domenica 14 giugno 2020

I doni profusi dallo Spirito Santo su PADRE PIO



Stimmate visibili 20 settembre 1918 

Il 20 settembre 1918, tra le 9 e la 10 del mattino, Padre Pio ricevette il supremo sigillo della VITTIMA PERFETTA, e si congiunse permanentemente alla Passione di Cristo sulla Croce ricevendo le stimmate dal Crocifisso nel coro che ancora oggi tutti possono ammirare e pregare al suo posto originale. Padre Pio era tutto sanguinante dopo l'evento. Non c'era nessuno da chiamare per aiuto. Dopo la Messa, Padre Pio era rimasto solo nel convento. La guerra aveva decimato il numero dei frati. Solo 3 erano rimasti. Quel giorno il superiore padre Paolino da Casacalenda si era recato a San Marco in Lamis per preparare la festa di San Matteo. Fra Nicola da Roccabascerana, il cercatore, era fuori per il consueto giro di questua. I collegiali si godevano un giorno di vacanza e facevano ricreazione in giardino. Padre Pio da solo raggiunse la sua cella stremato e cercò di pulire il sangue alla meglio. Le stimmate erano due per le mani, due per i piedi e una per il costato. La ferita del costato si sovrappose all'altra ferita al costato che aveva ricevuto al momento della transverberazione il 5-7 agosto 1918; così le due ferite si presentavano a forma di croce o di X.  Padre Pio ricevette le stimmate. Un fiume di sangue cominciò  a scorrere lentamente per cinquant'anni. Ma le stimmate arrivarono senza istruzioni per l'uso. Non c'era un medico o un'infermiera che potesse aiutare Padre Pio a capire, a tamponare, ad assorbire, a pulire, ad alleviare l'emorragia e il dolore. Fu estremamente difficile convivere con tale dono in un piccolo povero convento, con pochi frati che non avevano i soldi per procurare pannolini puliti, e tutto l'occorrente che aiutasse con le ferite. Non c'era neanche l'acqua corrente. 

Gherardo Leone: "In Padre Pio, la eccezionalissima condizione di stimmatizzato necessitava di attenzioni specifiche per gli indumenti che erano a contatto con le sue piaghe: le maglie, le bende che doveva mettere sul costato per assorbire il sangue, le calze, i mezzi guanti, bianchi per la notte, marrone per il giorno. Indumenti che non potevano far parte del lavaggio comune del convento, venivano riordinati dai suoi più intimi, tra cui il suo confratello, amico e confessore, per un certo periodo, Padre Raffaele, e soprattutto le figlie spirituali di sua fiducia; tra queste Cleonice Morcaldi." (Cleonice, 2013, 10) Carmelina Tamburrano, nipote di Cleonice Morcaldi: "Ciò che mi colpiva maggiormente era la cura che zia Cleonice aveva quando lavava le magliette intime di Padre Pio. Mia sorella più grande l'aiutava spesso in queste faccende. La zia le diceva: "Stai attenta a non fare andare l'acqua delle maglie nel lavandino, la prima acqua buttala nel giardino, sull'erba o sulle piante." Mia sorella si affacciava sul terrazzino e la buttava quasi sempre nel giardino del dottor Kisvarday. Quando le magliette erano asciutte le rimandava al Padre, il quale, a sua volta, le inviava le altre. E questo per anni."  



Padre Pio usava mezzi guanti senza dita, sopra le stimmate, marroni di giorno e bianchi di notte 

Padre Pio, dopo l’avvenuta stimmatizzazione, dovette affrontare un periodo particolarmente difficile. Rispettare col consueto impegno il ritmo incessante proprio della vita di comunità con quelle piaghe dolorose, che cercava di tenere nascoste, dovette richiedere uno sforzo eccezionale. Trattava le ferite facendo uso di tintura di iodio come emostatico. All’inizio soleva mettere sulle spalle uno scialle verdognolo, con il quale cercava di nascondersi le mani. Durante la Messa, indossava un camice con le maniche allungate. Accorgimenti non sufficienti. Alla fine, cominciò ad usare guanti di lana, dapprima quelli interi, poi i mezzi guanti, che però si toglieva, durante la celebrazione dell’Eucaristia, dall’offertorio in poi. (Giannuzzi, San Pio 139) 


"Io sento nell'interno un continuo rumoreggiare, simile ad una cascata, che gitta sempre sangue." Dalla lettera a Padre Benedetto del 22 ottobre 1918. (Epistolario I, 1094) 


Padre Pio chiamava questi pannolini "pezzoline". In fondo alla lettera del 12 gennaio 1919 a Padre Benedetto: "...Vi spedii la pezzolina, la riceveste?" (Epist. I, 1114) 

