Contemplarti, vuol dire immergere il nostro sguardo nell'invisibile, nella profondità del mistero di Dio.
Tu non hai un volto umano come il Cristo del Vangelo né le sembianze del Padre; ma rinunciando a raffigurarti in qualche modo, noi vogliamo aderire a te con tutte le nostre forze.
Tu non hai volto perché sei il fuoco dell'amore, che unisci il volto del Padre e del Figlio, per formarne uno solo in una fusione sublime.
Tu vivi nei volti altrui, quasi fossi la loro vita più segreta, e sei tu che ci riveli il volto autentico del Salvatore come pure quello del Padre Celeste.
Tu sei un abisso di profondità, abisso inafferrabile e inesprimibile, che non può essere raffigurato con lineamenti definiti.
Tu sei il soffio che emana dal Padre e dal Figlio e viene ad animare il nostro spirito per dare la sua impronta alla nostra fisionomia spirituale.
Tu sei il respiro dell'anima nostra, la scintilla del nostro pensiero, l'impulso della nostra volontà, lo slancio del nostro amore.
Tu sei la vita divina che viene a farci vivere di Cristo, che invade il nostro essere per trasfigurarlo.
Tu sei così infinitamente superiore a noi; non risiedi in una lontananza astratta, ma nel palpito concreto della nostra esistenza.
Contemplarti vuol dire lasciarsi penetrare da questa onda d'amore che invade e afferra tutta la nostra persona umana.
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