venerdì 28 maggio 2021

Crimini governativi e menzogne della stampa

 


Il Mistero dell’Iniquità


“Molti giornalisti d’oggi si limitano a veicolare o ripetere a  pappagallo quella che George Orwell definiva ‘la verità ufficiale’. 

In pratica non fanno altro che codificare e trasmettere delle  menzogne. Mi fa specie che molti miei colleghi giornalisti possano  essere manipolati così in profondità, tanto da divenire quelli che i  francesi chiamano ‘funzionari’; sono funzionari e non più giornalisti.  Molti di questi cosiddetti giornalisti si mettono decisamente sulla  difensiva quando provi a fargli capire che non sono più imparziali od obiettivi. Il problema è che questi due termini, ‘imparzialità’ e ‘obiettività’, hanno ormai perso il loro vero significato, che è  stato sostanzialmente rimpiazzato... adesso quelle parole indicano  solamente il punto di vista di chi sta al potere... ovviamente i  giornalisti non si fermano a pensare: ‘d’ora in avanti parlerò per  l’establishment,’ ovviamente no. Ma purtroppo fanno propria tutta una serie di preconcetti...” John Pilger (2002)422 


Le nazioni sovrane, “democratiche” e responsabili,  dipendono da un’opinione pubblica ben informata e moralmente integerrima 

Le condizioni del giornalismo di oggi, secondo la descrizione che  ne fa Pilger, sono sintomatiche in quelle nazioni che hanno subito un  processo di degenerazione e che si sono trasformate negli anni da una  sana repubblica democratica – nella quale a governare è il popolo (cioè  i suoi cittadini, la nazione sovrana) per mezzo dei propri rappresentanti  eletti, che viene informato da una stampa libera ed indipendente  – in quello che Christopher Story definisce un democratismo, cioè  una pseudo-democrazia corporativista. Questa nuova entità, che di  democratico ha solo il nome, mantiene solo una parvenza di quei  poteri istituzionali che in genere definiscono e caratterizzano una vera  democrazia, perché in realtà essi vengono gestiti e governati per mezzo  di una vera e propria dittatura burocratica da parte un’elite finanziaria.  Gli interessi di quest’ultima vengono perseguiti alla perfezione da una  stampa asservita, che ovviamente dipende da quell’elite per la propria  sopravvivenza economica. “Le principali democrazie occidentali,”  come osserva Pilger, “si stanno tutte indirizzando verso una forma di corporativismo.”423

Malgrado siano molti i fattori che hanno portato allo sviluppo di uno Stato corporativista negli Stati Uniti d’America (tra questi ricordiamo: la  creazione di un sistema bancario centrale privato e corporativo, grazie  al Federal Reserve Act, o il Federal Income Tax Act, promulgato subito  dopo la creazione della Federal Reserve e che prevede il pagamento  degli interessi, da parte dei contribuenti, all’ente privato della Federal  Reserve), il fattore più decisivo tra questi fu l’emergere in America di  quelle che il Presidente Eisenhower, alla fine del suo mandato, definì  “gravi implicazioni” derivanti dalla creazione di “un enorme apparato  di istituzioni militari ed un’immensa industria degli armamenti”, che  era “del tutto nuova nell’esperienza Americana.”

Questo fattore decisivo ha portato alla creazione di quello che  Eisenhower ha definito “il complesso militare industriale”. Nel suo  discorso di addio alla nazione, il presidente Eisenhower parlò della  “influenza totale [di quell’apparato] nell’economia, nella politica e anche  nella spiritualità” che “viene sentita in ogni città, in ogni organismo  statale, in ogni ufficio del governo Federale,” mettendo in guardia gli  Stati Uniti contro le sue “gravi implicazioni”. Proprio a questo riguardo,  Eisenhower affermò che “nei consigli di governo, dobbiamo stare attenti  a non lasciarci influenzare da pressioni, sia palesi che segrete, esercitate  dal complesso militare industriale. Il potenziale per un’ascesa disastrosa  di forze che travalicano il proprio ruolo e le proprie prerogative esiste  ora ed esisterà anche in futuro.”

Padre Paul Kramer

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