“Padre Pio aveva due ferite al costato. La prima dalla trasverberazione, e la seconda dalla stimmatizzazione. Su richiesta del Cardinal Silj, uu un bigliettino da visita dello stesso Cardinale Silj, che, molto probabilmente, deve essere posteriore al 1921, lo stesso venerato Padre Pio disegnò la stigmata che aveva sul costato. Da quel disegno resta confermata la forma di croce, ma rimane problematica la sua esatta posizione, dal momento che non sappiamo da quale verso il venerato Padre l'abbia disegnata. Le soluzioni possibili, com'è ovvio, sono quattro.” (Padre Gerardo di Flumeri, Le stigmate di Padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, seconda edizione 1995, pag. 12) 


Questo segno di croce, designato dallo stesso Padre Pio, rappresenta la piaga del suo costato. Dietro insistenza del Padre Basilio da Mirabello Sannitico, Padre Pio lo tracciò su un biglietto da visita del Cardinale Augusto Silj, che si recò a San Giovanni Rotondo il 25 ottobre 1921   

Il Dr. Amico Bignami, ordinario di patologia all’Università di Roma, chiede a Padre Pio: “Padre, perchè queste piaghe sono comparse in questi posti particolari e non altrove nel vostro corpo?” Padre Pio: “Lei dottore è un uomo di scienza. É lei che mi deve dire perchè esse avrebbero dovuto comparire in altre parti del corpo e non qui!” (Pascal P. Parente, Padre  Pio A City On A Mountain,  Ave Maria Institute, Washington, New Jersey, USA, (prima edizione 1952), 1968, pag. 43).  P. Parente era professore di teologia ascetica e mistica all’Università Cattolica D’America in Washington  DC nel 1952) 

Padre Joseph Pius (Bill Martin) parlando di Padre Pio disse: “I suoi piedi erano sempre gonfi, molto gonfi. Erano come meloni sotto i suoi calzini. Uno più gonfio dell’altro.” (Riportata da padre Bill Martin a padre John Schug, A Padre Pio profile, St. Bede Publications, Petersham Massachusetts, 1987 pag. 63) 

Mons. Raffaello Rossi, vescovo di Volterra e Inquisitore del Sant'Ufficio domanda a Padre Pio il il 15 giugno 1921 alle ore 19: "Quale effetto risente da queste "stimmate". Padre Pio risponde: "Dolore, sempre, specialmente in alcuni giorni quando emettono sangue. Il dolore è più o meno acuto: in alcuni momenti non posso reggere." (Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta “L’autobiografia segreta”, Editrice Ares, Milano, 2008, pag. 222)

G. C.  

13 giugno 2020 – Ci sono forze nefaste oggi nel mondo intenzionate a conquistare il mondo



"La sua influenza è come una pandemia di malvagio potere che si diffonde inosservato, ma con grande potere - anche mortale"


Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto come il Cuore di Dio Padre. Egli dice:
Dio Padre
“Ci sono forze nefaste oggi nel mondo intenzionate a conquistare il mondo, creando così un governo che controllerebbe il mondo intero. Questi sono quelli che hanno poca considerazione per il benessere degli altri e cercano il proprio avanzamento prima di tutto. La sua influenza è come una pandemia di malvagio potere che si diffonde inosservato, ma con grande potere – anche mortale.
“L’ambizione è il segno distintivo di questo Governo Unico Mondiale. Tuttavia la loro sapienza non viene dall’alto, ma è ispirata dal male. Dovete pregare per riconoscere (questo tipo di persone) affinché non siate indotti con l’inganno a seguirli.
Leggi Giacomo 3:13-18+
Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrena, carnale, diabolica; poiché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall’alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia. Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace.
Holy Love

CORPUS DOMINI



Signore Gesù, Tu sei il Pane vivo, Tu sei il pane di Dio, Tu sei il Pane disceso dal cielo, Tu sei il Pane per essere mio cibo. Quando mi accosto a Te nella comunione, fa’ che comprenda la profondità di questo mistero! Tu sei sempre pronto ad incontrarmi: fa’ che io cammini verso di Te, fa’ che io permetta di essere attratto da Te. Fa’ che ci sia sempre in me un’assoluta disponibilità, perché Tu possa travolgermi con la forza del tuo amore, e da questo mondo condurmi al Padre. Quando vieni a me nella comunione, illuminami per capire che mi sto sottomettendo alla tua azione divina. Donami la capacità di scoprire di essere faccia a faccia con il mistero del tuo amore per me. Fammi comprendere la tua chiamata, quella vocazione personale, ineffabile e misteriosa, a divenire una “cosa sola con Te e il Padre”. Radica in me la convinzione di appartenere a Te, di essere tuo possesso. Conferma in me il tuo dono, il dono completo di Te stesso a me! Si, o Signore, voglio appartenere a Te, così da poter dire con l’apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.

