giovedì 16 ottobre 2025

L'abbandono dei tabernacoli

 


IV. C'è abbandono del Tabernacolo?


141. Per rispondere con rigore logico, distinguo due tipi di abbandono del Santissimo: uno che potrei chiamare esteriore e l'altro interiore o spirituale. 

   Chiamo abbandono esteriore l'assenza abituale e volontaria del Santissimo da parte dei cattolici che lo conoscono e possono andarlo a visitare. 

   Così qui non parlo degli ebrei, degli eretici o degli empî, o dei cattolici senza catechismo; tra questi si sentirà perseguitato, odiato, calunniato o sconosciuto, Gesù Sacramentato, ma non abbandonato. 

   Parlo di cattolici che credono e sanno che nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, è realmente e vivo nel Santissimo Sacramento, e, vivendo vicino a Lui e avendo tempo e forze a sufficienza per il lavoro, il divertimento, il casinò, la taverna, non vanno mai né a riceverlo né a visitarlo, né mantengono con Lui alcun rapporto di amicizia o gratitudine. 

C'è abbandono esteriore del Santissimo? 


142. Sarebbe meglio non chiederselo per non trovarsi nella dolorosa e amara necessità di rispondere con un sì così grande quasi quanto l'estensione dei popoli ospitati dai Santissimi; così ripetuto forse come uomini ci siano attorno; così lungo e sostenuto come l'eco di un dolore senza rimedio né fine. 

   Piuttosto che chiedere se ci siano Santissimi con questo abbandono materiale, sarebbe meglio e più breve chiedere: ma ci sono Santissimi senza abbandoni? 

   Perché, eccetto il Santissimo del monastero isolato, del seminario o della casa pia, senza più vicini che i religiosi o le religiose che lo abitano, e qualche altro di parrocchie privilegiate, che ancora per la misericordia di Dio esistono, su quale Santissimo del mondo si potrà mettere questa leggenda: senza abbandoni!? 


143. E se così è, chi di testa e cuore sani dubita che sia lecito e persino obbligatorio e urgente, mettere tutte le risorse e i mezzi della penna e della lingua, del pensiero e della volontà, della sensibilità e persino dei nervi, in linea di combattimento senza tregua né quartiere, contro quel mostro a cento teste e di bava velenosa che tante notti tristi e giorni senza fine e tante fiele e disprezzi sta facendo passare e divorare in silenzio al più buono e dolce dei Padri? 

   Sì, guerra a morte all'abbandono dei Santissimi, qualunque sia il nome del popolo a cui appartenga, il sacerdote che lo custodisce, le anime fedeli che lo accompagnano!... 

   Che proclamare guerra all'abbandono non può in alcun modo essere inteso non già come guerra, ma nemmeno come sospetto contro coloro che sono sicuramente vittime e riparatori dello stesso abbandono, come lo sono il sacerdote e quelle anime fedeli. Proclamare questa guerra è unirsi a coloro che accompagnano, affinché cresca il numero di questi e infondere loro, se possibile, nuovi stimoli, modi e perfezioni di compagnia. È mettersi tra coloro che abbandonano per parlare loro di ciò che già nemmeno nominano, per spingerli verso la casa paterna che hanno lasciato o che non hanno mai calpestato. È mettere nell'accento della parola e nel gesto del volto e nella delicatezza dell'azione e nell'intimità della supplica, e soprattutto, nella generosità del sacrificio, tutta la veemenza e l'espressione e l'attrattiva dello zelo più ingegnoso, dell'amore più ferito, e oserei dire, della passione più santamente travolgente, che tutto ciò deve ispirare la compassione per quel male, il più ingiusto, triste e funesto di tutti i mali. 

   Ma poiché non è contro quell'abbandono esteriore che vengono a combattere ora questi righi, limitatevi a ricordarlo ancora una volta e a mettere sotto quella triste leggenda, con il più visibile dei suoi inchiostri e con il più energico dei suoi tratti: Gesù dei Santissimi, esternamente abbandonati, anche se tutti ti abbandonano, noi... NO!

***

Manuel González


In questo tempo, più che in ogni altro, DOVETE DIFENDERE QUESTA MIA CHIESA con il massimo impegno, con costanza, con molta, molta, molta fede, con nobiltà, con valore, come forti guerrieri.



NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO GENNAIO 2009


Amatissimo Popolo Mio:

Vengo come Padre di Misericordia;

Oggi la Mia Misericordia Divina discende su tutta l’umanità.

Non consideratemi un giudice severo, ma un Padre di Misericordia.

Oggi vengo a chiamarvi in quanto parte essenziale dell’umanità in generale.

IL MIO CUORE GIOISCE DI FRONTE AL MIO POPOLO CHE CAMMINA PER MANO A MIA MADRE E CON L’AIUTO DEL MIO AMATISSIMO SAN MICHELE.

Il Mio Popolo è solido, forte e crescerà in questo momento, ma per crescere, dipende da quanto amore esisterà fra tutti voi; le fondamenta e le muraglie dei Miei saranno forti ed impenetrabili, se vivrete l’ “AMORE” ma un AMORE IN SPIRITO E VERITA’ (Jn. 4,24), un amore vero, come quello che Io provo per voi. Se vivrete in questo modo, nessuno potrà penetrare le muraglie fortificate e rafforzate dall’amore vero.

