martedì 26 novembre 2024

VISIONE DELLA CROCE

 


Ero nella cappella; vedo un'immagine della Croce di Cristo (con Cristo sull'altare) ma ho paura di vederla e voglio andarmene. Mi ricordo di padre J, il mio direttore spirituale, che mi dice di non scappare da ciò che sta accadendo nella mia preghiera, anche se mi spaventa e mi fa soffrire; tengo duro, non me ne vado. 

Continuo con la visione. Vedo una strada diritta, che porta alla croce dove si trova Lui. Mi vedo all'inizio di quel sentiero. È un sentiero giusto, né troppo largo, né troppo stretto, ma giusto per passare.

Sono vestito con una tunica scura, marrone, povera, un po' stracciata, come se non indossassi alcun vestito.

Sono sul sentiero e vado avanti.

Al quinto passo mi riconosco come creatura e cado a terra.

Sono a terra a faccia in giù con le braccia incrociate e rimango lì per un po', sotto l'altare. Poi mi vedo alzare. Quando mi alzo, la mia veste diventa bianca. Poi mi tolgo tutto, mi spoglio e subito sono sulla croce con Lui. In totale ci sono sette passi per arrivare alla fine.

Nella visione sono fuso con Gesù come se non avessi materia. 

Mentre mi fondo, dalla croce arrivano dei raggi, dalle sue mani, sono le sue grazie. Guardo il resto del corpo. Tutto il suo corpo è luce, la luce esce da tutte le sue ferite; ma la luce più intensa esce soprattutto dalle ferite delle sue mani e dei suoi piedi.

Vedo molto chiaramente i raggi di luce dalle sue mani che escono in varie direzioni. Anche dal suo fianco; anche se la luminosità è diversa. Un riflettore viene dal suo fianco, è più ampio. Non sono raggi, è diverso. Vedo la ferita nel suo fianco da cui esce questa luce, è sotto la costola destra, ma non fino in fondo, bensì al centro; non è sulla costola stessa, ma proprio accanto ad essa, sotto.

Ho scritto: “La Croce è la Resurrezione”. Vedo la Croce come gloriosa. È un Cristo crocifisso glorioso. È sulla croce, ma... tutto di Lui è Gloria e Luce.

Capisco che le sue ferite sono una vittoria di Grazie versate. Da qui quella luminosità, trionfante.

Scrivo dopo questa visione: “Sono turbato, anche se la scena mi ha dato pace. Penso che sia arrogante vedere queste cose. Come posso essere inchiodato a Lui, come posso fondermi con Lui adattandomi alla Croce? Come posso vedere nelle sue mani e nelle mie (perché sono unite, fuse) quei raggi. Non posso fare a meno di pensare che è sbagliato, che non avrei dovuto guardare, che sono orgoglioso, ma l'obbedienza...”.

-Perdonami Signore.

Ho avuto la visione e questa reazione nello stesso giorno.

s.t.G.

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