domenica 4 aprile 2021

Commento all‟Apocalisse

 


La terza epoca della Chiesa militante, quella dei grandi Dottori, che inizia con Silvestro Papa e Costantino il Grande e giunge fino a Leone III e Carlo Magno Imperatore (312-800) 

 
Capitolo II, vv. 12-17 
 
I. La terza epoca della Chiesa è quella dei Dottori, e incominciando da Costantino il Grande e Papa San Silvestro I, durò fino a Carlo Magno e il Sommo Pontefice S. Leone III. Durante questo periodo le eresie vennero estirpate e la religione di Cristo si rafforzò in quasi tutto allora conosciuto. Quest‟epoca della Chiesa può essere chiamata illuminativa, poiché i principali dogmi della fede cattolica furono attaccati, ossia la Trinità e unità di Dio, la divinità di Cristo, l‟Umanità, la sua filiazione e la processione dello Spirito Santo ecc. Dio, però, poiché dal contrasto con l‟errore la verità brilla di luce più forte, così diede alla Chiesa per illuminarla dei Dottori eccezionali come Sant‟Ambrogio, Sant‟Agostino, San Girolamo, San Beda il Venerabile, San Leone I, San Giovanni Crisostomo e moltissimi altri Padri sia greci che latini. Permise inoltre dall‟altro che alcuni pessimi eretici sorgessero per combattere quelle verità, come Ario, Donato, Macedonio, Pelagio, Eutiche, Nestorio ecc. Permise inoltre, per mettere maggiormente alla prova i suoi eletti, che questi eretici avessero dei potenti seguaci come gli Imperatori Costanzo, Giuliano l‟Apostata, Valente, Leone, Zenone, e ancora Alarico Re dei Vandali, Teodorico sovrano degli Ostrogoti, Anastasio re dei Daci, Costante, Leone III, Costantino V, Leone IV, Costantino VI, e un numero non piccolo di Arcivescovi, Vescovi ecc. A quest‟epoca corrisponde il terzo dono dello Spirito santo, quello dell‟Intelletto. La Chiesa di Cristo, infatti, illuminata da esso, divulgò e dichiarò gli altissimi misteri della SS. Trinità e dell‟Incarnazione di Cristo e molti altri, dissipando le tenebrose dottrine degli eretici. Allo stesso modo il terzo giorno della creazione del mondo ben si mostra per questo aspetto [ex hoc capite] figura della terza epoca della Chiesa. Come infatti nel terzo giorno fu ordinato alle acque di abbandonare la terra e riunirsi in un sol luogo, così le tribolazioni (di cui le acque sono simbolo) dei tiranni pagani Dio tolse dalla Chiesa grazie a Costantino il Grande e le relegò nel mare di fuoco dell‟inferno. Del pari come nel terzo giorno della creazione la terra produsse l‟erba verde, i fiori, gli alberi da frutto ed altre numerosissime piante sia come suo ornamento sia ad utilità e diletto dell‟uomo, così in quest‟epoca della Chiesa dalle acque del Battesimo germogliò l‟erba verde (i fanciulli e gli adulti cristiani) gli alberi (i Dottori)  e le piante da frutto (simbolo dei beni e delle rendite in stabile possesso della Chiesa) di cui il detto Imperatore la arricchì. Aggiunse inoltre a suo ornamento e splendore moltissimi altri beni, riconoscendone il principato, dotandola di autorità temporale, edificando moltissimi edifici di culto in tutto l‟Impero, permettendo che altri lo facesse, ordinando di farlo e sovvenendo a proprie spese. Di quest‟epoca della Chiesa fu poi figura la terza età del mondo che da Abramo giunge a Mosè ed Aronne. Durante quella, infatti, i sodomiti furono sommersi nel Mar Morto, gli Egiziani perirono tra le onde del Mar Rosso, Core, Datan ed Abiron e gli altri scismatici d‟Israele vennero annientati e il popolo ricevette grazie a cui il diritto di natura fu meglio delucidato e dichiarato. Così nella terza epoca della Chiesa il popolo cristiano dopo i martìrii fu condotto nella terra della pace costantiniana. La lussuria poi del mondo e l‟idolatria dei pagani venne sommersa nel sangue di Cristo e dei martiri. Moltissimi scismatici ed eretici furono espulsi dalla Chiesa. La legge evangelica e la verità della fede cristiana vennero rese più chiare. L‟Imperatore Giustiniano, poi, decretò che le leggi civili, le ordinanze emanate dai principi, i canoni promulgati dai SS. Padri avessero valore di legge. Infine la Chiesa di Pergamo è figura di quest‟epoca. „Pergamo‟ infatti significa colui che separa le corna che spuntarono alla Chiesa in quest‟epoca durante il regno di Costantino il Grande: le corna, infatti, che sono l‟espressione della forza e degli arieti e di altri animali, simboleggiano tanto il potere spirituale che quello temporale. Si dice poi che separa le corna perché poco dopo la conversione di Costantino questa potestà della Chiesa venne divisa e lacerata da Ario e da altri eretici. Donde il corno sinistro (ossia gli eretici) combatterono contro quello destro (ovvero i cattolici). Il primo infatti è il corno della dannazione, il secondo invece quello della salvezza, che Dio innalzò nella casa di Davide suo servo (Cristo) e con il quale venne sempre cacciata nell‟inferno la protervia degli eretici. 
II. Vers. 12. E all‟Angelo della Chiesa di Pergamo scrivi. Vedi il commento sopra esposto. Ecco quanto dice Colui che tiene la spada a due tagli ossia la sentenza del Signore che condannerà i malvagi nel corpo e nell‟anima. Per l‟interpretazione delle restanti parole vedi sopra § 3, Cap. 1, vers. 16. la spada a due tagli è qui introdotta a precedere la descrizione della terza epoca della Chiesa 1) per incutere spavento ai malvagi minacciandoli con la spada della vendetta, e consolare i buo- ni con quella della loro difesa; 2) in quest‟epoca la Chiesa ha combattuto contro gli eretici, celebrando molti concili sia ecumenici che provinciali, nei quali moltissimi eretici vennero colpiti con la spada dell‟anatema, espulsi con la sentenza di scomunica e separati da copro della Chiesa, la qua- le in quanto Giudice supremo delle controversie riguardanti la fede porta sulla terra quella medesi- ma spada che Cristo, suo Sposo, tiene in cielo, come sopra vedemmo. 
Vers. 13. So dove abiti, ossia in mezzo ad eretici d‟indole prava come Ario, Macedonio ed altri, che sono membri del Diavolo, sicari di Lucifero, amatori delle tenebre, guide di ciechi, alberi autunnali, canne agitate dal vento della superbia, e che sono stati proscritti per la loro malizia già da tempo e meritevoli d‟essere sterminati nell‟incendio del fuoco infernale. Su di essi Lucifero esercita la sua autorità, in essi abita quell‟antico odiatore della verità e di Cristo Dio, essi possiede, regge, ammaestra, istiga e governa. Perciò essi sono il suo regno, ed egli il loro re e comandante, che per mezzo loro (che sono le porte dell‟inferno) combatte contro la mia diletta Chiesa. Per cui il testo aggiunge: Laddove Satana ha il trono. Trono infatti indica il potere regale o meglio la sede di un Re o di un Principe, la sede che Satana ha negli eresiarchi. E tieni il mio nome, ovvero la professio- ne di fede nel mio nome,  e non hai rinnegata la mia fede durante le persecuzioni ed i tormenti, ma hai perseverato. Qui Cristo meritatamente e a proposito loda nei prelati della Chiesa la confessione del suo nome e la perseveranza nella fede. In quel tempo infatti soprattutto i dogmi della Divinità e Umanità di Cristo, la sua venuta nella carne, i misteri della Paternità e della Filiazione divine, non- ché quello della Processione dello Spirito Santo, erano stati impugnati duramente da Ario, Macedo- nio, Nestorio e da altri eresiarchi, e la fede cattolica e i suoi difensori a causa di quelli avevano do- vuto sopportare cose incredibili. Sia d‟esempio Sant‟Atanasio, uomo davvero ammirevole ed ama- bile, che per il Nome di Gesù, la fede nella Sua Divinità  e nella SS. Trinità si nascose per alcuni anni in una vecchia cisterna e per un anno  e qualche mese nel sepolcro paterno e patì