LA VITA DI TERESA NEUMANN: SIGNIFICATO E FINALITÀ
La vita delle persone toccate dalla grazia e da segni eccezionali ha sempre un profondo significato per gli uomini, ed è importante imparare a «leggere» questo significato e a individuare le finalità difatti e fenomeni tanto straordinari. Nel caso di Teresa Neumann i segni furono particolarmente imponenti e numerosi, e il loro significato non è di difficile interpretazione. Il dottor Joseph Steiner, che seguì il caso di Teresa Neumann per quarant'anni e su di esso ha scritto un ottimo e documentatissimo libro, ravvisa nel mistero della vita della semplice contadina bavarese due finalità importanti per la nostra epoca: avvicinare gli uomini all'eucaristia e aiutare a capire il significato del dolore nei piani di Dio.
Egli scrive infatti: «Il mantenimento in vita di Teresa per quasi quarant'anni solo per mezzo dell'eucaristia, la contemplazione della discesa di Cristo all'istante dell'elevazione, la comunione mistica sembrano essere una riprova della presenza viva di Cristo nel sacramento dell'altare e un richiamo alla sua adorazione, come in altri tempi di scarsa fede... In secondo luogo, con la volontaria accettazione dei patimenti fisici e spirituali e con l'eroico completamento dei dolori di Cristo per la salvezza dell'umanità, Teresa ha insegnato a vedere il significato vero del dolore, la qual cosa va considerata come una grande grazia per il nostro tempo. Quando Teresa cominciò a soffrire, nel 1918, era appena finita la guerra mondiale. L'inizio dei fenomeni mistici nel 1926 coincise con la gravissima crisi economica. L'indescrivibile sofferenza che dal 1933 oppresse parte del nostro popolo, e la seconda guerra mondiale che pesò tanto sul nostro e su altri paesi, avevano un estremo bisogno di interpretazione del dolore. Anche ora, mentre cerchiamo di scansare il dolore con slogan di nuove correnti etiche o con l'eutanasia, è importante sapere che la sofferenza e i sofferenti devono esistere, che essi costituiscono un fattore necessario nei piani del Signore sull'umanità, la quale si purifica per mezzo dei sofferenti e il soccorso prestato loro...
"Per mezzo dei patimenti si salva più gente che con le più brillanti prediche": questa fu una delle prime frasi che Teresa Neumann udì dalle labbra di Teresa di Lisieux. Dobbiamo esser grati a Dio, che proprio in questi tempi in cui ne avevamo tanto bisogno ha concesso che succedessero questi avvenimenti commoventi!».
Teresa Neumann accettò volontariamente e di buon grado le sofferenze - prima quelle della malattia e poi quelle provocate dalle stigmate e dalla partecipazione alla passione di Cristo - e vide nella sofferenza la propria missione.
Lo stesso vale per padre Pio, contemporaneo di Teresa e a lei per tanti aspetti simile, che con riferimento alle proprie stigmate (per lui motivo di «confusione» e «umiliazione») e alle sofferenze che l'accompagnarono fino alla morte diceva: «Sono stato fatto degno di patire con Gesù e come Gesù».
E ancora: «Soffro e soffro assai, ma grazie al buon Gesù sento ancora un altro po' di forza; e di che cosa non è capace la creatura aiutata da Gesù? Io non bramo punto di avere alleggerita la croce, poiché soffrire con Gesù mi è caro; nel contemplare la croce sulle spalle di Gesù mi sento sempre più fortificato ed esulto di santa gioia». E aggiungeva rivolgendosi con confidenza a Dio: «Tu mi hai fatto salire sulla croce del Figlio tuo e io mi sforzo di adattarmici alla miglior maniera; sono convinto che giammai ne discenderò».
Vocazione quindi a corredimere, a rinnovare nell'umanità il ricordo della passione e morte di Cristo; invito ad accettare la propria parte di dolore e a capirne il significato. Sia padre Pio che Teresa Neumann furono maestri in questo. E il fatto che nel medesimo arco di tempo lo stesso messaggio ci sia giunto da due diversi ed eccezionali apostoli del Signore deve suonare a monito per l'umanità di oggi, che ha disimparato a sacrificarsi, che rifiuta il dolore e ha impostato la propria vita sulla ricerca del benessere e del piacere. Per la disincantata società odierna deve suonare poi a monito anche il lunghissimo digiuno di Teresa di Konnersreuth: se ella, come è stato dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, poté vivere per trentasei anni senza assumere né cibo né bevanda e nutrendosi unicamente dell'ostia consacrata che riceveva ogni giorno, significa che Cristo è veramente presente in essa e può da solo sostenere non solo lo spirito ma anche il corpo dell'uomo. Le grazie innumerevoli ottenute da chi si è rivolto in preghiera a Teresa Neumann testimoniano dei «buoni frutti» prodotti nel tempo dalla grazia che si è così copiosamente manifestata in lei. Né su di lei né su padre Pio la Chiesa si è ancora pronunciata ufficialmente, e del resto è noto che nella sua grande saggezza la Chiesa si muove con estrema prudenza e senza fretta alcuna. Per la devozione popolare tuttavia Teresa di Konnersreuth e padre Pio da Pietrelcina, i grandi mistici del nostro tempo, sono già santi.
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