Festa del Sacro Cuore 1895
“Ma sappiate che anche voi dovete camminare per la strada che Lui ha percorso”. Ma volevo comunicare a tutti i costi la festa del Sacro Cuore. Mentre mi vestivo, sono stato improvvisamente sopraffatto dalla stessa sofferenza del giorno precedente. Dovetti tornare rapidamente a letto. Dopo le gravi sofferenze precedenti, il mio Sposo celeste è venuto di nuovo e mi ha detto:
Gesù:
“Preparatevi, perché oggi gusterete il banchetto di gioia che è iniziato ieri”.
E tutta la compagnia celeste che era presente ieri si era riunita di nuovo. Ero fuori di me dalla gioia.
Il Padre celeste era così tenero, così condiscendente, che non avevo più paura.
Padre celeste:
“Figlia mia! Prendi tutti i beni di mio Figlio; ciò che è suo è anche tuo e ciò che è tuo è suo. Ma sappi che devi anche camminare sulla via che Lui ha percorso.
il sentiero del disprezzo. Dovrai ancora sopportare molto”.
Quando il mio Sposo vide che stavo per essere triste, mi parlò e disse:
Gesù:
“Non temere, perché saprò come consolarti a tempo debito. Sappi che ho un tale amore per i miei eletti che voglio portarli nelle mie mani fino all'ultimo giorno”.
Non posso descrivere la felicità della mia anima in quell'ora. Poi la cara Madre di Dio si avvicinò e parlò:
Maria:
“Come dono nuziale, ti assicuro la mia protezione molto speciale. Sarò al tuo fianco in tutte le tue necessità”.
San Giuseppe si fece avanti e disse:
Giuseppe:
“Come dono nuziale ti do la certezza che potrai ricorrere a me in qualsiasi necessità, non ti rifiuterò nemmeno una richiesta”.
Come dono, San Giovanni promise di darmi una parte del suo amore, che attinse dal petto di Gesù nell'Ultima Cena.
Poi vennero le sante vergini e dissero:
'Santa Barbara:
“Cara sorella, ti dono la mia fede, che fu così grande che sopportai volentieri il martirio per amore del mio Sposo”.
Santa Caterina:
“E ti dono la mia saggezza e il mio dono dell'eloquenza. Ti saranno utili sulla terra, perché muoverai molti all'amore di Dio”.
Sant'Agnese:
“Ti dono la mia purezza, grazie alla quale sono piaciuta tanto al mio Sposo celeste che mi ha mandato un agnello bianco alla mia morte per testimoniare la mia innocenza”.
Santa Elisabetta:
Mi ha dato il suo amore misericordioso per tutti coloro che soffrono e sono afflitti e mi ha detto: “Prendi, sorella mia, e ciò che ti manca nelle risorse temporali, lo avrai tanto più in quelle eterne”.
Ora mi rivolsi al mio Gesù e dissi:
Barbara:
“O amata del mio cuore! Permettimi ora di presentare ancora una volta le mie suppliche, che ho rivolto ieri al tuo Padre celeste! Sono per lo più petizioni del Tuo stesso cuore amoroso. Ma concedimi oggi una grande grazia: per tutti i meriti tuoi e della tua santa Madre, sì, per tutto il tesoro della tua Chiesa, rilasciami tutte le povere anime che sono morte in questo secolo dalla parrocchia I e che ancora soffrono in purgatorio, almeno i poveri, i dimenticati e gli abbandonati. Ti do anche tutte le mie sofferenze per loro”.
C'era un movimento nel mondo superiore. E una processione, più grande di quella di ieri, quando ho pregato per il mio piccolo villaggio, ha preso forma. Come siamo felici di essere figli della Chiesa cattolica. Ora ho anche chiesto al caro Salvatore di farmi sapere se padre Alfonso è in cielo e, in caso contrario, di pregare per lui. Poi ho sentito chiaramente la voce di:
Padre Alfonso:
“Di' a N. che ora credo a quello che mi hai detto e scritto sull'amore di Gesù nel Santissimo Sacramento dell'Altare, e digli anche che un figlio della confessione amante di Dio può essere più utile a un sacerdote dopo la sua morte di tutte le borse di studio, se lo ha macchiato di amor proprio in vita”.
Aggiunta ad alcune delle cose sentite all'esterno:
Barbara:
(alla Madre di Dio) “O dammi la tua umiltà, la tua purezza di cuore”. (Dopo le nozze, abbassando gli occhi):
“Ma sono così ansiosa, ma sono così ansiosa”.
(A Santa Elisabetta) “Oh, non posso dare quello che tu hai dato, perché non ho nulla! Che cosa ricevo ora come dono nuziale dal Padre celeste? Il debito battesimale è il dono che il Padre celeste ha promesso”.
“Chiedo lo stesso dono per le mie sorelle”.
Gesù:
“Anche padre Alfonso ora ci crede”.
Barbara:
“Sì, gelt, ora ci crede, ora ci crederà. Io prego per N.”.
Gesù:
“È in cielo!”.
Barbara:
“Prego per N.”
Gesù:
“La mia giustizia esige troppo”.
Barbara:
“O dammi mille anime - no, diecimila anime”.
Poi ha cantato: Hochpreiset... - Te Deum - e Salve Regina.
“Vieni, se vuoi, io sono sempre qui; voglio sempre quello che vuoi, ma tu puoi fare quello che vuoi”. “Oh, alla fine non ci credo. Vorrei dirlo, ma nessuno mi crede. Oh, illuminate i vostri servi!”.
Barbara Weigand
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