venerdì 6 giugno 2025

La Corona: così umile, ma tanto grande!

 


La preziosità della Corona è tanto grande quanto grande è la preghiera che passa su quei grani di cocco o di legno, di plastica o di altro materiale. È su quei grani che passano le intenzioni della preghiera più ardente e più appassionata, più sofferta e più dolorosa, più gaudiosa e più ricca di speranze nella misericordia divina e nelle gioie del Paradiso. È su quei grani che passano le meditazioni dei misteri divini più ineffabili: l'Incarnazione del Verbo (nei misteri gaudiosi), la Rivelazione di Gesù Maestro e Salvatore (nei misteri luminosi), la Redenzione universale (nei misteri dolorosi), la Glorificazione nel Regno dei cieli (nei misteri gloriosi).  

La corona del Santo Rosario è un oggetto così umile e povero, ma tanto grande! La Corona benedetta è una sorgente invisibile, ma inesauribile, di grazie e di benedizioni, pur valendo di solito ben poco, senza nessun segno esterno che la gratifichi come strumento così efficace di grazia. È nello stile di Dio, del resto, servirsi delle cose piccole e inconsistenti per operare grandi cose perché non ci si possa mai vantare delle proprie forze, come scrive luminosamente san Paolo: «Il Signore ha scelto le cose che non hanno consistenza per confondere quelle che credono di averla, (1Cor 1,27).  

È bellissima, a questo riguardo, l'esperienza, ingenua, ma significativa, della piccola santa Teresa di Gesù Bambino: una volta ella era andata a confessarsi, da bambina, e aveva presentato al confessore la sua coroncina del Rosario per farla benedire. Ella stessa racconta che subito dopo voleva esaminare ben bene che cosa fosse successo alla Coroncina dopo la benedizione del sacerdote, e riferisce che, essendo sera, «giunta sotto un lampione mi fermai e, traendo di tasca la corona allora allora benedetta, la girai e rigirai per tutti i versi»: voleva ella rendersi conto di «com'è fatta una corona benedetta», pensando che dopo la benedizione del sacerdote fosse possibile riuscire a capirne la ragione della fecondità di grazie che la Coroncina produce con la preghiera del Rosario.  

È importante che ci rendiamo conto della preziosità di questa Corona, tenendola con cura quale compagna di viaggio su questa terra di esilio, fino al passaggio nell'aldilà. Che essa ci accompagni sempre come una sorgente segreta di grazie per la vita e per la morte. Non permettiamo che alcuno ce la porti via. San Giovanni Battista de la Salle, innamorato del Santo Rosario, pur essendo rigidissimo in fatto di povertà, per le sue comunità di consacrati voleva che ciascun religioso avesse una grossa corona del Rosario e un Crocifisso in cella, come unica sua «ricchezza» in vita e in morte. Impariamo anche noi. 

Padre Stefano Manelli

Nessun commento:

Posta un commento