molte avversità. Allo stesso modo altri Vesco vi furono mandati in carcere, vennero incatenati, patirono l‟esilio e la morte, come si ricava dalla Storia Ecclesiastica. Ed in quei giorni in cui Antipa, martire mio fedele, fu ucciso in mezzo a voi, la dove abita Satana: come esempio della sopra lodata professione e perseveranza nella fede di Cristo si cita il Santo Martire Antipa, che patì per confessare la fede in Gesù Cristo presso Costantinopoli, città grandissima dove la tempesta dell‟eresia ariana infuriava sia tra il popolo che i Vescovi. Contro i santi di Dio nella successione nell‟episcopato prese anche forza anche l‟arroganza e il fuoco dell‟emulazione fino allo spargimento di sangue. Viene perciò chiamata residenza di Satana. In Oriente infatti gli ariani, i macedoniani e gli empi e scellerati pro- pugnatori di altre eresie incrudelirono contro i cattolici. Per questo vien detto in quei giorni, ossia scoppiata quella tempesta eretica a causa del mio Nome, Antipa fu il mio testimone fedele fino alla morte e allo spargimento del suo sangue, con cui diede testimonianza alla verità della mia Divinità, essendo io veramente il Figlio di Dio uguale al Padre mio dall‟eternità. 
Vers. 14. Ma ho poche cose da rimproverarti. Si passa poi con quel che segue, come abbiamo già visto sopra, al giusto rimprovero: 
Vers. 15. Hai lì alcuni che aderiscono alla dottrina di Balaam, che insegnava a Balac come mettere lo scandalo davanti ai figli d‟Israele, perché mangiassero e fornicassero. Così an- che tu ne hai alcuni che aderiscono alla dottrina dei Nicolaiti. La storia di Balaam si ha nel libro dei Numeri cap. XXV. Balac, re dei Moabiti, mandò, secondo il consiglio di Balaam, alcune belle fanciulle vicino all‟accampamento degli ebrei, che erano lussuriosi, praticavano l‟idolatria, e così Dio si sdegnò contro tutto il popolo. Viene introdotto qui il riferimento a Balaam come paragone ed esempio. Dice infatti poi: Così anche tu hai alcuni che aderiscono alla dottrina dei Nicolaiti. Commenta l‟Abate Ruperto nella sua esposizione dell‟Apocalisse: i Nicolaiti portano i vasi del Signore, tuttavia sono incontinenti, perché non vogliono sposarsi legittimamente, come è imposto dal- le leggi ecclesiastiche. Cadono così in grandi eccessi, rompono il vincolo coniugale quando voglio- no, o non stringono alcun matrimonio legittimo in modo da poter dire di non infrangere alcuna unione nuziale. Chiunque quindi diviene tanto audace da imitarli nei loro adulteri ed incesti, fornicano con loro e si dimostrano seguaci del demone Beelfagor. Quando dice: Anche tu hai alcuni che aderiscono alla dottrina dei Nicolaiti. Innanzitutto viene qui rimproverata la Chiesa di Pergamo, nella quale v‟erano alcuni che, seguaci degli errori dei Nicolaiti, scandalizzavano e pervertivano il popolo con i loro immondi costumi. Tuttavia, sotto la figura della Chiesa di Pergamo, viene qui ri- presa la condotta di alcuni che vissero durante il terzo tempo della Chiesa, molti dei quali, imitando i Nicolaiti, praticarono le loro perversioni. Quando cessarono infatti le persecuzioni da parte dei pagani, la Chiesa si rilassò, e grazie alla generosità di Costantino il Grande e di altri, i suoi ministri e sacerdoti godevano di copiosi redditi e benefici, e così il clero ingrassato, arricchito, accresciuto, abbandonò Dio suo creatore e s‟allontanò dal Suo Salvatore per attaccarsi, infiammato da smodati appetiti, agli illeciti piaceri carnali. Così Dio afflisse la sua Chiesa con l‟opposizione di numerose eresie, e la scosse perché non si corrompesse nelle mollezze e nei piaceri. Allo stesso modo un ma- rito prudente, che conosce la malvagia propensione della sua carissima consorte, accortamente la mantiene a dovere tenendola occupata nelle attività della casa. In verità la paterna bontà di Dio userà fino alla fine del mondo questa saggia condotta, stimolandola sempre con criminali importuni, sovversivi, sobillatori, eretici e tiranni di modo che incancrenisca nella ricchezza, negli onori, e nei piaceri della carne. 
Vers. 16. Fai dunque penitenza. Vedi quel che si è detto riguardo alla Chiesa di Efeso. Altrimenti ossia se trascurerai di correggerti con una degna penitenza, verrò quanto prima da te con la dovuta punizione e pena, sia in questa vita che nella morte e nell'ultimo giudizio. viene impiegato il tempo futuro, perché, come già dissi, le punizioni di Dio spesso incombono su di noi da lontano e vengono scatenate quando meno ce l'aspettiamo. e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca, ovvero con la spada della giustizia retributiva, della morte, del giudizio particolare e finale, con la spada infine dell'eterna dannazione, fulminando i prevaricatori come in San Matteo: Andate maledetti nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi Angeli (XXV, 41). 
Vers. 17. Chi ha orecchio ascolti quel che lo Spirito dica alle Chiese. Al vincitore darò manna nascosta, gli darò un sassolino candido ove è scritto un nome nuovo, che nessuno conosce se non colui che lo riceve. Segue dopo aver minacciato la pena la promessa del premio e della gloria futura. Innanzitutto le parole Gli darò manna nascosta significano metaforicamente la beatitudine celeste, che è la condizione perfetta ove si godono tutti i beni. come infatti nella manna si conteneva la vita del popolo ebraico e la dolcezza e soavità d'ogni cibo, così ci viene qui promessa l'abbondanza nella celeste beatitudine di tutti i beni di cui saremo pienamente saziati e godremo in eterno. Questo cibo è detto nascosto poiché occhio non vide, orecchio non udì e mai scese nel cuore dell'uomo quel che Dio ha preparato per coloro che l'amano (San Paolo I ai Corinti, II, 9). San Paolo impiega anche un'altra espressione: Nascosto in Dio (I Corinti, II, 7). La vostra vita infatti è nascosta con Gesù Cristo in Dio. Quando Cristo, che è la vostra vita apparirà, allora anche voi con Lui apparirete nella gloria. Mortificate quindi nei vostri membri, finché siete sulla terra, e astenetevi dalla fornicazione, impudicizia, libidine, cattiva concupiscenza ed avarizia, che sono gli idoli della schiavitù del peccato. In secondo luogo dice Gli darò un sassolino candido, ossia la gloria e lo splendore del corpo senza macchia o difetto. Un sassolino candido ove è scritto un nome nuovo, che nessuno conosce se non colui che lo riceve. Questo nuovo nome che Dio darà a ciascuno significa la distinzione speciale con cui Dio tratterà ciascuno conforme alla sua condotta terrena. Altro è infatti lo splendore dei vergini, altro quello dei martiri, altro ancora quello dei coniugati, altro quello degli Apostoli e altro quello dei Profeti. Una vergine poi differirà dall'altra in splendore di gloria, un Apostolo dall'altro, un confessore dall'altro, un martire dall'altro, un Profeta dall'altro, e tutti saranno tra loro diversi nello splendore della loro gloria. Così insegna San Paolo: Altro è lo splendore del sole; altro quello della luna, altro ancora quello delle stelle; ed anche tra stella e stella v’è differenza di luce. Così avverrà nella risurrezione dei morti (I Cor. XV, 41-42). Il testo aggiunge: che nessuno conosce se non colui che lo riceve, per indicare quella distinzione propria a ciascuno. Nessuno vi parteciperà se non colui che lo riceve come specificamente riservata a ciascuno in modo che nessun altro possa averlo o averne parte. Conosce in senso metaforico, in quanto ogni santo conoscerà l‟eccellenza e la gloria dell‟altro, come insegna la teologia. È scritto un nome nuovo: ossia stabilito e vergato con la penna di ferro dell‟eternità e che non potrà più essere loro sottratto. 

