sabato 13 luglio 2019

Chi apre la porta a satana, verrà buttato nell’inferno, da cui non ci sarà più ritorno



Chi Mi dona il suo SI, a Me il suo Gesù, verrà salvato.

Preparatevi per un nuovo mondo. Un mondo colmo di amore, pace, gioia e di gloria. Un mondo, che fino ad ora non avete potuto conoscere.

Dio Padre: ”cambiate strada miei amati figli e figlie, perché solo attraverso Mio figlio Gesù Cristo, riceverete la Vita Eterna, solo attraverso di Lui avrete accesso alla porta del Paradiso, solo attraverso di Lui troverete la via verso di Me, vostro Padre.”

Gesù: chi apre la  porta a satana, verrà buttato nell’inferno, da cui non ci sarà più ritorno.
Non rinunciate alla vostra eredità e non condannatevi con le vostre mani; perché è quello che fate, se non ritornate a Me.

Chi non si converte a Me si trova davanti ad una porta chiusa.


L’ITALIA



Dal Volume 21 - Marzo 31, 1927
Come l’anima che vive nella Volontà Divina è il trionfo di Essa.  Minacce di guerre.  Uomini di tutte le razze.
(…)
Onde mi lamentavo con Gesù delle sue privazioni, come ora, forse più che mai, mi sta facendo subire più a lungo la sua lontananza.  Eppure mi dice che mi vuole bene, chissà che non finirà col lasciarmi del tutto?  Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù Si è mosso nel mio interno; circondandomi di luce faceva vedere in quella luce guerre e rivoluzioni accanite, civili contro i cattolici.  Si vedevano tutte le razze a combattere e tutti in atto di prepararsi ad altre guerre.  E Gesù, tutto afflitto, mi ha detto: “Figlia mia, tu non sai come il mio ardente Cuore vuole correre con l’Amore verso le creature, e mentre corre lo respingono, ma vi corrono presso di Me con le offese più brutali e con le finzioni più orrende. Quindi, vedendosi il mio Amore perseguitato, esce la mia Giustizia in campo e difende il mio Amore, e con flagelli colpisce coloro che Mi perseguitano, e scorre le finzioni che fanno non solo con Me, ma che si fanno fra loro le nazioni, perché truffandosi si fanno conoscere che invece di amarsi si odiano accanitamente.  Questo secolo si può chiamare il secolo delle finzioni più pessime, e tra tutti i ceti, e perciò mai s’accordano tra loro, e mentre apparentemente pare che si vogliono accordare, in realtà vanno macchinando nuove guerre. La finzione non ha portato mai vero bene, tanto nell’ordine civile quanto nell’ordine religioso, al più qualche ombra di bene che fugge. Ora perciò la decantata pace in parole, non i fatti, la convertono in preparativi di guerra.

Come già tu vedi, molte specie di razze si sono unite a combattere, chi per un pretesto e chi per un altro, altre vi si uniranno insieme. Ma Io me ne servirò delle unioni di queste razze, perché per venire il Regno della mia Divina Volontà è necessario che venga l’unione di tutte le razze per mezzo di un’altra guerra molto più estesa dell’ultima nella quale l’Italia era stata impegnata finanziariamente.  Con l’unione di queste razze i popoli si conosceranno e dopo la guerra sarà più facile la diffusione del Regno della mia Volontà.  

Perciò abbi pazienza nel sopportare la mia privazione e il vuoto che vuol formare la mia Giustizia per difendere il mio Amore perseguitato. Tu prega, ed offri tutto perché il Regno del mio Fiat venga presto”.

negli Scritti di Luisa Piccarreta

Offerta del Preziosissimo Sangue per i defunti



Eterno Padre, ti offro il Sangue che Gesù, tuo Figlio diletto, sparse durante la dolorosa agonia nell'orto degli Ulivi per ottenere la liberazione delle anime benedette del Purgatorio, specialmente per...
L'eterno riposo dona loro Signore, la luce perpetua risplende ad essi, riposino in pace. Amen.
   Eterno Padre, ti offro il Sangue che Gesù, tuo Figlio diletto, sparse nella crudele flagellazione e coronazione di spine, per ottenere la liberazione delle anime benedette del Purgatorio, specialmente per... L'eterno riposo.
   Eterno Padre, ti offro il Sangue che Gesù, tuo figlio diletto, sparse lungo la via del Calvario, per ottenere la liberazione delle anime benedette del Purgatorio, specialmente per... L'eterno riposo.
 Eterno Padre, ti offro il Sangue che Gesù, tuo figlio diletto, sparse nella crocifissione e nelle tre ore di agonia sulla croce, per ottenere la liberazione delle anime benedette del Purgatorio, specialmente per... L'eterno riposo.
   Eterno Padre, ti offro il Sangue che Gesù, tuo figlio diletto, sparse nella ferita del suo Cuore santissimo, per ottenere la liberazione delle anime benedette del Purgatorio, specialmente per... L'eterno riposo.

Per riconquistare la pace, invocare il Sangue



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO


Allontanatosi da Dio, l'uomo perde la pace: per riconquistarla, non occorrono trattati diplomatici, non convenzioni, non decreti. Basta ritornare a Lui con la fede, con la pietà, con la giustizia, con l'amore; basta mettersi sotto la Croce e invocare il Sangue prezioso di Gesù ed i meriti della sua Redenzione. q. 7.- 5 gennaio 

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

Voi dovete imparare a comprendere i misteri di Dio



Maria Madre di Dio

Il Nostro amato papa Benedetto XVI in pochi minuti, comincerà il suo meritato pensionamento, senza mai indugiare realmente nel riposo perché, come ha già annunciato più volte, continuerà a servirvi, Miei amati figli, nella preghiera e nella meditazione.

Dovete riuscire veramente a superare il vostro mondo ora esistente, e inoltrarvi nel Cielo, dove noi siamo di casa.

