lunedì 24 maggio 2021

La testimone viene nascosta e messa a tacere

 


La Battaglia  Finale del Diavolo

Poche rivelazioni si sono rivelate meno convincenti come quella sul  Terzo Segreto pubblicata dal Vaticano. Chi aveva pensato, o sperato,  che la questione Fatima si sarebbe chiusa una volta per tutte con la  pubblicazione della visione del “Vescovo vestito di bianco” e con  il commento contenuto ne Il Messaggio di Fatima della CDF, dovette  rimanere assai stupito dal clamore suscitato da quella pubblicazione. Ma  era immaginabile, perché per più di quarant’anni ogni tattica possibile  e immaginabile era stata usata al fine di occultare definitivamente il  vero Messaggio di Fatima. Tra queste annoveriamo: l’imposizione al  silenzio nei confronti di Suor Lucia, durato quarantacinque anni; la  cancellazione di ben 5.396 documenti su Fatima di Padre Alonso; una  campagna virtuale intrapresa dal Segretario di Stato del Vaticano per  impedire che eventi pubblici promuovessero l’autentico Messaggio  di Fatima, cosa che ha comportato persino minacce infondate di  sospensione e di scomunica nei confronti di Padre Nicholas Gruner, il  più deciso e determinato difensore di Fatima; la promozione di certi  individui, che distorcono e falsificano ad arte il Messaggio di Fatima,  al rango di “esperti” di Fatima al fine di rendere quest’ultimo conforme  alla Linea di Partito del Vaticano, secondo la quale “Fatima appartiene  al passato.”

Tuttavia, nonostante gli sforzi di quest’ultimi, la questione continuava  a riemergere. Il 16 maggio 2001, Madre Angelica – conduttrice della Eternal Word Television Network – fece una dichiarazione in diretta che  rifletteva il crescente scetticismo di milioni di Cattolici di tutto il mondo: 

“Per quanto riguarda il Segreto, ebbene io sono una di quelli che pensano che non ci sia stato detto tutto. Ve lo dico io! Voglio  dire, ognuno ha il diritto di avere la propria opinione, non crede,  Padre? Ebbene, questa è la mia opinione. Perché penso che sia  terrificante.” 

Non poteva esserci niente di più imbarazzante, per la “versione  ufficiale” del Segreto data dal Vaticano, di queste affermazioni  pronunciate in diretta da una suora famosissima in tutto il mondo, la cui  lealtà alle autorità della Chiesa non era mai stata messa in discussione  e che non poteva certo essere tacciata di far parte dei “Fatimiti”. Madre  Angelica aveva commesso però un crimine imperdonabile: andare  contro la Linea del Partito su Fatima! Pertanto, a partire dal dicembre  2001, il Mother Angelica Live – un appuntamento settimanale ormai  consueto per il pubblico della EWTN, visto che andava avanti da anni sotto la conduzione sincera e spontanea di Madre Angelica – venne  cancellato dai palinsesti della EWTN per non farvi più ritorno.

L’attacco terrorista dell’11 settembre 2001 scatenò una lunghissima  serie di articoli su Fatima. L’idea, lanciata dalla stampa e da internet,  era che quegli attacchi fossero predetti dal Terzo Segreto di Fatima,  che probabilmente non era stato ancora rivelato interamente. Quanto  devono aver sofferto quelli che avevano scritto l’MDF, visto che  pretendevano – e pretendono tuttora - di farci credere che il segreto era  contenuto interamente tra le righe di quell’opuscolo! Semplicemente,  ormai non venivano più creduti, in parte perché loro stessi mancavano  di credibilità ma anche perché una specie di coscienza collettiva era  sorta in merito al nostro destino imminente. In fin dei conti, sappiamo  tutti che una “civiltà dell’amore” è un’utopia senza senso. Non è mai  esistita. Il vero Messaggio di Fatima lo conferma implicitamente:  l’inferno esiste, e molte anime vi stanno andando perché non c’è  nessuno che preghi o si sacrifichi per esse. La soluzione fornitaci dal  Cielo non consiste certo negli incontri di preghiera interconfessionali,  così ampiamente pubblicizzati, bensì nella consacrazione e conversione  della Russia, nella devozione al Cuore Immacolato di Maria e nel  Rosario. Il vero Messaggio di Fatima non consiste in una richiesta di  scuse ulteriori da parte del Papa. È una supplica a Gesù Cristo affinché  “perdoni i nostri peccati” e ci “salvi dalle fiamme dell’inferno”. Non  stiamo assistendo ad un nuovo avvento per l’umanità: siamo sul Titanic  che affonda nell’abisso, mentre il mondo sente la fine imminente, ma  continua a far finta di nulla.

