giovedì 5 marzo 2020

GESU’ OSTIA



Le profezie

I profeti sono uomini chiamati da Dio che hanno il compito, con benedizioni e rimproveri, di rinnovare la fede del popolo in Dio. Questo scopo lo perseguono attraverso le prediche o le predizioni, che sono le cosiddette profezie.
Il significato stesso dei nomi dei profeti mette in risalto la portata della loro missione: Isaia («Dio è il nostro aiuto»); Geremia («Dio eleva»); Ezechiele («Dio fortifica»); Daniele («Dio è mio giudice»); Osea («salvezza»); Malachia («messaggero di Dio»)...

A) IL NUOVO SACRIFICIO
Particolare importanza rivestono quelle profezie che tengono accesa la speranza della venuta del Messia, il nuovo Davide, re e pastore, servo del Signore.
In tal senso, i profeti preannunciano anche un nuovo sacrificio, quello di Cristo, che porterà a compimento tutti i sacrifici fino ad allora offerti, in quanto suggellerà un'alleanza eterna.
Isaia (Cfr. 1,11-16; 66,3), Geremia (Cfr. 6,20-21; 7,21-24) ed Osea (Cfr 8,12-13; 9,4) rimproverano Israele di praticare un culto esterno senza il necessario sentimento interiore. Questo tipo di sacrificio non piace a Dio, ed è per questo che lo rifiuta. Tale rifiuto preannuncia, per il futuro, il solo e il vero sacrificio gradito a Dio.
Gioele (Cfr. 1,13-14) indica la casa di Dio ormai priva di offerte; e ai sacerdoti, che sono i ministri dell'altare, non rimane che piangere e proclamare un digiuno.
Ma è Malachia che annuncia il sacrificio nuovo, unico e perfetto dell'era messianica, per la nuova alleanza e la definitiva salvezza: "Poiché dall'oriente all'occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura, perché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli eserciti" (Ml 1,11).
La tradizione cristiana - confermata dal Concilio di Trento (Sess. XXII) - individua in queste parole del profeta, il sacrificio incruento della Messa: culto autentico e gradito a Dio, offerto dalla Chiesa universale.

B) LA NUOVA ALLEANZA
Il profeta Geremia predice: "Ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova" (Ger 31,31 ss).
Gesù, della tribù di Giuda, nell'Ultima Cena, pronuncerà la frase: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue" (Lc 22,20; 1 Cor 11,25).

C) IL BANCHETTO IMBANDITO DAL SIGNORE
Il profeta Isaia (Cfr. 65,13-16) annuncia che verrà un tempo in cui i servi del Signore mangeranno, berranno, gioiranno e giubileranno, mentre gli infedeli avranno fame, sete e dolore nel cuore. Il tempo è quello messianico, e il convito annunciato trova il suo compimento nell'Eucaristia: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui" (Gv 6,56) dice, infatti, Gesù; e non avrà più né fame, né sete, né dolore.
Anche il re Salomone (Pr 9,1-6) annuncia che "La Sapienza (=immagine di Dio) si è costruita la casa [...] e ha imbandito la tavola" per invitare, attraverso le sue ancelle, a mangiare il pane e bere il vino che ha "preparato".
La Sapienza di Dio è Cristo, ed è lui che edifica la sua casa, cioè la Chiesa, dove offre agli invitati, attraverso i suoi mini' stri, gli elementi della mensa divina: il suo corpo e il suo sangue.
La tradizione patristica attribuisce un significato eucaristico anche alle parole del re Davide: "Davanti a me tu prepari una mensa [...]. Il mio calice trabocca". Sono versi del salmo 22; tale salmo, nella Chiesa antica, viene fatto imparare a memoria e recitato dai catecumeni il giorno del battesimo, in quanto il suo contenuto accenna ai primi tre Sacramenti dell'iniziazione cristiana: battesimo, comunione e cresima, per la presenza - negli altri versi - delle figure dell'acqua ("ad acque tranquille mi conduce"), dell'olio ("cospargi di olio il mio capo"), della morte per l'immersione/ sepoltura nelle acque purificatrici ("una valle oscura"), dello Spirito Santo ("Il tuo bastone e il tuo vincastro mi dànno sicurezza").

D) LA VISIONE DELLE DUE MENSE NEL NUOVO TEMPIO
I profeti non si esprimono solo attraverso le parole, ma anche attraverso le visioni.
Ezechiele, nell'ultima parte del suo libro, annuncia il messaggio della salvezza: un nuovo tempio, un nuovo culto, un nuovo sacerdote, una nuova terra sotto la guida di un nuovo Pastore.
Nella visione del nuovo tempio, descrive: "Nell'atrio del portico vi erano due tavole da una parte e due dall'altra. [...] Altre due tavole erano sul lato esterno, a settentrione di chi entra nel portico,
e due tavole all'altro lato presso l'atrio del portico" (Ez 40,30-40). È su queste tavole che si consumano i sacrifici.
Il SS. Sacramento e la Parola di Dio - interpreta l'autore de "L'Imitazione di Cristo" - sono le «due cose» che «potrebbero essere intese come le due mense, poste da una parte e dall'altra nel prezioso tempio della Santa Chiesa; una, la mensa del sacro altare, con il pane santo, il prezioso corpo di Cristo; l'altra, la mensa della legge di Dio, compendio della santa dottrina, maestra di vera fede, e sicura guida...» (Lib. IV; cap. 11).
Le due mense sono, dunque, la liturgia della Parola e la liturgia dell'Eucaristia: le due parti indivisibili di quel cuore pulsante ch'è la Messa.

AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



Testimonianze su Papa Paolo VI, il sosia e il Vaticano 

E = Esorcisti  
B = Belzebù

Esorcismo del 15 settembre 1977 


Rivelazione di Giuda Iscariote (Estratti) 

«La malignità del destino fa che molti vescovi, sacerdoti e anche laici hanno spesso soltanto delle visioni parziali e non vedono il complesso, senza qualche falsificazione. Non hanno la totalità. Per esempio, Mons. Lefebvre crede nella Messa tridentina, la proclama. Insegna il regno di Dio senza falsificazione e tutto fa e dice veramente quanto loro in Alto vogliono (mostra in alto). Però non crede che c’è un sosia. 
Tra gli altri, al contrario, tra quelli stessi che credono nel sosia, ci sono quelli che non credono che la Messa tridentina sia legittima anche... Non voglio più parlare». 

«Il vero Papa (il vero Paolo VI) non ha mai stretto e abbracciato gli uomini. É stato molto riservato. Il vero Papa è stato molto riservato nei suoi gesti e nel suo comportamento, e non aveva ricevuto qualsiasi. É il falso Papa che abbraccia e stringe, col protesto di carità cristiana. Il vero non lo farebbe. Chiedete alle guardie che furono al suo servizio. Cercate di interrogare diverse guardie che l’hanno ben conosciuto e sanno se il vero Papa ha fatto questo una volta, o lo fa ancora adesso... 
Non si può scoprire facilmente, perché non è più molto lì. Però sono due fattori importanti, che si potrebbe studiare e di cui si dovrebbe parlare». 


Indulgenze 

E: Com’è con le indulgenze? Non può il Papa abolire le indulgenze che sono state date da un altro Papa? Dì la verità e soltanto la verità nel nome...! 
B: Egli può dire che le indulgenze non valgono più... ma esse continuano a valere. 
E: Perché continuano a valere? Egli ha bene il potere di legare e di sciogliere. Nel nome...! 
B: Non esiste un perfetto potere di sciogliere se non lo avesse voluto assolutamente Lui stesso, fa dire LEI [la Beatissima Vergine]. 
(N.B.: Se il Papa in persona non voleva assolutamente abolire effettivamente le indulgenze). 
E: Dì la verità! 
B: É la completa verità. 


Noie 

E: Vogliamo compiere la volontà di Dio, la volontà della Beatissima Vergine, Vorremmo impegnarci per l’onore della Beatissima Vergine. 
B: Ecco quello che vorreste. Questo lo sappiamo, ma vi porterà noie. Ve l’assicuriamo. 
E: Ma per l’onore della Madre di Dio possiamo sopportare queste noie. 
B: Dovete farlo in omaggio della Chiesa, in unione con la Croce di Cristo, tramite e col Sangue di Cristo che è stato sparso per voi... e tramite l’Immacolato Cuore di Maria. Dovete offrirlo per la Santa Chiesa... e nulla dovrebbe esservi troppo gravoso (ringhia arrabbiato). 
E: Vogliamo ringraziare la Madre di Dio che oggi ci ha concesso di dire questo. 
B: É una cosa al di sopra di ogni ringraziamento fa dire Lei (mostra in alto). Ma che cosa non è al di sopra di ogni ringraziamento? Magari la morte di Cristo sulla Croce? Era in misura con la vostra gratitudine? Quando è stato schernito ed imbrattato di fango dai suoi, che prima gridavano osanna ad alta voce... era in misura con la vostra gratitudine? Voi siete infinitamente di meno... Se Lui ha sofferto la morte in Croce, dovete seguirlo pure voi e dovete prendere pure su di voi travagli simili, finché le cose succedano così come quelli in Alto lo vogliono e lo vuole espressamente l’Alta. Ecco cosa Lei fa dire (respira penosamente). 


Siate duri come il granito 

E: In onore della Madre di Dio, dì quello che vuole comunicarci ancora, nel nome...! 
B: Ancora una volta LEI fa dire: Siate duri come il granito e fermi come il ferro e fissi come il marmo. Proseguite passo a passo il bene... Non guardate né a destra né a sinistra, né ad est né ad ovest, né dietro né davanti... Guardate soltanto ed unicamente in Alto... Guardate quello che LEI (mostra in alto) vuole e che è la verità! È proprio così. Ecco cosa Lei, l'Alta, fa dire. 
E: Continua a parlare nel nome...! 


«Beati coloro che non vedono e pur credono» 

B: LEI fa dire: tutti coloro che collaborano (a questo libro) e partecipano alla sua pubblicazione non devono diventare disertori che tutto d’un tratto pensano: "questo non possiamo crederlo, semplicemente perché non è ancora provato". Sta scritto: «Beati coloro che non vedono e pur credono». 
E: Dì tutto, ciò che vuole dirci la Beatissima Vergine...! 
B: Sta poi scritto pure: «Io ti ringrazio [o Padre] che hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate agli umili». LEI vi fa sapere: Bisogna avere una fede di fanciullo. Non si può credere oggi questo, domani quell’altro, come vien fatto oramai da molti sacerdoti... e anche da molti laici. Se uno dice: «Senti non può essere così, perché da qualcuno oggi ho sentito questo e quello ed anche da quella graziata... Questo bravo sacerdote competente ha detto questo e quello...». Non si può essere una banderuola. Si deve stare in piedi fermi come una quercia (respira penosamente). LEI trova che siete degli ingrati per tutto quello che vi ha comunicato per mezzo di noi [demoni]... tutto quello che abbiamo dovuto dire. Per noi era veramente un dovere terribile (ringhia arrabbiato). In parte LEI ci ordinò di parlare quasi filo per filo, ciò che non è del tutto ovvio... affinché si affretti la stampa del libro. Ma gli uomini vogliono tirare tutto nel fango, rovinare, mettere in dubbio e calpestare tutto. Questo non è l’intenzione di QUELLA IN ALTO... non è la sua intenzione... non è d’accordo. Appunto vuole che ognuno sia un vero combattente di Cristo, che dimostri di aver coraggio. E se la questione del sosia pende ancora nell’aria e non è ancora provata e giustificata fino all’ultimo, ci fa sapere... Quante volte devo confermare ancora che è la verità e che deriva da QUESTA IN ALTO (grida adirato e pieno di odio). Quanto tempo ci vorrà ancora finché l’ultimo cervello si arrenda e che tutti agiscano così come vuole LEI. É un’ultima occasione, una delle ultime occasioni (ringhia pieno di rabbia). 
E: Hai detto tutto quello che la Beatissima Vergine ha voluto comunicarci? 
B: (grida rabbiosamente e con voce adirata): Abbiamo detto tutto quello che LEI (mostra in alto) voleva dire. E lei vuole comunicarvi: Per l’amor del cielo che cosa aspetta dunque ancora l’umanità? Deve proprio venire la fine del mondo per poter credere?... Questo ci obbliga di dire LEI (mostra in alto)! Abbiamo detto, abbiamo detto noi... i demoni, quello che LEI voleva dire (grida disperatamente con voce odiosa). 

