lunedì 7 ottobre 2019

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



LE PENE DELL'INFERNO

Checché sia di questa questione, diavoli e anime in stato di dannazione soffrono l'assenza di Dio (la cosiddetta pena del danno) e ogni genere di inimmaginabili tormenti sensibili (la cosiddetta pena del senso).

a. L'assenza di Dio

Il più grande tormento dei dannati è il non poter più vedere Dio. Per coloro che vivono sulla terra, immersi come sono nei sensi e distratti da mille cose, il non poter vedere Dio potrebbe ritenersi come qualcosa di insignificante quasi. Finché infatti si vive quasi solo di materia, l'uomo può vivere anche senza Dio, come se egli non esistesse affatto. E purtroppo così vivono milioni di uomini, tutti ingolfati nel lavoro, nei piaceri della terra, nel guadagno di denaro e di beni dalle mille attrattive. Spogliato però del suo corpo e venuto del tutto meno il mondo delle cose passeggere, si avvertirà da tutti il peso di quella irresistibile innata tendenza a Dio che è l'eterno, l'infinito, la pienezza, la vera felicità che soddisfa in tutto.
Nel cuore del dannato c'è questa indistruttibile e fortissima tendenza verso Dio, e allo stesso tempo una spaventosa e irresistibile avversione che lo porta a odiarlo con odio inestinguibile, a bestemmiarlo incessantemente. E come un'onda portata inesorabilmente sulla spiaggia, egli tende e si slancia verso Dio e sempre ne è ricacciato. Quel Dio, mille volte offertosi nell'amore e nell'abbraccio del perdono, e mille volte rifiutato, ora per il dannato è il vero bene dal quale si sente per sempre escluso. La sua infelicità e la sua disperazione stanno soprattutto qui.
Tutto ciò è presentato dal Faber in una splendida pagina, - che riportiamo qui integralmente, scusandoci con i lettori per la sua lunghezza - nella quale si chiede a che cosa si può assomigliare questa pena. "... Vediamo a che somigli, poiché fortunatamente eccede ogni immaginazione a concepirne la tremenda realtà.
Supponiamo che noi potessimo vedere gli ingenti pianeti e le ponderose stelle rotanti la loro orrenda massa con spaventevole e forse con rumorosa velocità, tuonando nei campi del firmamento con furioso moto gigantesco, quale viene debolmente raffigurato da una valanga, e descrivendo con deviazioni che spaventano e con evoluzioni che fanno rabbrividire, le orbite per forza centripeta e centrifuga; noi vedremmo nella nudità delle sue ingenti operazioni la legge divina di gravità.
In pari modo noi scorgeremmo le vere relazioni tra Dio e noi, il vero significato e valore della sua benefica presenza, se potessimo vedere un'anima dannata al momento della sua riprovazione finale e giudiziale, pochi istanti dopo la sua separazione dal corpo, ed in tutto il vigore d' un'anima sciolta dall'ingombro del corpo e nell'orrore d'un penare senza fine.
Nessuna belva feroce nelle selve, nessuna chimera dell'immaginazione pagana potrebbe essere così orribile. Appena tirata l'insuperabile barriera tra essa e Dio, ciò che i teologi chiamano amore radicale della creatura per il Creatore erompe in una vera tempesta di incessanti sforzi. Cerca il suo centro, e non lo trova. Balza verso Dio, ed è di nuovo piombata al basso. Si lancia e batte contro le pareti di granito della sua prigione con tale incredibile forza che il pianeta deve essere ben saldo nel suo equilibrio per non spostarsi all'urto di quella violenza spirituale. Ma la legge di gravità è ancora più forte, ed il pianeta oscilla lievemente nella sua splendida atmosfera. L'anima sciolta dal corpo non può impazzire, altrimenti l'idea di un insuperabile desiderio di Dio, e l'inefficace attrazione della gloriosa Divinità, basterebbero a far dare volta alla ragione.