Voi dovete imparare a comprendere i misteri di Dio. Chi riesce a farlo, chi riesce a costruirsi e crescere nella vita spirituale, comprenderà sempre di più questi misteri e il vero valore della vita.

 Il tempo che avete a disposizione per cambiare strada e convertirvi stringe. Fate un passo verso Mio Figlio Gesù e dategli il vostro SI. PregateLo di aiutarvi a farlo e sentirete il Suo aiuto.

Cari figli, la chiamata del cielo presto cesserà. Voi vi dovete decidere, prima che sia troppo tardi per voi. Per adesso, potete ancora decidere liberamente. Presto però, sarete talmente confusi (sconcertati), che molti di voi, non sapranno più cosa e per cosa decidere. Svegliatevi e venite a Gesù Mio Figlio. 

Il tempo stringe.

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



 L'INFERNO Sì, MA SULLA TERRA 

Magari, sì, un inferno esiste - dicono tanti -, ma sulla terra dove troppo spesso è preparato da uomini ad altri uomini con una ferocia inimmaginabile. Di ciò ne siamo tutti arciconvinti, tanto evidente è questa triste realtà, ma non sarà inutile addurne qualche esempio soprattutto perché - come si dirà più avanti - l'inferno dell'aldilà è la continuazione dell'inferno sulla terra. 
Si pensi ai gulag dei regimi comunisti, ai campi di concentramento dei nazisti, autentici inferni. Non esagerano coloro - soprattutto quelli che li sperimentarono sulla loro pelle - a qualificarli come tali. 
Una descrizione di un vero "inferno" sulla terra ci è offerto da Primo Levi che così presenta la vita da lui vissuta in un campo di concentramento nazista della seconda guerra mondiale: "Il viaggio non durò che una ventina di minuti. Poi l'autocarro si è fermato, e si è vista una grande porta, e sopra una scritta vivamente illuminata (il suo ricordo ancora mi percuote nei sogni): Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi. 
Siamo scesi, ci hanno fatto entrare in una camera vasta e nuda, debolmente riscaldata. 
Che sete abbiamo! 
Il debole fruscio dell'acqua nei radiatori ci rende feroci: sono quattro giorni che non beviamo. Eppure c'è un rubinetto: sopra un cartello, che dice che è proibito bere perché l'acqua è inquinata. Sciocchezze, a me pare ovvio che il cartello è una beffa, 'essi' sanno che noi moriamo di sete, e ci mettono in una camera e c'è un rubinetto, e Wasser trinken verboten. Io bevo, e incito i compagni a farlo: ma devo sputare, l'acqua è tiepida e dolciastra, ha odore di palude. Questo è l'inferno. 
Oggi, ai nostri giorni, l'inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi stare in piedi, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succedere niente. Come pensare? Non si può più pensare, è come essere già morti. Qualcuno si siede per terra. Il tempo passa goccia a goccia". 
E continua: "Alla campana si è sentito il campo buio ridestarsi. Improvvisamente l'acqua è scaturita bollente dalle docce, cinque minuti di beatitudine; ma subito dopo irrompono quattro (forse sono i barbieri) che, bagnati e fumanti, ci cacciano con urla e spintoni nella camera attigua, che è gelida; qui altra gente urlante ci butta addosso non so che stracci, e ci schiaccia in mano un paio di scarpacce a suola di legno, non abbiamo tempo di comprendere e già ci troviamo all'aperto, sulla neve azzurra e gelida dell'alba, e scalzi e nudi, con tutto il corredo in mano, dobbiamo correre fino ad un'altra baracca, a un centinaio di metri. Qui ci è concesso di vestirci. Quando abbiamo finito, ciascuno è rimasto nel suo angolo, e non abbiamo osato levare gli occhi l'uno sull'altro. Non c'è ove specchiarsi, ma il nostro aspetto ci sta dinanzi, riflesso in cento visi lividi, in cento pupazzi miserabili e sordidi. 
Eccoci trasformati nei fantasmi intravisti ieri sera. Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. 
Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di far sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga. Noi sappiamo che in questo difficilmente saremo compresi, ed è bene che così sia. Ma consideri ognuno, quanto valore, quanto significato è racchiuso anche nelle più piccole nostre abitudini quotidiane, nei cento oggetti nostri che il più umile mendicante possiede: un fazzoletto, una vecchia lettera, la fotografia di una persona cara. 
Queste cose sono parte di noi, quasi come membra del nostro corpo; né è pensabile di venirne privati, nel nostro mondo, ché subito ne ritroveremmo altri a sostituire i vecchi, altri oggetti che sono nostri in quanto custodi e suscitatori di memorie nostre. 
Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere e della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato, in base ad un puro giudizio di utilità. 
Si comprenderà allora il duplice significato del termine 'Campo di annientamento', e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo". 
Ed ecco la notte. "Così si trascinano le nostre notti. Il sogno di Tantalo e il sogno del racconto si inseriscono in un tessuto di immagini più indistinte: la sofferenza del giorno, composta di fame, percosse, freddo, fatica, paura e promiscuità, si volge di notte in incubi informi di inaudita violenza, quali nella vita libera occorrono solo nelle notti di febbre. 
Ci si sveglia a ogni istante, gelidi di terrore, con un sussulto di tutte le membra, sotto l'impressione di un ordine gridato da una voce piena di collera, in una lingua incompresa. La processione del secchio e i tonfi dei calcagni nudi sul legno del pavimento si mutano in un'altra simbolica processione: siamo noi, grigi e identici, piccoli come formiche e grandi fino alle stelle, serrati l'uno contro l'altro, innumerevoli per tutta la pianura fino all'orizzonte; talora fusi in un'unica sostanza, un impasto angoscioso in cui ci sentiamo invischiati e soffocati; talora in marcia a cerchio, senza principio e senza fine; con vertigine accecante e una marea di nausea che ci sale dai precordi alla gola; finché la fame, o il freddo, o la pienezza della vescica non convogliano i sogni entro gli schemi consueti. 
