venerdì 22 novembre 2024

L’ereditarietà – Attitudini – I genitori

 


Il corso terreno dell’uomo corrisponde alla sua attitudine, cioè, nella sua anima si trovano degli errori e manchevolezze, dei quali deve liberarsi mediante il cammino della sua vita terrena. Questi errori e debolezze non sono uguali in ogni uomo, e questo perché ogni sostanza d’anima ha vissuto dapprima in un'altra forma esteriore, nella quale ora sono state sviluppate certe particolarità, buone o cattive, più o meno forti. Di conseguenza anche gli uomini saranno del tutto diversi nel loro modo d’essere e quindi necessitano anche di differenti mezzi d’educazione, per promuovere ciò che in loro è buono, e di vincere ciò che può essere chiamato difettoso o cattivo. Ora sarebbe del tutto sbagliato presumere, che tutte le anime sono formate ugualmente al momento della loro incorporazione sulla Terra. Ci sono piuttosto molteplici differenze, e l’uomo riconduce questa differenziazione dell’essere alla “ereditarietà”. Verso l’esterno potrà anche sembrare così, come se i figli avessero da accettare un certo peso per il loro percorso terreno, e cioè delle caratteristiche del loro essere, che possono essere sia di promozione che anche d’ostacolo per lo sviluppo spirituale, per le quali però non possono essere resi responsabili, perché la motivazione secondo il “bene ereditario” contribuisce senza propria colpa, quindi richiede più forza, di combattere e di vincere questi errori dalla nascita. L’uomo deve combattere contro tutti i suoi errori e lavorare su di sé, per raggiungere la maturità dell’anima. E quando in lui predominano particolari istinti, allora deve essere chiaro per lui, che non l’attitudine dei genitori determina l’essere dell’uomo, ma che l’uomo ha reso il suo modo d’essere così proprio a causa di quelle debolezze ed errori dalle innumerevoli tante incorporazione prima dello stadio come uomo, nelle quali l’essere si sente a suo agio e non fa niente per liberarsi da tali errori e difetti. Ed ora sulla Terra ne ha bensì la volontà, ma una certa debolezza. E lui percepisce il suo difetto come buon diritto, perché lo considera come se gli fosse stato dato senza colpa. E malgrado ciò era la sua libera volontà, di associarsi a quelle persone per il tempo del suo cammino terreno, che sono simili nel loro modo d’essere (ved. Lorber-Il Governo della famiglia di Dio). Proprio questo stesso essere aveva la forza d’attrazione per l’anima, che cercava di incorporarsi, e di conseguenza si parla generalmente di ereditarietà, benché i genitori corporei non abbiano nessuna parte nel modo d’essere dell’anima, che hanno da assistere durante il tempo terreno. E quindi anche ogni anima deve assolvere da sé il lavoro per lo sviluppo verso l’Alto.

Amen

 29 maggio 1941

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