Percorrendo la sua bruciante gabbia, quello spirito colle sue molte facoltà ed accresciuta intelligenza spende la sua tormentosa immortalità variando, sempre ricominciando e compiendo con monotonia, come belva ingabbiata contro le ferree sbarre, un triplice movimento, non tre movimenti successivi, ma simultanei, un triplice movimento disperato.
Nella sua rabbia vorrebbe raggiungere Dio, ed afferrarlo e detronizzarlo, ucciderlo e distruggerlo. Nella sua agonia vorrebbe soffocare la sua interna sete di Dio, che la inaridisce, la dissecca e la brucia, con tutto il furente orrore d'una sfrenata frenesia. Nelle sue furie vorrebbe spezzare le sue strette catene di rodente fuoco che fissano e rendono immobile il suo amore radicale del Sommo Bene, e la sospingono sempre indietro con urli crudeli, rendendo vana la sua disperata tendenza verso il Centro Increato. Con questi continui e vani tre sforzi passa la sua vita d'interminabili orrori. La veemenza con cui lancia le sue imprecazioni contro Dio è vana; esse ricadono senza salire molto alte, restando molto al di sotto del suo tranquillo e festeggiato trono.
Finalmente le passa innanzi l'immensità di Dio, che per lei è improfittevole e senza consolazione; questa non è una vera immagine, ma solo un'ombra informe, ma pur l'anima conosce che è Dio. Con uno strido che dovrebbe essere udito in tutto il creato si slancia su tale ombra, ed urta, benché puro spirito, contro terrori materiali. Tenta afferrar l'ombra di Dio, ed invece abbraccia scottanti fiamme. Si rialza per altra riscossa contro di lui, ma si vede innanzi dei ceffì satanici. Si slancia presso quell'ombra quanto è lunga la propria catena, ed urta un'atterrita folla di anime maledette e dannate come lei. Così si contorce sempre col sentimento di essere la tormentatrice di se stessa. Così non passa ora del nostro tempo, non istante delle nostre stellate notti, non intervallo nelle vibrazioni delle nostre selve rischiarate dalla luna, non ondulazione d'aure profumate dai nostri giardini, non nota di delizia musicale per noi, senza che quella sciagurata e non commiserevole anima non si senta nuovamente venir meno per l'opprimente sentimento che tutto quanto la circonda è eterno. Tutto questo non è che l'assenza della dolce presenza di Dio nella sua creazione".
S. Agostino, a sua volta, afferma: "L'essere respinto dal regno di Dio, l'essere esiliato dalla città di Dio, l'esser privati della vita di Dio, mancare della grande abbondanza della dolcezza di Dio... è pena così grande che non può essere paragonata a nessuna altra pena che si conosca".
"Allontanatevi da me, maledetti" (Mt 25,41). Questa parola che il Giudice supremo dirà a tutti gli esclusi dal paradiso, pesa già come una montagna sul dannato e per sempre. Una tragedia che le più patetiche situazioni umane - come quella della madre tutta tesa verso la sua creatura che non può vedere; o come quella dell'esule che muore di nostalgia e di rimpianto per la sua terra amata che non vedrà mai più - non ne sono che immagine sbiadita. 