Cerchiamo invano, quando l'incubo stesso o il disagio ci svegliano, di districarne gli elementi, e di ricacciarli separatamente fuori dal campo dell'attenzione attuale, in modo da difendere il sonno dalla loro intrusione: non appena gli occhi si richiudono, ancora una volta percepiamo il nostro cervello mettersi in moto al di fuori del nostro volere; picchia e ronza, incapace di riposo, fabbrica fantasmi e segni terribili, e senza posa li disegna e li agita in una nebbia grigia sullo schermo dei sogni". 
Per sopravvivere: nel lager "vi è una vasta categoria di prigionieri che, non favoriti inizialmente dal destino, lottano con le sole loro forze per sopravvivere. Bisogna risalire la corrente; dare battaglia ogni giorno e ogni ora alla fatica, alla fame, al freddo, e alla inerzia che ne deriva; resistere ai nemici e non aver pietà per i rivali; aguzzare l'ingegno, indurare la pazienza, tendere la volontà. O anche, strozzare ogni dignità e spegnere ogni lume di coscienza, scendere in campo da bruti contro altri bruti, lasciarsi guidare dalle insospettate forze sotterranee che sorreggono le stirpi e gli individui nei tempi crudeli. 
Moltissime sono state le vie da noi escogitate e attuate per non morire: tante quanti sono i caratteri umani. Tutte comportano una lotta estenuante di ciascuno contro tutti, e molte una somma non piccola di aberrazioni e di compromessi. Il sopravvivere senza aver rinunciato a nulla del proprio mondo morale, a meno di potenti e diretti interventi della fortuna, non è stato concesso che a pochissimi individui superiori, della stoffa dei martiri e dei Santi". 
Ed ecco ancora un'altra pagina che dà un'idea di un altro "inferno" escogitato dagli uomini: "La Securitate, la polizia politica rumena, durante gli interrogatori ricorreva ai metodi di tortura classici: pestaggi, percosse sulle piante dei piedi e sospensione per i piedi, a testa in giù. A Pitesti la crudeltà delle torture ha di gran lunga superato questi metodi. 
Venne praticata tutta la gamma dei supplizi possibili e impossibili; alcune parti del corpo venivano bruciate con la sigaretta; alcuni prigionieri avevano le natiche necrotizzate e la carne che cadeva come quella dei lebbrosi; altri erano obbligati a ingurgitare un'intera gamella di escrementi e quando vomitavano gli veniva ricacciato il vomito in gola. La fantasia delirante di Turcanu si scatenava in modo particolare contro gli studenti credenti che rifiutavano di rinnegare Dio. 
Alcuni venivano 'battezzati' tutte le mattine nel seguente modo: si immergeva loro la testa in una tinozza piena d'urina e di materia fecale, mentre gli altri detenuti attorno salmodiavano la formula del battesimo. Perché il suppliziato non annegasse, di tanto in tanto gli si tirava fuori la testa e lo si lasciava respirare un attimo prima di reimmergerlo in quella mistura. Uno di questi battezzati, che aveva subìto sistematicamente questa tortura, aveva acquisito un automatismo che durò circa due mesi: tutte le mattine andava a immergere da solo la testa nella tinozza, con grande gioia dei rieducatori. I seminaristi invece erano obbligati da Turcanu a officiare le messe nere che lui metteva in scena, soprattutto durante la settimana santa, la sera di Pasqua. 
Alcuni facevano i cantori, altri i sacerdoti. Il testo della liturgia di Turcanu era evidentemente blasfemo e parafrasava in maniera demoniaca l'originale. La Santa Vergine era chiamata "la grande puttana" e Gesù "il coglione che è morto sulla croce". Il seminarista che faceva il prete veniva fatto spogliare completamente, gli veniva avvolto addosso un mantello macchiato di escrementi e appeso al collo un fallo confezionato con il sapone e la mollica di pane e cosparso di DDT. 
Nel 1950, durante la notte di Pasqua, gli studenti in corso di rieducazione dovettero passare davanti a un simile prete, baciare il fallo e dire: "Cristo è resuscitato". 
La prima fase della rieducazione si chiamava "smascheramento esterno; il prigioniero doveva dare prova della propria lealtà confessando quanto aveva nascosto durante l'istruttoria del processo, in particolare i legami con amici in libertà. 
Nella seconda fase, lo smascheramento interno. doveva denunciare quanti l'avevano aiutato all'interno della prigione. Nella terza fase, lo smascheramento morale pubblico si chiedeva al detenuto di schernire tutto ciò che considerava sacro: i genitori, la moglie, la fidanzata, Dio se era credente, gli amici. Si arrivava così alla quarta fase: il candidato all'adesione all'ODCC veniva designato a ‘rieducare’ il suo migliore amico, torturandolo con le sue stesse mani e diventando, quindi, a propria volta un carnefice". 
Le scene descritte sono così orripilanti da giustificare, in qualche modo, l'idea di un inferno posto in atto dalla perversità e dalla fantasia di uomini inqualificabili. E, tuttavia, esiste pure l'inferno, quello eterno dell'altra vita, incomparabilmente più spaventoso. 
 
Padre Antonio Maria Di Monda

Lui e io



Il diario spirituale di Gabrielle Bossis


1° luglio 1937 – Durante la Comunione. 
«Se tu potessi vedere il mio splendore in questo momento!»

«Offrimi la sofferenza. Non si può offrirmene in cielo. Offrimela!

«La mia Misericordia e la tua piccolezza».

«Metti il tuo cuore sul mio Cuore. Aspira, bevi la mia sofferenza. Purificatevi».