PREPARARE LE ANIME DEI FIGLI DI DIO PER IL NUOVO PARADISO E LA MIA SECONDA VENUTA

 



La risurrezione del Figlio mio diletto è il dono più importante, poiché significa che la vita eterna può essere concessa a tutti i figli di Dio

 


Figli miei, la risurrezione del mio amatissimo Figlio è il dono più importante, poiché significa che la vita eterna può essere concessa a tutti i figli di Dio.

Resuscitando dai morti, mio Figlio sconfisse la morte. La morte non ha più potere su di voi, se lo desiderate. La vita, che è stata data a voi, presto cambierà, poiché vi sarà una sola vita in Dio.

Quando i nuovi Cieli e la nuova Terra si uniranno ci sarà solo la vita eterna. La morte del corpo, della mente e dell’anima non ci saranno più. Non dovete mai temere questa nuova vita, poiché vi renderà liberi. Presto si poserà tanto amore sulla terra effuso dallo Misericordia di mio Figlio. Questa grande grande grazia sarà il prossimo passo intrapreso da Dio per salvare i Suoi figli dalla morte dell’anima. Non ci sarà più la morte del corpo, quando mio Figlio discenderà con la Nuova Gerusalemme.

Dovete mostrare grande coraggio in questi tempi malvagi, poiché queste prove finiranno presto. Concentratevi solamente sulla grandiosa Vita che avete atteso e pregate affinché tutte le anime accetteranno questo Dono miracoloso.

Quelle anime, che si rifiutano di accettare la Verità della Vita Eterna sceglieranno invece la dannazione eterna. Ci sono solo due scelte, eppure molte di queste anime credono che ce ne sia una terza. Coloro che seguono le sette, create dal potere del maligno, erroneamente credono in un’altra vita mistica, in cui sarà dato loro un grande potere. Essi credono negli falsi angeli. Idolatrano falsi angeli e purtroppo molti di questi esistono, ma non sono angeli di Dio. Essi languono in catene nel baratro dell’Inferno, eppure riescono a ingannare i figli di Dio i quali credono che essi siano angeli della luce. L’unica Luce che dovete seguire è la Luce di Dio – la Verità.

Il Regno, il Nuovo Paradiso che vi aspetta, è quello promesso da Dio, su cui mio Figlio regnerà.

Accettate la mano di mio Figlio e voi entrerete in Paradiso.

La vostra amata Madre
Madre di Dio

30 Marzo 2013

"Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso" (Sal 118,24)

 


Che bella la festa di Pasqua! E che bella assemblea! Questo giorno contiene tali misteri, antichi e nuovi! In questa settimana di festa o meglio di gioia, in tutta la terra la gente si rallegra, ed anche le potenze del cielo ci raggiungono per celebrare nella gioia la risurrezione del Signore. Esultano gli angeli e gli arcangeli, che attendono il re dei cieli, Cristo nostro Dio, tornare dalla terra vincitore; esultano i cori dei santi, che proclamano colui che è generato "dal seno dell'aurora" (Sal 110,3), Cristo. La terra esulta: il sangue di un Dio l'ha lavata. Il mare esulta: i passi del Signore l'hanno onorata. Esulti ogni uomo, rinato dall'acqua e dallo Spirito Santo; esulti Adamo, il primo uomo, liberato dall'antica maledizione. (...)
Non solo questo giorno di festa ha instaurato la risurrezione di Cristo, ma ancora essa ci procura, al posto della sofferenza, la salvezza, al posto della morte, l'immortalità, al posto delle ferite, la guarigione, al posto della corruzione la risurrezione. Una volta il mistero di Pasqua si compiva in Egitto secondo i riti prescritti dalla Legge; il sacrificio dell'agnello era solo un segno. Ma oggi celebriamo, secondo il vangelo, una pasqua spirituale che è il giorno della risurrezione. Allora si immolava un agnello del gregge (...); ora, è Cristo in persona che si offre come agnello a Dio. Allora un animale dell'ovile; ora, non un agnello, ma il buon pastore stesso, che dà la vita per le sue pecore (Gv 10,11). (...) Allora gli Ebrei attraversano il mar Rosso e intonano in onore del loro difensore un inno di vittoria: "Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato" (Es 15,1). Ora coloro che sono stati giudicati degni del battesimo cantano in cuore l'inno della vittoria: "Un solo santo, un solo Dio, Gesù Cristo, nella gloria di Dio Padre. Amen". "Il Signore regna, si ammanta di splendore" esclama il profeta (Sal 93,1). Gli Ebrei attraversano il Mar Rosso e mangiano la manna nel deserto. Oggi, usciti dal fonte battesimale, mangiamo il pane che scende dal cielo (Gv 6,51).