b. La pena del senso

Alla pena del danno è congiunta pure la pena del senso, e cioè quell'insieme di sofferenze che affligge il corpo dell'uomo attraverso i suoi cinque sensi: vista, udito, gusto, odorato e tatto. I dannati, pur spogliati del corpo, le soffrono come se lo avessero. Il Signore - dice Teresa d'Avila - volle farmi sentire in ispirito quelle pene ed afflizioni (= dell'inferno), come se le soffrissi nel corpo.
Perciò i dannati vedono continuamente immagini e spettacoli orrendi, sono frastornati da clamori e urla spaventose, sentono fetori da non dire; come pure sono cruciati da contatti e pressioni e cose del genere per tutto l'essere.
Le pene del senso consistono prima di tutto e soprattutto nel fuoco che brucia e tortura i dannati fin nelle radici stesse del loro essere.
Si obietterà: come può il fuoco torturare l'anima, lo spirito? A parte che Dio può tutto e quindi può fare pure che il fuoco tocchi e tormenti lo spirito; si deve ricordare che il fuoco dell'inferno, pur essendo vero fuoco come insegna la Chiesa, non è della stessa natura del nostro fuoco materiale.
La S. Scrittura parla soprattutto di fuoco ardente e di zolfo, di arsura dilaniante, di pianto spaventevole, di tenebre esteriori, di rimorsi laceranti (per grazie sciupate, per il tempo dedicato a futilità e peccati, per le tante possibilità di bene perdute ecc.: verme che non muore), di odori ributtanti e fetori che emanano come da corpi in putrefazione (geenna). In particolare, Giobbe parla di "luogo tenebroso coperto dalla caligine di morte, di regione di miseria e delle tenebre, dove regna l'ombra di morte, il disordine e l'orrore sempiterno" (Giob 10,21.29).
Perché anche una pena del senso oltre quella del danno?
Perché il peccato, oltre ad essere offesa di Dio, è indebito godimento ed esaltazione folle delle creature.
"Ogni peccato, dice S. Agostino, è aversio a Deo et conversio ad creaturas", e cioè allontanamento da Dio per andare verso le creature. E perciò il peccato va castigato sia per il colpevole allontanamento da Dio e sia per la disordinata preferenza accordata alle creature anziché a Dio.
Lo stesso pensiero, più o meno, in S. Tommaso che scrive: "La pena è proporzionata al peccato. Nel peccato vi sono due aspetti: la separazione dal Bene increato, che è infinito (per questo il peccato è infinito), e l'adesione a un bene effimero, e pertanto il peccato è finito, sia perché un bene effimero è finito, sia anche perché l'adesione stessa è finita, non potendo gli atti delle creature essere infiniti. In quanto il peccato è separazione da Dio, risponde alla pena del danno, che è pure infinita, esso è infatti la perdita di un bene infinito, Dio; in quanto è una disordinata adesione alle creature, risponde alla pena del senso, che è finita". 
***
Padre Antonio Maria Di Monda

Preghiera per coloro che rifiutano la Misericordia



Gesù, Ti esorto a perdonare i peccatori con l’anima così buia  
che rifiutano la luce della Tua Misericordia. 
Perdonali Gesù,  
Ti supplico di redimerli dai peccati che trovano così difficile  
da estrarre da se stessi. 
Ricopri i loro cuori con i Tuoi raggi di Misericordia  
e consenti loro la possibilità di tornare al tuo ovile. 
Amen. 


domenica 6 ottobre 2019

Per comprendere la Parola di Dio, c’è bisogno di un cuore veramente puro.



Maria Madre di Dio

Per comprendere la Parola di Dio, c’è bisogno di un cuore veramente puro. Senza un cuore puro, vi riuscirà sempre difficile, perché è il cuore, il vostro cuore, che vi permette di capire il mistero di Dio.

Chi non è libero dal peccato, cioè chi non si pente dei suoi peccati, non troverà la via verso Dio, perché il suo cuore è impuro e lo ostacola nel trovare Dio. Egli non capirà quanto sia facile la via per la felicità e per la gloria, perché porta il male in sè, perché non si pente.
Figli Miei è importante che apriate i vostri cuori e facciate spazio in voi per Mio Figlio e Dio Padre! Dovete prepararvi, perché solo con un'anima pura potrete accogliere degnamente Mio Figlio, solo con il cuore aperto EGLI sarà  in grado di salvarvi e vi condurrà a casa, dove il male non esiste, dove c’è solo l'amore, che la vostra anima tanto desidera.
Con tutti i peccati, di cui non vi pentite, vi chiudete la strada verso la gloria. Mettete da soli degli ostacoli, apparentemente insormontabili, sulla vostra strada. E ' come se faceste un passo sulla via verso Dio Padre e poi vi buttaste delle pietre, davanti  ai piedi così da rendervi la via sconnessa e inutilmente più difficile. Molti di voi costruiscono davanti a loro un enorme muro in modo da non poter ovviamente fare un altro passo avanti sulla via di ritorno verso il Creatore.
Abbattete i muri! Togliete  di mezzo le pietre! Il modo più facile per farlo è con la confessione, perché lì, Miei amati figli, Mio Figlio vi perdona, attraverso il sacerdote da LUI consacrato, tutti i peccati anche quelli di cui voi forse non vi ricordate già più. Ma devete mostrare rimorso, dovete dispiacervi per il male fatto, e dovete cercare di non commettere di nuovo questi peccati di cui vi siete pentiti e che avete confessato!
Non servirà a nulla confessare i peccati, di cui non vi pentite!
Non servirà a nulla confessare i peccati, se avete già l’intenzione di commetterli di nuovo!
Pentitevi e siate buoni
, Miei tanto amati bambini, e la via nel Regno dei Cieli sarà facile anche per voi!


