendore, e la libertà dovuta al Santo Padre, colmo di anni e di virtù, nell'esercizio della spirituale e temporale sua potestà.

Ad invito di questo Pontefice Sommo i popoli giulivi, trasportati da gratitudine e filiale amore cantavano per l'universa Chiesa inni e laudi divote alla Vergine liberatrice e consolatrice, a lei ergendo simulacri, templi ed altari in pubblico ringraziamento della vittoria da essa riportata sull'inferno. Il mondo cattolico godeva di dolce pace, durante la quale avvennero innumerevoli conversioni anche in regni protestanti, e la pietà del novello Manasse destava maraviglia ed edificazione: una vergine, alcuni monaci, ed ecclesiastici in Italia divennero celebri per miracoli e santità.

I sovrani si congregarono concertando una novella crociata per iscacciare il Turco e rintanarlo negli abbandonati suoi deserti. Questa salutevole idea inspirata dal Pontefice di Dio, venne interrotta pel trapasso suo e di alcuni sovrani. Sorse un re tiranno, gli resistettero due Papi pietosi. Quindi abbuiatosi il cielo d' ogni intorno tra il balenar de'lampi vide l'estastico uscire da una caverna un idolo, con debol seguito, che andava ingrossandoglisi ad ogni passo; questo stendeva una domatrice destra di ferro. Si agitano le nazioni, quali contra di lui, quali in suo favore; cade dirolla pioggia di sangue che allaga tutta Europa, si con fondono i popoli, piange la religione desolata, rari sono i buoni. Da ultimo vince Iddio, ride il cielo, esultano i fedeli, ed i popoli godono di lunga pace sotto il governo del Pontefice Santo e del Gran Monarca, che infine fanno risorgere l'Oriente all'antica fede e libertà. Come allo sparire del lampo in alta notte l'uomo resta immerso nella densa tenebria, così dappoichè passarono dinanzi al veggente secoli, diversi popoli, ed avvenimenti colla rapidità del baleno, egli rimase ravvolto in impenetrabili tenebre, e più nulla vide di quello che fu, nè di quello che sarà (1).


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(1) Vedi I Futuri Destini degli Stati e delle Nazioni, quinta e dizione, tra gli altri luoghi pag. 92, 93, 94, N. 1x, predizione del l'abate Werdin, (2) La seguente predizione, consegnataci fino dal 1858 da grave persona ed autorevole, combina colla visione suddetta, e le serve di spiegazione. 1. Nel più florido e possente reame d'Italia lutto su lutto e lutto. 2. Feste effimere e brevi come il cader di luminosa meteora. 3. Lutto grande, pianto sincero, inutile. 4. Agitazione, turbolenze, armi, sangue, apostasia; una mitra inlorda l'altare, molti preti e frati le faranno corona ignominiosa. Altre mitre deboli ricevon lezioni di coraggio da quei pusilli ch'e rano oggetto d'abbiezione e violenza. Novello Cromwell .... Si grida: abbrucisi ogni simulacro di Papa. 5. I rettori delle nazioni pensano inefficacemente a salvarle .. . 6. Intervento straniero, armi, sangue, rovine, diserzioni, epidemie, calamità , assassinii, scisma, immoralità. 7. Fuga del Santo Padre da Roma. Un re tradito. 8. Nuova dinastia, nuovo ordine di cose, regni quali estinti , quali mutilati, quali accresciuti, quali mutata forma. I popoli da ultimo respirano e salutano la novella iride di pace ... La Chiesa ritorna a spandere i suoi benefici influssi.


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