5 luglio 1937 – 
«La tua vita è così colma di incontri... Fa' il tuo esame di coscienza su ciò che hai diffuso in ogni luogo: il Bene? l’Amore di Me?».

«A chiunque cercasse di ascoltarmi, Io parlerei.
Da chiunque mi desiderasse, Io andrei».

10 luglio 1937 – A San Pietro. Mentre salivo alla cappella del terzo piano pensavo: “Lo troverò nella sua camera”. Lui mi ha detto rapidamente: 
«La mia camera è la tua camera. Ciò che è mio è tuo». 
E mi ha fatto sentire il mio nulla. È l’eccesso della sua misericordia umana e divina che lo porta a queste squisite delicatezze.

Io gli ho detto: “Come potete amare una creatura così miserabile!”. Lui mi ha risposto: 
«Non posso fare altrimenti».

«Non mirare a voler dire tante parole di preghiera: amami semplicemente.
Uno sguardo interiore. Un sorriso di tenera amica»

TRATTATO DELLA PREGHIERA E MEDITAZIONE



In questo giorno penserai al Giudizio finale, perché, pensando ad esso, si ridestino nell'anima tua i due sentimenti principali che deve avere ogni vero cristiano, vale a dire il timor di Dio e l'odio del peccato. 

Pensa dunque, in primo luogo, quanto sarà terribile il giorno in cui si investigheranno le cause di tutti i figli di Adamo, si concluderanno i processi della nostra vita e si darà la sentenza definitiva del nostro eterno destino. 
Quel giorno compendierà i giorni di tutti i secoli passati, presenti e futuri, perché in esso il mondo renderà conto di tutti i tempi e in esso proromperanno l'ira e lo sdegno raccolti in tanti secoli. Tanto precipitoso scorrerà allora il fiume prorompente dell'indignazione divina, che ha raccolto tanta ira e sdegno quanti peccati si sono compiuti dall'inizio del mondo. 

Considera in secondo luogo i sintomi spaventosi che precederanno questo giorno, poiché, come dice il Salvatore, prima che questo giorno venga, ci saranno segni nel cielo, nella luna e nelle stelle e, infine, in tutte le creature del cielo e della terra" (Lc 21, 11-28). 

Tutte infatti presagiranno la propria fine prima che avvenga e tremeranno e cominceranno a cadere prima di cadere. Gli uomini, dice, cammineranno secchi e smagriti dalla morte, udendo gli spaventosi muggiti del mare e vedendo le grandi onde e flutti che esso solleverà, preannunciando le grandi calamità e sventure che minacceranno il mondo con questi terribili segni. 
Così andranno attoniti e spaventati, coi volti lividi e sfigurati, misurando i pericoli col proprio timore, così in pena per se stessi da non ricordarsi di nessun altro, neppure del padre o del figlio. Nessuno potrà far nulla per nessuno, perché nessuno riuscirà neppure a badare a se stesso. 

In terzo luogo, considera il diluvio universale di fuoco che verrà prima del giudizio e il terribile suono di tromba che suonerà l'Arcangelo per convocare tutte le generazioni del mondo, perché si radunino al proprio posto e siano presenti al giudizio e soprattutto la spaventosa maestà con cui il Giudice si presenterà. 

Dopo di ciò, considera quanto severo sarà il conto che a ciascuno si chiederà. Veramente, dice Giobbe, l'uomo non può essere giustificato se posto a confronto con Dio (Gb 9, 2). 

E se si vuol porre a giudizio con Lui, di mille imputazioni che gli siano fatte, non potrà rispondere a una sola. 
 
Cosa proverà allora ciascuno dei malvagi quando Dio entrerà con lui in questo esame e dall'interno della sua coscienza gli dirà:  
 
"Vieni qui, uomo malvagio, cosa hai visto in me per disprezzarmi tanto e per passare dalla parte dei miei nemici? Io ti ho creato a mia immagine e somiglianza. Io ti ho dato la luce della fede, io ti ho fatto cristiano e ti ho redento col mio sangue. Per te ho digiunato, camminato, vegliato, sofferto, sudato sangue. Per te ho subito persecuzioni, percosse, bestemmie, scherni, colpi, oltraggi, tormenti e croce. Ne fanno testimonianza questa croce e i chiodi che vi compaiono, queste piaghe dei piedi e delle mani che sono restate nel mio corpo, ne fanno testimonianza il cielo e la terra di fronte a cui ho sofferto. Che cosa hai fatto di questa anima tua che ho fatto mia col mio sangue? A qual fine usasti ciò che io ho comprato a prezzo così alto? Oh, generazione stolta ed adultera, perché hai voluto servire con affanno il tuo nemico piuttosto che me, tuo redentore e creatore, con gioia? Tante volte vi ho chiamato e non avete risposto, ho bussato alla vostra porta e non vi siete destati, ho steso le mie mani sulla croce e non le avete guardate, avete disprezzato i miei consigli, le mie promesse, le mie minacce. Dite ora dunque voi, Angeli, giudicate voi, giudici, fra me e la mia vigna, cosa dovevo fare io più di quello che ho fatto?"  
 
Cosa risponderanno allora i malvagi, coloro che si sono fatti beffe delle cose di Dio, coloro che hanno deriso la virtù, coloro che hanno disprezzato la semplicità, coloro che hanno tenuto in maggior conto le leggi del mondo che quelle di Dio, coloro che furono sordi a tutti suoi richiami, insensibili a tutte le sue ispirazioni, ribelli a tutti i suoi comandamenti, ingrati e duri ai suoi castighi e ai suoi benefìci? 
 
Cosa risponderanno coloro che vissero come se Dio non esistesse e coloro che non tennero conto di nessuna legge, ma solo del loro interesse? 
 