Tuttavia, neppure gli eventi dell’11 settembre 2001 avrebbero  distolto l’apparato Vaticano dall’attuare la Linea del Partito di Sodano,  secondo la quale “Fatima appartiene al passato”. Al contrario, il  tentativo di imporre l’interpretazione di Sodano sulla Chiesa e su  Fatima si sarebbe intensificato. Fu come se il Cardinale Sodano e gli altri  avessero improvvisamente compreso che gli eventi dell’11 settembre  2001 potevano in realtà scuotere le coscienze dei Cattolici, spingendoli  verso una nuova consapevolezza e facendo comprendere loro che  Fatima non era affatto finita, visto che non stavamo e non stiamo di  certo assistendo al trionfo del Cuore Immacolato, né al periodo di pace  che ci era stato promesso. Per ristabilire la Linea del Partito serviva una  qualche prova di forza.

Il 12 settembre 2001, a poche ore di distanza dal crollo delle  Torri Gemelle, l’Ufficio Stampa del Vaticano pubblicò il suo bollettino  informativo della giornata: una “Dichiarazione” da parte della  Congregazione per il Clero che non riguardava l’attacco terroristico,  non riguardava gli orrendi scandali che emergono ogni giorno dalle  azioni dei sacerdoti o la diffusione dell’eresia e della disobbedienza  tra il clero degli ultimi 40 anni. No, quella dichiarazione riguardava  Padre Gruner, il “Sacerdote di Fatima”! Era stata redatta, così si leggeva,  “per mandato di una più alta autorità” – termine usato dal Vaticano per indicare il Segretario di Stato, all’epoca il Cardinale Sodano, e non il  Papa (che in gergo è la più alta autorità).

La Dichiarazione serviva a mettere in guardia il mondo Cattolico  contro una seria minaccia al bene della Chiesa; una minaccia di tale  intensità che la Congregazione per il Clero non aveva aspettato neanche  che la polvere lasciata dalle Torri Gemelle si posasse a terra. Quella  minaccia era una conferenza sulla pace mondiale e Fatima, sponsorizzata  dall’apostolato di Padre Gruner, che si sarebbe tenuta a Roma. 

Sì, la principale preoccupazione del Vaticano, a poche ore dal  peggior attacco terroristico della storia, era quella di dire a tutti di  boicottare una conferenza sulla pace mondiale e Fatima. Perché? Come  si può leggere in quella “Dichiarazione”, il motivo era che la conferenza  “non gode dell’approvazione della legittima autorità ecclesiastica”.  Ovviamente, chi aveva concepito la pubblicazione di quella Dichiarazione  sapeva benissimo che per il diritto Canonico non è necessaria alcuna  “autorizzazione” per poter organizzare conferenze a cui partecipino  religiosi e laici. Il Codice di Diritto Canonico, promulgato da Papa  Giovanni Paolo II (can. 212, 215, 278, 299), riconosce ai fedeli il diritto  di incontrarsi e di discutere su temi che riguardino la Chiesa odierna,  senza che debba essere richiesta alcuna “approvazione” preventiva.  Ovviamente, il comunicato del Vaticano non citava l’esistenza delle  tantissime conferenze organizzate senza “approvazione”, ad esempio  dai promotori del sacerdozio femminile e di altre innumerevoli eresie,  malgrado i partecipanti di quelle conferenze abusino continuamente  dei propri diritti naturali, recando gravi danni alla Chiesa. Era come  dire che la conferenza dell’Apostolato di Padre Gruner non aveva  l’approvazione dell’associazione Medici Dentisti Italiani. E allora? 

Ma c’è di peggio: la Dichiarazione riportava anche che Padre  Gruner era stato “sospeso” dal Vescovo di Avellino. Sospeso per cosa?  Per niente, apparentemente, dal momento che non venivano forniti né i  motivi né i dettagli di quella sospensione. La ragione per questa curiosa  omissione è chiara a chiunque conosca la storia dei procedimenti legali  contro Padre Gruner: “i motivi” di una simile sospensione erano e sono  talmente ridicoli da rendere la loro pubblicazione impensabile, per via  dell’ilarità generale che avrebbero suscitato.

Come abbiamo fatto notare precedentemente, l’unico motivo che  sia mai stato fornito per giustificare questa “sospensione” era che  Padre Gruner doveva fare ritorno ad Avellino (dove era stato ordinato  nel 1976), altrimenti sarebbe stato sospeso. Perché? Perché non era  “stato in grado” di trovare un altro vescovo che lo incardinasse. Ma la  “Dichiarazione” si guarda bene dal dire che ben tre vescovi amichevoli  avevano già offerto la loro incardinazione a Padre Gruner, dandogli il  permesso di continuare a lavorare per il suo apostolato, ma che in tutti  e tre i casi queste incardinazioni erano state bloccate (o dichiarate “non  esistenti”) da quegli stessi burocrati Vaticani che ora gli comunicavano  la sua “sospensione”. Quindi, Padre Gruner era stato “sospeso” per non aver “obbedito” ad un ordine che i suoi stessi accusatori gli avevano  impedito di obbedire! (Per non parlare del fatto che il Vescovo di Avellino,  al 12 settembre 2001, non aveva assolutamente alcuna autorità su  Padre Gruner – poiché quest’ultimo era già stato incardinato in un’altra  diocesi.)

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Padre Paul Kramer

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