lunedì 29 maggio 2023

Madre del santo timore

 

1. «Il timore di Dio è il principio della sapienza; il suo frutto è l'amore», dice la Scrittura. S. Ignazio pregava: «Dammi, o Signore, riverenza e umiltà d'amore». Per un giusto equilibrio spirituale occorre far leva ora sull'amore, ora sul timore, secondo l'opportunità; l'uno non regge bene senza l'altro.

Il timore è la disposizione di rispetto davanti a Dio alimentata dalla percezione della distanza abissale esistente tra Dio e noi, la sua santità e la nostra precarietà di peccatori. Esso provoca:

- umiltà, come amore della Verità che illumina entrambi i versanti dell'abisso: Dio e noi;

- orrore per ogni offesa di Dio anche minima;

- pentimento e confusione per ogni caduta;

- prudente vigilanza per evitare ogni offesa di Dio;

- consapevolezza dei giusti castighi: S. Ignazio ammaestra: «Qualora l'amore di Dio non basti a impedirmi di peccare, mi trattenga almeno il timore dell'inferno» (Esercizi, 65).

Vizi contrari sono le presunzione, la spavalderia, l'avventatezza, l'irrigidimento, ecc. che portano alla ribellione e a cadute umilianti, seguite poi da scoraggiamenti, tiepidezza, disimpegno spirituale. Il timore ha pure i suoi eccessi nella scrupolosità, diffidenza, disperazione, ecc.

2. Dato che «l'amore perfetto elimina il timore» (1 Gv 4, 18), si può dire che Maria ebbe il dono del timore di Dio?

Certo! Ma c'è timore e timore. Maria è stabilizzata nella carità perfetta, quindi non ha il timore dei castighi di Dio su di lei; essa però mantiene quel senso di riverenza perfetta che non cessa neppure in Paradiso, ove gli eletti sono rassicurati di non offendere più Dio e di non meritare i suoi castighi, ma al tempo stesso sono dolcemente imbevuti dal senso della santità di Dio, della sua trascendenza infinita.

Il timore di Dio si esprime particolarmente nella virtù della prudenza, di cui Maria ci è perfetto esemplare. Con quale prudenza risponde al saluto dell'Angelo, chiede spiegazione, matura la sua decisione, la esprime con parole così appropriate: «Ecco la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola»!

3. La prudenza non è meno necessaria della fortezza e del coraggio nella vita cristiana. Quante volte un gesto avventato, una scelta sbagliata ci pone in gravi difficoltà spirituali, con ripercussioni a catena che inviluppano nella via del male. Si pensi a certe scelte matrimoniali, il cui condizionamento infelice pesa su una vita intera! Essere prudenti non significa affatto essere timidi o paurosi: significa misurare bene i mezzi e le scelte in ordine ai fini e al fine ultimo della nostra salvezza; ciò esige attenzione, preveggenza, cautela nel non porre il piede su un terreno carico di implicante negative, e anche la preghiera a Dio perché intervenga a impedirci guai imprevedibili che lui solo conosce.

Maria ci ottiene la grazia del santo timore, cioè il senso del rispetto verso Dio, la prudenza per non esporci a tentazioni, l'attenzione affettuosa per corrispondere bene alle celesti ispirazioni, la volontà di aprirci a tutte le esigenze della grazia di Dio.


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