San Proclo di Costantinopoli (ca 390-446)
vescovo
Discorso 14; PG 65, 796

 



 


 

Meditazione / Carlo Maria Viganò: “Gli apostoli e i martiri di ieri rivivono negli apostoli e nei martiri di oggi”

 


Passio Ecclesiae. Meditazione in Passione et Morte Domini

di Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre.

Lc 22, 53

I testi della liturgia del Triduo Sacro ci colpiscono, come un colpo di frusta, per la cruda brutalità dei tormenti ai quali il Salvatore è stato sottoposto per volontà del Sinedrio, su ordine del Procuratore romano. La massa, istigata dai sommi sacerdoti, invoca il sangue innocente del Figlio di Dio su di sé e sui propri figli, rinnegando nell’arco di pochi giorni il trionfo tributatogli con l’ingresso in Gerusalemme. Le acclamazioni e gli hosanna si volgono in crucifige e i rami di palme diventano fruste e bastoni. Come possono deludere, le folle: capace di tributare onori con la stessa convinzione con cui poco dopo decreta la condanna a morte.

Chi sono i protagonisti e i responsabili di questa condanna? Giuda, Apostolo tra i Dodici, ladro e traditore, che per trenta denari consegna il Maestro all’autorità ecclesiastica per farlo arrestare. Il Sinedrio, ossia l’autorità religiosa dell’Antica Legge, ancora in vigore al momento della Passione. I falsi testimoni, pagati o in cerca di notorietà, che accusano Nostro Signore contraddicendosi l’un l’altro. Il popolo, o meglio la massa pronta alle manifestazioni di piazza che si lascia guidare da pochi, abili manipolatori. Il Procuratore Ponzio Pilato, rappresentante dell’Imperatore in Palestina, che emette una sentenza ingiusta, ma con l’autorità ufficiale. E tutta quella congerie di subalterni senza nome che infierisce con inaudita crudeltà su un innocente, per il solo fatto che così ci si aspetta da loro: guardie del Tempio, soldati del Sinedrio, militari romani, gentaglia violenta.

Nostro Signore è condannato a morte nonostante sia stata riconosciuta la sua innocenza dal Magistrato legittimo: Accipite eum vos et crucifigite; ego enim non invenio in eo causam. Pilato non vuole inimicarsi i sommi sacerdoti, né avere contro la folla che essi possono manovrare facendo leva sull’odio nei confronti dei Romani, che occupano militarmente la Palestina. Egli sa quale sia il disprezzo che nutrono verso di lui i leviti e gli anziani del popolo, considerandolo un pagano dal quale tenersi lontani, al punto da non volersi contaminare entrando nel Pretorio: rimangono fuori, a controllare che il potere temporale che li opprime si renda loro complice nel condannare per blasfemia, ossia per un crimine di natura religiosa, il loro Messia. Anzi: per mandare a morte, senza condanna, un innocente. Innocens ego sum a sanguine justi hujus, dice Pilato. Così l’autorità civile, per pavidità dinanzi all’arroganza e al ricatto di una sommossa, rinuncia ad esercitare la giustizia; così l’autorità spirituale, per non perdere il potere che aveva monopolizzato, nasconde le profezie, si ostina a non riconoscere il Messia promesso nonostante le continue conferme della Sua divinità, e congiura per uccidere Gesù Cristo perché, dicendo il vero, Egli si è proclamato Dio. I principi dei sacerdoti minacciano Pilato: Si hunc dimittis, non es amicus Cæsaris, e giungono a sottomettersi al potere imperiale pur di mandare a morte il loro Re: Non habemus regem, nisi Cæsarem. Ma non era Erode, il re di Giudea?

Fin sulla Croce – dove il Signore intona l’antifona del proprio Sacrificio con le parole del Salmista: Deus meus, Deus meus: ut quid me dereliquisti? – chi sapeva a memoria le Sacre Scritture finge di non riconoscere in quel grido solenne l’ultimo monito alla Sinagoga, presago dell’abolizione del sacerdozio levitico e della imminente distruzione del tempio, quarant’anni dopo, per mano di Tito. Nel Salmo 21 Davide preannuncia quello che gli Ebrei avevano sotto gli occhi e che non erano più capaci di comprendere a causa del loro accecamento, e quel monito lo sentiamo oggi ripetere negli Improperi della liturgia di Parasceve, increduli dell’infedeltà del popolo eletto e straziati dal ripetersi, non meno straziante, dell’infedeltà del nuovo Israele, dei suoi pontefici, dei suoi ministri.

Non vi è una sola parola, nella liturgia del Triduo pasquale, che non suoni come un’accusa addolorata e sofferente; l’accusa del Signore che vede compiersi nel tradimento di Giuda e del suo popolo l’atto con il quale il potere religioso e quello civile si alleano contro il Signore e il Suo Cristo: Astiterunt reges terrae, et principes convenerunt in unum, adversus Dominum, et adversus Christum ejus.

Dice Nostro Signore: Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Con questo monito il Salvatore ci ricorda che la Sua santissima Passione deve compiersi anche nel Corpo Mistico – Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi – sia nei singoli nel corso dei secoli, sia nella Chiesa come istituzione alla fine dei tempi. Ed è significativa la corrispondenza tra la Passione di Cristo e la passione della Chiesa.

Questa corrispondenza mi pare sia ancor più evidente in quest’ora di tenebre, in cui il potere del nuovo Sinedrio infedele e corrotto è alleato con il potere temporale nel perseguitare Nostro Signore e quanti Gli sono fedeli. Anche oggi i principi dei sacerdoti, assetati di potere e smaniosi di compiacere l’impero che li tiene soggiogati, ricorrono a Pilato per far condannare i Cattolici, accusandoli di blasfemia per non voler accettare il tradimento dei loro capi. Gli Apostoli e i Martiri di ieri rivivono negli apostoli e nei martiri di oggi, ai quali per ora è negato il privilegio del martirio cruento, ma non la persecuzione, l’ostracismo, la derisione. Ritroviamo Giuda, che vende al Sinedrio i buoni pastori; ritroviamo i falsi testimoni, i manigoldi, i sobillatori della massa, le guardie del tempio e i soldati del Pretorio; ritroviamo Caifa che si straccia le vesti, Pietro che rinnega il Signore e gli Apostoli che fuggono e si nascondono; ritroviamo chi incorona di spine la Chiesa, chi la prende a sberle e la sbeffeggia, chi la flagella e la espone al ludibrio; chi le getta addosso la croce degli scandali dei suoi ministri, i peccati dei suoi fedeli; anche oggi c’è chi intinge la spugna nell’aceto e chi trapassa il costato della Chiesa con una lancia; anche oggi vi è una veste inconsutile e chi se la gioca a sorte. Ma come ieri, anche oggi la Madre della Chiesa ed un Apostolo rimarranno ai piedi della croce, testimoni della passio Ecclesiæ come un tempo furono testimoni della passio Christi.

