mercoledì 10 maggio 2023

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato

 


L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio.


ODORE DI SANTITÀ  

Chi forma il corpo, che viene nutrito dai vasi capillari attraverso la sua forza plastica e genetica, è l'anima, che è il principio vitale che risiede nel cuore e nel cervello.  

Ne viene di conseguenza che trasformando il principio vitale, anche l'organismo intero ne risente e subisce un mutamento.  

La mistica soprattutto ha questa caratteristica, se così si può chiamare, di trasformare il corpo secondo le aspirazioni dello spirito, cioè se lo spirito dà un ritmo diverso al nostro organismo, il corpo diviene più agile, più sano, più flessibile, più forte, più accessibile alle impressioni esterne e più tranquillo quindi all'interno.  

Questa trasformazione della vita corporale spesso si rivela con un odore caratteristico, che emana dal corpo.  

Odore di santità, quindi, non è solamente un modo di dire, ma è fondato sulla esperienza.  

Tommaso da Kempis afferma che la camera della beata Liduina era ripiena di odore delizioso, tanto che lui pure, come Padre Sepas, per Santa Teresa di Gesù, dubitò dapprima che si profumasse.  

Il profumo in Liduina, diveniva più intenso quando ella aveva ricevuto Nostro Signore, o dopo una visita del suo Angelo Custode, oppure dopo qualche visione, che la aveva trasportata in cielo.  

Tale profumo aveva pure una ripercussione sul senso del gusto, poiché gli lasciava in bocca l'impressione come se avesse masticata della cannella.  

La mano poi, per la quale era stata presa dal suo Angelo custode, profumava assai di più dell'altra.  

Prima di venire a parlare di altri Santi, debbo dire del Padre, poiché ciò che si verificò per S. Teresa di Gesù e per la beata Liduina, si verificò pure per Padre Pio.  

Il dottor Romanelli di Barletta, che come ebbi a dire nella biografia, fu il primo a visitare il Padre, nella sua relazione a proposito del profumo ebbe così ad esprimersi: «Nel giugno 1919, allorché per la prima volta visitai Padre Pio, notai un certo profumo, tanto che al Padre Valenzano, che era con me, dissi che non mi pareva buona cosa che un frate, tenuto in quel concetto, usasse profumi. Per altri due giorni, pur restando in cella od in compagnia del Padre, non notai più nulla. Prima di partire, salendo le scale, notai lo stesso profumo, ma fu cosa di pochi istanti».  

Il dottore poi diceva che non poteva trattarsi dì suggestione, sia perché non aveva mai sentito parlare del profumo di Padre Pio, sia perché la seconda volta il profumo gli si era presentato solo per pochi istanti e poi era subito svanito.  

Ho voluto consultare alcuni dotti scienziati e sentire il loro parere sul profumo del sangue. Tutti hanno escluso che il sangue possa emanare profumo, invece il sangue che stilla dalle stigmate del Padre, manda un profumo caratteristico che anche coloro che hanno poco olfatto lo sentono. Inoltre spesso anche il suo sangue coagulato o sopra indumenti da Lui portati, emana profumo.  

Ciò è contrario ad ogni legge naturale e scientifica, pur tuttavia molti lo hanno sentito e lo sentono.  

Dirò per allontanare il dubbio a coloro che potrebbero credere che dò possa dipendere da suggestione che: mentre la luce e il suono sono fenomeni vibratori, il profumo invece è una emanazione reale di particelle organiche che partono da una sorgente odorosa e procurano un caratteristico e specifico effetto posandosi materialmente sulla mucosa olfattiva del soggetto. Alcuni dissero che baciando le mani del Padre, invece di sentire profumo di rosa, di giglio o di altro, sentirono odore di acido fenico o di tintura di iodio.  

Dirò che il Padre, da molti anni, non fa più uso di tali sostanze, che gli furono ordinate nel 1919, perché «le lesioni» venissero rimarginate, il che mai avvenne. La chimica poi ci insegna che le sostanze caustiche distruggono il profumo, quindi se ancor oggi, per umiltà o per obbedienza, cioè per nascondere il suo vero profumo, le dovesse usare, queste sostanze distruggerebbero gli altri profumi, mentre invece avviene che contemporaneamente alcuni sentono il profumo di rosa, di giglio, di violetta, ecc., altri invece sentono solo odore di acido fenico, manifestando quindi agli uni una cosa, agli altri un'altra.  

Dirò infine che il profumo sentito da persone anche lontane da lui è sempre una forma di ubiquità, poiché come ho detto precedentemente, per sentire profumo bisogna che una sorgente odorifera sia sempre a portata della nostra mucosa olfattiva.  

Se sentiamo profumo del Padre, lontani da Lui, vuol dire invece che Lui ci è vicino.  

Presso altri Santi, invece, il profumo si è verificato solo quando essi celebravano i Sacri Misteri.  

Il Beato Venturini da Bergamo emanava profumo quando diceva la Santa Messa, il popolo allora a Lui si accostava per aspirare il grato odore.  

S. Domenico aveva la mano profumata e tutti se ne accorgevano quando gliela baciavano.  

S. Francesco di Paola, emanava profumo quando aveva compiuti i suoi digiuni di tre, di otto o di quaranta giorni. La beata Elena, la Venerabile Maria Villana, profumavano quando avevano fatta la S. Comunione.  

Tale profumo in alcuni santi fu riscontrato durante una malattia, come avvenne alla Beata Ida da Lovanio. Al beato Dideo, invece, profumavano le piaghe, mentre invece il profumo, in altri Santi, si rivelò solo dopo la loro morte.  

Così fu di S. Celetta, di S. Umiliana, della Beata Domenica di Paradiso, di Maria Vittoria da Genova e della grande S. Teresa di Gesù, e di S. Giuseppe da Copertino. Il profumo di quest'ultimo, come ho già detto, era quasi simile a quello che emanavano le reliquie di S. Antonio da Padova o il breviario di S. Chiara di Assisi, che ancor oggi si conserva nella chiesa di S. Damiano.  

Il domenicano G. Salomoni da Venezia, fu negli ultimi quattro mesi di sua vita, colpito da un cancro allo stomaco, invece di mandare cattivo odore, emanava profumo.  

La Terziaria Bartola, colpita da lebbra (verso il 1300) divenne tutta una piaga; le caddero i capelli, le unghie, le si corrose il naso, gli occhi le uscirono dalle orbite, le si contrassero le dita, mentre la carne lasciava vedere i tendini. Per venti anni sopportò pazientemente tali sofferenze. A lei accorrevano i pellegrini i quali, invece di sentire odore nauseante, sentivano un grato profumo.  

L'odore di santità però si sviluppa quasi sempre dopo la morte.  

Le reliquie di Papa Marcello, conservarono per 700 anni il profumo, quelle di S. Aldegonda per 800 anni. Quando morì S. Burgondelfore, il corpo emanò un profumo deliziosissimo, che invase la chiesa e il bosco circostante. A coloro che diedero sepoltura a S. Domenico, rimasero le mani profumate per molto tempo.  

Profumarono i corpi di S. Gandolfo, di Fra Roberto da Napoli, di Giovanna della Croce, di Francesco di S. Maria, di Saverio della Concessione, di S. Treverio, ecc. ecc.  


Nessun commento:

Posta un commento