Amati:

In questo momento tutta l’umanità agonizza e quando si è in stato agonico, gli uccelli rapaci sovrabbondano; e ci sono quelli che si aggirano come uccelli rapaci, sopra i Miei. Non dimenticate che gli uccelli rapaci cercano cadaveri, ma tra il Mio Popolo non ci sono cadaveri, ci sono persone piene del Mio Spirito, colme di amore e di fede, ve lo voglio ricordare, perché lo teniate presente.

Amato Popolo Mio:

In questo tempo, più che in ogni altro, DOVETE DIFENDERE QUESTA MIA CHIESA con il massimo impegno, con costanza, con molta, molta, molta fede, con nobiltà, con valore, come forti guerrieri.

Quando i Miei figli prediletti Mi tengono tra le loro mani e pronunciano le parole della Consacrazione, voi dovete alzare lo sguardo e guardarmi, perché di fronte a voi c’è il vostro Re, dovete guardarmi, guardare la Mia gloria, il Mio splendore, guardare la Mia Carne, il Mio Sangue e la Mia Divinità che è davanti a voi e non chinare la fronte a terra, perché Io non sono per terra, sono di fronte a voi; levate lo sguardo, contemplatemi.

Così Mi riverite: contemplandomi, amandomi ed adorandomi.

Amato Popolo Mio, amato Popolo Mio, amato Popolo Mio:

CI SONO TRE TEMPI ATTESI DA TUTTA L’UMANITÀ E VOI VI TROVATE NELL’ULTIMO MOMENTO.

E la coppa trabocca, è caduta, continuerà a versarsi fino a che non si spargerà su tutta l’umanità in generale. Quanto duole il Mio Cuore! Come sanguina il Mio Cuore! Nel vedere quella creazione tanto perfetta che è uscita dalle mani di Mio Padre, con il Suo Alito Divino, che portava in sé tutto il Suo Amore. Come si duole il Mio Cuore nel vederla oggi, umiliata, caduta, sommersa nel peccato!

Vi siete chiesti perché l’umanità è caduta così in basso? E perché castiga tanto sé stessa? Perché non sono Io che vi castigo, Miei amati.

Vi castigate, perché avete voluto uguagliarvi alla Nostra Trinità, avete voluto creare come crea la Nostra Trinità, avete voluto dare la vita e dare la morte, senza rispettare la nostra Volontà. Questa è la maggior causa del castigo che l’uomo sta generando per stesso, questa è la radice di tutti i mali.

Amati:

Aprite gli occhi ai vostri fratelli, essendo messaggeri di pace e d’amore, con diplomazia, con gentilezza, ma fate loro vedere come tutto quello che abbiamo annunciato da tanti anni, tutto si compirà, era già scritto, poiché niente viene fatto senza che prima Io lo annunci al Mio Popolo, al Mio Israele.

SIETE IL MIO ISRAELE: perché il Mio Israele sono i Miei fedeli, quelli che si affidano, quelli che si danno, quelli che resuscitano assieme a Me, ma per resuscitare, passano attraverso il crogiolo. In quel crogiolo dove l’uomo continuerà a sferzare i suoi simili in generale.

Amati:

Come soffre il Mio Cuore! Quanto grande è il dolore, perché nemmeno in mezzo alla carestia spirituale e materiale, la maggioranza dei Miei figli, non volgono il loro sguardo a Me, devono punirsi ancora di più, per riscattare più anime.

Sappiamo che a grande maggioranza seguiranno l’anticristo, il quale in questo momento è in Belgio. Quanto dolore! Quanta sofferenza! Quanta fame spirituale e quanta desolazione porterà alla Mia Chiesa!

SIATE PREPARATI, PERCHÉ IL MIO ISRAELE SOFFRIRÀ MOLTO, SARÀ NUOVAMENTE PERSEGUITO.

Nessun paese sfuggirà a questo; voi leggendo le Scritture vi meravigliate di come fu perseguitato il Mio Popolo, ma lo vivrete sulla vostra carne, perché tutto il Mio Popolo fedele nel mondo sarà nuovamente perseguitato, perché il maligno conosce la portata del potere delle preghiere del Mio Popolo; voi siete il sostegno di infinità di anime, per questo dovete rimanere fedeli e d’un sol pezzo, in una sola linea, in una sola colonna.

Quanto logorio spirituale, quanta disobbedienza da parte dei Miei, nei Miei confronti ed in quelli di Mia Madre, che piange lacrime di sangue perché chiama in un luogo e nell’altro e la maggioranza non le dà retta. La sfrenatezza sessuale, la disintegrazione familiare, la testardaggine dei giovani, la droga, l’alcolismo e la depravazione dell’uomo che si sommerge nell’abisso, hanno portato l’umanità in questo momento ad eguagliarsi a quello del tempo di Sodoma e Gomorra. Così come perirono questi popoli di peccato, allo stesso modo l’umanità castigherà stessa.

AD ALTA VOCE INNALZATE LE VOSTRE INVOCAZIONI AL TRONO DIVINO, ALZATE LA VOCE. NON VI LASCIAMO SOLI NEMMENO UN ISTANTE, MA DOVETE INVOCARE, DOVETE INVOCARE, IL MONDO INTERO DEVE INVOCARE.

Lo stesso uomo ha scritto il suo destino. Quante opportunità ha dato la Mia Misericordia all’umanità! Quanto ha rimandato il compimento di tutto! Ma l’uomo continua immerso nel peccato e nell’arroganza, sfidandoci, sfidando la Nostra Trinità. E Noi, colmi di misericordia, perdoniamo ed amiamo, perdoniamo ed amiamo, perdoniamo ed amiamo.