Signore Gesù, credo che sei nell’Eucaristia, vivo e vero. Tutto ciò che fa di Te una Persona, il Figlio dell’uomo ed il Figlio di Dio, tutto è presente. Credo che sei presente Tu, nato a Betlemme dalla Vergine, crocifisso sul Calvario, risorto il terzo giorno ed ora nella gloria alla destra del Padre. La tua Presenza, Signore, è misteriosa e invisibile; se anche non vedo nulla, se anche non sento nulla, credo fermamente , o Signore, che Tu sei realmente presente, perché Tu l’hai detto! Quando sei venuto in mezzo a noi, in terra di Palestina, nascosta era la tua divinità, evidente la tua umanità. Ora nel mistero eucaristico, velata rimane anche la tua umanità. Questo esige fede grande, questo reclama fede viva. Signore, accresci la mia fede, Signore donami una fede che ama. Tu che mi vedi, Tu che mi ascolti, Tu che mi parli, illumina la mia mente perché creda di più; riscalda il mio cuore perché ti ami di più! La tua Presenza, mirabile e sublime, mi attragga, mi afferri, mi conquisti. In ginocchio professo la mia fede in Te: “Signore mio e mio Dio”!

Signore Gesù, fa’ che la mia adorazione sia un atto di amore; fa’ che sia un movimento del cuore e del pensiero: amore e pensiero per Te, Persona amata, qui presente.
La mia preghiera non sia fatta di formule ma di partecipazione interiore. I miei occhi fissi su di Te, il mio interesse incentrato su di Te, dicano il mio amore per Te.
Apri la mia vita a Te così che possa dirti: “Eccomi!”
E aprendomi a Te nascerà il bisogno di comunicare, pregare, adorare e ascoltare. E tutto questo per amore! Sarà un darti del tu, sarà parlare con Te senza pose, con tono familiare e amico, sarà un dialogare con Te col cuore in mano e con totale fiducia. Se è vero, o Signore, che quando prego ti guardo, è ancor più vero che Tu guardi me: mi guardi con i tuoi occhi colmi d’amore. Si crea allora un incrocio di sguardi: io ti ascolto e Tu mi ascolti, io ti ricordo e Tu mi ricordi, io ti cerco e Tu mi cerchi, io ti parlo e Tu mi parli.
Questa, o Signore, è la reciprocità dell’amore. Come Maria: Tu l’hai guardata e amata e lei in religioso ascolto, ha capito. E ha risposto: “Eccomi, avvenga di me quello che hai detto”.

PERSEVERANZA.



O Signore, come mi manca.
Perché crollo così rapidamente sotto il peso più piccolo della mia carne? Sono così stanco e rattristato dalle mie distrazioni, inseguimenti sciocchi e tempo perso. Sono sfinito dalla danza perpetua con la mia fragilità.
Signore, sono caduto. Perdonami. Non sono migliore di quello che non pensa a te. Forse è più avanti in quanto fa il suo dovere con forza, anche se la sua fine non è per la tua gloria. Io, d'altra parte, conosco bene la fine di tutte le cose e ciò a cui dovrebbe essere diretto il cuore, trascino via il momento, passando da un imploso all'altro come un aquilone nel vento.
Mi vergogno, Signore, mi vergogno della mia mancanza di determinazione. La bile di bradipo, avarizia e autoindulgenza mi sta salendo in gola. Perché preoccuparti di me è davvero un mistero! Potrebbe essere davvero l'amore? L'amore potrebbe essere questo paziente? L'amore potrebbe essere così indulgente? Se è così, non riesco a capirlo! Sono condannato - colpevole - che merita di essere gettato via con coloro che ti colpiscono sulla guancia, crocifiggendoti di nuovo.
Ma sarei colpevole di un crimine maggiore se dovessi rimanere in questa disperazione . Dopotutto, è una condizione di orgoglio ferito . È il posto di Giuda a scappare nell'auto-deprecazione e nella depressione; è il dominio del ladro non pentito persistere nell'auto-giustizia e nella cecità alla tua misericordia; è soprattutto la tragica mentalità di quell'angelo caduto, quel principe delle tenebre, dimorare con orgoglio e autocommiserazione.
E così Signore, vengo di nuovo da te ... come sono ... rotto, fragile, ferito ... sporco, affamato e stanco. Vengo, non come un figlio fedele, ma come un prodigo. Vengo con la mia confessione preparata, la mia imperfetta penitenza e la mia tasca piena di nient'altro che speranza.
Vengo in povertà. Vengo da peccatore.
... Ecco! Cosa vedo Sei tu, Padre, che corri verso di me ...!
  Mallet

A che serve il Papa?



Monsignor Gaume

I Dieci Comandamenti



Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta

Il sesto Comandamento: “Non commettere atti impuri”. 


6.1 Dal Catechismo di S. Pio X. 

- Che cos’è la virtù della castità? 
La castità è quella virtù che esprime la positiva integrazione della sessualità nella persona, e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale. È strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza, che mira a sottomettere alla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità umana. 

- Quali sono i principali peccati gravemente contrari alla castità? 
Sono la ricerca solitaria del piacere sessuale, i rapporti prematrimoniali o extramatrimoniali, le pratiche omosessuali, la pornografia. 

- Che cosa implica l’alleanza liberamente contratta dagli sposi? 
Implica l’indissolubilità del matrimonio, la fedeltà e l’apertura alla fecondità.

- Come va considerata la fecondità nel matrimonio? 
La fecondità è un bene, un dono, un fine del matrimonio. Donando la vita, gli sposi partecipano della paternità di Dio. 