Che farete voi, dice Isaia, il giorno della visitazione e della sventura che vi verrà da lontano? (Is 10, 3) A chi chiederete aiuto? A cosa vi gioverà l'abbondanza delle vostre ricchezze? 
 
In quinto luogo, dopo tutto questo, considera la terribile sentenza che il Giudice scaglierà contro i malvagi e quella tremenda parola che farà arrossire le orecchie di chi l'ascolterà. 
 
Le sue labbra, dice Isaia, sono piene d'indignazione e la sua lingua è come fuoco che inghiotte (Is 30, 27). Quale fuoco brucerà come quella parola: Allontanatevi da me, maledetti, al fuoco eterno preparato da Satana e dai suoi demoni (Mt 25, 41)? 
 
Ciascuna di queste parole da molto da meditare e da pensare: la separazione, la maledizione, il fuoco, la compagnia e, soprattutto, l'eternità. 
 
 San PEDRO DE ALCÁNTARA 

SPIRITO SANTO



Vieni, o Condottiero delle anime viatrici, e guidaci a salvezza sostenendoci nella via di perfetta giustizia e di quella cristiana prudenza che ad ogni bene temporale antepone i beni eterni. 

Riconoscete dai segni del vostro tempo, che il mondo così come voi ora lo conoscete, non ha possibilità di sopravvivere.



Maria Madre di Dio

Vivete l’amore, Miei amati figli e fate tutto PER AMORE anche le cose, che vi riescono difficili.

Noi vi aiutiamo, se voi Ci pregate di farlo.

Non indugiante più a lungo. Convertitevi. Seguite la via della bontà. Tenetevi lontano da tutto ciò che danneggia la vostra anima, cioè il peccato, che dovete evitare. 

Noi siamo qui per voi!

Noi aspettiamo che voi Ci permettiate di aiutarvi!

Figli Miei. Io vi amo ed è proprio per questo amore, che appaio a molti figli nel vostro odierno tempo, in modo tale da poter raggiungere, il maggior numero possibile di anime. Mio figlio, Gesù e vostro Dio Padre l’Altissimo hanno dato la loro approvazione alla Mia apparizione ad alcune anime scelte, qui sulla terra. Queste, sono i nostri messaggeri; i messaggeri della fine dei tempi e nello stesso tempo i messaggeri del tempo nuovo, perché non appena, questo vostro mondo finirà, voi entrerete in un nuovo e pacifico mondo, governato da Mio figlio. Affinché questo possa accadere, è necessario ancora un duro combattimento: il combattimento per le anime.

Non sbarratevi da soli, la via verso l’Eternità, Miei amati figli! Riflettete, come vorreste vivere: in pace, nell’amore, nella piena realizzazione e gioia o nella desolazione, nella sofferenza, nella tortura e nella pena? Questo è ciò che Satana riserverà alle anime che riuscirà a rubare.

Voi miscredenti, credete! Il tempo stringe, e dovete prendere al più presto una decisione.

Chi non prende nessuna decisione morirà. Rendetevi conto di questo!

Svegliatevi! Pregate ogni giorno! Ricercate la confessione e cominciate a provare pentimento per vostri peccati.

Ascoltate la Nostra parola! Seguitela! Vivete secondo essa!  Divulgate le Nostre parole! Così anche voi potete aiutare le vostre famiglie, i vostri amici e molte altre anime a salvarsi! 

Che cosa aspettate ancora? Riconoscete dai segni del vostro tempo, che il mondo così come voi ora lo conoscete, non ha possibilità di sopravvivere. Ci deve essere un cambiamento e un cambiamento avverrà!

EVITARE L'ECCESSIVA FAMILIARITA'



"Non aprire il tuo cuore al primo che capita" (Sir 8,22); i tuoi problemi, trattali invece con chi ha saggezza e timore di Dio. Cerca di stare raramente con persone sprovvedute e sconosciute; non metterti con i ricchi per adularli; non farti vedere volentieri con i grandi. Stai, invece, accanto alle persone umili e semplici, devote e di buoni costumi; e con esse tratta di cose che giovino alla tua santificazione. Non avere familiarità con alcuna donna, ma raccomanda a Dio tutte le donne degne. Cerca di essere tutto unito soltanto a Dio e ai suoi angeli, evitando ogni curiosità riguardo agli uomini. Mentre si deve avere amore per tutti, la familiarità non è affatto necessaria. Capita talvolta che una persona che non conosciamo brilli per fama eccellente; e che poi, quando essa ci sta dinanzi, ci dia noia solo al vederla. D'altra parte, talvolta speriamo di piacere a qualcuno, stando con lui, e invece cominciamo allora a non piacergli, perché egli vede in noi alcunché di riprovevole. 

 L'Imitazione di Cristo

Il Sacro Cuore



Le pie pratiche del Sacro Cuore

L’icona dell’Amore misericordioso

 La più recente pratica legata al culto al Sacro Cuore è la devozione all’ icona dell’Amore misericordioso, nata dalle apparizioni del Redentore alla suora polacca santa Faustina Kowalska, negli anni Trenta del XX secolo. Nel suo Diario, ella racconta che Gesù le apparve il 22 febbraio 1931 con gli occhi bassi, con la mano destra benedicente e con la sinistra indicante il proprio Cuore, dal quale uscivano due raggi, uno di colore pallido e l’altro rosso. Questi raggi significano l’acqua e il sangue sgorgati dal suo petto al colpo di lancia ricevuto sulla Croce, e simboleggiano la virtù purificatrice del Battesimo e della Confessione e la virtù rigeneratrice della Eucaristia74. L’icona dell’Amore misericordioso si è diffusa dovunque con la scritta: «Gesù, confido in Te». Il Salvatore così presentò la devozione a santa Faustina: «Desidero che questa immagine venga venerata nel mondo intero; prometto che l’anima che tributerà culto a questa immagine non si dannerà; le prometto pure la vittoria sui suoi nemi ci, già qui sulla terra, ma specialmente nell’ora della morte. Io stesso la difenderò per la mia gloria». Gesù stesso spiegò così il significato di questa devozione: «Figlia mia, dì che io sono l’Amore e la Misericordia in persona. La piaga del mio Cuore è la sorgente della Misericordia illimitata. Dì alle anime che io do a loro come scudo la mia Misericordia; è per loro che combatto, affrontando la giusta collera del Padre mio. (...) Figlia mia, dì all’ umanità sofferente che si stringa alla Misericordia del mio Cuore, e io la colmerò di pace. (...) Questa icona è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia»75 . Esaudendo la richiesta fatta da Gesù a suor Faustina, Giovanni Paolo II ha istituito nel 2000 la festa liturgica della divina Misericordia, da celebrarsi ogni anno nella prima domenica dopo Pasqua.