Ma ora devo nuovamente dirvi che state vivendo nell’ultimo terzo tempo dell’umanità. E si sta esaurendo, si sta esaurendo. Per questo il compimento di tutto quanto è stato annunciato è a un batter di ciglia. Adesso, sì. In altre occasioni sono venuto ad annunciarvi la sua imminenza, ma adesso sì, adesso è a un battito di ciglia.

Per questo succederanno eventi tangibili, iniziando con la caduta dei grandi imperi, che si attribuiscono il dominio ed il potere sui popoli piccoli e sugli oppressi, come lo state vedendo.

Il paese del nord (U.S.A.), cadrà, a causa dell’orgoglio dei suoi governanti, castigherà sé stesso e nel suo disperato desiderio di sollevarsi, si venderà ad un altro, tanto che i comunisti: la Cina e la Russia, si uniranno e devasteranno molti paesi, fino a giungere nel paese del nord.

Il grande conflitto, la terza guerra mondiale è alle porte. Così come Israele iniziò l’alleanza, ora per mezzo dei conflitti in Israele avrà luogo la scintilla della grande guerra.

Vi avevo parlato della caduta dell’economia, di un lieve respiro e di una nuova e maggiore caduta dalla quale le economie mondiali non si sarebbero più sollevate? A questo si stanno già avviando. Non coltivate false speranze.

Per questo è necessario che coloro che hanno la benedizione di avere tra le loro mani la possibilità di pubblicare i Miei Messaggi ed i Miei appelli costanti all’umanità in generale, lo facciano in fretta, perché molto presto 

non potranno più nemmeno pubblicare i Miei Appelli anche se vorrebbero farlo. E’ necessario che continuiate a conservare il materiale, con il quale evangelizzerete.

VI INVITO A PREPARARVI, A NON SPRECARE NEMMENO UN SECONDO, A MANTENERVI IN ALLERTA, ATTENTI, PERCHÉ TUTTO È A UN BATTITO DI CIGLIA.

Tutte le economie del mondo cadranno, ma come sempre i paesi più piccoli saranno quelli che soffriranno maggiormente.

Per questo desidero che condividiate con i vostri fratelli di altri paesi questo Mio desiderio che impariate a lavorare la terra, a seminare quello che ciascuno consumerà nell’alimentazione, per poter provvedere a sé stesso, poco a poco. Vi ho dato l’intelligenza e l’uso della ragione, affinché con la luce del Mio Spirito, prendiate alcune decisioni personali.

CI SONO DUE TEMPI, DUE MOMENTI DI CUI VI PARLO OGGI:

I. Il tempo del dolore e la tragedia che sta arrivando per l’umanità, dalla quale non c’è ritorno, non si potrà tornare indietro. Tutto si muove e muovendosi si avvicina sempre di più.

II. E l’altro tempo è di benedizione, Per questo vi dico che vengo come un Padre di Misericordia, perché la Mia Misericordia viene per tutti coloro che sono fedeli.

E come viene? Con il Mio Santo Spirito, con la pienezza del Mio Santo Spirito nell’uomo.

ORA CI SONO DUE MOMENTI TRASCENDENTALI:

LA CADUTA SPIRITUALE, IL COLLASSO ECONOMICO DELL’UMANITÀ E LA PIENEZZA DEL MIO SANTO SPIRITO.

Ma siccome le Mie creature non sono tutte uguali, alcuni comprendono in pieno, altri mediamente ed altri ancora quasi non comprendono l’urgenza di questo appello ad unirsi, a fondersi, a perdonarsi e a dissimulare gli errori dei loro simili.

E questo vale per tutti: Le famiglie devono unirsi, devono rimanere unite per proteggersi e resistere fino alla fine, perché in questo momento il

nemico si scaglia contro la famiglia. Oggi vi ordino la Pace tra di voi e nelle vostre famiglie desidero ci sia equilibrio. Desidero che ci sia un equilibrio, perché ci sia pace, amore e stabilità. Si ottiene di più con l’amore che con la durezza, si ottiene di più con una parola ben pronunciata che racchiude molto al suo interno, che con una villania.

Il Mio popolo, il Mio Israele, è una colonna forte che conoscendo già gli appelli di Mia Madre a Fatima ed in molti altri luoghi del mondo, dove ha annunciato che alla fine dei tempi la Mia Chiesa sarà perseguitata, deve pregare, pregare e moltiplicare le preghiere.

AL NOSTRO TRONO GIUNGONO TUTTE LE PREGHIERE, PERCIO’ INVOCATE.

Moltiplicate le suppliche per quelli che si rifiutano di ascoltare gli appelli di Mia Madre tramite tante anime amate nel corso dei tempi, in vari luoghi del mondo.

Dovete pregare per il Mio amatissimo Pietro, perché è sommamente perseguitato, perfino da alcuni che dicono di essere Miei veggenti. Perciò pregate per lui, pregate per la Mia Chiesa in generale, pregate per voi stessi.

Amati:

COMPRENDETE CHE LA PIENEZZA DEL MIO SPIRITO NELL’UOMO, È IL TRIONFO DELL’IMMACOLATO CUORE DI MIA MADRE NELLE PERSONE; PER QUESTO MIA MADRE HA LOTTATO.