- È lecita la regolazione delle nascite? 
La regolazione delle nascite rappresenta uno degli aspetti della paternità e della maternità responsabili. La legittimità delle intenzioni degli sposi non giustifica però il ricorso a mezzi inaccettabili, quali la contraccezione o la sterilizzazione. 

- Come realizzare allora tale regolazione? 
Con la continenza e il ricorso ai p eriodi infecondi. 

- Quali sono le principali offese alla dignità del matrimonio? 
Sono l’adulterio e il divorzio, la poligamia e la libera unione. 

a cura del Team Neval 
 
Riflessioni di Giovanna Busolini  

Consumazione ...



Le nostre vite sono come una stella cadente. La domanda - la domanda spirituale - è in quale orbita entrerà questa stella.
Se siamo consumati dalle cose di questa terra: denaro, sicurezza, potere, beni, cibo, sesso, pornografia ... allora siamo come quella meteora che brucia nell'atmosfera terrestre. Se siamo consumati da Dio, allora siamo come una meteora puntata verso il sole.
Ed ecco la differenza.
La prima meteora, consumata dalle tentazioni del mondo, alla fine si disintegra nel nulla. La seconda meteora, quando viene consumata da Gesù il Figlio , non si disintegra. Piuttosto, scoppia in una fiamma, dissolvendosi e diventando tutt'uno con il Figlio.
Il primo muore, diventando freddo, oscuro e senza vita. Quest'ultimo vive, diventando calore, luce e fuoco. Il primo sembra abbagliare davanti agli occhi del mondo (per un momento) ... fino a quando non diventa polvere, scomparendo nell'oscurità. Quest'ultimo è nascosto e inosservato, fino a quando non raggiunge i raggi consumanti del Figlio, catturato per sempre nella sua luce ardente e nel suo amore.
E così, c'è davvero solo una domanda nella vita che conta: cosa mi sta consumando?
 Mallet

È L’ORA DELLA SFIDA FINALE.



Luce ai miei occhi sono i miei figli!
Avanzate con amore e fervore, siate i miei soldati, quelli che non falliscono mai, state in piedi, ma con le mani giunte gridate al mondo la verità.

Dio interviene in questa situazione di peccato, interviene a mettere buono dove buono più non è.
È caduta Babilonia, la grande meretrice! Ecco, il Dio dell’Eterno Amore squarcia i Cieli e discende a riprendere possesso di tutto ciò che Gli appartiene.
È l’ora della sfida finale, Satana ormai perde terreno, è convinto di avere la vittoria in mano ma all’improvviso Io gli starò di fronte e con il mio braccio lo fulminerò.
La pace sia con voi figli miei, la pace di Dio sia nei vostri cuori, state sereni, ora Io intervengo a togliere ai malvagi e ricolmare di beni gli affamati, vengo a voi miei diletti sposi, vengo a rifornirvi di Me.
Il vento soffia forte, il vulcano del terrore è in fermento, presto sputerà tutto il suo male.
Roma ha finito di donare ai ladri. Finisce qui la storia di colui che si è messo con forza al potere della Chiesa! Intervengo per ridonare splendore alla mia Chiesa! Intervengo a riportare luce dove luce non c’è più; il buio è avanzato senza limiti perché i miei consacrati hanno girato le spalle a Me e hanno favorito il nemico.
Poveri figli, povera Umanità, poveri tutti voi che Mi avete tradito! … Non pretendete di presenziare dinnanzi a Me prima di esservi spogliati di ciò che Mi avete rubato, perché il giorno sarà per voi pianto e stridore di denti.
Nella mia giustizia interverrò e nessuno potrà fermarmi, Io Sono!
Attendo con amore il vostro ravvedimento, attendo sentirmi chiedere perdono con cuore sincero, solo allora potrete risorgere nuovi perché Io vi perdonerò, ma se voi non vi ponete alla mia volontà sarete castigati all’Inferno.

Non dico cose vane, questa è parola di Dio! … Chi vuol capire capisca.
La mia carità è stata, o uomini, ma voi non avete preso in voi il Figlio dell’Uomo, anzi, Lo avete disprezzato e messo in croce. Oggi quella croce la porterete voi sulle vostre spalle, sarete crocifissi come avete crocifisso Me.
Non mancherò di punire i malvagi e donare bellezza ai portatori di pace, a tutti coloro che, con amore vero, Mi hanno dato il loro cuore e la loro vita.
Non siate superbi, o uomini, per non cadere nella fossa del Serpente, … nella Geenna, dove fuoco e fiamme vi avvolgeranno in eterno!
Sono il vostro Gesù, il vostro Salvatore, non mettetevi contro di Me, spogliatevi della vostra superbia, allontanatevi dal male, ponete rimedio in fretta, perché non ricada su di voi e sui vostri cari la maledizione. Non cesserò sino all’ultimo istante di richiamarvi a Me.
La risoluzione di ogni problema è in Me. Venite a Me, figli miei, e donatemi la vostra anima, Io la eleverò a Me e la ricolmerò di doni preziosi.
Amati miei, state per ricevere il dono dello Spirito Santo, elargirò ai miei eletti, tutto di Me. La Santissima Trinità entrerà in voi e vi fonderà in Sé.
Questo sarà l’ultimo atto d’amore prima del castigo. Amen

Carbonia 10-06-2020

sabato 13 giugno 2020

Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? Il domani è una cosa non sicura: che ne sai tu se avrai un domani? A che giova vivere a lungo, se correggiamo così poco noi stessi?