Ognuno di noi, in queste ore di silenzio e di raccoglimento, esamini se stesso. Chiediamoci se vogliamo essere, nell’azione liturgica degli ultimi tempi, tra quanti anche solo per conformismo hanno guardato altrove, hanno scosso il capo, hanno sputato sul Signore al Suo passaggio verso il Calvario. Chiediamoci se in questa sacra rappresentazione avremo il coraggio di asciugare il Volto insanguinato di Cristo nell’immagine devastata della Chiesa, se sapremo come il Cireneo aiutare la Chiesa a portare la sua croce, se come Giuseppe d’Arimatea le offriremo un luogo degno in cui deporla finché non sia risorta. Chiediamoci quante volte abbiamo schiaffeggiato Cristo, prendendo le parti del Sinedrio e dei sommi sacerdoti, quante volte abbiamo anteposto i rispetti umani alla nostra Fede, quante volte abbiamo accettato trenta denari per tradire e consegnare il Salvatore, nei Suoi buoni ministri, ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo.

Quando la Chiesa griderà il suo Consummatum est sotto un cielo nero, mentre la terra tremerà e il velo del tempio di strapperà dall’alto al basso, quello che manca ai patimenti di Cristo (Col 1, 24) sarà compiuto nel Corpo Mistico. Aspetteremo la deposizione dalla croce, la composizione nel sepolcro, il silenzio assorto e muto della natura, la discesa agl’Inferi. Ci saranno anche in questo caso le guardie del tempio a vigilare che il pusillus grex non risorga, e vi sarà chi dirà che sono venuti i suoi seguaci a trafugarlo.

Verrà anche per la Santa Chiesa il Sabato Santo; verrà l’Exultet e verrà l’Alleluja, dopo il dolore, la morte e il buio della tomba. Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: sappiamo che risorgerà con Lui anche il Suo Corpo Mistico, proprio quando i suoi ministri penseranno che sia tutto perduto. E riconosceranno la Chiesa, come hanno riconosciuto Nostro Signore, in fractione panis.

Questo il mio augurio, dal più profondo del cuore, per questa Santa Pasqua e per i tempi che ci attendono.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

2 aprile 2021

Feria VI in Parasceve


sabato 3 aprile 2021

… ECCO L’ULTIMO MIO RESPIRO SULLA CROCE!

 


Carbonia 02.04.2021  –  ore 18.03 – Venerdì santo.

Amata figlia, scrivi il mio diario:

… ecco l’ultimo mio respiro sulla Croce!
… ora torno al Padre, ma presto Mi rivedrete, verrò a prendere i miei Figli con Me.

Nei giorni fatidici della mia grande Passione, il mio Corpo era tutta una piaga, il mio Sangue sparso per la vostra salvezza! Ho dato tutto Me stesso per il mio amato popolo!

O popolo mio! Amato mio!
Perché Mi hai rinnegato?
Che male ti ho fatto?

Non Mi ami, hai scelto per te un altro dio, vivi il mondo e ti appaghi di peccato. Oh! … quale sorte per te, popolo amato.

Ore terribili ho vissuto nella mia Passione, per amore a te, o popolo irriconoscente.
In verità ti dico: è giunto ora il tempo di vivere su di te la terribile passione.

… Mi hai rinnegato! … Tradito! … Ucciso!
Mi hai appeso ad una croce come un malfattore.

Ah! Popolo ingrato! Popolo infedele! Quale disastro sei! Ti sei reso cieco e sordo a Me, hai voluto mostrarti nella miseria infinita di Satana, … nessun ripensamento, nessun amore a Me.

In verità ti dico, o popolo crudele, il tuo misero cuore ha finito di battere, sarà dato in pasto a Satana! … Questa è stata la tua scelta: … il miserabile dio di morte, anziché il Dio dell’Eterno Amore, tuo Creatore.
Ti sei rivelato brutale a Me, il mio Pianto giunga a te o popolo infedele, popolo di dura cervice.

Ascolterò il tuo lamento, il tuo pianto disperato! Ma nulla potrò su di te in quanto hai scelto la morte alla Vita.

L’ora è giunta, il Cielo avanza alla sua discesa per prendere i suoi Figli!
Suonino i tamburi a morte! Distruggerò tutto ciò che è stato maledetto da Satana!

Che disastro è stata questa generazione!

Ha abbracciato il peccato! Il suo cuore, avvinghiato alla morte, ha soddisfatto le sue funeste brame, … è sceso all’Inferno!

Finisce qui la storia antica, ora si apre la nuova, il mio popolo entrerà a godere del mio Tutto, mentre gli infami bestemmiatori bruceranno all’Inferno! Amen!

ALLA SCUOLA DELL'AMORE

 


IL SEGRETO DELLA SANTITA’

 

Si è detto che l'atto supremo della Vergine per divenire Madre di Dio è stato il suo abbandono allo Spirito divino; è in questo abbandono il segreto di ogni santità, perché santo è e rimane Dio solo, Dio che viene nel cuore dell'uomo, se l'uomo lo lascia vivere in sé.

Allora noi dobbiamo comprendere come il segreto della santità importi prima di tutto la presenza dello Spirito, e poi l'abbandono alla sua azione. Come si vive perché vi è in noi un primo principio semplice che ci dona la vita, l'anima, così possiamo vivere una vita soprannaturale se lo Spirito di Dio anima la nostra anima, la vivifica, ed è principio primo delle nostre operazioni soprannaturali.

Secondo il Concilio di Trento lo Spirito Santo è la causa «quasi» formale della nostra vita soprannaturale. È una espressione estremamente ardita, e la si comprende solo se noi ci ricordiamo che l'anima è considerata, dalla teologia e dalla filosofia scolastica, la forma del corpo, cioè il principio vitale che dona la vita all'uomo.

Se dunque lo Spirito Santo è la causa «quasi formale della nostra vita soprannaturale, ne viene che il principio primo delle nostre operazioni soprannaturali è lo Spirito Santo; e perché non sembri un cadere nell'eresia del panteismo, il Concilio di Trento non dice: «la causa formale», ma: la «causa quasi formale»: infatti le operazioni soprannaturali sono insieme dell'uomo e dello Spirito Santo.

