1. Il dono della Sapienza ha un implicito riferimento all'eterna Sapienza inneggiata nei libri sapienziali (Prov 8, 22 s ecc.) che si rivelerà nel Verbo di Dio quale «Irradiazione dello splendore del Padre» (Eh 1, 3).
Etimologicamente la sapienza vien dal latino sàpere che indica «sapore» in senso passivo e anche attivo. In forza della congenialità con Gesù la sapienza ci porta a «gustare» le cose di Dio, ad assaporare il Vangelo e a conformarci a Gesù fino ad avere in noi «gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fp 2, 5); in tal modo diventiamo «sale della terra» (Mt 5, 13) e diffondiamo il sapore di Cristo. L'uomo di Dio «sa» di Cristo, in senso analogo a una cosa che «sa» di incenso o altro.
Sul piano conoscitivo questa congenialità porta a «gustare come è buono il Signore» (Sal 33, 9), a discernere istintivamente («per quandam connaturalitatem», dice S. Tommaso) ciò che viene da Dio e ciò che da Dio non viene. Sul piano operativo porta ad agire secondo lo spirito di Cristo, ad «osservare la sua parola» (Gv 14, 23), a gravitare verso Cristo con tutto il cuore fino ad «essere messo a parte dei suoi patimenti, trasformato in immagine della sua morte» (Fp 3, 11 s),
2. Singolarmente ricca di sapienza è Maria in quanto è Madre della Sapienza incarnata e Sposa dello Spirito Santo, perfettamente conformata a Gesù nel suo modo di sentire e di operare. Il suo essere Immacolata la fa gravitare verso Gesù con una forza singolare. Essa è tutto ascolto della Parola di Dio, che è lo stesso Verbo incarnato, conserva nel suo cuore le parole di Gesù, le medita, le mette in pratica (Lc 2, 51).
Tutto il modo di agire di Maria, a sua volta, diventa irradiazione dello Spirito di Gesù, espressione della Sapienza Incarnata e dello Spirito di Sapienza, come appare in vari passi del Vangelo: nel dialogo con l'angelo Gabriele, nel comportamento con Elisabetta, nel canto del Magnificat, nel contegno con Giuseppe, alle nozze di Cana e soprattutto ai piedi del Crocifisso.
Questa singolare sapienza si manifesta in lei dopo la Pentecoste, rendendola guida del gruppo apostolico, che ricorre a lei per un retto comportamento nella vita e nell'apostolato.
La Chiesa pone sulle nostre labbra l'invocazione: «Sedes Sapientiae, ora pro nobis», perché Maria aiuti i credenti a crescere in età, sapienza e grazia, come Gesù e come lei stessa, davanti a Dio e agli uomini.
3. Per opposizione la sapienza porta a una incompatibilità naturale con lo spirito del mondo, che è il riflesso dell'anticristo. Paolo mette in risalto 1'irriducibilità dei due spiriti: «La parola della croce è stoltezza per coloro che se ne vanno in perdizione; ma per noi, che siamo sulla via della salvezza, è forza di Dio, perché fu scritto: Manderò in rovina la sapienza dei saggi e renderò vana l'intelligenza degli intelligenti... Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo mondo? Infatti, non avendo il mondo, con tutta la sua sapienza, conosciuto Dio nelle opere della sapienza divina, piacque a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione» ( 1 Cor 1, 18 s; cf. anche Gal 3, 1 s).
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