Non è il Suo trionfo sulla terra, è il trionfo della pienezza del Mio Santo Spirito su ogni essere umano. Questo è il trionfo di Mia Madre; non è soltanto il trionfo della donna che lotta per la pienezza del Mio Santo Spirito nell’umanità, per il Mio ritorno e questo è il Mio ritorno: la pienezza del Mio Spirito nell’essere.

MIA MADRE TRIONFA, MA NON PER LEI, PER LA NOSTRA TRINITÀ.

Non dimenticate la recita del Santo Trisagio, questa preghiera è potente.

¡Ah!, ma il Sacrificio, dove Mi immolo, la Santa Messa, “la Comunione”, è fondamentale per tutti i Miei figli, perché comunicandosi, dono loro la Mia forza ed in voi, porto la forza agli altri.

Perciò in questo ultimo sospiro dell’umanità, in questo ultimo terzo tempo dell’umanità, è il momento in cui dobbiamo fonderci in un solo Cuore, e con tutte le forze, lottare per ottenere la pienezza del Mio Spirito in voi.

IO SONO DISPONIBILE, QUALE DIO AMOREVOLE E DI MISERICORDIA,

SONO DI FRONTE A VOI CON LE MANI APERTE, PIENO DI TUTTI I MIEI DONI; DOVETE SOLO ESSERE VERI, PERCHÉ IO VI CONSEGNI IL MIO TESORO.

Preparate quanto, nel corso di tanti anni vi ho chiesto, annunciate al mondo intero che deve prepararsi spiritualmente per sopportare l’attacco di colui che viene, perché vuole usurpare la Mia Chiesa.

TRIONFEREMO, TRIONFEREMO, MIO ISRAELE. NON VI LASCERO’ SOLI.

Trionferemo ed avete la Mia benedizione, avete la Mia protezione

ED IN QUESTO MOMENTO RINNOVO L’ANTICA ALLEANZA CON LA NUOVA ALLEANZA, CHE E’ LA MIA MADRE BENEDETTA E LE UNISCO. UNISCO L’ANTICO ED IL NUOVO TESTAMENTO IN QUESTO MOMENTO, E BENEDICO IL MIO POPOLO, GLI INVIO IL MIO SPIRITO PERCHE’ DIMORI IN LUI, PERCHE’ IN OGNI MOMENTO, IN TEMPO DI PROSPERITA’ ED IN TEMPO DI CARESTIA, IN TEMPO DI LOTTA ED IN TEMPO DI FELICITA’, SIA SEMPRE LUCE E RIFLESSO DEL MIO AMORE E DELLA MIA PAROLA IN TUTTA L’UMANITA

Che le preghiere che escono dalla bocca del Mio fedele Israele, si moltiplichino all’infinito, suppliscano alle preghiere di coloro che non

pregano, che non chiedono, che non si pentono, che non supplicano. Che tutto quello che voi intraprendete e mettete in pratica si moltiplichi all’infinito per il bene di tutta l’umanità.

Desidero che mandiate questa Mia Parola a tutta l’umanità, e “chi ha orecchi per intendere, che intenda.” (Mt. 11,15).

Pregate moltissimo, non dimenticate la recita del Santo Rosario, ed il Trisagio.

Ed in questo momento vi fortifico con il potere del Mio Santo Spirito, affinché resistiate ed in voi gli altri esseri umani, agli attacchi dell’anticristo che in questo momento, sta sferrando un forte attacco alla Mia Chiesa. Ma risusciteremo, risusciteremo.

Vi benedico, nel Nome di Mio Padre, nel Mio Nome ed in quello del Mio Santo Spirito.

Amen.

Il vostro Gesù

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


Gennaio 2009

Luz de Maria

ESTOLLENS VOCEM

 


ROSARIO

 nella eloquenza di 

VIEIRA


ESTOLLENS VOCEM


E se questa altissima è per la fiducia di ciò che dice, e di ciò che suppone chiedendo, a quella che segue non è meno alta per la generosità di ciò che chiede e di ciò che non chiede: "Et ne nos inducas in tentationem": e non ci lasciare cadere in tentazione. Notate ciò che chiediamo, e ciò che non chiediamo. Non abbiamo chiesto a Dio di toglierci o liberarci dalle tentazioni; chiediamo che non ci lasci cadere in esse. Nessuna versione ha tradotto meglio il "ne nos inducas" della nostra portoghese. Diciamo cadere, e non abbattere; perché l'abbattere è forza e impulso altrui; il cadere, debolezza o disattenzione propria. Chi dice non ci lasciare cadere, teme più di se stesso che del nemico, chiede aiuto per sé. Ma se nella tentazione c'è il pericolo, non sarebbe più conveniente e più sicuro chiedere a Dio di liberarci dall'essere tentati? No. Il male non sta nell'essere tentati, ma nell'essere vinti. Se fosse meglio non essere tentati, come ben discorre Cassiano, Dio non permetterebbe le tentazioni; ma vuole che ci siano battaglie, perché ci ha preparato la corona. Il soldato generoso stima la guerra perché desidera la vittoria: e non rifiuta il combattimento, perché aspira al trionfo. Per questo Giacomo dice (ed è la prima cosa che dice) che non dobbiamo ricevere le tentazioni con orrore e tristezza, ma con entusiasmo e gioia: "Omne gaudium existimate cum in tentationes varias incideritis". Il cavallo generoso (come si descrive nel Libro di Giobbe, con maggiore eleganza di quanto potesse dipingere Omero) al sentire il segnale della guerra, drizza le orecchie, rompe le briglie, batte la terra, riempie l'aria di nitriti, non contiene gli spiriti dalle narici, trema tutto di fuoco e di coraggio con l'entusiasmo e il vigore di uscire in battaglia. Questo è l'istinto della generosità anche dove manca la ragione; e questa è la ragione che abbiamo per chiedere a Dio, non che non ci lasci tentare, ma che non ci lasci cadere. 