  
1.     Ben presto la morte sarà qui, presso di te. Considera, del resto, la tua condizione: l'uomo oggi c'è e domani è scomparso; e quando è sottratto alla vista, rapidamente esce anche dalla memoria. Quanto grandi sono la stoltezza e la durezza di cuore dell'uomo: egli pensa soltanto alle cose di oggi e non piuttosto alle cose future. In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; ché, se avrai retta la coscienza, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che sfuggire alla morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? Il domani è una cosa non sicura: che ne sai tu se avrai un domani? A che giova vivere a lungo, se correggiamo così poco noi stessi? Purtroppo, non sempre una vita lunga corregge i difetti; anzi spesso accresce maggiormente le colpe. Magari potessimo passare santamente anche una sola giornata in questo mondo. Molti fanno il conto degli anni trascorsi dalla loro conversione a Dio; ma scarso è sovente il frutto della loro emendazione. Certamente morire è cosa che mette paura; ma forse è più pericoloso vivere a lungo. Beato colui che ha sempre dinanzi agli occhi l'ora della sua morte ed è pronto ogni giorno a morire. Se qualche volta hai visto uno morire, pensa che anche tu dovrai passare per la stessa strada. La mattina, fa conto di non arrivare alla sera; e quando poi si farà sera non osare sperare nel domani. Sii dunque sempre pronto; e vivi in tal modo che, in qualunque momento, la morte non ti trovi impreparato.   
 
 2.     Sono molti coloro che muoiono in un istante, all'improvviso; giacché "il Figlio dell'uomo verrà nell'ora in cui non si pensa che possa venire" (Mt 24,44; Lc 12,40). Quando sarà giunto quel momento estremo, comincerai a giudicare ben diversamente tutta la tua vita passata, e molto ti dorrai di esser stato tanto negligente e tanto fiacco. Quanto é saggio e prudente l'uomo che, durante la vita, si sforza di essere quale desidera esser trovato al momento della morte! Ora, una piena fiducia di morire santamente la daranno il completo disprezzo del mondo, l'ardente desiderio di progredire nelle virtù, l'amore del sacrificio, il fervore nella penitenza, la rinuncia a se stesso e il saper sopportare ogni avversità per amore di Cristo. Mentre sei in buona salute, molto puoi lavorare nel bene; non so, invece, che cosa potrai fare quando sarai ammalato. Giacché sono pochi quelli che, per il fatto di essere malati, diventano più buoni; così come sono pochi quelli che, per il fatto di andare frequentemente in pellegrinaggio, diventano più santi. Non credere di poter rimandare a un tempo futuro la tua salvezza, facendo affidamento sui suffragi degli amici e dei parenti; tutti costoro ti dimenticheranno più presto di quanto tu non creda. Perciò, più che sperare nell'aiuto di altri, è bene provvedere ora, fin che si è in tempo, mettendo avanti un po' di bene. Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si prenderà cura di te? Questo è il tempo veramente prezioso; sono questi i giorni della salvezza; è questo il tempo che il Signore gradisce (2Cor 6,2). Purtroppo, invece, questo tempo tu non lo spendi utilmente in cose meritorie per la vita eterna. Verrà il momento nel quale chiederai almeno un giorno o un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo ti potrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, in vista della morte. Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia.   
  
3.     Stolto, perché vai pensando di vivere a lungo, mentre non sei sicuro di avere neppure una giornata? Quante persone sono state ingannate, inaspettatamente tolte a questa vita! Quante volte hai sentito dire che uno è morto di ferite e un altro è annegato; che uno, cadendo dall'alto, si è rotto la testa; che uno si è soffocato mentre mangiava e un altro è morto mentre stava giocando? Chi muore per fuoco, chi per spada; chi per una pestilenza, chi per un assalto dei predoni. Insomma, comunque destino è la morte; e passa rapidamente come un'ombra la vita umana. Chi si ricorderà di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregherà per te? Fai, o mio caro, fai ora tutto quello che sei in grado di fare, perché non conosci il giorno della tua morte; né sai che cosa sarà di te dopo. Accumula, ora, ricchezze eterne, mentre sei in tempo. Non pensare a nient'altro che alla tua salvezza; preoccupati soltanto delle cose di Dio. Fatti ora degli amici, venerando i santi di Dio e imitando le loro azioni, "affinché ti ricevano nei luoghi eterni, quando avrai lasciato questa vita" (Lc 16,9). Mantienti, su questa terra, come uno che è di passaggio; come un ospite, che non ha a che fare con le faccende di questo mondo. Mantieni libero il tuo cuore, e rivolto al cielo, perché non hai stabile dimora quaggiù (Eb 13,14). Al cielo rivolgi continue preghiere e sospiri e lacrime, affinché, dopo la morte, la tua anima sia degna di passare felicemente al Signore. Amen. 