"In verità vi dico:
Il peccato non sarà perdonato, a  chi non ha alcun rimorso nel suo cuore,.
Chi pecca subito di nuovo, senza almeno volere evitare il peccato, non sarà perdonato.
Chi non chiede perdono e quindi non riceve il perdono, stenterà a trovarMi. Egli starà in piedi di fronte a porte chiuse, perché le porte del Cielo non si apriranno per lui.
Ma a chi si pente delle sue opere peccaminose, sarà concessa l’ingresso, ma prima anche la sua anima deve essere purificata.
Quindi, siate buonoi nella vostra vita terrena, figli Miei, perché altrimenti vi aspetta prima il purgatorio. Esso vi purifica fino a quando sarete liberi e puri.
Ma guai a chi non si pente. Gli verranno aperte le porte del mare di fuoco, e la sua caduta non potrà essere fermata.
Quando ormai stà cadendo anche se si rende conto e vuole pentirsi, perché riconoscerà i propri errori, sarà troppo tardi, e gli toccherà l'agonia eterna. Non c'è più salvezza per lui, perché si è lasciato imbrogliare dal diavolo.
Dichiaratevi per Me, il vostro Gesù, e guadagnatevi la vita nella gloria del Padre Mio.
Io vi amo molto.
Il vostro Gesù che vi ama.
Redentore di tutti i figli di Dio".

Angeli e Draghi XX: “War in Heaven” (Apocalisse 12: 7)







Il libro dell'Apocalisse descrive la "Guerra in cielo" (Apocalisse 12: 7) tra San Michele e i suoi angeli contro il Drago Rosso e i suoi angeli, quando viene mostrata loro la visione di una donna che sta per partorire.
Come è stata la prima battaglia? Perché è successo? Qual è stato il processo agli angeli? Ci sono rivelazioni tramite i santi, i mistici o gli esorcismi in cui il diavolo è costretto a confessare cosa è successo? Santa Faustina ci ricorda che San Michele fu il primo cristiano a fare la volontà di Dio quando credette nell'incarnazione, combatte per Dio e quindi supera la prova,
“Ho una grande riverenza per San Michele Arcangelo; non ha avuto alcun esempio da seguire nel fare la volontà di Dio, e tuttavia ha adempiuto fedelmente la volontà di Dio [667] ".
La mistica venerabile Maria di Agreda, che bilocò più di 500 volte in America, scrive nella Città mistica di Dio su questa grande battaglia che si svolge nei cieli; tuttavia, non il vero paradiso in cui Dio dimora,
"È stata una battaglia meravigliosa ... San Michele, ardente di zelo per l'onore di Dio e armato di potenza divina e con la sua stessa umiltà, ha resistito all'arrogante orgoglio del drago ..."