Se Dio ci lasciasse tentare più di quanto le nostre forze possano, allora avremmo giusta causa di rifiutare le tentazioni; ascolta però il sicuro che ci dà San Paolo: "Fidelis Deus est, qui non patietur vos tentari, supra id quod potestis". Dio è fedele, il quale non permetterà che siate tentati oltre ciò che potete resistere. E dice specificamente l'Apostolo in questo caso, che Dio è fedele: "Fidelis Deus est"; perché il contrario sarebbe una specie di inganno, il metterci Dio nella trappola per cadere in essa. È vero, come nota lo stesso San Paolo, che la nostra lotta nelle tentazioni non è di uomo a uomo, ma di uomini di carne e sangue contro il potere e l'astuzia degli spiriti delle tenebre: "Non est nobis colluctatio adversus carnem, et sanguinem, sed adversus príncipes, et potestates tenebrarum harum contra spiritualia nequitiae". Ma affinché possiamo uscire vincitori in una lotta così disuguale, vedete come Dio uguaglia i partiti e modera loro l'eccesso delle forze, e le misura con le nostre. 

Lottò con Giacobbe quell'Angelo, il quale Origene e altri vogliono che fosse Angelo cattivo; ma, per quanto riguarda le tentazioni, tanto importa essere Angelo, quanto demonio; perché non sono i più brutti quelli che più tentano. Ciò che fa al nostro caso, è che essendo Giacobbe uomo, e l'Angelo con cui lottava, spirito; come può essere che gli potesse resistere e prevalere contro di lui? Molti mila uomini non hanno pari nelle forze con un solo Angelo, come si vide nell'esercito degli Assiri, in cui solo un Angelo in una notte uccise più di centottantamila uomini. Dunque, se le forze di Giacobbe erano così inferiori a quelle dell'Angelo, come lottò con lui così forte e tenacemente, e lo strinse in tal modo, che alla fine lo vinse? La ragione è che Dio non permise all'Angelo di usare tutte le forze naturali che aveva, ma solo in tale misura e proporzione, che Giacobbe con le sue potesse resistere e prevalere. Questo stesso è ciò che dice San Paolo: "Non patietur vos tentari, supra id quod potestis". E questo, e nello stesso modo, è ciò che Dio fa in tutte le tentazioni, non permettendo mai che siano così forti e potenti, che le nostre forze aiutate dalla sua grazia (con cui non manca mai) non possano resistere, e uscire con vittoria. E come da questo punto siamo sicuri, Dio non vuole che gli chiediamo di liberarci dalle tentazioni come timidi e deboli, ma solo che non ci lasci cadere in esse; e che come valorosi e generosi soldati, ci poniamo in campo per il suo servizio, in difesa della sua legge, e per la gloria del suo nome. Agli uomini, o li tenta Dio per provarli, o li tenta il demonio per perderli, o li tentano gli altri uomini per opprimerli. Se Dio non avesse tentato Abramo, come sarebbe stata la sua obbedienza così celebrata? Se il demonio non avesse tentato Giobbe, come sarebbe stata la sua pazienza così gloriosa? Se Saul non avesse tentato Davide, come sarebbe stata la sua carità così eroica, e la sua umiltà così esaltata? Per questo non chiediamo a Dio, né Cristo vuole che gli chiediamo, di liberarci dalle tentazioni, ma solo che non ci lasci cadere: riconoscendo però, e confessando la nostra debolezza: affinché sopra il basso di questo fondamento salga più sicura al alto la voce della nostra preghiera: "Extollens vocem".


L’Europa è per essere presa dal nemico, gli uomini si troveranno a dover subire gli attacchi della guerra.

 


Io sono pronto ad intervenire, se voi Mi chiederete l’aiuto Io vi soccorrerò.

Carbonia 10.10.2025

L’ora è tarda, o uomini, scegliete di vivere e non morire.

Fuori fa freddo, il vento gelido dell’Est si fa sentire, i cuori degli uomini saranno presi all’improvviso e nessuno che non abbia seguito i Miei appelli sarà pronto.

Figli Miei, Io sono Colui che tanto vi ama e con amore ardente attende ricoverarvi in Sé.

Le ore sono decisive, il vento dell’Est tuona la sua miseria nella guerra fratricida.

Figli Miei, preparatevi ad affrontare una situazione di grande dolore, Io sono pronto ad intervenire, se voi Mi chiederete l’aiuto Io vi soccorrerò.

Tornate a Me, o uomini, siete ormai alla fine di un tempo vecchio, il Miracolo è per affacciarsi a voi se voi desiderate riceverlo.

Ponetevi in ascolto della Mia Parola, non deviate dalla Mie vie, il tamburo della morte tuona i suoi colpi, vi richiama al ravvedimento, la sorte dolorosa sarà per chi non vorrà ascoltare e ravvedersi né tornare al Padre dove trovare l’aiuto.

Quest’anno porta in sé il compimento di profezie.

L’Europa è per essere presa dal nemico, gli uomini si troveranno a dover subire gli attacchi della guerra.

Amata Mia sposa, ho il cuore spezzato da sì tanto dolore, vedo il Mio popolo in agonia, vedo lo sfacelo di questa Umanità che più non sa dove posare il capo.

