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lunedì 2 dicembre 2019

IL SACERDOTE



IL SACERDOTE È FIGLIO PREDILETTO DI MARIA

Mentre Gesù moriva in Croce volle rivelare alla Mamma il mistero del Sacerdozio: l'Ordine Sacro rende presente Gesù nel Sacerdote.
Gesù dice alla Mamma: «Donna, ecco il tuo Figlio!». Si sono dati a queste parole tanti significati, tutti belli, veri e santi: ma il più consolante per il Sacerdote è che Gesù voleva dire a Maria: «Mamma, tu non mi perdi, tu mi trovi in Giovanni, tu mi trovi nel Sacerdote».
Maria, da quel momento, compie un ufficio eminentemente materno verso il Sacerdote che giustamente Ella chiama e considera il Mio Gesù.
Che cosa vede Maria nel Sacerdote:
1) Vede in qualche modo se stessa nella sua missione e nella sua santità.
2) Vede anche il suo Gesù che continua la missione di salvezza nel tempo e nello spazio. Anzitutto Maria vede se stessa nella sua santità.
Maria è tutta santa, immacolata, piena di grazia.
Che cosa deve essere il Sacerdote se non santo, immacolato, tanto ricco di grazia da donarla agli altri?
San Paolo dice dei cristiani che Dio ci ha predestinati prima della creazione del mondo ad essere «santi e immacolati».
Tale è Maria in modo eminente.
Tale deve essere in modo particolare il Sacerdote da modello del gregge.
Maria forma Gesù in sé, lo genera e dona agli altri.
Anche il Sacerdote deve formare Gesù in sé e formarlo negli altri.
Già san Paolo lo affermava di sé: «Io sento le doglie del parto finché non sia formato Cristo in voi».
È, dunque, il Sacerdote partecipe della funzione materna di Maria che si vede perpetuata nella missione generatrice del Sacerdote.
Questo vale anche con una certa analogia nella celebrazione eucaristica quando alla Consacrazione si fa presente il mistero dell'Incarnazione.
In Maria l'Incarnazione avviene per opera dello Spirito Santo: nella Consacrazione della
Messa la presenza di Gesù avviene per opera dello Spirito Santo.
II Sacerdote in unione con Maria e in nome di Maria è aiuto dei cristiani, salute degli infermi, rifugio dei peccatori, consolatore degli afflitti, potente come la Vergine contro il maligno.
La mano del Sacerdote schiaccia satana come lo schiaccia il piede verginale di Maria. Lo schiaccia specialmente quando stritola satana con l'assoluzione sacramentale. Es.: san Paolo nella lettera ai Romani cap. 16, vers. 20 e seguenti afferma: «Ben presto il Dio della pace stritolerà satana sotto i vostri piedi!».
Maria vede Gesù nel Sacerdote.
Il Sacerdote diventa Gesù per una trasformazione ontologica operate dall'Ordine Sacro. Gesù vive, è presente ed operante nel Sacerdote in quanto Capo del Corpo mistico insignito delle potestà di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote.
La Madonna vede e contempla nella luce della SS. Trinità le realtà divine di cui il Sacerdote è ricco, vede davvero Gesù nel Sacerdote e non può non amarlo di amore di predilezione.
La Madonna vede che la trasformazione operata nel Sacerdote è opera dello Spirito Santo e che perciò il Sacerdote è diventato strumento congiunto di cui si serve lo Spirito Santo per compiere l'opera della salvezza.
La Madonna vede Gesù operante nel Sacerdote in particolare nell'esercizio delle tre funzioni (munus) e potestà: Maestro - Pastore - Santificatore.
Maria vede nel Sacerdote Gesù Maestro: e Lei lo aiuta a trasmettere la vera, sana e intatta dottrina ai fedeli, Lei che è la Virgo Fidelis.
Maria aiuta il Sacerdote ad essere un Vangelo vivente e vissuto in modo tale che ai fedeli giunga prima la predica dell'esempio e poi quella della parola.
Maria vede nel Sacerdote Gesù Pastore: Lei è stata chiamata da un Padre: la divina Pastora. Vuol vedere nel Sacerdote Gesù che vive in funzione della salvezza delle anime, delle pecorelle e degli agnelli ed aiuta con la sua materna intercessione il Sacerdote ad essere pastore pronto a sacrificare anche la vita perché nessuna pecora vada perduta.
In questa funzione di Pastore Maria è alleata del Sacerdote come il Sacerdote lo è di Maria. Maria è la Madre del gregge: il Sacerdote ne è il Padre.
Maria vede nel Sacerdote Gesù Santificatore delle anime attraverso la sua attività ministeriale e lo aiuta ad essere santo perché tutti i figli di Maria siano santi.
Nessuno più di Maria desidera e vuole che il Sacerdote sia santo davvero soprattutto con la vita immolata e spesa tutta per Dio e per le anime.
La Madonna anima il Sacerdote alla rinunzia come atto di amore e scelta di amore, sostenendolo affinché sia santo nell'anima e nel corpo con l'esercizio gioioso della purezza del cuore, della mente, dello spirito e del corpo.
Maria vede nel Sacerdote la estensione della sua fecondità verginale per opera dello Spirito Santo. Lei ha detto: «Non conosco uomo» e Dio l'ha resa feconda per opera dello Spirito Santo facendola Madre del Cristo e della chiesa, del Capo e del Corpo.
Il Sacerdote liberamente e per amore col celibato dice: «Non conosco donna» e lo Spirito Santo lo fa padre e madre (come san Paolo che dice ai figli: sento le doglie del parto finché Cristo non sia formato in voi) e lo rende fecondo sul piano divino e soprannaturale di innumerevole prole.

venerdì 15 novembre 2019

IL SACERDOTE



IL SACERDOTE RENDE PRESENTE GESÙ

Gesù ha voluto condizionare la sua presenza eucaristica al segno del pane e del vino. Se manca il pane e il vino non vi può essere la presenza eucaristica.
Gesù ha voluto condizionare la sua presenza di Pastore, di Maestro e di Salvatore all'azione e alla collaborazione del suo Ministro Sacerdote.
Ecco alcuni punti evangelici di riferimento che devono trovare il loro riscontro nella vita e nell'attività apostolica del Sacerdote.

1) «Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo» può dire san Paolo ai suoi fedeli. Questo deve poter dire il Sacerdote ai fedeli per essere credibile.

2) «La mia dottrina non è mia, ma è del Padre mio», dice Gesù, e ancora: «Tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi».
Così il Sacerdote deve essere la bocca della verità perché egli non insegna ai fedeli delle opinioni, ma solo quello che insegna la Chiesa nel suo Magistero.
Se il Sacerdote non è con il Papa non è nemmeno con Gesù.

3) Gesù dice:
Così i fedeli saranno santi se il Sacerdote è santo. «Il mondo cammina sulle orme dei Sacerdoti», è stato detto.

4) «Venite a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed Io vi darò ristoro», dice il Signore.
E questo l'atteggiamento interiore che deve animare il Sacerdote perché attraverso il suo ministero i fedeli scoprano la presenza di Gesù Consolatore e Salvatore.
In questo senso il Sacerdote deve «essere mangiato» dai fedeli, proprio come il Corpo di Cristo, che diventa Cibo e Nutrimento spirituale per le anime.
Ricordiamo il Vangelo che ci presenta Gesù e i dodici che non hanno nemmeno il tempo per prendere cibo e riposarsi... Invitati dal Maestro erano andati al di là del lago per riposarsi... la folla li precedette... Gesù allora non fece un gesto di scontento o di stizza. Egli - dice il testo - ne ebbe pietà perché erano come pecore senza pastore.
Se il Sacerdote non ha questi sentimenti e questo programma di vita rischia di paralizzare l'opera di Gesù il quale ha deciso di salvare le anime attraverso l'opera del Sacerdote.
Non vive così ogni mamma degna di questo nome? La mamma non ha un orario di lavoro stabilito dalla legge, ma ha un orario stabilito dall'amore!

5) San Paolo afferma: «Figlioli miei che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi» (Gal 4,19).
È lo stesso discorso di Gesù quando dice: «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,26).
La fecondità del Sacerdote è proporzionata al suo essere crocifisso con Gesù Crocifisso.
Ai fedeli incombe il dovere di pregare e offrire sacrifici per ottenere Sacerdoti numerosi e santi.
Il Sacerdote realizza la presenza di Gesù Via, Verità e Vita:
«Via»: perché il Sacerdote è il Pastore che guida per le vie del bene il gregge di Gesù.
È il munus regendi, cioè il compito di governare che è proprio del Pastore.
«Verità»: perché il Sacerdote - se unito e fedele al Papa e al Vescovo - è il Maestro della vera Fede.
È il munus docendi, ossia il compito di insegnare come Gesù Maestro.
«Vita»: perché attraverso la sua azione ministeriale e attraverso i Sacramenti il Sacerdote dona e alimenta la vita divina nelle anime.
È il munus sanctifzcandi, cioè il compito di santificare il gregge di Dio, partecipando in prima persona all'azione redentrice di Cristo.

giovedì 24 ottobre 2019

IL SACERDOTE



GESÙ PRESENTE NEL SACERDOTE


Gesù è misteriosamente, ma veramente, presente nel Sacerdote. Il Sacerdote deve prendere sempre più coscienza di questa realtà che sperimenterà per opera dello Spirito Santo e con la soave e materna opera di Maria, ma solo se diverrà sempre più l'uomo della preghiera. Farà la stessa esperienza di san Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!».

Ecco alcune realtà da vivere:
Le mani del Sacerdote sono le mani di Gesù: mani aperte a diffondere i doni di Gesù nei contatti quotidiani con i fedeli nell'esercizio delle opere di misericordia.
Mani aperte nel donare le ricchezze della Grazia nei gesti rituali e sacramentali.
Mani aperte e stese sulla croce e inchiodate nel rinnegare se stessi per essere consumati dai fedeli. Mani crocifisse che salvano il mondo.
Mani aperte piuttosto nel dare che stese per ricevere!
Gli occhi del Sacerdote sono gli occhi di Gesù: occhi che cercano il volto del Signore! Vultum tuum, Domine, requiram.
Occhi come raggi di sole che arrivano anche al fango e alle sozzure, ma non si sporcano.
Occhi in cui brilla la Misericordia di Gesù e di Maria.
Occhi specchio di un cuore puro, limpido, pieno di carità, di gaudio e di pace.
È da questo tesoro del cuore cristificato che egli deve attingere a piene mani per dare dare dare non se stesso, ma Gesù!
Il cuore del Sacerdote è il Cuore di Gesù: Egli deve poter dire, come Gesù: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!».
Cuore che palpita di un solo amore: amore fedele, generoso, totale, indiviso e bruciante per Gesù e per Maria.
Cuore, perciò, che ama i fedeli tutti indistintamente e solamente per Dio.
Il Sacerdote deve essere in tal modo Gesù da poter dire con tutta verità quello che Gesù diceva ai farisei: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù... Voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo!» (Gv 8,23).
La bocca del Sacerdote è la bocca di Gesù: labbra che si schiudono solo per lodare il Signore, per esaltare le sue meraviglie davanti al mondo.
Labbra sacerdotali che benedicono, che consacrano, che pregano.
La bocca del Sacerdote deve aprirsi solo per parlare di Dio, per insegnare le cose di Dio, per parlare con Dio.
Ecco, in sintesi, un programma: Il Sacerdote è nel mondo,
non è del mondo, è per il mondo!
È compito delle anime consacrate pregare e offrire sacrifici affinché tutti i Sacerdoti siano davvero coscienti del proprio essere Cristo in terra e siano santi!


lunedì 21 ottobre 2019

IL SACERDOTE


CHI È IL SACERDOTE


Vi sono alcuni che considerano le cose che riguardano la fede (come ad esempio La Grazia - Gli effetti dei sacramenti...) delle vere favole, fantasticherie, invenzioni dei preti... Invece le cose della fede sono realtà verissime ed eterne.
Mentre tutto passa le cose della Fede rimangono per l'eternità.
Prendiamo ad esempio gli effetti del Battesimo. Nel momento che esso viene amministrato si realizza un evento e una realtà stupenda che durerà in eterno: una creatura umana viene divinizzata, diventa figlia di Dio!
Ciò non è una finzione giuridica!
San Giovanni dice: «Vedete quale amore ha Dio per noi! Non solo siamo chiamati ma siamo davvero figli di Dio!».
La Dottrina Cattolica ci insegna che il Battesimo produce due effetti: il Carattere e la Grazia del Sacramento.
Il Carattere è un segno o sigillo indelebile, un marchio spirituale che rimane in eterno e rende il cristiano un figlio di Dio, un consacrato a Dio. Anche se egli dovesse rinnegare Dio e andare all'inferno rimarrebbe lo stesso, pur laggiù, un figlio di Dio.
La Grazia Sacramentale è, invece, quel complesso di aiuti e di interventi di Dio tesi a renderci possibile di vivere da figli suoi. Senza questi aiuti la nostra natura ci porterebbe a vivere da peccatori. Con la grazia del sacramento possiamo, invece, vivere da santi, perché nel battezzato prende dimora lo Spirito Santo che dall'interno ci muove dolcemente al bene.
Il Battesimo - e così anche l'ordine Sacro - sta nella linea della Consacrazione. Avviene, cioè una cosa simile a ciò che succede nel momento della Consacrazione dell'Eucaristia: il pane e il vino diventano un'altra cosa: diventano Gesù.
Ciò premesso possiamo capire quello che avviene quando il Vescovo conferisce l'Ordine Sacro ad un'uomo. Egli diventa allora nuova creatura.
Anche per il Sacramento dell'Ordine Sacro vi è un duplice effetto: il Carattere e la Grazia del Sacramento dell'Ordine.
Per il Carattere il Sacerdote riceve un sigillo indelebile che lo rende conforme a Gesù Cristo in quanto Capo del Corpo Mistico.
Gesù si fa presente nel Sacerdote in modo che non è più un essere umano che vive, ma Cristo che vive in Lui.
Bisogna avere più fede e più convinzione di questa presenza misteriosa ma vera e reale di Gesù nel Sacerdote, presenza che - proprio in virtù del Carattere - è permanente e dura 24 ore su 24.
Quando il Sacerdote consacra dicendo: «Questo è il mio Corpo... questo è il mio Sangue», è Gesù che consacra. Così pure quando il Sacerdote dice «Io ti assolvo» è Gesù presente in lui che assolve.
Nel Sacerdote e per mezzo del Sacerdote Gesù continua ad essere Maestro, Pastore e Santificatore delle anime.
Per conseguenza di quanto ho detto il Sacerdote ha perciò il dovere di farsi riconoscere come tale anche con un «segno esterno», ed i fedeli hanno il diritto di sapere che lui è tale.
La Chiesa ha, per questi motivi, stabilito nel Codice di Diritto Canonico che il «chierico - e quindi il Sacerdote - indossi un abito ecclesiastico decoroso» (notate i due aggettivi).
È vero che l'abito non fa il monaco, ma è anche vero che l'abito indica che lì c'è un monaco! Così come la lampada non fa la presenza reale, ma indica che lì c'è presente Gesù.
C'è da rimanere estatici nel riflettere che io Sacerdote sono Gesù oggi e ne estendo la presenza nel tempo e nello spazio. Che io in Lui, per Lui sono Gesù Pastore, Padre Amico, Medico spirituale, Maestro e Vittima, con Lui Vittima. Gesù è tutto per il Sacerdote e il Sacerdote è tutto per Gesù!
Si verifica, in modo analogo, quello che san Paolo dice per i coniugi: il marito non appartiene più ti sé ma alla moglie e la moglie al marito.
Col dono del celibato, inoltre, il Sacerdote mostra in sé Gesù Vergine e Casto.
È talmente presente sempre Gesù nel Sacerdote che se anche fosse un traditore e un gran peccatore la sua parola di Sacerdote è sempre infallibilmente valida quando consacra e quando assolve dai peccati.
La Grazia Sacramentale dell'Ordine Sacro è quel complesso di doni, è quella presenza dello Spirito Santo che rende possibile al Sacerdote di diventare anche spiritualmente e moralmente simile a Gesù: casto, umile, paziente, mansueto, sacrificato, povero e immolato per Dio e per le anime... in tutto simile a Gesù.
È il senso della affermazione dell'Apostolo, e Sacerdote Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me!».
Tutti questi tesori sono opera dello Spirito Santo presente e operante nel Sacerdote, che viene così dal di dentro sollecitato e aiutato ad essere sempre più conforme a Gesù Sacerdote, non solo nella dignità, nel potere e nelle funzioni, ma anche nella santità.
Un ultima nota: Gesù morente dice alla Madre indicando Giovanni (Sacerdote anch'egli): Ecco tuo Figlio! Non voleva, forse, Gesù dire: «Mamma, tu non mi perdi, perché tu mi trovi in Giovanni poiché ora egli è Gesù!».
È questo il motivo di fondo per cui la Madonna ama di amore di predilezione il Sacerdote che vede sempre come il suo Gesù.