San Paolo nella Lettera ai Galati (4,6) scrive: «Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del Figlio suo che grida Abbà, Padre!». Invece nella Lettera ai Romani (8,15) dice: «Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!». Chi è che grida? È l'uomo o è lo Spirito Santo? È lo Spirito Santo, ma è anche l'uomo. Pur essendo lo Spirito Santo il principio delle nostre operazioni soprannaturali, esse sono anche nostre. Il soggetto sembra essere duplice, e ciò dice quanto lo Spirito Santo è intimo alla vita del cristiano. Sant'Agostino afferma che lo Spirito Santo è quasi l'anima della nostra anima.

Divo Barsotti


LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA

 


Giovedì. Durante l'adorazione serale, ho visto Gesù flagellato e torturato, che mi ha detto: “Figlia Mia, desidero che fin nelle più piccole cose dipenda dal confessore. I tuoi più grandi sacrifici non Mi piacciono, se li compi senza il permesso del confessore, mentre al contrario il più piccolo sacrificio ha una grande importanza ai Miei occhi, se è fatto col permesso del confessore. Le più grandi opere sono senza importanza ai Miei occhi se sono frutto del proprio arbitrio, e spesso non s'accordano con la Mia volontà e meritano piuttosto un castigo e non un premio; mentre la tua più piccola azione fatta col permesso del confessore, è gradita ai Miei occhi e Mi è immensamente cara. Convinciti bene di questo per sempre. Vigila incessantemente, poiché tutto l'inferno si sta impegnando in tutti modi contro di te, a causa di quest'opera, poiché molte anime si allontaneranno dalla bocca dell'inferno e glorificheranno la Mia Misericordia. Ma non temere nulla, poiché Io sono con te; sappi che da sola non puoi fare nulla”. Il primo venerdì del mese, prima della Comunione, vidi una grande pisside piena di Ostie consacrate. Una mano posò quella pisside vicino a me e la presi in mano. In essa c'erano mille Ostie viventi. Ad un tratto udii una voce: « Queste Ostie sono ricevute dalle anime, per le quali hai ottenuto la grazia di una sincera conversione durante questa Quaresima ». Ed eravamo ad una settimana prima del Venerdì Santo. Trascorsi quel giorno in un profondo raccoglimento interiore, annientandomi per il bene delle anime. Oh, che gioia annientarsi a vantaggio delle anime immortali! So che il chicco di grano, per diventare alimento, deve essere distrutto e stritolato fra le macine, così anch'io, affinché diventi utile alla Chiesa ed alle anime, devo essere annientata, benché nessuno all'esterno si accorga del mio sacrificio. O Gesù, voglio essere nascosta all'esterno come quest'ostia, nella quale l'occhio non distingue nulla e anch'io sono un'ostia consacrata a Te. La Domenica delle Palme. In questa domenica ho sperimentato in modo particolare i sentimenti del dolcissimo Cuore di Gesù. Il mio spirito era là dov'era Gesù. Ho visto Gesù seduto sull'asinello, e i discepoli ed una grande folla che andava assieme a Gesù tutta festante con dei rami in mano. Ed alcuni li gettavano sotto i piedi dove passava Gesù, ed altri tenevano i rami in alto agitandosi e saltando davanti al Signore e non sapevano che fare dalla gioia. E vidi un'altra folla che usciva incontro a Gesù, anche loro coi volti sorridenti e con rami in mano e gridavano in continuazione dalla gioia e c'erano anche dei bambini piccoli, ma Gesù era molto serio. Ed il Signore mi fece conoscere quanto soffri in quelle circostanze. E in quel momento non vidi nient'altro all'infuori di Gesù che aveva il cuore gonfio per l'ingratitudine. La confessione trimestrale. Il Padre Bukowski.