Suonano i tamburi a morte!

La Terra non promette più protezione! Questo mondo precipita nell’inganno e nella morte!

Pietà, pietà di voi, o uomini, pietà di voi maledette vipere, voi che avete il cuore di pietra e dettate le vostre leggi di morte, ecco che in verità vi dico: deponete subito le armi e inginocchiatevi a Me, chiedetemi perdono per i vostri orribili peccati, risanate i vostri cuori dall’odio, dalla vendetta, dalla superbia, non avrete vittoria perché Io non permetterò che i vostri piani si compiano, distruggerò ogni vostro progetto e riporterò la Terra alla pace, donerò agli uomini un nuovo mondo, il Mio nuovo popolo vivrà le meraviglie del Suo Creatore.

•  L’America sarà invasa dalla Russia,

•  succederà all’improvviso, quest’azione scuoterà la Nazione.

•  In Arabia saudita esploderà un pozzo di gas,

   grande sarà la distruzione.

•  Mia amata figlia, il Vesuvio dà segni di ripresa,

•  si prepara alla sua eruzione.

•  L’Etna sta per affondare la parete nord est nel mare,

•  causerà un violento tsunami, Messina sarà in pericolo.

•  Ascolta ancora, Roma sta per essere colpita
•  da un terremoto che farà crollare il Colosseo.

•  Un maremoto colpirà tutta la costa orientale dell’Italia
•  e provocherà la frattura di questa nazione.

•  La pancia dello stivale sarà aperta e sarà attraversata da mare a mare.

CROCIFISSO - II -

 


CAPITOLO II


Un'anima da apostolo, quel padre Delbour, con le industrie di zelo che spaventavano i timidi e disorientavano gli spiriti meschini. Era l'uomo delle opere, pensando che la Chiesa Cattolica è l'istituzione viva per eccellenza, la società ideale la cui bellezza suprema è costituita da molteplici attività e grandi devozioni. Aveva consumato metà della sua esistenza a fondare scuole cristiane nei luoghi più refrattari. Lo avevano visto stabilire sorelle di carità in una regione che dicevano più empia della Cina. E lo stupore dei primi giorni si era trasformato in ammirazione, poiché le opere di Dio portano con sé tale splendore, che si fanno ammirare anche da coloro che hanno il maggiore interesse a sminuirle. Ma, tra esse ce n'era una, in cui egli riversava tutte le originalità della sua fede e tutte le risorse della sua carità. Si era detto un giorno: "Perché lasciare sempre agli esploratori dell'idea religiosa, ai mercanti di oggetti pii, il commercio audace delle sacre immagini della nostra fede, particolarmente dei crocifissi? Si trovano mercanti che si dedicano al vergognoso traffico del segno venerato dai cristiani. I Cristi adornano i negozi e sono esposti, accanto ai peggiori emblemi, insieme a immagini ridicole e talvolta oscene."