Fu richiesto con accento speciale durante gli scongiuri, che le testimonianze sul «sosia Paolo VI» siano pubblicate nel libro. 

Benché il Cardinale Seper abbia risolutamente rifiutato questa idea, non può essere sottratta al lettore né dagli esorcisti né dall’editore, perché il libro è una documentazione delle testimonianze veramente deposte. 

Bonaventura Meyer

EFFUSIONE DEL SANGUE



O effusione del sangue, che risuonasti nell’alto. Tutti gli elementi si confusero,tremando e piangendo,
perché il sangue del loro Creatore
li aveva aspersi.
Sii l’unguento che ci guarisce dai nostri mali.

Santa Ildegarda di Bingen

I SEGNI DI DIO



L'opera dei grandi profeti e' sempre stata accompagnata da segni, prodigi, oppure dall'avverarsi di ciò che i medesimi dicevano per incarico di Dio. L'opera continua anche ai nostri giorni, in particolare con l'intervento della Regina dei profeti: Maria Santissima. xxxiii 
Tra i grandi profeti dobbiamo annoverare Elia. 

ELIA 

[1]Elia, il Tisbita, uno degli abitanti di Gàlaad, disse ad Acab: «Per la vita del Signore, Dio di Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo dirò io». 
[2]A lui fu rivolta questa parola del Signore:  
[3]«Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano.  
[4]Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo» (Gesù, insegnando la preghiera del Padre Nostro, richiama e conferma l'aiuto indispensabile di Dio anche nel "pane quotidiano",NDA).  
[5]Egli eseguì l'ordine del Signore; andò a stabilirsi sul torrente Cherit, che è a oriente del Giordano.  
[6]I corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera; egli beveva al torrente. 
[7]Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non pioveva sulla regione.  
[8]Il Signore parlò a lui e disse: 
[9]«Alzati, và in Zarepta di Sidòne e ivi stabilisciti. Ecco io ho dato ordine a una vedova di là per il tuo cibo».  
[10]Egli si alzò e andò a Zarepta. Entrato nella porta della città, ecco una vedova raccoglieva la legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un pò d'acqua in un vaso perché io possa bere».  
[11]Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Prendimi anche un pezzo di pane».  
[12]Quella rispose: «Per la vita del Signore tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un pò di olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a cuocerla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».  
[13]Elia le disse: «Non temere; su, fà come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio,  
[14]poiché dice il Signore: La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra».  
[15]Quella andò e fece come aveva detto Elia. Mangiarono essa, lui e il figlio di lei per diversi giorni.  
[16]La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunziata per mezzo di Elia. 
[17]In seguito il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia era molto grave, tanto che rimase senza respiro.  
[18]Essa allora disse a Elia: «Che c'è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia iniquità e per uccidermi il figlio?».  
[19]Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò al piano di sopra, dove abitava, e lo stese sul letto.  
[20]Quindi invocò il Signore: «Signore mio Dio, forse farai del male a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?».  
[21]Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore Dio mio, l'anima del fanciullo torni nel suo corpo».  
[22]Il Signore ascoltò il grido di Elia; l'anima del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere.  
[23]Elia pese il bambino, lo portò al piano terreno e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive».  
[24]La donna disse a Elia: « Ora so che tu sei uomo di Dio e che la vera parola del Signore è sulla tua bocca». 
(1 Re 17,1 seg.) 

Se meditiamo sulle parole pronunciate al capoverso 24 : "Ora so che tu sei uomo di Dio e che la vera parola del Signore e' sulla tua bocca", possiamo comprendere la continuita' dell'opera di Dio, con segni e prodigi, anche nel Nuovo Testamento:"...E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti xxxiv e, se berranno qualche veleno, non rechera' loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno...Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano" (Marco 16,16 seg.). 
A questo punto possiamo gia' domandarci: Ma a chi danno fastidio i prodigi ed i segni soprannaturali di Dio? Per quale motivo si tende a minimizzarli, anche quando sono evidenti?. Ovviamente a satana per farci credere che Dio non esiste o che Gesù è un grande uomo di pace...come tanti altri. 