Ogni creatura è stata messa alla prova prima di entrare nella visione beata dove dimora Dio e gli angeli non erano diversi. Patricia Devlin (mistica cieca) cattura le parole di San Michele riguardo alla grande tribolazione che tutti gli angeli affrontarono prima della battaglia,
“Ma la tentazione di seguire Lucifero che tutti abbiamo affrontato è stata così grande. Poteva e faceva sembrare così logico che la via di Dio fosse pazza, che il suo piano per la creazione non aveva senso. "Come", ci ha chiesto, "potremmo pensare per un momento che la sofferenza e la tristezza possano portare del bene?" ... Lucifero ci mostrò una visione di Cristo crocifisso e derise: "Vedi! Questo è il re che seguiresti, un re che non ha seguaci, che non alza un dito per proteggersi da coloro che lo tortureranno a morte. Che tipo di Dio è questo? '... Ci chiesi:' Se ti apri all'amore, cosa ti succederà se non ti farai male? Guarda questo: il Dio dell'Universo verrà sulla terra per dimorare tra le creature più basse che potrebbero consapevolmente lodarlo, e cosa faranno se non ucciderlo? E sa in anticipo che lo faranno! ' ... Ci ho chiesto come potevamo fidarci di un Dio che poteva chiederci di fare una cosa del genere. Quel Dio era preoccupato per noi, che lo avrebbe chiesto? '”



[Luce dell'amore]






Metti in dubbio una creatura e la casa inizia a sgretolarsi. Inoltre, gli esorcisti sono stati a lungo in grado di forzare le confessioni dal diavolo durante gli esorcismi e in un esorcismo che ebbe luogo dal 1975 al 1978 la seguente affermazione viene catturata mentre gli angeli caduti iniziano a soccombere alla tentazione di Lucifero,
“Ogni giorno siamo diventati più cupi. Devo spiegare che nell'eternità, non si conta in giorni, ma parlando in modo figurato e secondo le tue misurazioni, ogni giorno diventavamo più cupi, meno maestosi, tanto che Michael (l'Arcangelo) che in precedenza era ancora un po 'poco importante Angelo ... Ah! Michael, Michael! (A questo nome) diventiamo frenetici - quel Michael, che era per noi un piccolo angelo poco importante, ora può esercitare tale dominio e quasi schiacciarci. Quasi tutto ciò che abbiamo perso è caduto nella sorte di Michael. "



[Avertissements de l'Au'delà à l'Église Contemporaine - Aveux de l'Enfer]



Il nuovo esorcista vaticano P. Francesco Bamonte ha raccolto una serie di confessioni forzate da Lucifero [che significa portatore di luce] che era il più saggio, il più luminoso e il più potente di tutti gli angeli riguardo alla loro più profonda ribellione sulla visione del Libro dell'Apocalisse nel capitolo 12 ,
“Sono Lucifero, il più luminoso di tutti gli angeli del cielo. Mi sono ribellato alla volontà di Dio perché non volevo essere sotto la maestà del Nazareno. Stavo abbastanza bene sotto il potere di Dio. Ma sotto il potere del Nazareno, che sarebbe nato da una donna, non volevo esserlo. E così ho detto: "O rendimi come te o combatterò contro di te, perché non mi abbasserò mai, mai verso un Dio che diventa carne umana e che assume tratti umani e un corpo umano ... Sono puro spirito. Perché non io, perché non io, un puro spirito? Sono puro spirito. Perché non io invece di quella natura? Perché? Eh, eh? Perché quella natura? 'Questa è solo una creatura. Non io. Sono un "dio" e mi è stata affidata. Perché avrebbe dovuto essere? E non volevo, non volevo. Non mi inchinerei mai a una creatura, una creata per essere sotto di me . "



[La Vergine Maria e il diavolo nell'esorcismo]