L'Imitazione di Cristo 


Spirito Santo



Contemplarti, vuol dire immergere il nostro sguardo nell'invisibile, nella profondità del mistero di Dio.  
Tu non hai un volto umano come il Cristo del Vangelo né le sembianze del Padre; ma rinunciando a raffigurarti in qualche modo, noi vogliamo aderire a te con tutte le nostre forze.  
Tu non hai volto perché sei il fuoco dell'amore, che unisci il volto del Padre e del Figlio, per formarne uno solo in una fusione sublime.  
Tu vivi nei volti altrui, quasi fossi la loro vita più segreta, e sei tu che ci riveli il volto autentico del Salvatore come pure quello del Padre Celeste.  
Tu sei un abisso di profondità, abisso inafferrabile e inesprimibile, che non può essere raffigurato con lineamenti definiti.  
Tu sei il soffio che emana dal Padre e dal Figlio e viene ad animare il nostro spirito per dare la sua impronta alla nostra fisionomia spirituale.  
Tu sei il respiro dell'anima nostra, la scintilla del nostro pensiero, l'impulso della nostra volontà, lo slancio del nostro amore.  
Tu sei la vita divina che viene a farci vivere di Cristo, che invade il nostro essere per trasfigurarlo.  
Tu sei così infinitamente superiore a noi; non risiedi in una lontananza astratta, ma nel palpito concreto della nostra esistenza.  
Contemplarti vuol dire lasciarsi penetrare da questa onda d'amore che invade e afferra tutta la nostra persona umana.  

AVVERTIMENTO



Rallegratevi quando il Cielo esploderà poiché saprete che Io sto arrivando. 

Mia amata figlia prediletta, gli modelli climatici stanno cambiando, come ulteriore segno dei tempi che cambiano. 

Sperimenterete altre mutazioni. Il sole inizi erà a pulsare e a ruotare nell‟attesa che il mondo si prepari per l‟Avvertimento. 

Prima apparirà la Mia Croce. Gli uomini saranno scioccati, ma ciò vi sarà offerto come segno per preparare le vostre anime e chiedere la redenzione per i peccati che avete commesso. Facendo ciò, non soffrirete durante l‟Avvertimento. 

Pregate, pregate, pregate Miei seguaci in tutto il mondo. Rallegratevi quando il cielo esploderà poiché saprete che sto arrivando. Alla fine l‟umanità non sarà in grado di rinnegarMi. Il Mio amore si irradierà in ogni angolo del mondo, quando cercherò di attirare tutte le anime. 

Così inaspettato sarà questo evento che il mondo si fermerà in grande shock. Quando lentamente si riprenderanno, molti saranno ancora dubbiosi su quanto è successo. Cosi come Io verrò, così farà anche satana e i demoni dell‟inferno che cercheranno di divorare le anime dei Miei figli. È per questo che vi esorto tutti a cospargere la vostra casa con Acqua Santa e mettere candele benedette dappertutto. Dovete essere protetti. 

Nell‟attesa vi chiedo questo. Pregate per tutti coloro che non riescono ad accettare nel loro cuore la Verità dei Miei insegnamenti. Pregate specialmente per coloro che si sforzano tanto per rinnegarmi, sebbene essi sanno della Mia Crocifissione per salvarli. 
Ricordate che Io sono morto per ciascuno di voi, per salvarvi. Ricordate che questa volta vengo di nuovo per salvarvi, ognuno di voi. Nessuno escluso. 

Ora, figli, è la vostra possibilità di assicurarvi un posto nell‟Era di Pace sulla terra. Perché non dovreste voler prendere parte di questo? Perché qualcuno dovrebbe scegliere consapevolmente le profondità dell‟Inferno anziché questo grande dono? 
Rallegratevi. Pregate. Rendete grazie a Dio Padre per il grande Avvertimento. Abbracciate questo dono con amore e gioia nei vostri cuori. 

Il tuo Salvatore, 

Gesù Cristo. 

2 Ottobre 2011

LA CREAZIONE



IL SENSO DELL’UOMO E DELLA CREAZIONE

Tutte le cose create hanno la loro ragione di essere nell’Essere infinito; e perciò, per dare loro il vero senso, occorre sapere di Dio nella vicinanza saporosissima dello Spirito Santo. (14-10-74) 

Chi trova te, infinito Sole, sa il perché di tutte le cose nella sapienza della tua eterna Esplicazione, principio e fondamento di ogni cosa.  (9-1-76)

Le fonti della mia sapienza sono in Dio, per la qual cosa in Lui e da Lui do senso a tutto ciò che è, poiché al di fuori dell’influsso della sua perfezione, nulla è se non distruzione e morte. (14-9-74) 