***
di Arrigo Muscio

GLI ESEMPI DEI GRANDI PADRI SANTI



Guarda ai luminosi esempi dei grandi santi padri, nei quali rifulse una pietà veramente perfetta e vedrai come sia ben poco, e quasi nulla, quello che facciamo noi. Ahimé!, che cosa è la nostra vita, paragonata alla vita di quei santi? Veramente santi, e amici di Cristo, costoro servirono il Signore nella fame e nella sete; nel freddo, senza avere di che coprirsi; nel faticoso lavoro; nelle veglie e nei digiuni; nelle preghiere e nelle pie meditazioni; spesso nelle ingiurie e nelle persecuzioni. Quante tribolazioni, e quanto gravi, hanno patito gli apostoli, i martiri, i testimoni della fede, le vergini e tutti gli altri che vollero seguire le orme di Cristo; essi infatti, ebbero in odio se stessi in questo mondo, per possedere le loro anime nella vita eterna. Quale vita rigorosa, e piena di rinunce, vissero questi grandi padri nel deserto; quante lunghe e gravi tentazioni ebbero a sopportare; quanto spesso furono tormentati dal diavolo; quante ripetute e fervide preghiere offrirono a Dio; quali dure astinenze seppero sopportare. Come furono grandi l'ardore e il fervore con i quali mirarono al loro progresso spirituale; come fu coraggiosa la battaglia che essi fecero per vincere i loro vizi; come fu piena e retta la loro intenzione, che essi tennero sempre volta a Dio! Lavoravano per tutta la giornata, e la notte la passavano in continua preghiera; ma neppure durante il lavoro veniva mai meno in loro l'orazione interiore. Tutto il loro tempo era impiegato utilmente; e a loro sembrava troppo corta ogni ora dedicata a Dio; ancora, per la grande soavità della contemplazione, dimenticavano persino la necessità di rifocillare il corpo. Rinunciavano a tutte le ricchezze, alle cariche, agli onori, alle amicizie e alle parentele; nulla volevano avere delle cose del mondo; mangiavano appena quanto era necessario alla vita e si lamentavano quando si dovevano sottomettere a necessità materiali.   

2.     Erano poveri di cose terrene, molto ricchi invece di grazia e di virtù; esteriormente miserabili, ricompensati però interiormente dalla grazia e dalla consolazione divina; lontani dal mondo, ma vicini a Dio, amici intimi di Dio,; si ritenevano un nulla ed erano disprezzati dagli uomini, ma erano preziosi e cari agli occhi di Dio. Stavano in sincera umiltà, vivevano in schietta obbedienza; camminavano in amore e sapienza: per questo progredivano spiritualmente ogni giorno, e ottenevano tanta grazia presso Dio. Essi sono offerti come esempio per tutti coloro che si sono dati alla vita religiosa; essi ci devono indurre all'avanzamento nel bene, più che non ci induca al rilassamento la schiera delle persone poco fervorose.  
  
3.     Quanto fu grande l'ardore di questi uomini di Dio, quando diedero inizio alle loro istituzioni. Quale devozione nella preghiera, quale slancio nella vita, quale rigore in esso vigoreggiò; quanto rispetto e quanta docilità sotto la regola del maestro fiorì in tutti loro. Restano ancora certi ruderi abbandonati, ad attestare che furono veramente uomini santi e perfetti, costoro, che con una strenua lotta, schiacciarono il mondo. Oggi, invece, già uno è ritenuto buono se non tradisce la fede; se riesce a sopportare con pazienza quel che gli tocca. Tale è la nostra attuale condizione di negligente tiepidezza, che ben presto cadiamo nel fervore iniziale; pigri e stanchi, già ci viene a noia la vita. Voglia il cielo che in te non si vada spegnendo del tutto l'avanzamento nelle virtù; in te che frequentemente hai avuto sotto gli occhi gli esempi dei santi. 

L'Imitazione di Cristo

ESERCIZIO DI PERFEZIONE E DI VIRTÙ CRISTIANE



Del desiderio ed affezione che dobbiamo avere alla virtù e alla perfezione . 


Dobbiamo aver fame e sete della virtù.  

«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia; perché saranno satollati»: dice Gesù nel Santo Vangelo (Mt 5, 6). Giustizia, sebbene è nome particolare d'una delle quattro virtù cardinali, distinta dalle altre, è nondimeno anche nome comune d'ogni virtù e santità. La buona e virtuosa vita chiamiamo giustizia, e l'uomo santo e virtuoso diciamo che è giusto. «La giustizia degli uomini dabbene li salverà», dice il Savio (Prov 11, 6); cioè la loro santa vita li libererà. E in questo senso si piglia in molti luoghi della Scrittura. «Se la vostra giustizia non sarà più abbondante di quella degli Scribi e Farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5, 20) dice Cristo nostro Redentore, che è quanto dire la vostra virtù, la vostra religione, la vostra santità. E nello stesso modo s'intende quel che disse il medesimo Cristo a S. Giovanni Battista, quando ricusava di battezzarlo: «Così conviene a noi d'adempire ogni giustizia» (Ibid. 3, 15); ossia, così ci conviene per dare esempio di ubbidienza, di umiltà e di ogni perfezione. In questo modo si prende ancora il nome di giustizia nelle parole presenti, colle quali intende Cristo nostro Redentore di dirci: Beati quelli che sono tanto desiderosi ed affezionati alla virtù e alla perfezione, che hanno fame e sete di essa; perché essi rimarranno sazi, essi l'acquisteranno. E questa è una delle otto beatitudini che c'insegnò e predicò egli stesso in quel suo sublime sermone del monte. S. Girolamo sopra queste parole dice: «Non basta qualsivoglia desiderio della virtù e della perfezione; ma è necessario che di essa abbiamo fame e sete» (S. HIERON. in S. Matth. l. c); sicché possiamo dire col Profeta: «Come il cervo desidera le fontane di acqua, così te desidera, o Dio, l'anima mia» (Ps. 41, 1). 

ALFONSO RODRIGUEZ 

TRATTATO DI DEMONOLOGIA



I DUE FRATELLI TEOBALDO E JOSEF BURNER
Illfurt, Alsazia, 1864-1869


Il diavolo fa la predica

Nel vangelo si legge che erano gli indemoniati, cioè i demoni che stavano nel corpo degli  indemoniati, i primi a riconoscere e a proclamare la divinità di Gesù. Spesse volte il demonio,  obbligato da Dio e non certo di sua iniziativa, diventava apostolo delle verità della fede e arrivava  convertire atei e increduli da molto tempo lontani dalle pratiche della religione. Molti missionari in  terra di missione considerano il demonio un loro valido collaboratore lo vedremo meglio nel quarto  racconto di questa seconda parte, ambientato in Cina — in quanto molti pagani, per liberarsi dalla  sua presenza fastidiosa, si rivolgono al missionario cattolico e scoprono, poi, la verità della fede e i  fanno battezzare.

La predica del diavolo si è avuta a diverse riprese anche Illfurt. Le verità della fede, le norme della  morale cristiana, le massime eterne, l’inferno, il paradiso, il peccato, l’eternità, la fedeltà all’autorità ecclesiastica, la frequenza lei sacramenti, la necessità della preghiera, la devozione alla Madonna e  altri punti della catechesi hanno trovato, impensatamente, una nuova e strabiliante conferma proprio nelle parole che il demonio faceva sentire attraverso l bocca dei due fanciulli.


Racconta ancora il Sutter:

«Il pensiero del paradiso perduto è una pena atroce e indescrivibile per satana. Quante volte non lo  si udì esclamare per bocca delle due povere vittime: “Ah! che splendore lassù! che splendore! Se  potessi avere la gioia di godere un momento solo di quella gloria quanto sarei felice! Quanto è bello il paradiso! Come vorrei rivederlo! Ma non lo potrò rivedere mai, mai mai!” Interrogato che cosa  farebbe per tornarvi disse: “Striscierei migliaia di anni su punte di spilli, camminerei su lame  affilate pur di arrivarvi una volta!”».

Parlando dell’inferno generalmente terminava sempre coll’esprimere il desiderio di essere distrutto  da Dio per non essere più obbligato a tornarvi, avverando così quello che si legge nella Sacra  Scrittura: «Allora i re della terra e i grandi... si nascosero nelle caverne e fra le rupi dei monti e  dicevano ai monti e alle rupi: cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul  trono e dall’ira dell’Agnello» (Ap 6,15-16). Attestò inoltre che la chiesa cattolica insegna la verità  su quello che riguarda l’inferno. Parlando del fuoco disse:

— Non potete farvene un’idea, è molto più doloroso di quello che voi pensate e i dannati ne  soffrono in modo spaventoso.

Uno degli astanti gli domandò come fosse l’inferno.

— Non è bello, rispose.

E siccome si insisteva per saperne di più egli si mostrò seccato e disse:

— Fate in modo di venirci e lo vedrete da voi.

Pur ritenendo l’inferno il posto peggiore che ci sia e la sorte di chi vi cade la più miseranda di tutte,  non lasciava occasione per trovare nuove prede tra coloro che incontrava. In altre parole, continuava a essere e a fare, malgrado tutto, il suo mestiere di tentatore e di seduttore.

A papà Burner, sempre povero e obbligato a forti spese anche per la disgrazia capitata ai figli,  avrebbe offerto 1000 franchi se si fosse messo al suo servizio e avesse promesso di stare a ciò che  lui gli ordinava, il che il brav’uomo naturalmente rifiutò. Al signor Tresch offrì molti sacchi di  monete d’argento e d’oro che gli avrebbe fatti trovare se l’avesse voluto, naturalmente a certe  condizioni.

Ad ogni colpo ben riuscito si rallegrava visibilmente.

Una volta il demonio interruppe bruscamente un discorso che stava facendo ed esclamò:

- Lo teniamo!

Chi dunque?

— Quel giovanotto che sta ballando freneticamente nella sala N. a Sélestat — aggiungendo  trionfante — adesso non ci scappa più! E arrivato a destinazione!

Si andò subito a controllare la cosa. Veramente alla stessa ora nella sala da ballo indicata un  giovanotto era caduto morto colpito da apoplessia durante il ballo.

Il sabato precedente la terza domenica di quaresima Teobaldo annunciò che l’indomani sarebbero  arrivati parecchie centinaia di forestieri a Illfurt perché si era sparsa lì notizia che in quel giorno lui  e il fratello sarebbero stati liberati dal demonio. L’indomani effettivamente i visitatori furono molto  più numerosi del solito, desiderosi tutti di assistere al fatto straordinario, ma di liberazione degli  ossessi non si parlò neppure. Si era trattato di un falso allarme. La sera il demonio alzò grida di  gioia e di entusiasmo, il suo gioco era pienamente riuscito: la falsa notizia da lui stesso propagata  aveva impedito a quel gran numero di persone di assistere alla Messa domenicale e alle altre  funzioni religiose.

Il signor Martinot racconta di aver avuto un giorno dal demonio conferma esplicita della verità della religione cattolica e che tutte le altre religioni, nessuna esclusa, erano false.

— Ma come puoi affermarlo? gli fu chiesto.

E il demonio rispose per bocca di Josef:

— Vi sono costretto dai Tre di lassù. E devo ancora aggiungere che noi siamo senza forza e senza  potere sopra quelli che la pensano come te, che hanno la vera fede. Noi siamo inermi contro quelli  che si confessano e si comunicano degnamente, che sono devoti alla «Grande Signora» e che  invocano Colei alla quale dobbiamo la nostra rovina. Siamo inermi contro chiunque segue e pratica  francamente la dottrina di Colui che noi odiamo cordialmente e sono obbedienti al padre di tutti i  cani (il papa) e che vivono sottomessi nel gran porcile (la chiesa).