Lucifero prima della caduta era la più grande creazione di Dio e in alcuni sensi come "il buon figlio" nella parabola del figliol prodigo. Nelle sue stesse parole, Lucifero era "l'Angelo per eccellenza" e un serafino a dodici ali. Con la bellezza e l'intelletto di Lucifero, prende un terzo degli angeli, "La sua coda spazzò un terzo delle stelle dal cielo (Apocalisse 12: 3)", San Michele raduna il resto degli angeli con questo grido di battaglia che è ascoltato in tutti i cieli come la venerabile Maria di Agreda,
“Vieni allora, angeli, seguitemi, adoriamolo ed esaltiamo i suoi ammirevoli e segreti giudizi, le sue opere più perfette e sante. Dio è il più esaltato e soprattutto le creature, e non sarebbe l'Altissimo, se potessimo ottenere o comprendere le sue grandi opere. Infinito È nella saggezza e nella bontà, ricco dei tesori dei suoi benefici. Essendo il Signore di tutti e non avendo bisogno di nessuno, può distribuirli a chiunque desideri e non può sbagliare nella selezione. Può amare e conferire il suo favore a chiunque scelga, e può amare chi gli piace; Può sollevare, creare e arricchire secondo il suo piacere. In tutte le cose sarà saggio, santo e irresistibile. Adoriamo e Lo ringraziamo per il meraviglioso lavoro dell'Incarnazione che ha decretato, e per i suoi favori al suo popolo e per il suo ripristino alla grazia dopo la sua caduta. Adoriamo questa persona dotata della natura umana e divina, riveriamola e accettiamola come nostro capo; confessiamo che è degno di ogni gloria, lode e magnificenza e, come autore di grazia, diamo a lui gloria e riconosciamo il suo potere e la sua divinità ”.



[Città mistica di Dio]






La visione della Donna nel Libro dell'Apocalisse diventa lo stendardo e lo stendardo della vittoria per San Michele e gli angoli santi. Già, nell'umiltà, sottomettono la loro volontà e il loro intelletto e la accettano come loro futura regina - "Regina su tutte le cose (CCC 966)". La visione diventa un segno della loro nuova fonte di forza, speranza e grazia come Venerabile Maria di Agreda descrivono,
Il grande segno della Donna serviva i buoni angeli come scudo e come armi di battaglia contro i malvagi; poiché alla sua vista, tutto il loro potere di ragionamento si indebolì e fu portato a confusione e silenzio, poiché non potevano curare i misteri e i sacramenti contenuti in questo segno. " [Città mistica di Dio]



Una grande battaglia con spade fiammeggianti seguì tra tutti gli angeli di Dio. Bene contro male, umiltà contro orgoglio, invidia contro amore, David contro Golaith, “Michael e i suoi angeli hanno combattuto contro il drago, e il drago e i suoi angeli hanno reagito. Ma il drago non era abbastanza forte, e non fu più trovato posto in paradiso per lui e i suoi angeli. E il grande drago fu scagliato giù (Apocalisse 12: 7-9). ”Il nuovo esorcista vaticano P. Francesco Bamonte spiega in dettaglio la confessione di Lucifero della loro perdita in questa grande battaglia,



"Michael e gli altri con lui mi hanno lanciato" giù ". Erano molti e avevano il potere dell'Onnipotente con loro. Michael e tutti gli altri mi dissero: "Da questo momento non sei più nulla". Ho combattuto ma Michael mi ha mandato via. Con la sua spada mi fece cadere e mi disse: "Allontanati da me! Questo non è più il tuo posto. Entra nell'abisso, vai nell'oscurità! ' E ho dovuto andare via insieme agli altri. Mentre cadevamo, ho detto che li avremmo combattuti e che avremmo preso le anime da Dio ... (A Dio ho detto) il potere del peccato sarà il nostro altare sul quale sacrificheremo le anime dei tuoi figli maledetti. Su quell'altare faremo scorrere il sangue dei tuoi figli maledetti '”.