Guido Vignelli

Per salvare gli Stati Uniti d’America dalle mani del seduttore



Oh caro Gesù, ricopri la nostra nazione con la Tua protezione più preziosa. 
Perdona i nostri peccati contro i Comandamenti di Dio. 
Aiuta il popolo Americano a ritornare a Dio. 
Apri le loro menti alla Vera Via del Signore. 
Sciogli i loro cuori induriti affinché afferrino la Tua Mano di Misericordia. 
Aiuta questa nazione a resistere alle bestemmie che potranno essere imposte 
per obbligarci a negare la Tua Presenza. 
Noi ti supplichiamo, Gesù, di salvarci, di proteggerci da ogni male e di 
stringere il nostro popolo nel Tuo Sacro Cuore. 
Amen. 

Dio Padre: Senza di Me non ci sarebbe nulla: nessun universo, nessun amore e nessuna vita.



Mia carissima figlia, non lasciare che nessuno di voi si dimentichi di Chi Io Sono. Io, il vostro amato Padre, Sono il Creatore di tutto ciò che era sin dal principio e Colui che sarà sino alla fine. Tutte le cose vengono da Me ed ogni uomo si inchinerà davanti a Me se non vorrà essere gettato fuori dalla Mia Santissima e Divina Gerarchia. 

Voi, Miei amati figli, siete tutto ciò che il Mio Cuore desidera ed ogni battaglia che vedete svolgersi sulla terra avviene per la salvezza delle vostre anime. Tutto ciò che è male viene causato dal Mio Avversario, il re della menzogna, il seduttore, l‟accusatore, il più grande dei Miei nemici e quindi anche dei Miei figli. Colui che è contro di Me è contro di voi. Tutto quello che dà Gloria a Me, dà gloria a tutto ciò che è Mio, tra cui il Mio unigenito Figlio e voi, Mia amata progenie. 

L‟uomo che perseguita i Miei figli non viene da Me; sappiate infatti che, ogni sofferenza, ogni pena o solitudine che quelli di voi più vicini a Me, devono sopportare, sono causate da Satana e dalla sua gerarchia di angeli caduti. Il loro più grande desiderio è quello di portarvi via da Me ed è per questo che voi soffrite. 

Siccome Io non Mi riprendo quello che ho donato, il vostro libero arbitrio sarà il vostro trionfo oppure la vostra rovina, a seconda della via che sceglierete; ciò significa che se Mi offrite il vostro libero arbitrio, per il bene della vostra anima e di quelle altrui, riuscirete a sconfiggere il vostro più grande nemico, ossia il diavolo; se invece lascerete che il male si insinui nelle vostra anima, voi reciderete, per mezzo del vostro libero arbitrio, ogni genere di legame con Me. 

Io non posso interferire con il vostro libero arbitrio poiché questo significherebbe infrangere la Mia Promessa. Io non posso costringervi a fare delle scelte; posso solamente mostrarvi la via: la strada che conduce alla salvezza eterna. Dovrete quindi decidere che cosa desiderate. Tutti i Doni della Mia Gerarchia Celeste vi verrebbero dati generosamente, qualora decideste che questa è la vita che desiderate intraprendere. Per favore, per il vostro stesso bene, non abbandonateMi in cambio dello sfarzo e degli splendori che vi vengono presentati tramite le tentazioni dei demoni. 

Molti di voi non sono sicuri di Me o di Chi Io Sia realmente, poiché Satana, attraverso i poteri che ha ricevuto, vi rende ciechi alla verità della Mia Esistenza. 
Egli vi provoca apertamente con ogni tipo di logica e ragionamento umano, allo scopo di negare la Mia Divinità. Si discuterà apertamente su di Me con disprezzo, ma Satana da vile codardo quale è non rivelerà mai se stesso, poiché ciò intralcerebbe il suo proposito. Fino a quando non crederete nell‟esistenza del diavolo, sarà improbabile che voi riusciate a credere in Me. Vi avverto però: credete quello che volete su di Me, ma non negate l‟esistenza del male, poiché esso si trova dappertutto intorno a voi. Se negherete l‟esistenza del male, voi rinnegherete Me, in quanto il male è l‟opposto di tutto quello che Io rappresento. Io Sono l‟Amore. 
L‟Amore è Mio. Coloro che amano possono anche non riconoscerMi ma, senza di Me, non ci sarebbe nulla: nessun universo, nessun amore e nessuna vita. 

Non fate l‟errore di scegliere colui che diffonde malignità riguardo alla Mia Divinità. Presto sorgerà l‟alba del giorno in cui capirete tutto ciò che Io vi dico. Quando le scaglie cadranno dai vostri occhi, dovrete correre da Me. Io sto aspettando di abbracciarvi nel Mio Rifugio e da quel momento in poi, asciugherò le vostre lacrime, bandirò ogni sofferenza e vi condurrò nella Luce del Mio Regno per l‟eternità. 