Un giorno un ufficiale di un reggimento d’Africa, di guarnigione a Mùhlhausen, volle fare per  curiosità una visita ai due ragazzi di cui tanto si parlava. Non l’avesse mai fatto I due ragazzi gli  fecero in perfetto francese un completo esame di coscienza di tutto ciò che aveva fatto da molti  anni. L’uffìciale ne rimase impressionatissimo e, buon per lui, decise di convertirsi e di cambiar  vita. Lo stesso avvenne ad altri signori che erano venuti a Illfurt per curiosità ed erano tornati a casa trasformati interiormente e convertiti. Lo stesso Werner, il poliziotto ricordato, completamente  incredulo e lontano dalla partica religiosa, si convertì dopo aver conosciuto i fenomeni di cui era  stato più volte testimone oculare e di cui poi ci lasciò una dettagliata relazione.

E facile immaginare come la notizia di fatti così straordinari e impressionanti si diffondesse con  rapidità da ogni parte e attirasse a Illfurt spettatori sempre più numerosi, che se ne tornavano poi a  casa con propositi di vita migliore. Dio sa cavare figli di Abramo anche dalle pietre, dice Gesù. In  questo caso Dio si serviva anche del tentatore e del «Bugiardo» per fare arrivare alle anime che ama la luce della verità e ia grazia della salvezza.

Paolo Calliari

GUARIGIONE DEI MALI CHE COLPISCONO ALCUNI MORTI



Gesù, i nostri antenati forse hanno mancato di amare, sempre e tutti, i loro morti. Ora noi ti  preghiamo per le persone della nostra storia familiare che morirono in età precoce, che  morirono dopo lunga agonia, che subirono una morte violenta, uccisi da criminali o in  azione di guerra; che morirono in un modo misterioso, inspiegabile, in un incidente o che  si suicidarono. Affidiamo a Te tutti questi morti. Fa' che cessi la tendenza verso una morte  innaturale e orribile e che d'ora in avanti nelle nostre generazioni si abbia solo una morte  serena e cristiana; che tutti possano addormentarsi nella morte circondati dall'amore dei  familiari. Vogliamo tener presenti tutti i nostri defunti nel ricordo e nella preghiera, perché  siano accolti nella pace della vita eterna. Avvolgi tutto il nostro albero genealogico con il  tuo amore che perdona e dona ogni grazia. 
Gesù, benedici i nostri morti. 

Don Leonardo Maria Pompei

I piani del maligno, per piazzare il suo anticristo, sono terribili e crudeli!



Figli Miei. Pregate per i figli apostati in modo che anch’ essi trovino la strada verso di Me, il vostro Padre.

Figli Miei. Pregate per la pace, per la pace nei cuori di tutti i Miei figli credenti e apostati e per la pace sulla vostra terra! Questa è la Mia grande supplica a voi tutti per risparmiarvi sofferenza, perché i piani del maligno sono crudeli e terribili e per porre il suo anticristo, egli ha programmato grandissimo dolore, male e atrocità contro i figli della terra.
State attenti, Miei amatissimi figli perché l’anticristo verrà come “portatore di pace”, MA NON LO È!! Guardate con attenzione, perché le mosse del Mio avversario sono astute, abilmente egli ha pianificato e tramato tutto in modo da poter abbindolare miliardi dei Miei figli! State quindi attenti perché il tempo è vicino!
La vostra preghiera, Miei amati figli, potrà evitare molta sofferenza, ma voi dovete usarla e impiegarla per il bene!
Pregate, pregate, pregate altrimenti il maligno oscurerà in modo tremendo il vostro mondo e insinuerà l’oscurità nei vostri cuori.
Pregate, SOLTANTO la preghiera vi può aiutare, figli Miei!
La vostra preghiera e potente!
Amen.
Vostro Padre Celeste, che vi ama moltissimo.
Creatore di tutti i figli di Dio e Creatore di tutto ciò che è.

Sfruttate la preghiera come arma contro il male e invocate i Santi Angeli affinché vi proteggano.

VOLONTA' DIVINA



Si presenta un colloquio ideale, tra Santa Teresa ed un'anima desiderosa d'imitarla.


ANIMA
Perché alle volte, dopo aver pregato fervorosamente, non si ottiene ciò che si desidera? Ne ho fatto la penosa esperienza!

