Le due ultime più grandi apparizioni della Madonna sulla terra sono state quelle di Lourdes e di Fatima. Ambedue ci hanno portato un messaggio identico e forte: Preghiera e Penitenza.
La Madonna punta diritta all’essenziale: anzitutto la Preghiera. Ella chiede, raccomanda e insiste sempre su questo punto, sia a Lourdes che a Fatima. Le cose andranno bene se si prega; andranno male se non si prega. La preghiera è la grande arbitra dei nostri destini. Se è assente essa, tutto va a rotoli. «Chi non prega certamente si danna», diceva sant'Alfonso. E sant'Ambrogio afferma che se «la vita dell'uomo è una battaglia sulla terra» (Gb.7,1), la preghiera è lo scudo invulnerabile senza del quale saremmo colpiti inesorabilmente.
La «Vergine in preghiera»
Il papa Paolo VI nell'esortazione apostolica sul Culto della Beata Vergine (n. 18), ci presenta la Madonna come «Vergine in preghiera» scolpita da tre pagine mariane del Vangelo.
Nella Visitazione, la Madonna loda Dio con l'inno di amore più alto che sia uscito dall'anima di una creatura umana: il Magnificat (Lc 1,46-56).
A Cana, la Madonna fa la preghiera di domanda con premura materna e con fede senza tentennamenti, ottenendo subito la grazia temporale per gli sposi e la grazia spirituale per i discepoli di Gesù, i quali «credettero in lui» (Gv.2,1-11).
Nel Cenacolo, la Madonna nutre con la sua preghiera materna la Chiesa nascente (At 1,14) così come, anche dopo la sua Assunzione in anima e corpo al cielo, non deporrà mai «la sua missione di intercessione e di salvezza».
È proprio Lei, la «Vergine in preghiera», che è venuta a chiedere e a raccomandarci la preghiera sia a Lourdes che a Fatima.
Se le diamo ascolto, se facciamo quello che ci dice, non ne avremo che benedizioni su benedizioni. Ma dobbiamo esaminarci seriamente.
Pregare mattino e sera
Non è forse vero che ci sono cristiani i quali fanno appena appena qualche preghiera mattino e sera? Alcuni, poi, hanno paura di sforzarsi troppo e fanno solo il segno di croce. Altri, infine, non fanno neppure il segno di croce, ma si svegliano e si addormentano come gli animali: né più, né meno.
Si può essere cristiani in questo modo? Si può salvarsi l'anima trascurando la preghiera mentre si ha tempo di guardare la televisione, di leggere giornali e romanzi, di andare al bar o allo stadio?
La Madonna, nostra Mamma, è corsa ad avvertirci: «Pregate, pregate molto». Ella ci richiama maternamente a un dovere primario del cristiano: «vegliate e pregate» (Mc 14,38); «vegliate nelle preghiere» (1Pt 4,7).
Per questo, anzitutto, non deve mai mancare almeno la preghiera del mattino e della sera. Pochi minuti di preghiera ogni mattina e ogni sera: dovrebbe essere un dovere così dolce per ogni cristiano! Così era per il beato Contardo Ferrini, professore all'Università di Milano, che scriveva: «Io non saprei concepire una vita senza preghiera: uno svegliarsi il mattino senza incontrare il sorriso di Dio, un reclinare il capo, ma non sul petto di Cristo». Così bisogna pregare. Con il cuore, con tutto il cuore. «È il cuore che prega - insegna il Catechismo. Se esso è lontano da Dio, l'espressione della preghiera è vana» (n. 2562).
La preghiera a tavola
A mezzogiorno, di solito, è tradizione cristiana il suono dell'Angelus, a richiamo devoto dell'ineffabile mistero dell'Incarnazione.
A quel segnale, l'Angelo ci invita a unirci a lui nella preghiera alla Vergine celeste. E i Santi come ci tenevano a questa breve sosta di preghiera mariana con l'Angelo!
San Pio X interrompeva anche le udienze più importanti. San Giuseppe Moscati sospendeva per pochi attimi la lezione o la visita medica. San Pio da Pietrelcina la recitava con chi si trovava, sulla veranda, in cella o in corridoio. Il papa Pio XII la recitava ogni volta in ginocchio.
Perché non salvare e fare nostra questa meravigliosa preghiera mariana?
Un altro dei momenti di preghiera dovrebbe essere quello dei pasti, quando ci si mette a tavola prima di iniziare a mangiare. Il segno di croce e l'Ave Maria diventano la benedizione di Gesù e di Maria sulla nostra mensa.
Capitò a san Giovanni Bosco. Invitato a pranzo in una famiglia, prima di sedersi a tavola, san Giovanni Bosco si rivolge a uno dei figlioli e gli chiese: «Adesso facciamo il segno della croce prima di cominciare a mangiare. Sai perché si fa questo segno?»: «Non lo so», rispose il ragazzo. «Ebbene, te lo dico io in due parole. Lo facciamo per distinguerci dagli animali, che non lo fanno perché non hanno la ragione per capire che quanto mangiamo è dono di Dio ...».
Da quel giorno in poi, in quella famiglia, non mancò mai quel segno di croce prima dei pasti.
Noi che cosa facciamo? ... Se siamo in difetto proponiamoci di fare il segno di croce e di recitare l'Ave Maria ogni volta che ci mettiamo a tavola per i pasti. E senza rispetti umani!
Una scintilla, tante scintille ...
Il pensiero di Gesù è chiaro: il cristiano deve sforzarsi di pregare continuamente, per tenere costantemente offerto a Dio tutto se stesso e tutto ciò che fa: «Bisogna sempre pregare, e mai venire meno» (Lc 18,1); «Vegliate e pregate, per non cadere nella tentazione» (Mc 14,38). Quale tentazione? La tentazione di agire per egoismo o per un'intenzione puramente naturale. È così facile operare solo per calcolo o per interesse, e niente affatto per amore di Dio e del prossimo!
La preghiera è indispensabile a tenerci in traiettoria verso Dio. Quando non è possibile la preghiera lunga e sistematica, si faccia la preghiera spicciola, simile a piccoli semi che lungo il giorno vengono disseminati sul terreno delle azioni da compiere. È la preghiera delle brevi giaculatorie, dei rapidi atti di amore, delle pie offerte. Il papa Paolo VI la chiama preghiera «scintilla».
San Francesco d'Assisi, san Tommaso d'Aquino, sant' Alfonso, santa Bernadetta, santa Gemma Galgani ..., quale uso ardente e costante non facevano di questa preghiera «scintilla»! Forse che le loro anime non erano alla fine uno scintillio continuo?...
San Massimiliano M. Kolbe raccomandava molto questa preghiera «scintilla» per crescere nell'amore all'Immacolata. Valga anche per noi!
Padre Stefano Manelli
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