E da dignità! Da così audace commercio, nacque una grande opera: quella che si imponeva il compito di diffondere in profusione l'immagine del Cristo Redentore, mescolarla nelle famiglie, nelle fabbriche, nei laboratori, cercare un posto accanto al cuore degli umili e dei grandi, farla diventare un oggetto familiare. La provvidenza ha protetto fin dall'inizio, in modo molto visibile, la nuova istituzione. Una santa cristiana, tanto ricca d'oro quanto di fede, volle associarsi al progetto. Dopo le prove, le difficoltà, le meschine persecuzioni, l'idea trionfò, uscì radiosa e forte dalle tribolazioni, e l'Opera dei Crocifissi, figlia generosa di uno zelo indomabile, iniziò il compito fecondo e meraviglioso di evangelizzare il paese con il segnale della redenzione. Essa fulgura oggi in Europa e nel Nuovo Mondo, si estende sempre di più, come i rami di una pianta vivace, penetra in Inghilterra, accompagna i missionari nelle selve delle regioni inesplorate. Semina Cristi, spargendoli per il mondo intero, li raccoglie da lontano come un seminatore di fede, da cui devono germogliare conversioni e miracoli di grazia. E era strano e infinitamente curioso vedere quel padre, dall'aspetto così modesto, aprire ogni giorno la corrispondenza che gli veniva dagli incaricati delle ramificazioni della sua opera; lanciando sulla tavola, con un gesto disinteressato, quell'oro giunto da ogni parte, quel potere della materia che egli andava a mettere nel crogiolo per fondere in crocifissi. Una grande gioia gli era giunta la mattina di quel giorno. Un missionario del Canada gli chiedeva gli statuti dell'Opera, parlava di stabilirla in grande scala, e menzionava i meravigliosi risultati che essa aveva già prodotto in quelle regioni d'oltre Atlantico. Ciascuna di queste notizie era generalmente per lui come l'annuncio di una vittoria, di un trionfo, per il quale felicitava il buon Dio, perché nel costante oblio della parte che gli spettava, egli stesso si considerava come il piccolissimo operaio di una grande cosa. Dimenticava, di buon grado, che era lui l'autore di quella grande impresa, e che il minore artigiano, scelto da Dio per realizzare i disegni della Sua Provvidenza, è l'architetto incomparabile di un monumento imperituro. Quel nuovo trionfo della sua opera lo lasciò quasi indifferente. Il suo cuore era dolorosamente toccato dallo stato del suo vecchio amico Riscai. L'aspetto del deceduto di Cecilia aveva cominciato a fargli sognare quel giorno. Quella conquista per le anime era imperativa per dominare la profonda tristezza che lo assorbiva. E anche lui si chiedeva, con amarezza: - Morirà senza Dio? Questa preoccupazione lo tormentava. Arrivando al presbiterio, rivide Cecilia prostrata davanti al crocifisso, subitamente trasfigurata dalla fervente fede della sua anima, e precipitando, folle di dolore, tra le braccia di Dio, per consegnargli il cuore sanguinante, inviargli le sue suppliche e conquistare la conversione del padre. Un presentimento lo assalì. Pensò che quella notte, che doveva essere l'ultima, secondo quanto disse il dottore, gli riservava qualche strana sorpresa. Risolse di pregare mentre aspettava... Era già notte, verso le dieci, quando la campanella suonò violentemente. Il sacerdote si alzò e prese la valigetta delle visite ai malati, con la decisione che ci dà la certezza di un presentimento. - Stanno chiamando, Padre. Rapido, si precipitò, corse verso la casa in cui Riscai agonizzava. Sulla soglia, Cecilia, pallida, più abbattuta che mai. - Mi ha chiamato; sia lodato il Cielo! La ragazza gli fece segno di entrare. - No, disse lei... Il buon Dio vuole farmi soffrire fino alla fine. Ho intravisto sulle sue labbra la parola suprema. Niente! Dopo aver pregato, pensai che fosse atteso. Entrai nella stanza e lo sentii mormorare: "Cecilia". Mi precipitai: pensai, infine, che quello sarebbe stato il momento atteso. Egli mi prese la mano, la mantenne per un po' tra le sue. Ma non disse nulla. Allora, curvandosi verso il suo volto, reprimendo le lacrime, gli parlai: - Padre! mio buon padre!... vuoi riconciliarti con il buon Dio? Egli rimase immobile, il petto oppresso, il respiro affannoso. La sorella era appena arrivata e stava al suo fianco. - Aspettiamo ancora, mia figlia, disse il padre Delbour; aspettiamo e preghiamo anche noi... - Aspettare? replicò Cecilia, no, Padre; è necessario prendere immediatamente una risoluzione. I momenti sono contati. - Una risoluzione, ma quale?... disse il padre, con esitazione. - Sì, rispose la ragazza, ci resta un mezzo. Pensai a questo, poco fa, davanti a Dio. Forse era Lui stesso a ispirarmelo! Prese in un armadio un astuccio di velluto rosso, lo aprì, mostrò un piccolo crocifisso d'argento, molto vecchio, attaccato a una catena.

--- Signor Padre, è l'unica reliquia, l'unico ricordo che lui ha conservato della sua infanzia... Quante volte non l'ha baciato con tenerezza, con quel rispetto pietoso che abbiamo per coloro che amiamo? Ancora l'anno scorso, un giorno in cui ero solo con lui, mi mostrò questo crocifisso: -··· Vedi, è un ricordo di mia madre; lei mi ha lasciato questa croce sul letto di morte; mi sembra che in essa abbia lasciato l'ultimo bacio. - E, dicendo questo, lui piangeva ancora. - Vai, Signor Padre, con questo ricordo, prova l'ultimo sforzo. Sono prostrata dal dolore, ma spero. Il Signore, che è l'apostolo del Crocifisso, prenda questo qui... Converta mio padre... è necessario. Il padre Delbour comprese che la mano di Dio si manifestava in modo visibile. Perciò non esitò. Baciò l'emblema sacro con devozione, lo considerò in silenziosa contemplazione: - Sì, disse lui, Gesù vuole che la salvezza provenga dalla sua immagine dolorosa. Lui, l'amico di coloro che se ne vanno. Entrò nella stanza del moribondo, seguito da Cecilia. Al rumore dei suoi passi, il malato aprì gli occhi e li guardò, con quello sguardo fisso che caratterizza i malati. Il padre si avvicinò al letto, mostrò il crocifisso con un gesto brusco, lo posò sotto lo sguardo ammirato di Riscai, e disse, con voce forte: - Il crocifisso di tua madre! Ci fu un momento solenne. Un silenzio pesante si fece sentire. Cecilia, in ginocchio, presa da un'emozione intensa, ma dominando la perturbazione della sua anima, aspettava la risposta di Dio. Il padre ripeté: - Il crocifisso che il Signore ama tanto! Il moribondo allungò le braccia verso la santa reliquia, articolò una parola molto debole, uscita dal petto inarcato: - Dammi! Il ministro di Dio lo depositò nelle mani di Riscai. Ci fu un'improvvisa mutanza in tutto quel corpo e si direbbe che a quel corpo, scosso dall'agonia, la vita tornava con la fede. Lacrime scorsero da quegli occhi pronti a estinguersi, e le labbra inaridite baciavano diverse volte l'immagine del divino Martire. - Mi sembra che lei mi guarda... mi ascolta... mia madre, e che mi fa segno di andare al suo fianco... nella dimora del buon Dio... La ragazza, come unica risposta, singhiozzò, baciò quel crocifisso, mentre il padre si preparava a dare a quell'anima il supremo passaporto per l'altra vita. E, lì, in quella stanza in cui la morte aleggiava, spiando la sua vittima, una dolcezza infinita passò come un profumo miracoloso. Il padre Delbour aveva impulsi di riconoscenza verso Dio, mentre nello spirito si confermava la certezza che Gesù attribuisce un valore di grazia supremo all'immagine della sua passione. Cecilia e l'infermiera si allontanarono, e il convertito, con il cuore trasformato dal ricordo, mosso da Dio, che lo aspettava nell'ora suprema, aprì la sua anima all'ultimo perdono... Poi iniziarono le cerimonie dell'estrema unzione, il sacramento di coloro che partono, addio sublime del corpo a questa terra di miseria, forza divina che ci viene data davanti all'abisso in cui naufraga l'esistenza qui sotto. Una grande calma si impadroniva del cuore del Signor Riscai. La terribile malattia continuava la sua invasione, le labbra si aprivano in movimenti che non producevano più suoni, ma lo sguardo traduceva la pace immensa che era entrata in quell'anima con la grazia celeste. Alle due del mattino, l'agonizzante allungò il Crocifisso a Cecilia, e mormorò, con una voce quasi estinta, ma ancora intellegibile: - Hai qui, è per te. Ti porterà felicità. Cecilia lo posò vicino alle labbra scolorite del padre, che si contrassero per un bacio... poi si distesero e rimasero immobili. La ragazza, che non aveva mai visto nessuno morire, ebbe un presentimento che era giunto il fine. Si curvò verso il moribondo: - Pace, disse lei, raccomanda la tua anima a colui che ti accoglierà là nel regno celeste... Pregherai per la tua Cecilia e parlerai alla mia buona madre che tu andrai a vedere. Il Signor Riscai ebbe un sobbalzo, e poi diede un grande sospiro. - La sua anima è già davanti a Dio! disse a voce bassa il padre, che chiuse gli occhi del cadavere. Cecilia si chinò. - Salvo! disse ella. E, in seguito, si abbandonò tutta nel silenzio del suo dolore. Ma, in tutta quella immensa tristezza, aleggiava una luminosa speranza. Così come il brillante e candido bagliore del sole calante che bagna con la sua pura luminosità la cima delle grandi foreste che si abissano nell'ombra. Con il padre, con il crocifisso, il raggio della luce eterna penetrava nelle oscurità di quell'anima; e il faro della fede, illuminandosi nelle tenebre, aveva guidato la barca indecisa sull'abisso. Il padre Delbour recitava il De profundis, e con quel canto funebre, come un filo di speranza si elevava nelle parole: "Apud Dominum misericordia et copiosa apud eum redemptio. - Presso il Signore vive la misericordia; in essa, la sovrana redenzione." Beati coloro che muoiono nella pace del Signore!