S. TERESA
La preghiera ottiene dal buon Dio, a patto che lo si speri e non vi si metta ostacolo, il compimento della sua volontà amorosissima in tutte le cose, il che non è sempre l'adempimento dei desideri di coloro che pregano, quantunque sembrino i migliori, nella forma e nel tempo che si sperano.
Tuttavia, quando ero sulla terra, Dio mi faceva spesso desiderare ciò che voleva concedermi ed io giunsi al punto di non sapere piú chiedere con ardore nulla per me, se non il compimento perfetto della volontà di Dio nell'anima mia.
Tu prendi alla lettera la promessa di Gesù: Qualunque cosa chiederete con la preghiera, abbiate fede di ottenerla e la otterrete! - (S. Marco, XI-24).
È sicuro che ogni preghiera viene esaudita nella proporzione in cui essa è preghiera. Ogni preghiera, benché minima, sfuggita dal cuore di un'anima, è esaudita infallibilmente. Essa ha una ripercussione uguale alla sua intensità ed alla sua fede, o nell'anima stessa, o nel cuore di un, peccatore o altrove nella Santa Chiesa. Può avere questa ripercussione fra venti anni, fra un secolo, o può averla subito. Può immediatamente essere esaudita secondo il desiderio espresso dall'anima, oppure può essere interpretata dalla sapienza e bontà di Dio.
Questo grado di perfezione suppone la disposizione abituale e sincera della volontà ad accettare quanto Dio giudica essere di suo beneplacito.
Quando desideravo qualche grazia e mi rivolgevo ai miei Santi Protettori perché intercedessero presso Dio, se la grazia non la ottenevo, ringraziavo lo stesso i miei Santi, perché comprendevo essere altri i disegni di Dio.
Se qualche volta, pregando, non ottieni, pensa che forse Dio esige piú preghiera e più fede, o che forse Dio vorrà darti qualche grazia piú grande e più urgente di quella che chiedi.
Conviene stare abbandonati alla volontà di Dio. L'anima abbandonata vive di fede, spera come respira, ama senza interruzione. Ogni volere divino, qualunque sia, la trova libera. Tutto le sembra ugualmente buono. Essere nulla, essere molto; comandare, ubbidire; essere umiliata, essere dimenticata; difettare o essere doviziosa; vivere a lungo, morire presto, morire anche all'istante ... a tutto si rassegna.
L'anima abbandonata in Dio accetta tutto, perché non vuole nulla; e non vuole nulla, perché vuole tutto. La sua docilità è attiva e la sua indifferenza è affettuosa; non è per il Signore che un « sí » vivente.
Devo dire l'ultima parola su questa beata e sublime condizione? ... È la vita dei figliuoli di Dio; è la santa infanzia spirituale! L'abbandono alla volontà di Dio, è l'infanzia spirituale e rende più dell'amore per la sofferenza, perché nulla immola tanto l'uomo quanto l'essere sinceramente e pacificamente piccolo. Lo spirito d'infanzia uccide l'orgoglio più dello spirito di penitenza.
L'aspra roccia del Calvario (la penitenza) offre ancora qualche pascolo all'amor proprio; al Presepio (nell'umiltà) l'uomo vecchio muore forzatamente.
Spremi il frutto della santa infanzia e non troverai che l'abbandono alla volontà di Dio. Il bambino si arrende senza difesa, si presta senza resistenza; è un essere di cui i genitori sono padroni assoluti. Eppure, con quali precauzioni lo si tratta e quante carezze gli si fanno!
Io ho cantato cosí: Nell'amplesso tuo m'affido E m'abbandono, mio Gesù! La mia gioia e il mio conforto Sei soltanto Tu!
Allora, alle prese con le tentazioni e le prove di ogni sorta, potevo dire in tutta verità: Son fitte le tenebre, ma io vi rimango in pace! Ciò che il buon Dio preferisce e sceglie per me, è quello che mi delizia di piú!

D. G. TOMASELLI

Geremia



Messaggio per Gerusalemme

20Salite sul monte Libano e gridate,
abitanti di Gerusalemme,
andate sull'altipiano di Basan e urlate,
gridate dalle montagne di Moab,
perché tutti i vostri alleati
sono stati sconfitti.
21Vi avevo avvertiti
quando tutto andava bene,
ma non avete voluto ascoltarmi.
Vi siete sempre comportati così
dall'inizio della vostra storia:
non mi avete mai ubbidito.
22 I vostri capi saranno spazzati via dal vento
e i vostri alleati saranno fatti prigionieri:
allora sarete svergognati e umiliati
per tutto il male che avete commesso.
23 Avevate preparato il vostro nido tranquillo
tra i cedri fatti venire dal Libano:
invece vi lamenterete tutti
quando vi coglieranno dolori atroci
come le doglie di una partoriente.

SE STARAI CON ME TI PARLERO’ DI ME



(Gesù racconta dalla Croce)

Il tradimento


Ma proprio a questo ricordo il mio pensiero va a Giuda.

Poveretto, la mia sfuriata gli aveva dimostrato che non possedevo alcun senso politico e si sentì deluso, lui che da me si aspettava la testimonianza di un maestro sapiente di questo mondo. Crollarono le sue ultime illusioni, così prese la decisione di aiutare i Farisei a mettermi a tacere. Ormai non gli interessavo più. Per lui ero solo un pazzo, un esaltato, e nient'altro. Così quella stessa sera mentre mi avviavo con gli altri apostoli verso l'Orto degli Ulivi, Giuda rimase in città per prendere i primi contatti con i capi dei Sacerdoti, stabilendo l'incontro per l'indomani sera. Quanta tristezza nel mio cuore! Giunti che fummo nell'Orto mi sedetti per terra e poggiando la schiena in un albero di ulivo invitai gli apostoli ad ascoltarmi. "Mancano due giorni alla mia crocifissione", spiegai, "e sarà proprio a Pasqua".
Ma loro rimuginavano tutto ciò che era accaduto in quegli ultimi giorni ed erano confusi, quasi non mi ascoltavano. Dopo l'ingresso trionfale a Gerusalemme, pensavano che quel popolo mi amava, mi aveva accettato come Messia e lì, fors'anche per un rifiuto dettato dal grande affetto che avevano per me, fermavano il loro pensiero. Preferii non insistere e li lasciai con le loro convinzioni, non me la sentivo di continuare a spiegare cose che non avrebbero mai compreso, tanto li avrebbero vissuti da lì a poco questi giorni, insieme a me e non era il caso di scoraggiarli più di quanto non lo fossero già. Ci appisolammo.
L' indomani mercoledì cinque aprile si tenne un ulteriore consiglio in casa di Caifa e si ribadì che bisognava catturarmi con inganno per evitare una sommossa nel popolo.
Cercarono subito di rintracciare Giuda il quale fu ammesso a partècipare al loro conciliabolo.
Giuda che nella sua vita era stato abituato a dare un prezzo a tutto, volle darlo anche a me. E subito, prima ancora di impegnarsi definitivamente a consegnarmi nelle loro mani, chiese: "Quanto mi date?". Gli risposero: "Trenta sicli d'argento".
Questo infatti era il prezzo che la legge ebraica stabiliva quale riscatto in caso che uno schiavo fosse ucciso. Giuda accettò: pensava di investire l'intera somma per acquistare un podere. Questa mercede mi fece molto più male del tradimento in sé. Se mi avesse consegnato senza alcuna ricompensa, avrebbe guadagnato probabilmente la stima degli stessi Farisei i quali avrebbero pensato che, deluso dall'opinione ideale che lui si era fatta su di me e non valendo che niente ai suoi occhi, poco contava per lui che fossi ucciso o rimanessi vivo e in ciò, alla richiesta insistente di consegnarmi nelle loro mani, avrebbe potuto aderire come chi, avendo la proposta di disfarsi di ciò che non bisogna, se ne disfà volentieri. Ma la degradazione più grande Giuda l'ebbe quando vendette non me, ma il suo ideale deluso per trenta sicli d'argento. Riflettei molto su questo e pensai che il cuore dell'uomo chiuso alla grazia del suo Dio, non saprà far altro che vendere, comprare, perire. Lo vidi tornare a sedere in mezzo agli altri apostoli. Rimase molto male quando sentì che avevo dato a Pietro e Giovanni il compito di organizzare la cena per la Pasqua, perché a lui urgeva sapere dove saremmo andati.
Così mi rivolsi ai due apostoli e parlai in modo molto enigmatico per far comprendere a Giuda che ero al corrente di suoi piani, per invitarlo a riflettere, ma non volle, pensando forse che ormai era troppo tardi per tornare indietro, dimostrando così di non avere fiducia nel mio amore, nel mio perdono.

La Babele si diffonderà nella Casa di Dio e quelli che non cercheranno forze nella preghiera e nell'Eucaristia cadranno.




Cari figli, voi siete nel mondo, ma non siete del mondo. Vi chiedo di essere fedeli a Mio Figlio Gesù. Lui vi ama e si aspetta molto da voi. Non permettete che le tenebre dei falsi insegnamenti causino cecità spirituale in voi. Amate e difendete la verità. Qualunque cosa accada, rimanete con Gesù e con gli insegnamenti del vero Magistero della Sua Chiesa. I nemici agiscono per distruggere il Sacro. La Babele si diffonderà nella Casa di Dio e quelli che non cercheranno forze nella preghiera e nell'Eucaristia cadranno. Soffro per quello viene per voi. DateMi le vostre mani e Io vi condurrò nel cammino della verità. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.



“E vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo.” S. Luca 21, 11



LA SANTISSIMA VERGINE MARIA

L’epidemia sta percorrendo tutta la terra, come il vento, rendetevene conto.
Il momento in cui verrete allertati, non vi esponete, perché non guarderà in faccia a nessuno, non avrà compassione.


30.08.2017

Siate all’erta, il Mio nemico è come una bestia selvaggia che è stata aizzata, divenendo così più feroce e più pericolosa



AscoltaMi: grida alle nazioni che il Mio Ritorno è vicino a voi; tutti quelli che hanno orecchi odano e tutti quelli che hanno occhi vedano; Io, il Signore, per Mia Sconfinata Misericordia discendo per avvertirvi e richiamarvi a Me;

ascoltate, appena prima del Mio ritorno darò all’umanità Segni ancora più grandi di quelli che vi sto dando ora; siate vigilanti, in quanto più grandi diventano i Miei Segni, tanto maggiore sarà il furore di Satana contro di voi;

Io ho suscitato profeti per annunciare la Fine dei Tempi e vi invio Mia Madre come Educatrice per tutta la terra ad insegnarvi; La invio in questo deserto a preparare la strada per il Mio Ritorno, una grande strada livellata per Me, vostro Dio, attraverso il vostro deserto; state all’erta perché più moltiplico i Miei portavoce, tanto più Satana moltiplicherà i falsi profeti per confondervi tutti; Miei diletti, pregate per saper distinguere gli uni dagli altri; pregate perché non possiate essere ingannati;

vi ho avvertito perché non corriate dietro a quei falsi profeti; ricordate, colui che semina buone sementi per la Mia Gloria, sarà più tardi ricompensato; voglio ancora ricordarti che tra le buone sementi che sono state seminate e crescono per produrre un buon raccolto, il Mio nemico non perde tempo e anche lui manda i suoi falsi profeti per seminare i suoi semi tra le Mie buone sementi; lasciateli crescere fino al tempo della Mia Mietitura; come avevo detto nella parabola della zizzania,1 non cercate di strappare l’una dall’altro, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano, lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla, il grano invece riponetelo nel Mio granaio;

siate vigilanti e sarete sempre capaci di discernere e riconoscere la differenza; siate prudenti e chiedeteMi di guidarvi, ognuno ascolti il Mio consiglio; siate all’erta, il Mio nemico è come una bestia selvaggia che è stata aizzata, divenendo così più feroce e più pericolosa, perché l’Ora del Mio Ritorno è vicina a voi e poiché vi elargirò più Segni di quelli di oggi, Satana già diffonde nei Miei luoghi Santi, prima della vigilia di questi Grandi Segni, confusione fra voi per portarvi alla discordia;

siate tutti nella pace; confidate in Me ed appoggiatevi a Me; fate tutto quello che potete e Io, con le Mie Opere, farò il resto; ricordate, Io possiedo tutte le chiavi di tutte le porte ed aprirò ogni porta nell’ora che Io sceglierò;

l’Amore vi ama; vi benedico; benediteMi ed amateMi;

8 Giugno, 1990