[The Rebellious Angels]
Maria di Agreda spiega che Lucifero bestemmiò e urlò in tutto il cielo: "Adorami, io sono dio!" Ma c'è stato anche il grande e potente grido di battaglia di San Michele "Chi è come Dio?" Rispondendo a una tale bestemmia. Il grido di Lucifero trasforma lui e i suoi seguaci in draghi e creature senza luce. La bellezza, la saggezza e le grandi facoltà con cui sono state create nel loro stato originale sono sparite o oscurate,
“Ma San Michele rispose: Chi è simile al Signore, che abita nei cieli o chi si paragona a Lui? Siate silenziosi, nemici, cessate le vostre terribili bestemmie e poiché l'iniquità si è impossessata di voi, allontanatevi da noi, miserabili ... Il santo principe Michele scagliò dal cielo il drago Lucifero con l'invincibile grido di battaglia: chi è simile a Dio? ... Questo grido fu così potente che bastò a far precipitare quel fiero gigante e tutta la sua schiera sulla terra e lanciarlo in terribile ignominia al centro della terra. Da quel momento iniziò a essere chiamato drago, serpente, diavolo e Satana , che gli fu imposto dal santo arcangelo in quella battaglia come testimonianza della sua iniquità e malizia ”.



[Città mistica di Dio]
La battaglia non è diversa oggi! Lucifero, ora chiamato Satana [che significa avversario] dopo la caduta, sta ancora cercando di fare la guerra tra i figli di Dio come ha fatto all'inizio dei tempi. La sua tentazione è la stessa: "Sei un dio!" "Puoi salvarti!" "Sei il numero uno." Inoltre ci dice anche 'se ami sarai ferito'. "Non puoi fidarti di un Dio che si prende cura dei deboli, dei perduti e di coloro che sono diversi." "Bisogna stare attenti a se stessi", o mentre P. Francesco Bamonte registra Lucifero,



“Sono l'angelo sterminatore e voglio sterminare tutto. Voglio "uccidere" tutti. Ma quello [Michael] viene sempre, si oppone sempre a me. Lui è sempre con me. Viene con la sua spada e "mi taglia", e non posso fare quello che vorrei fare. Voglio portare la guerra all'umanità e lui [Michael] sta cercando di fare la pace per fermare le guerre tra di voi. Mi combatte in questo modo, cercando di distruggere tutto ciò che cerco di fare. Cerco di fare tutto quello che posso e lui viene e fa sempre il contrario di quello che voglio fare. Quando preghi per lui [Michael], mi dà fastidio perché THWARTS i miei piani e li distrugge.



[The Rebellious Angels]
Quindi preghiamo quotidianamente la Preghiera di San Michele, ma soprattutto dopo tutte le nostre masse affinché possa SALVARE i piani di Satana di distruggere l'umanità, poiché "sa che il suo tempo è breve (Ap 12, 12) ..."
“Dopo Dio, sono il tuo protettore e il tuo sostegno. Provate a me. Se conoscessi il mio potere, saresti più desideroso di rivolgermi a me le tue preghiere ogni giorno ”.
Le parole di San Michele a Mystic e allo stigmatista Marie-Julie Jahenny il 29 settembre 1877



(Già molte diocesi negli Stati Uniti stanno pregando la preghiera di San Michele dopo ogni messa.)

LA PREGHIERA A SAN MICHELE ARCANGELO






sabato 5 ottobre 2019

I VANTAGGI DELLE AVVERSITA'



 1.   E' bene per noi che incontriamo talvolta difficoltà e contrarietà; queste, infatti, richiamano l'uomo a se stesso, nel profondo, fino a che comprenda che quaggiù egli è in esilio e che la sua speranza non va riposta in alcuna cosa di questo mondo. E' bene che talvolta soffriamo contraddizione e che la gente ci giudichi male e ingiustamente, anche se le nostre azioni e le nostre intenzioni sono buone. Tutto ciò suol favorire l'umiltà, e ci preserva dalla vanagloria. Invero, proprio quando la gente attorno a noi ci offende e ci scredita, noi aneliamo con maggior forza al testimone interiore, Iddio.   
2.   Dovremmo piantare noi stessi così saldamente in Dio, da non avere necessità alcuna di andar cercando tanti conforti umani. Quando un uomo di buona volontà soffre tribolazioni e tentazioni, o è afflitto da pensieri malvagi, allora egli sente di aver maggior bisogno di Dio, e di non poter fare nulla di bene senza di lui. E si rattrista e piange e prega, per il male che soffre; gli viene a noia che la vita continui; e spera che sopraggiunga la morte (2 Cor 1,8), così da poter scomparire e dimorare in Cristo (Fil 1,23). Allora egli capisce che nel mondo non può esserci completa serenità e piena pace. 

