24 ottobre 1946, S. Raffaele Arcangelo.
Gesù, per un movimento del suo Cuore Misericordioso che contiene già in potenza il perdono della colpa generale che prevede, annuncia ai suoi apostoli che, tutti, soccomberanno la notte stessa. Se Gesù lo annuncia, è perché è profeta: Lui sa meglio di tutti ciò che può arrivare. Ma la stessa presunzione di Pietro che non gli permette di riconoscere la sua fallibilità, gli fa perdere di vista che Gesù, Lui, è infallibile. Più tardi, sarà dotato di infallibilità, ma solo dottrinale, e non per sè, ma per la Chiesa. Fatto sta che Pietro protesta veementemente: proclama che sarà più forte di tutti gli altri e che lui, al bisogno, non soccomberà. Ed ecco che non solo soccomberà, ma più penosamente degli altri. É la conseguenza logica dell'orgoglio che lo inganna, e sulle proprie forze e sulla natura della prova che lo attende; conta su una battaglia e si aspetta di rendere colpo su colpo furiosamente, invece soccomberà sotto il sorriso di una donna, vergognosamente; Dio lo permette per ispirargli l'umiltà. Noi tutti, uomini, siamo della stessa pasta: arroganti e vittime del rispetto umano. La donna non ha quel genere di bravura che consiste nel dar colpi, ma non ha la falsa vergogna.
Come sarebbe stato meglio se Pietro e i discepoli avessero detto al Maestro: "Tu sai tutto; conosci la nostra debolezza, ma sai anche che noi ti amiamo, e che saremmo molto dispiaciuti di rattristarti abbandonandoti; fa' dunque, Signore, per la tua bontà, che ti siamo fedeli qualunque cosa accada". E Gesù avrebbe ottenuto loro sia la grazia che una prova limitata alle loro forze. Questo è d'altronde ciò che dice loro formalmente: "Pregate per non cadere in tentazione". Per non solo cadervi ma anche per non entrarvi, pregate! Ah! è che le tentazioni ci spiano in tutti i modi; l'occasione è nelle circostanze, in noi stessi, negli uomini, nelle cose; Satana ce la presenta come già ad Eva e Dio stesso ce la prepara per emendarci e fortificarci. É Dio che può cambiare il corso delle cose, aiutarci a vincerci e a respingere Satana e rapportare o differire Egli stesso le sue prove, come a Ninive.
Anche qui, gli apostoli non saranno presi alla sprovvista: Dio li previene e dà loro il mezzo per vincere anche Lui: la preghiera. Ma la fiducia che hanno di sè fa trascurare loro l'avvertimento e la vigilanza... e si addormentano in una falsa pace che porterà loro un doloroso risveglio: quello di abbandonare il loro Maestro che avrà avuto tristemente ragione. Ma anche allora Gesù non li rimprovera: un solo sguardo a Pietro. Ma già annuncia loro la sua consolazione e il suo perdono: "Dopo che sarò resuscitato, vi precederò in Galilea, proprio lì dove sareste fuggiti per paura, voi, i bravi"!
Buono e condiscendente Gesù, dolce e umile di Cuore, rendi i nostri cuori simili al Tuo.
meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette
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