domenica 14 giugno 2020

I doni profusi dallo Spirito Santo su PADRE PIO



Stimmate visibili 20 settembre 1918 

Il 20 settembre 1918, tra le 9 e la 10 del mattino, Padre Pio ricevette il supremo sigillo della VITTIMA PERFETTA, e si congiunse permanentemente alla Passione di Cristo sulla Croce ricevendo le stimmate dal Crocifisso nel coro che ancora oggi tutti possono ammirare e pregare al suo posto originale. Padre Pio era tutto sanguinante dopo l'evento. Non c'era nessuno da chiamare per aiuto. Dopo la Messa, Padre Pio era rimasto solo nel convento. La guerra aveva decimato il numero dei frati. Solo 3 erano rimasti. Quel giorno il superiore padre Paolino da Casacalenda si era recato a San Marco in Lamis per preparare la festa di San Matteo. Fra Nicola da Roccabascerana, il cercatore, era fuori per il consueto giro di questua. I collegiali si godevano un giorno di vacanza e facevano ricreazione in giardino. Padre Pio da solo raggiunse la sua cella stremato e cercò di pulire il sangue alla meglio. Le stimmate erano due per le mani, due per i piedi e una per il costato. La ferita del costato si sovrappose all'altra ferita al costato che aveva ricevuto al momento della transverberazione il 5-7 agosto 1918; così le due ferite si presentavano a forma di croce o di X.  Padre Pio ricevette le stimmate. Un fiume di sangue cominciò  a scorrere lentamente per cinquant'anni. Ma le stimmate arrivarono senza istruzioni per l'uso. Non c'era un medico o un'infermiera che potesse aiutare Padre Pio a capire, a tamponare, ad assorbire, a pulire, ad alleviare l'emorragia e il dolore. Fu estremamente difficile convivere con tale dono in un piccolo povero convento, con pochi frati che non avevano i soldi per procurare pannolini puliti, e tutto l'occorrente che aiutasse con le ferite. Non c'era neanche l'acqua corrente. 

Gherardo Leone: "In Padre Pio, la eccezionalissima condizione di stimmatizzato necessitava di attenzioni specifiche per gli indumenti che erano a contatto con le sue piaghe: le maglie, le bende che doveva mettere sul costato per assorbire il sangue, le calze, i mezzi guanti, bianchi per la notte, marrone per il giorno. Indumenti che non potevano far parte del lavaggio comune del convento, venivano riordinati dai suoi più intimi, tra cui il suo confratello, amico e confessore, per un certo periodo, Padre Raffaele, e soprattutto le figlie spirituali di sua fiducia; tra queste Cleonice Morcaldi." (Cleonice, 2013, 10) Carmelina Tamburrano, nipote di Cleonice Morcaldi: "Ciò che mi colpiva maggiormente era la cura che zia Cleonice aveva quando lavava le magliette intime di Padre Pio. Mia sorella più grande l'aiutava spesso in queste faccende. La zia le diceva: "Stai attenta a non fare andare l'acqua delle maglie nel lavandino, la prima acqua buttala nel giardino, sull'erba o sulle piante." Mia sorella si affacciava sul terrazzino e la buttava quasi sempre nel giardino del dottor Kisvarday. Quando le magliette erano asciutte le rimandava al Padre, il quale, a sua volta, le inviava le altre. E questo per anni."  



Padre Pio usava mezzi guanti senza dita, sopra le stimmate, marroni di giorno e bianchi di notte 

Padre Pio, dopo l’avvenuta stimmatizzazione, dovette affrontare un periodo particolarmente difficile. Rispettare col consueto impegno il ritmo incessante proprio della vita di comunità con quelle piaghe dolorose, che cercava di tenere nascoste, dovette richiedere uno sforzo eccezionale. Trattava le ferite facendo uso di tintura di iodio come emostatico. All’inizio soleva mettere sulle spalle uno scialle verdognolo, con il quale cercava di nascondersi le mani. Durante la Messa, indossava un camice con le maniche allungate. Accorgimenti non sufficienti. Alla fine, cominciò ad usare guanti di lana, dapprima quelli interi, poi i mezzi guanti, che però si toglieva, durante la celebrazione dell’Eucaristia, dall’offertorio in poi. (Giannuzzi, San Pio 139) 


"Io sento nell'interno un continuo rumoreggiare, simile ad una cascata, che gitta sempre sangue." Dalla lettera a Padre Benedetto del 22 ottobre 1918. (Epistolario I, 1094) 


Padre Pio chiamava questi pannolini "pezzoline". In fondo alla lettera del 12 gennaio 1919 a Padre Benedetto: "...Vi spedii la pezzolina, la riceveste?" (Epist. I, 1114) 

“Padre Pio aveva due ferite al costato. La prima dalla trasverberazione, e la seconda dalla stimmatizzazione. Su richiesta del Cardinal Silj, uu un bigliettino da visita dello stesso Cardinale Silj, che, molto probabilmente, deve essere posteriore al 1921, lo stesso venerato Padre Pio disegnò la stigmata che aveva sul costato. Da quel disegno resta confermata la forma di croce, ma rimane problematica la sua esatta posizione, dal momento che non sappiamo da quale verso il venerato Padre l'abbia disegnata. Le soluzioni possibili, com'è ovvio, sono quattro.” (Padre Gerardo di Flumeri, Le stigmate di Padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, seconda edizione 1995, pag. 12) 


Questo segno di croce, designato dallo stesso Padre Pio, rappresenta la piaga del suo costato. Dietro insistenza del Padre Basilio da Mirabello Sannitico, Padre Pio lo tracciò su un biglietto da visita del Cardinale Augusto Silj, che si recò a San Giovanni Rotondo il 25 ottobre 1921   

Il Dr. Amico Bignami, ordinario di patologia all’Università di Roma, chiede a Padre Pio: “Padre, perchè queste piaghe sono comparse in questi posti particolari e non altrove nel vostro corpo?” Padre Pio: “Lei dottore è un uomo di scienza. É lei che mi deve dire perchè esse avrebbero dovuto comparire in altre parti del corpo e non qui!” (Pascal P. Parente, Padre  Pio A City On A Mountain,  Ave Maria Institute, Washington, New Jersey, USA, (prima edizione 1952), 1968, pag. 43).  P. Parente era professore di teologia ascetica e mistica all’Università Cattolica D’America in Washington  DC nel 1952) 

Padre Joseph Pius (Bill Martin) parlando di Padre Pio disse: “I suoi piedi erano sempre gonfi, molto gonfi. Erano come meloni sotto i suoi calzini. Uno più gonfio dell’altro.” (Riportata da padre Bill Martin a padre John Schug, A Padre Pio profile, St. Bede Publications, Petersham Massachusetts, 1987 pag. 63) 

Mons. Raffaello Rossi, vescovo di Volterra e Inquisitore del Sant'Ufficio domanda a Padre Pio il il 15 giugno 1921 alle ore 19: "Quale effetto risente da queste "stimmate". Padre Pio risponde: "Dolore, sempre, specialmente in alcuni giorni quando emettono sangue. Il dolore è più o meno acuto: in alcuni momenti non posso reggere." (Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta “L’autobiografia segreta”, Editrice Ares, Milano, 2008, pag. 222)

G. C.  

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