Signore, quando so Te, so tutto, poiché in Te c’è la ragione e il senso dell’essere e dell’esistere di tutte le cose. (29-6-70)

L’uomo che conosce Dio, in Lui, conosce, non soltanto la perfezione del suo Essere, ma anche quella del suo operare, e sa dare ad ogni cosa il suo vero valore e senso. (4-8-70)

Signore, dammi il tuo pensiero per sapere quello che devo fare, e per operare sempre in perfezione. (4-8-70)

La vita senza Dio è un’attesa senza risposta, cercando sempre senza trovare, e trovando amarezza ovunque. (9-1-76)

L’uomo è decentrato perché ha perduto il suo centro, che è Dio, e, ponendo come centro predominante della sua vita ciò che non è, ha ab- bandonato Colui che È, restando senza ragion d’essere. (18-8-73)

Gesù, come potranno le creature riporre la speranza in un’altra creatura? Tu solo sei il centro di tutto il cristianesimo e l’unica fonte e forza dell’anima. (15-10-63)

Occorre che viviamo di Dio per riempire le capacità del nostro essere con il possesso dell’Infinito, e così poter comunicare agli uomini l’unica felicità capace di saziarci quaggiù e di là eternamente. (1-12-77)

Quando la mia anima gode nel fatto che Dio sia ciò che Egli è in sé, da sé e per sé, sta nel centro della sua perfezione, soddisfacendo l’esigenza della creatura davanti all’eccellenza increata dell’Essere infinito. (14-10-74)

Signore, io ti adoro in risposta di tutte le creature, dell’universo intero, del tempo, dello spazio, degli abissi, perché Tu sei l’Immenso, il Terribile; tu e solo Tu ti sei. (7-1-65)

Mentre vivo, sono soggetta al circolo della creazione, alla finitudine di tutte le cose, ad orizzonti con frontiere, a limiti... (11-7-74)

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA

Geremia


Geremia promette a Baruc la salvezza

1Baruc figlio di Neria scrisse su un rotolo i messaggi che Geremia gli dettava, nel quarto anno del regno di loiakim figlio di Giosia, re di Giuda. In quell'occasione Geremia gli disse: 2'Il Signore, Dio d'Israele, mi ha dato un messaggio per te, Baruc. 3Tu ti lamenti e dici: 'Avevo già abbastanza preoccupazioni e il Signore me ne aggiunge altre. Sono stanco di gemere, non ce la faccio più!'. 4Senti il messaggio che il Signore mi ha dato per te: Fra poco demolirò quel che ho costruito e sradicherò quel che ho piantato in ogni angolo della terra, 5e tu sogni grandi progetti per te? Non farti illusioni, perché manderò una sciagura su tutti gli esseri viventi. Ma per te farò un'eccezione: dovunque ti troverai, potrai salvarti la vita. Te lo prometto io, il Signore'.



1Il Signore affidò al profeta Geremia questi messaggi che riguardano diverse nazioni. 2Il primo messaggio è per l'Egitto: riguarda l'esercito di Necao, re d'Egitto, quando si trovava presso il fiume Eufrate, a Carchemis. Qui fu sconfitto da Nabucodonosor re di Babilonia, nell'anno quarto del regno di loiakim figlio di Giosia, re di Giuda.


3'Preparate tutti i vostri scudi
e avanzate pronti a combattere.
4Attaccate i cavalli! In sella, cavalieri!
Mettete gli elmi! Tutti ai vostri posti!
Tenete pronte le lance! Indossate le corazze!

5Ma ora, che cosa succede? Ci vedo bene?
Stanno cedendo! Tornano indietro!
Le loro truppe scelte sono sconfitte:
corrono come disperati, pieni di terrore,
senza neppure voltarsi. Dice il Signore.
6Nemmeno i più svelti possono fuggire,
le truppe scelte non riescono a salvarsi.
Lassù nel nord, vicino all'Eufrate,
essi inciampano e cadono.

7Chi è che si gonfia come il Nilo
quando straripa con le acque impetuose?
È l'Egitto che si gonfia come il Nilo
quando straripa con le acque impetuose.
8Egli dice: Mi gonfierò, inonderò la terra,
distruggerò le città con i loro abitanti.

9 Cavalleria: alla carica!
Addetti ai carri: a tutta velocità!
Truppe scelte: all'attacco!
Quelli di Etiopia e di Put:
avanti con gli scudi!
Arcieri di Lud: tendete gli archi!
10È arrivato il giorno tanto atteso
dal Signore, Dio dell'universo:
oggi può vendicarsi e punire i suoi nemici.
La sua spada li divorerà
fino ad esserne sazia,
berrà il loro sangue
fino ad esserne ubriaca,
li ucciderà come in un sacrificio
per il Signore, Dio dell'universo,
nelle regioni del nord,
sulle rive dell'Eufrate!
11Potete anche andare a Galaad
per cercare le medicine,
abitanti dell'Egitto!
Usate pure ogni tipo di rimedio:
è tutto inutile, non c'è più speranza per voi!
12Le altre nazioni hanno saputo
della vostra vergognosa sconfitta;
il vostro urlo di dolore
è rimbalzato su tutta la terra:
i vostri migliori soldati si scontrano
e cadono uno sull'altro'.