R.Gaell


PREGHIERA DI GUARIGIONE E LIBERAZIONE

 


GUARIGIONE DEI MALI CHE COLPISCONO MATRIMONI E FAMIGLIE


Gesù, i nostri antenati hanno disonorato in vari modi il sacramento del matrimonio, dando origine a tendenze negative che continuano nei nostri matrimoni: mancanza d'amore, sentimenti di odio, durezza di cuore, tensione, infedeltà, separazione, divorzio, abbandono e fuga da casa.

Interrompi tutte queste tendenze che impediscono relazioni durature e creano infelicità.

Fa' che d'ora in poi, nelle nostre famiglie, ci siano matrimoni ben armonizzati, pieni di amore, lealtà, fedeltà, santità. Gesù, benedici le nostre famiglie.


Tic tac, tic tac, tic tac, l’orologio già batte l’ultima ora.

 


Carbonia 08-10-2025 (ore 16.19 locuzione)

Figlioli, vi benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e Mi unisco a voi in questo santo Rosario. Supplico con voi l’anticipato ritorno di Mio Figlio Gesù.

Tic tac, tic tac, tic tac.

Amati figli, sta per essere battuta l’ultima ora, state uniti a Mio Figlio Gesù.

Figlioli, comportatevi come veri cristiani, siate amorevoli nei confronti dei vostri fratelli, amate e condividete.

Sradicate il peccato che è dentro di voi, chiedete perdono con vera contrizione di cuore, mettetevi in ordine, figli Miei, Io attendo la vostra vera conversione: non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli.

Oh voi, che non volete riconoscermi quale vostro unico Dio, in verità vi dico: Tornate a Me! Abbandonatevi a Me, non fuggite da Me, è grande il dolore che Mi date! Ravvedetevi, figli Miei, ravvedetevi ora! Perché quando arriverà il momento Io non ascolti le vostre urla, … come voi state agendo con Me, Io agirò con voi.

Non presentatevi nella falsità, non cercate di coprire le vostre colpe, i vostri errori, Io vedo cosa c’è dentro di voi, leggo nel vostro cuore, non siate avari, non sia in voi il desiderio di mettere da parte solo per voi.

Questi uomini saranno rigettati dalla Mia bocca!

Oh, figli amati, vi sto chiamando ad essere santi, l’orologio già batte l’ultima ora, l’ultimo gong sta per essere battuto, sta a voi scegliere da quale parte stare, se tornare al Signore vostro Dio come Egli vi chiede oppure fare orecchie da mercante e stare nel vostro comodo giaciglio, quello che vi siete preparati con tanto amore per voi e non per il Signore.

Figli Miei, sono qui con voi, sono la Madre di Gesù e Madre vostra, prego con voi il santo Rosario e invoco la misericordia di Dio Padre su di voi e su questa Umanità perversa, un’Umanità che non vuole più soddisfare i desideri di Dio per la propria salvezza, ma preferisce vagare nella tenebra, seguire colui che li dirige mentalmente e li trascina con sé all’Inferno, alla perdizione eterna!