mercoledì 27 novembre 2024

LETTERA AL PADRE

 


Padre mio, voglio dirti quello che non ho mai osato. E non osavo perchè non ti conoscevo. Ti chiedo scusa per l'indifferenza passata, per la superficialità degli incontri, per tutte le volte che ho rifiutato la vita preferendo la morte. Ma io non ti conoscevo. Ora so. Tu hai creato per me cose stupende. Tu hai creato me. Tu mi hai scritto cose meravigliose: tutte parlano del tuo amore per me. Tu ti doni a me ogni volta che te lo chiedo. immenso mistero questo: il tuo "sì" all'uomo senza soluzione di continuità. Troppo incomprensibile a chi è abituato a porre condizioni e riserve.

Tu continui a crearmi e a parlarmi ma il tuo fare e il tuo linguaggio spe so non capisco. Non importa più, so solo che ci sei e che mi ami. Devo lasciarti fare, devo lasciarmi andare. Nelle tue mani diventerò capolavoro, vile argilla plasmata dall'Artefice perfetto, dall'Autore di quella creazione in cui il mio esistere trova ragion d'essere. Piccola nota della più bella sinfonia che mai sia stata scritta. Piccola nota voglio essere, di quelle che non danno all'opera tocchi definitivi o particolarmente significativi. Ma voglio esserci. Mettimi dove vuoi, come vuoi, ma non lasciarmi fuori come una nota stonata o inutile. Lo farai, lo sento, non mi lascerai, anche se già conosci le mie infedeltà. Ti vedo sorridere e ti dico grazie, grazie di essere, di accettarmi come sono, grazie del tuo amore esigente ma delicato, della tua presenza premurosa, ma non invadente, grazie per avermi permesso di osare e di gioire nel chiamarti «Padre, Padre mio».

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