Dio parla all'anima, la corteggia, la accarezza, la blandisce, altre volte la rimprovera: ma il Suo dialogo con l'anima è sempre improntato all'amore.



DIO  E’ AMORE 

L'esperienza della Misericordia di Dio è personale e  soggettiva, e segna in modo indelebile la vita dei convertiti; le  parole di Gesù, « io sto alle porte e busso, se qualcuno mi apre  ceneremo insieme», non sono simboliche ma reali, parola per  parola, eccezion fatta per il cenare, espressione simbolica che  intende alludere all'intimità che il Signore stabilisce con le  anime che rispondono alle Sue chiamate. Il bussare di Dio alle  porte dei duri di cuore è una realtà toccante, commovente, ma  al contempo estrema, ultimativa. 

C'è un tempo nella nostra vita in cui Dio ci invita seriamente a  mettere ordine nella nostra vita, a fare pulizia delle nostre  sporcizie, cambiando la rotta della nostra esistenza, per  riconciliarci con Lui e con il nostro prossimo.Gli ultimi tocchi  del suo bussare sono seri, fermi, decisi, e risuonano come  un'ultimatum. 

 Egli parla al cuore dei suoi figli attraverso le Sacre scritture, le  persone che mette sulla loro strada, gli accadimenti della vita,  alcuni segni facilmente interpretabili, poi attende con  pazienza. Se la risposta è si, inizia una stagione di primavera  per l'anima, la riscoperta della bellezza della vita e soprattutto  della ricchezza della vita interiore, ma, più di ogni cosa, inizia  una relazione interiore con Dio, un tu per tu con Lui  nell'intimità e nelle profondità dell'anima. 

Dio parla all'anima, la corteggia, la accarezza, la blandisce,  altre volte la rimprovera: ma il Suo dialogo con l'anima è  sempre improntato all'amore. L'anima che ha conosciuto il  tocco divino della Grazia sà di essere amata da Dio, fa  esperienza sensibile di questo amore ed è grata a Lui di  quanto ha fatto per riportarla alla vita, ed è disposta a tutto pur  di non perdere la benevolenza divina. 

L'anima che rifiuta l'amore di Dio e la Sua salvezza, che  rimane sorda ed inerte ai richiami del Signore, non sappiamo  quanto potrà ancora sperare nella Sua pazienza ed amabilità:  la Misericordia di Dio è infatti insondabile, e a nessuno è dato  conoscere i Suoi misteri e le Sue profondità. 

Gioacchino  Ventimiglia 

Angeli nella scrittura dei santi

Padre Pio

Un italo-americano che viveva in California a volte affidava al suo Angelo custode di riferire alcuni messaggi a Padre Pio. Una volta dopo la confessione, chiese a Padre Pio se avesse davvero ricevuto i suoi messaggi dal suo Angelo Custode. San Pio gli chiese: "Cosa ne pensi? Pensi che ho problemi di udito?" Successivamente Padre Pio ripeté i messaggi che gli erano stati inviati alcuni giorni prima dal suo Angelo custode.


Colui che sembra il protettore dei popoli, sarà umiliato davanti a tutta l'umanità.


GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA



NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO


Colui che sembra il protettore dei popoli, sarà umiliato davanti a tutta l'umanità.
Le contese stanno aumentando e coinvolgono paesi piccoli, che entrano, senza riflettere, nel gioco premeditato da coloro che continuano ad essere i dittatori ed i padroni dell'umanità. Queste sono le famiglie potenti che sono rimaste unite con un solo proposito: quello di instaurare un governo unico, dando inizio in questo modo all'unificazione della religione, dell'educazione, dell'economia e preparando l'umanità all'arrivo di colui che sarà il flagello dei Miei figli.


20.10.2015

Signore dal Cuore ardente



Scoprendoci il tuo Cuore aiutaci a scoprire il nostro. Tu hai posto in noi immense possibilità di amore, poiché la carità che ha animato tutta la tua vita ci è comunicata nella sua ricchezza e nel suo slancio. Ci fai ardere della tua fiamma e non cessi di accendere quaggiù nuovi focolari d'amore.

Accendendo in noi questa fiamma così bella, mostraci le esigenze sempre più grandi dell'amore del prossimo, e aiutaci a comprendere che, per mezzo tuo, avremo la forza di soddisfare tutte queste esigenze, di spingere sempre più lontano la nostra carità. Scuoti la nostra pigrizia e la nostra inerzia, impegnaci sempre più con tutte le nostre risorse personali, nella via del dono e della dedizione. Facci in ogni momento superare noi stessi in un più largo amore per i nostri fratelli; facci realizzare ciò che ci sarebbe sembrato impossibile e la tua carità ci doni l'energia di compierlo.

Nel nostro cuore timido e vile fa brillare l'ardore esplosivo del tuo amore, invincibile e capace di tutto!