Quando una misteriosa forza interiore mi sollecitò nuovamente, affinché non rinviassi oltre questa causa, non trovando pace, ne parlai al confessore Padre Bukowski, dicendogli che ormai non potevo attendere più a lungo. Il Padre mi rispose: «Sorella, questa è un'illusione, Gesù non può esigere questo, lei ha i voti perpetui, è tutta un'illusione. Lei, sorella, sta inventando qualche eresia ». E gridava contro di me quasi con tutta la voce che aveva. Chiesi se era tutto illusione. Mi rispose: «Tutto ». « E allora come debbo comportarmi d'ora innanzi, la prego di dirmelo ». « Ecco qua, lei, sorella, non deve seguire nessuna ispirazione, deve distrarsi, non badare affatto a quello che udrà nell'anima, cercare di adempiere bene i propri doveri esterni e non pensare per niente a queste cose, vivere in completa distrazione Risposi: « Va bene, poiché finora mi sono regolata secondo la mia coscienza; ma ora, dato che lei mi ordina di non far caso al mio intimo, non lo farò ». E disse: « Se Gesù le dirà di nuovo qualche cosa, la prego di riferirmela, ma lei non deve farla ». Risposi: « Cercherò di essere obbediente ». Non so da dove il Padre abbia preso tanta severità. Quando m'allontanai dal confessionale, tutto un groviglio di pensieri oppresse la mia anima. A che scopo essere sincera? In fin dei conti, quello che ho detto non sono peccati e perciò non ero obbligata a parlarne al confessore. E ancora, com'è bello che non devo più badare al mio intimo, purché vadano bene le cose all'esterno. Ora non ho più bisogno di badare a niente. In realtà fin da ora non dovrò più seguire certe voci interiori, che talvolta mi costano tante umiliazioni. Ma di nuovo un misterioso dolore compresse la mia anima: allora non potrò più trattare familiarmente con Colui al quale anelo così ardentemente? Colui che è tutta la forza della mia anima? Cominciai a gridare: « Da chi andrò, o Gesù? ». Ma dal momento della proibizione del confessore, delle fitte tenebre son cadute sulla mia anima. Ho paura di sentire qualche voce interiore, per non infrangere la proibizione del confessore, d'altra parte agonizzo di nostalgia per Iddio. Il mio intimo è dilaniato, non avendo la mia volontà, ma sono affidata totalmente a Dio. Questo avveniva il Mercoledì Santo, la sofferenza aumentò maggiormente il Giovedì Santo. Quando giunsi alla meditazione, entrai in una specie di agonia, non sentivo la presenza di Dio, ma tutta la giustizia di Dio gravava sopra di me. Mi vidi quasi annientata per i peccati del mondo. Satana cominciò a scherzarmi: « Ecco qua, d'ora in poi non ti interesserai più di anime. Vedi che ricompensa ne hai. Nessuno ti crederà che questo lo vuole Gesù. Guarda come soffri adesso e quello che soffrirai ancora. Dopo tutto, il confessore ti ha liberato fin d'ora da tutto questo ». Adesso posso vivere come mi pare, purché vada bene all'esterno. Questi pensieri terribili mi tormentarono per un'ora intera. Quando s'avvicinò il momento della santa Messa un dolore mi strinse il cuore: io dovrei uscire dalla Congregazione? E dato che il Padre mi ha parlato di eresia, dovrei staccarmi dalla Chiesa? Con voce interiore e dolorosa gridai al Signore: «Gesù, salvami! ». Ma nemmeno un raggio di luce entrò nella mia anima e sentii che le forze mi abbandonavano, come se avvenisse la separazione del corpo dall'anima. Mi sottomisi alla volontà di Dio e ripetei: avvenga di me, o Dio, quello che hai stabilito, ormai in me non c'è più nulla di mio. All'improvviso s'impossessò di me la presenza di Dio e mi penetrò da una parte all'altra fino al midollo delle ossa. Era il momento di accostarsi alla santa Comunione. Un istante dopo la santa Comunione persi la cognizione di tutto ciò che mi circondava e del luogo dove mi trovavo. Ad un tratto vidi Gesù, così come è dipinto nell'immagine, che mi disse: « Dì al confessore che quest'opera è Mia e Mi servo di te come di un misero strumento». E dissi: « Gesù, io non posso far nulla di quello che mi ordini, poiché il confessore mi ha detto che tutto questo è un'illusione e non debbo dar retta ai Tuoi ordini, io perciò non farò nulla di quello che ora mi raccomanderai. Scusami, Signore, ma a me non è permesso nulla, debbo ubbidire al confessore. Gesù, Ti chiedo perdono nel modo più sentito, Tu sai quello che sto soffrendo per questo motivo, ma purtroppo, Gesù, il confessore mi ha proibito di eseguire i Tuoi ordini». Gesù ascoltò con amabilità e soddisfazione queste mie argomentazioni e lamentele. Io pensavo che ciò avrebbe offeso molto Gesù e invece, al contrario, Gesù era contento e mi disse amabilmente: « Riferisci sempre al confessore tutto ciò che Io ti raccomando e quello di cui parlo con te e fa' soltanto quello per cui ottieni il permesso. Non ti turbare e non aver paura di nulla, Io sono con te ». La mia anima fu ripiena di gioia e svanirono tutti i pensieri che la tormentavano, mentre entrarono nell'anima la certezza ed il coraggio. Un momento dopo però fui investita dai tormenti che Gesù soffri nell'Orto degli Ulivi. Questo durò fino al venerdì mattina. Il venerdì sperimentai la Passione di Gesù, ma già in un modo diverso. In quel giorno giunse da noi da Derdy il Padre Bukowski. Una forza misteriosa mi ingiunse di andare a confessarmi e di dire tutto quello che mi era capitato e quello che mi aveva detto Gesù. Il Padre era completamente cambiato e mi disse: “Non abbia paura di nulla, sorella, non le capiterà nulla di male, poiché Gesù non lo permetterà. Dato che lei è obbediente e in questa disposizione d'animo, la prego di non preoccuparsi di nulla. Iddio troverà il modo di realizzare quest'opera, abbia sempre questa semplicità e sincerità e dica tutto alla Madre Generale. Quello che le avevo detto è stato per metterla in guardia, sorella, poiché capitano illusioni anche in persone sante. A queste cose può talvolta mischiarsi qualche suggerimento del diavolo, e proveniente alle volte anche da noi stessi, perciò deve essere prudente. Lei, sorella, continui a comportarsi come ha fatto finora. Lei ha visto che Gesù non si è adirato per questo. Può ripetere queste poche cose, che sono successe ora, al suo confessore fisso”. Una cosa l'ho capita, che debbo pregare molto per ogni confessore, perché lo Spirito Santo lo illumini, poiché quando mi accosto al confessionale e prima non ho pregato fervorosamente, il confessore mi capisce poco. Questo Padre mi esortò a pregare con fervore secondo questa intenzione, perché Dio faccia conoscere e comprendere meglio le cose che vuole da me. « Sorella, faccia una novena dietro l'altra e Dio non rifiuterà la grazia ». Venerdì Santo. Alle tre vidi Gesù Crocifisso che mi guardava e disse: « Ho sete ». Ad un tratto vidi che dal Suo costato uscirono gli stessi due raggi che sono nell'immagine. Nello stesso momento sentii nell'anima un gran desiderio di salvare le anime e di annientarmi per i poveri peccatori. Assieme a Gesù agonizzante mi offrii all'Eterno Padre per la salvezza del mondo. Con Gesù, per Gesù e in Gesù sono unita a Te, o Eterno Padre. Il Venerdì Santo, Gesù soffri in modo diverso nell'anima, da come aveva sofferto il Giovedì. La S. Messa della Resurrezione.

Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska 

PREGHIERA PER IL SABATO SANTO

 


O croce, grande bontà di Dio,
croce gloria del cielo,
croce salvezza eterna degli uomini,
croce terrore dei malvagi,
forza dei giusti, luce dei fedeli.
O croce che hai fatto sí che Dio nella carne
fosse di salvezza alle terre
e, nei cieli, che l’uomo regnasse su Dio.
Per te splendette la luce della verità,
l’empia notte fuggì.
Tu armoniosa fibbia di pace,
che concilii l’uomo col patto di Cristo.
Tu sei la scala per cui l’uomo
può essere portato in cielo.
Sii sempre a noi colonna ed àncora,
perché la nostra casa stia salda e la flotta sicura.
Sulla croce fissa la tua fede,
dalla croce prendi la corona.

 

(San Paolino di Nola)

Questa generazione, più di quelle che l’hanno preceduta, sta replicando questo tradimento.

 


MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA
ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA

VENERDÌ SANTO
2 APRILE 2021


Amati figli del Mio Cuore Immacolato:

VI OFFRO LE MIE MANI MATERNE PER CONDURVI DA MIO FIGLIO.


Mio Figlio viene consegnato a quelli che Lo disprezzano, che Lo colpiscono, che Lo flagellano e viene condotto come un agnello mansueto (Ger. 11,19) portato da un luogo all’altro, davanti a quelli che si definivano “dottori della Legge”, che si sentivano minacciati dalla Verità che veniva dall’alto… (Cf. Is. 53,7)

In questo momento in cui tanti stanno negando Mio Figlio, nonostante Lo conoscano, la storia si sta ripetendo. Questa generazione, più di quelle che l’hanno preceduta, sta replicando questo tradimento.

In questo momento stanno nascendo grandi confusioni e le persone non sanno più quale sia la Verità, non sanno che direzione prendere, perché non conoscono Mio Figlio, hanno sempre vissuto a metà, senza approfondire, senza ragionare…


E tristemente la grande maggioranza di costoro sono cristiani solo per tradizione.

 

Questo flagella Mio Figlio, Lo corona di spine, in quanto i Miei figli non hanno la minima conoscenza del modo di Agire e di Operare Divini e siccome il Popolo di Mio Figlio non ha il discernimento, non va a fondo delle cose che succedono e si lascia condurre in qualsiasi situazione.