 L'Imitazione di Cristo

LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )

IL FRATELLO TENTATO

Un frate, uomo di viva spiritualità e anziano nell’Ordine, era molto amico di Francesco. Gli avvenne, in un periodo della sua vita, di essere torturato per lunghi giorni da  gravi  e  crudeli  suggestioni  del  diavolo,  così  che  stava  per  inabissarsi  in  una disperazione profonda. Ne era assillato ogni giorno, e più si angosciava perché provava vergogna a confessarsi ogni volta. E si accaniva a punirsi con astinenza, veglie, lacrime e battiture.
Da molti giorni durava questo supplizio, quando, per disposizione divina, Francesco giunse a quel luogo. E mentre il Santo passeggiava non molto discosto dal convento insieme con un fratello e con quel povero tribolato, allontanandosi a un certo punto dal primo, si accostò al tentato e gli disse: «Carissimo fratello, voglio e ordino che non ti angosci a confessare quelle suggestioni e irruzioni del diavolo. Stai tranquillo: non hanno fatto alcun danno alla tua anima. Ogni volta che ne sei assalito, ti suggerisco di recitare sette volte il Padre nostro».
Fu tutto esultante il frate al sentire tali parole, che cioè non era tenuto a confessare le tentazioni, soprattutto perché si vergognava di doverlo fare ogni giorno, cosa che aggravava il suo tormento. Ammirò la santità di Francesco che, per mezzo dello Spirito Santo, aveva conosciuto le sue tentazioni, che lui non aveva confidato a nessuno, fuorché ai sacerdoti; e aveva mutato spesso confessore, per la vergogna di far sapere sempre allo stesso tutta la sua infermità interiore.
E subito che Francesco gli ebbe rivolto la parola, egli si sentì liberato, dentro e fuori, da quella terribile prova, sofferta per lungo tempo. Con l’aiuto di Dio, grazie ai meriti del Santo, egli ritrovò una gran serenità e pace d’anima e di corpo.

Traduzione di VERGILIO GAMBOSO

ORA TI RENDE PARTECIPE DELLA SUA GLORIA



Maria è assunta in cielo. "E' questa la festa del suo destino di pienezza e di beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale, della sua perfetta configurazione a Cristo risorto" (MC 6).
Tutto ciò che Maria ha ricevuto su questa terra, la sua "pienezza di grazia", si traduce nella gloria del cielo e nell'unione beatificante con il Figlio. Maria è l'unica creatura umana - dopo Gesù Cristo - che è entrata in corpo ed anima nella beatitudine del cielo dopo aver terminato il corso della vita terrena.
San Giovanni Damasceno, che di Maria fu devotissimo, dice: "Era giusto che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio e che fosse onórata da tutte le creature come Madre ed ancella di Dio".

Non credete ai teologi e alle guide della Chiesa che non sono fedeli alla Parola di Dio, perché non vengono da Dio.



Maria Madre di Dio

Non credete ai teologi e alle guide della Chiesa che non sono fedeli alla Parola di Dio, perché non vengono da Dio. Vogliono catturare la vostra attenzione, avere il controllo su di voi, e vi mentono facendovi  credere che il male sia il bene, ma ciò non sarà mai. Ascoltate solo Dio, il Padre vostro Celeste, il Signore e Creatore di tutto l'essere, e credete a Suo Figlio, perché Egli verrà e adempirà le profezie di Giovanni.

Non lo vedete? Le state già vivendo, ci siete in mezzo. Io, un Santo Angelo del Signore voglio mettervi in guardia contro i bugiardi del vostro tempo. Credete in Gesù e fidatevi sempre di Dio, il vostro Signore. Io annuncio la Sua Parola, se vengo, è perché LUI Mi ha incaricato di farlo.

Un Angelo del Signore.

venerdì 4 ottobre 2019