Vi amo, cari figli. Attendo con impazienza il giorno in cui voi ritornerete nel Mio Celeste Abbraccio. 

Il vostro amato Padre 

Dio l‟Altissimo 

7 Dicembre 2014


venerdì 12 luglio 2019

Chi ha il cuore puro, non ha nulla da temere.



Gesù
voi, che fate penitenza e vi confessate, non preoccupatevi per quello che verrà, perché vi purificate ogni volta che andate a confessarvi e con ogni offerta di penitenza e naturalmente ogni volta che prendete il Sacramento della Santa Comunione. State attenti e vigili, e ogni volta che avete peccato, portate il vostro peccato il più presto possibile davanti a Dio, ciò vuol dire in confessionale.  Più spesso un sacerdote vi condona, nella confessione, i vostri peccati e più purificata sarà la vostra anima, nel giorno della grande illuminazione di coscienza. Più pura è la vostra anima e meno dovrete sopportare lo stato di dolore e di tormento.

E’quasi impossibile avere un’anima realmente pura, qui sulla terra.

Ogni giorno, gli uomini compiono molti peccati contro Dio. Molti di questi peccati sono solo piccolezze, ma ciononostante esse sporcano la vostra anima. 

Se sentite la necessità di confessarvi, non importa quanto piccolo sia il peccato, -possono essere peccati consapevoli o inconsci- andate a confessarvi e non posticipate la confessione.

I giorni sono contati.

Adesso ognuno di voi, ha ancora la possibilità di scelta.

Miei amati figli siate certi che Io Gesù Cristo tornerò presto e porterò con Me nel Mio Regno ognuno di voi, che si sarà convertito a Me. Questo sarà un giorno di grande gioia.

Dio Padre
Io mi rallegro per la venuta di questo giorno, questo giorno mi consola, perché allora, i figli che mi amano, saranno uniti a Me.

LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )

ELOGIO DELLA MENDICITÀ

Quando Francesco cominciò ad avere dei fratelli era talmente felice per la loro conversione e per l’amabile compagnia donatagli dal Signore, e li circondava di così grande amore e venerazione, che non li invitava ad andare per elemosina, soprattutto perché pensava ne provassero vergogna. Così, per riguardo al loro imbarazzo, ogni giorno usciva da solo a questuare.
Per lui era uno strapazzo, sia perché debole di costituzione e abituato in casa sua a trattarsi con delicatezza, sia perché, abbandonato il mondo, si era ancor più indebolito a causa della eccessiva astinenza e penitenza.
Considerando che non poteva sopportare un lavoro così gravoso, e che i fratelli erano mendicanti  per  vocazione  benché  ne  provassero  ripugnanza  e  non  ne  fossero pienamente consapevoli, e che oltretutto non erano tanto sensibili da dirgli: «Vogliamo andare noi all’elemosina», Francesco disse loro: «Carissimi fratelli e figli miei, non arrossite di uscire alla questua, poiché il Signore si fece povero per amor nostro in questo mondo. È sull’esempio di Lui e della sua Madre santissima che noi abbiamo scelto la via della vera povertà: è la nostra eredità questa, acquistata e lasciata dal Signore Gesù Cristo a noi e a tutti quelli che vogliono vivere come Lui nella santa povertà». 
E soggiunse: «In verità vi dico, che molti nobili e sapienti di questo mondo verranno nella  nostra  fraternità  e  stimeranno  grande  onore  l’andare  per  elemosina  con  la benedizione del Signore. Ci dovete andare senza rispetto umano e con animo più lieto di colui che barattasse una sola moneta con cento denari, poiché a coloro cui chiedete l’elemosina voi offrite in cambio l’amore di Dio, quando dite: “Per amore del Signore Dio, donateci l’elemosina!” Infatti, a paragone dell’amore di Dio, cielo e terra sono un nulla».
Siccome erano ancora pochi, non li poteva mandare due a due; li inviò nei castelli e nei villaggi ognuno per conto suo. Al ritorno, ciascuno mostrava a Francesco le elemosine che aveva raccolto, e si dicevano l’un l’altro: «Io ho preso più di te!». Francesco, vedendoli così lieti e di buon umore, ne fu felice. E da allora ognuno chiedeva più volentieri il permesso di uscire alla questua.

VERGILIO GAMBOSO

SPIRITO SANTO



Vieni, o Vita della vita nostra, visita le nostre menti e sollevale al cielo, visita i nostri cuori e riempili di grazia, visita i nostri sensi e purificali d'ogni sozzura, visita le anime nostre e santificale. poichè Tu sei il Santificatore delle anime. 

Camminate per un futuro in cui la Verità di Dio sarà disprezzata e molti dogmi saranno negati.




Cari figli, ritornate a Colui che vi ama e vi conosce per nome. L'umanità si è allontanata dal cammino della salvezza perché molti consacrati hanno tradito Mio Figlio Gesù e si sono allontanati dalla verità. Molti dei miei poveri figli camminano come ciechi che guidano altri ciechi. Piegate le vostre ginocchia in preghiera. Ecco, sono arrivati i tempi dolorosi per gli uomini e le donne di fede. Camminate per un futuro in cui la Verità di Dio sarà disprezzata e molti dogmi saranno negati. Soffro per quello che viene per voi. Rimanete fermi nel cammino che vi ho indicato. Non vi allontanate da Mio Figlio Gesù. Ricordatevi sempre delle lezioni del passato; Saranno tesori preziosi per voi perchè possiate mantenervi fedeli al vero Magistero della Chiesa del Mio Gesù. AscoltateMi. Non voglio forzarvi, ma siate docili ai Miei Appelli. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE CONFERMA LA FEDE



S. Eleazaro, conte di Ariano (Avellino) fu provato da Dio con grandi tribolazioni. spogliato dei suoi beni, perseguitato da calunnie infami, trovò la forza di sopportare tutto con eroica pazienza. Interpellato dalla moglie che gli chiedeva quale fosse il segreto di tanta forza, rispose: "Quando mi si presenta qualcosa di disgustoso mi nascondo nelle piaghe di Gesù, penso a quanto egli ha sofferto per me e non mi allontano da questi pensieri finché in quelle ferite e in quel Sangue non sento alleggerita e confortata ogni mia pena". Nato in Provenza, morì a soli quarant'anni nel 1323 e fu sepolto ad Apt, accanto alla sua sposa, la beata Delfina.

Nel Sangue, il pegno della misericordia



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO


Nel tuo Sangue prezioso e nella tua Redenzione abbiamo, o Signore, il pegno della tua misericordia.
Piegati sotto la sferza de' tuoi flagelli, alziamo al tuo Cuore il gemito dei nostri dolori.
Ci hai trovato cattivi, ingrati e indegni delle tue benedizioni, ed ora la tua giustizia ci strazia con le sue vendette.
Plàcati, o Signore, Dio nostro.
Siamo figli tuoi, figli della tua creazione, redenti dal tuo Sangue, rigenerati dal tuo amore.
Plàcati, o Signore, con l'oblazione di Gesù, che ogni giorno si rinnova sull'altare del Sacrificio, plàcati con il prezzo del suo Sangue divino, con la sua carità. q. 7.- 1 gennaio

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


Le spose di Gesù



Sposa obbediente

Gesù è stato obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2, 8) e anche tu devi essere sempre obbediente (Fil 2, 12), anche se ti costa. Non dimenticare che Dio dona lo Spirito Santo a coloro che gli sono fedeli (Atti 5, 32). Non lasciarti condizionare dai tuoi gusti o dalle tue impressioni, perché non ti succeda come alla regina Vasti, del libro di Ester, che, per non obbedire, fu rifiutata come regina. Tu sei una sposa regina e la tua consegna, il tuo abbandono, la tua obbedienza devono essere totali, senza condizioni e a tempo indeterminato. Obbedire è amare, perciò obbedisci con amore. Riempi ogni minuto della tua vita con l’obbedienza amorevole all’amore di Dio. 
Sei venuta in monastero decisa ad essere santa, perché altrimenti per cosa sei venuta? Il monastero è una scuola di santità per aspiranti alla santità e devi applicarti con sincerità nell’importante impresa della tua santificazione. Come sposa delicata, cerca di essere attenta per individuare la volontà di Gesù fin nelle minime sfumature. Senza amore, non c’è vera obbedienza; e senza obbedienza non c’è vero amore. Dimostragli il tuo amore, obbedendo senza vacillare, facendo sempre ciò che a Lui piace (Gio 8, 29).
Conosci il suo modo di essere, i suoi gusti i suoi «difetti» tra virgolette? A Gesù piace che gli si ripetano le cose. A volte si nasconde e fa finta di non sentire. Si fa attendere quando lo chiamano. Vuole sempre avere Lui l’ultima parola. Gli piace essere il primo in tutto. Chiede sempre di più. Non ama stare da solo: esige affetto e compagnia. Quando desidera qualcosa lo chiede con molta insistenza, e inoltre è geloso e gli piace «comandare». Ama molto sua Madre e le dona senza misura tutto ciò che Lei gli chiede. È molto esigente e porta i suoi amici per sentieri pieni di spine...
Per questo, essere sposa di Gesù presuppone da parte tua una grande dose di pazienza per accettarlo tutto così com’è e soddisfarlo in tutto. Però ne vale la pena . «Abbi fiducia nel Signore e fai il bene. Abita la tua terra e ama la verità. Il Signore sia la tua gioia: egli esaudirà i desideri del tuo cuore» ( Sal 37, 4). Digli sempre di sì, perché, come Maria, sei chiamata ad essere madre degli uomini e regina dell’Universo. Rendi felice Gesù e dì come San Paolo: «Quel che più m’importa non è la mia vita, ma portare a termine la mia corsa e la missione che il Signore Gesù mi ha affidato» (Atti 20,24).
Allora, Egli ti circonderà con parole di luce, con quella sua tenerezza infinita che riempie l’universo, e nel profondo della tua anima ti parlerà d’amore e ti farà felice.

Padre Angel Peña

Comunione al Sangue di Cristo



Il calice della benedizione che noi benediciamo, 
non è forse comunione con il sangue di Cristo? 
E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione 
con il corpo di Cristo? (1Cor 10,16)


Lode e grazie a te, Signore Gesù, 
che ci inviti a mangiare la tua Carne 
e a bere il tuo Sangue. 
Crediamo nella tua presenza 
sotto i segni eucaristici, 
nel cui mistero rinnovi l’alleanza eterna 
del tuo amore con il popolo 
che ti sei acquistato col tuo Sangue. 
Vogliamo vivere questa alleanza adorando 
ogni giorno più il tuo Mistero di redenzione 
e rendendo testimonianza con la vita 
al valore salvifico del tuo Sangue. 
Fa’ che tutti coloro che sono lontani 
siano avvicinati a te
dal potere del tuo Sangue 
e, caduto ogni muro di divisione, 
siano uno con te 
nel tuo corpo mistico, la Chiesa, 
nata dal tuo cuore squarciato, sulla croce. 
Fa’ che, comunicando al tuo Sangue, 
tutta la Chiesa accolga il tuo spirito di amore, 
imparando ad amare come tu hai amato, 
accogliendo il calice della volontà del Padre 
e portando la croce che salva. 
Effondi ancora dal costato il Sangue 
che ci lava dai nostri peccati e ci spinge 
a vivere disponibili ai fratelli sull’esempio di te. 
Che la comunione al tuo Corpo e al tuo Sangue 
rinnovi continuamente la tua Chiesa,
inebriando tutti i fedeli con la tua santa gioia. 
Amen.