 

CREDONO DI AMARE MIO FIGLIO E IN UN ATTIMO TUTTO
SVANISCE, COME LE ONDE DEL MARE, PERCHÉ:


non amano Mio Figlio in spirito e verità… (Gv. 4,23)
non guardano al di là di dove giunge il loro sguardo…  
non si addentrano nella conoscenza…

Perché alla fine sono persone che vivono una falsa religiosità e questo lacera il Sacratissimo Cuore di Mio Figlio.

 

NON LO AMANO IN SPIRITO E VERITÀ.


Siccome sono un Popolo tiepido, pur conoscendo come prolifera il male, che vuole raggiungere tutte le persone e far loro del male anche fisicamente, non discernono e si lasciano confondere facilmente.

Vi chiedo:

 

E QUANDO IL MARCHIO DELLA BESTIA SARÀ PROPOSTO COME MEZZO PER SPOSTARSI SULLA TERRA…


CHI SARÀ FEDELE A MIO FIGLIO?
MIO FIGLIO TROVERÀ ANCORA FEDELI SULLA TERRA?

 

Amati figli del Mio Cuore Immacolato:

 

Il commiato agonico di Mio Figlio traspare dal Suo Volto con il dolore che dovrà affrontare, il dolore del tradimento, il dolore dell’ira umana.
Questa triste realtà si è ripetuta nel corso della storia della Salvezza.

 

È l’Uomo Dio che Ha istituito l’Ordine Sacerdotale…
È l’Uomo Dio, Colui che Consacra Sé Stesso (Cf. Mt 26,26) prima di andare a fare la Volontà del Padre, nonostante venga tradito…

Per amore vi alimenta con il Suo Corpo e con il Suo Sangue, sapendo che le idee moderniste vi priveranno di questo Divino Alimento.

Un’umanità che non vede, che non sente, che non intravede la malvagità di colui che è in mezzo a voi per usurpare quello che è di Mio Figlio!

 

IL SACRIFICIO DI MIO FIGLIO PER TUTTI, SARÀ TRASFORMATO IN UNA RELIGIONE PER TUTTI, UNA RELIGIONE SENZA ALIMENTO EUCARISTICO, SENZA MADRE, SENZA COMANDAMENTI.
UNA SARÀ LA RELIGIONE, UNA LA LEGGE, UNO L’ORDINE.

 

Chi potrà comprare e vendere? (Apoc. 13, 16-17)

 

COLORO CHE AVRANNO CEDUTO AL MARCHIO DELL’ANTICRISTO, MA CHE AVRANNO PERSO LA LORO ANIMA.

Pregate figli Miei, per un’urgente conversione.


Pregate figli Miei, perché gli uomini giungano alla conoscenza della Verità.


Io rimango con il Popolo di Mio Figlio.


CAMMINATE VERSO MIO FIGLIO, ANDATE CONTRO LA CORRENTE DEL MONDO, SALVATE L’ANIMA!

 

Mamma Maria

 

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO

 

 

COMMENTO DI LUZ DE MARIA

 

Fratelli:

 

L’Uomo dei Dolori cammina portando la Croce.

La Madonna ci dice:

“Aumentate la Fede, è necessario conoscere Colui che amate per potergli offrire tutto, senza misura”.

 

Dicci come riuscirci Madre, se le persone vagano senza prestare attenzione, senza ascoltare, senza ragionare, perché subiscono gli effetti delle attrattive che il mondo può offrire e per le quali non c’è bisogno né di sacrificio, né di impegno.

 

I furtivi passi del male vengono compiuti senza dare nell’occhio cosicché agli uomini sembri normale quello che sta succedendo perfino nella stessa Chiesa di Cristo.

 

Oh, triste realtà attraverso la quale il genere umano dovrà passare: il crogiolo della purificazione!

 

Signor Mio e Mio Dio, io credo in Te, ma aumenta la mia Fede!

 

Amen.

In quel tempo chiameranno Gerusalemme “Trono del Signore”, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più caparbiamente il loro cuore malvagio.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

C’è un futuro nuovo per Gerusalemme. Sarà la città nella quale Dio porrà il suo trono per governare il mondo. Gerusalemme sarà la città di Dio.

In quel tempo chiameranno Gerusalemme “Trono del Signore”, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore.

Non solo in Gerusalemme il Signore porrà il trono del suo governo, tutte le Genti vedranno il Signore che governa dalla città e vi affluiranno.

Quando questo avverrà, non seguiranno più caparbiamente il loro cuore malvagio. Vi sarà una conversione non solo del popolo, ma di tutti i popoli.

È questa una profezia misteriosa, dalla difficile interpretazione. Di certo essa si compie in Cristo, nel suo Messia, la sua dimensione è fortemente escatologica.

Il Messia del Signore è investito di una missione universale. Tutti i popoli dovranno essere evangelizzati, ricondotti al loro Dio e Signore.

La Gerusalemme futura in tal senso è la Chiesa. È nella Chiesa il trono del Signore, perché è la Chiesa il Corpo di Cristo.

Tuttavia la Gerusalemme perfetta, è quella celeste. È in quella Gerusalemme che si vivrà di purissimo amore per il Signore, anzi si è nel Signore.

Ecco il futuro nuovo, stupendo di Dio. Si passa dalla Gerusalemme a Cristo Signore, in Cristo Signore si raggiunge la Gerusalemme eterna.

E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:

«Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate».

E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere». E mi disse:

«Ecco, sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Principio e la Fine. A colui che ha sete io darò gratuitamente da bere alla fonte dell’acqua della vita. Chi sarà vincitore erediterà questi beni; io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio.

Ma per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la seconda morte».

Poi venne uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò: «Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello». L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.

Colui che mi parlava aveva come misura una canna d’oro per misurare la città, le sue porte e le sue mura. La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali. Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall’angelo. Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.

In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore. Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, perché non vi sarà più notte. E porteranno a lei la gloria e l’onore delle nazioni. Non entrerà in essa nulla d’impuro, né chi commette orrori o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello (Ap 21,1-27).

E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.

E non vi sarà più maledizione. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello: i suoi servi lo adoreranno; vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli.

E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».

Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell’angelo che me le mostrava. Ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo, con te e con i tuoi fratelli, i profeti, e con coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare».

E aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. Il malvagio continui pure a essere malvagio e l’impuro a essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.

Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città. Fuori i cani, i maghi, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna!

Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino».

Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita.

A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro io dichiaro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.

Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti (Ap 22,1-21). 

Futuro più nuovo di questo non potrà esistere, anche perché La Gerusalemme terrena che è il Corpo di Cristo, è chiamata ad una novità perenne.

Non c’è interruzione alcuna nel cammino verso la pienezza della novità ed essa non è mai raggiunta. Il nuovo è sempre dinanzi ai nostri occhi.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI